Intervista a Daniela Giordano

5 Maggio 2015

Il nostro carissimo inviato dalla Germania GEPPO (GIACOMO DI NICOLO') ha intervistato per il Davinotti DANIELA GIORDANO, vincitrice del concorso di Miss Italia nel 1966 e interprete di più di 30 film dal 1967 al 1980, che può contare nella propria filmografia western, commedie, noir, horror e molto altro. Ecco il testo integrale dell'intervista.

GIACOMO: Daniela, innanzitutto grazie di cuore per aver accettato l'intervista per il Davinotti.
DANIELA: Ma figurati, è un piacere. Grazie a te Giacomo.

GIACOMO: Daniela... la tua carriera cinematografica inizia dopo la vittoria a Miss Italia nel 1966. Il tuo primo film è I barbieri di Sicilia con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
DANIELA: Esatto. Io avevo appena vinto il concorso di Miss Italia e il mio agente William Morris mi propose questo film, praticamente il mio primo in assoluto. So che è un film che piace a molti ma io lo ritengo una macchia, sul mio curriculum. I film quindi me li trovava il mio agente: io andavo agli appuntamenti e scambiavo quattro parole con il regista, che qui era Marcello Ciorciolini. Franco Franchi e Ciccio Ingrassia non è che mi facessero impazzire a dire il vero; mi avevano proposto questo film perché avevano bisogno di una ragazza siciliana.

GIACOMO: Franco e Ciccio com'erano?
DANIELA: Ciccio un'ottima persona, molto signore... molto educato. Franco un po' meno... diciamo un po' caciarone... amava scherzare, si inventava le barzellette... era così insomma.

GIACOMO: Che rapporti avevano i due sul set?
DANIELA: Sapevo attraverso i giornali che litigavano spesso, ma per quella che è la mia esperienza sul set de I barbieri di Sicilia non è accaduto nulla che lo facesse credere. Avevano dei buoni rapporti, professionali.

GIACOMO:
Poi fai Quante volte... quella notte, di Mario Bava.
DANIELA: Ottimo regista Bava, amato in tutto il mondo... un uomo piuttosto paterno; se mi sentivo a disagio nel girare alcune scene lui cercava di convincermi; molto diplomatico. Poi purtroppo, chissà perché, questo è l'unico film che ha “toppato”; proprio quello fatto con me (risate)!

GIACOMO: Invece con Nino Manfredi hai fatto Vedo nudo, un film importante.
DANIELA: Sono davvero contenta di avervi partecipato; lo ricordo con piacere. Hanno messo il mio nome bene in evidenza, nei titoli di testa; poi Dino Risi... anche lui splendido; Manfredi una persona meravigliosa; peccato non ci sia più, ma per me è come se fosse sempre qui. Era un film importante, come hai appena detto, e mi sarebbe piaciuto continuare a lavorare seguendo questo genere di lavori. Dino Risi mi diceva: "Tu sei una che può fare di più".

GIACOMO: Con Bud Spencer reciti in Un esercito di cinque uomini.
DANIELA: Ottima persona Bud Spencer, splendido e simpaticissimo. Lì è successa una cosa divertente; nel film c'erano molti ottimi attori americani: Peter Graves, James Daly... Andai a fare il provino e trovai lì centinaia di ragazze; mi dico "Oh mio Dio"... Cercavano ragazze che parlassero l'inglese... e mi hanno presa proprio perché parlavo inglese! L'unica parola che dovevo dire in tutto il film era "No"... e basta, non dovevo dire nient'altro (ride)! Mi hanno fatto ripetere la scena tre o quattro volte perché secondo loro non era un "no" pronunciato esattamente  in inglese. Il regista del film Don Taylor è stato sul set solo 3 giorni... infatti alla fine il film l'ha terminato il produttore Italo Zingarelli.

GIACOMO: Raccontami qualche curiosità su Ombre roventi di Mario Caiano.
DANIELA: Avevo già lavorato per lui in una serie televisiva per la Rai dal titolo Un'estate, un inverno e mi ero trovata bene, anche se avevo fatto poche scene. Fui contenta quando mi chiese di interpretare un personaggio di Ombre roventi (che abbiamo poi girato al Cairo, in Egitto). Ero felice di essere truccata dal bravissimo Giannetto De Rossi ed ero contenta di essere al Cairo (un altro mio sogno nel cassetto). Dopo due o tre giorni di lavorazione la protagonista (Gianna Serra) dà "forfait" e Caiano decide di affidarmi il suo ruolo! Siamo nel 1970 e del film ho ricordi non sempre così belli. Ma avevo 23 anni e le cose a quell'età si affrontano diversamente. Ricordo le scene girate di notte nel deserto con i militari egiziani che facevano la guardia.
Quando ricevevano via radio l'avviso che stavano passando aerei nemici, ci dicevano di spegnere le luci e di sdraiarci sulla sabbia. Una volta passati si ri-accendevano le luci e tornavamo a girare. Oppure ricordo quando una mattina fui svegliata da un forte boato e dal direttore di produzione che urlava in corridoio di scappare dall'albergo: era caduta una bomba qualche strada più avanti della nostra! A parte queste annotazioni, William Berger era un ottimo attore e un bravo professionista: lavorare con lui è stato molto facile. Alcuni stuntmen si erano affittati un appartamento e si preparavano da mangiare... Non si può mangiare egiziano ogni giorno, lo stomaco non regge! Così molto spesso, quando il desiderio di un buon piatto di spaghetti diventava necessario al mio equilibrio psico-fisico, andavo a mangiare da loro. E poi visitare i mercati del Cairo era una cosa molto piacevole e nessuno "si disturbava" vedendo una ragazza sola e in minigonna che girava per negozi. Il film aveva una buona storia, bravi attori e tecnici professionisti, ma non ha funzionato: rivedendolo lo si trova "slegato" e poco chiaro. Probabilmente le circostanze belliche di quel periodo hanno impedito al regista di trovare la giusta concentrazione. Peccato... Per la mia carriera un'occasione persa.

GIACOMO: Nel 1971 reciti in I quattro pistoleri di Santa Trinità accanto a Peter Lee Lawrence.
DANIELA: Sì, è stata una sofferenza... perché quando avevo 16/17 anni Peter Lee Lawrence era un attore di cui io ero innamoratissima; una grande emozione... onorata e orgogliosa di stargli accanto! Ero contentissima. Durante le riprese mi avrà rivolto sì e no una decina di parole... tipo "Buongiorno, buonasera"... e basta. Però alla fine ero davvero contenta: avevo lavorato con Peter Lee Lawrence! Lui era tedesco, ma parlava benissimo l'italiano.

GIACOMO: Bolidi sull'asfalto a tutta birra! di Bruno Corbucci con Giacomo Agostini.
DANIELA: Nei film di Bruno Corbucci non c'erano problemi per girare scene particolari: non dovevo spogliarmi, lui era una persona gentile. Ho lavorato bene anche con Giacomo Agostini. Era un film spensierato.

GIACOMO: Nel 1972 reciti poi in Il suo nome era Pot... ma lo chiamavano Allegria, diretto da Demofilo Fidani.
DANIELA: Mi ricordo poco e niente di questo film! Era una cosa fatta tra amici, nel senso che Demofilo Fidani chiamava una comitiva di attori e di amici e diceva "facciamo un film!" (ride).

GIACOMO: Con Gianni Garko fai Buon funerale, amigos... paga Sartana, un cult.
DANIELA: E' il mio western preferito... mi piace molto. Non sarà eccezionale ma è molto pulito e soprattutto girato molto bene, anche tecnicamente... buoni il trucco, le inquadrature, ottime scenografie... Devo dire che Giuliano Carnimeo fece davvero un ottimo lavoro... mi sono divertita a farlo con Gianni Garko, una gran persona; mi ci sono trovata bene anche umanamente.

GIACOMO:
Poi fai anche un altro western spaghetti “allegro”: Trinità e Sartana, figli di..., per la regia di Mario Siciliano.
DANIELA: Sì sì sì... mi ricordo, quello che ho fatto con Harry Baird, certo. Mi sono divertita, era un western comico... praticamente come un cartone animato. Non c'erano problemi di nessun genere e non bisognava spogliarsi, sul set andavamo tutti d'accordo. Harry Baird ricordo che era inglese per cui anche lui molto serio, educato. Ho un piacevole ricordo sia del film che del regista Mario Siciliano: sapeva guidare bene gli attori e sapeva soprattutto apprezzarli... nel senso che se una scena era riuscita come desiderava veniva lì tutto contento e ti diceva: "Brava, hai fatto molto bene".

GIACOMO: Con Joe D'Amato hai girato un altro spaghetti, Scansati... a Trinità arriva Eldorado.
DANIELA: Sì, è stato un "gioco" molto divertente. Siamo nel 1972 e io, venticinquenne, ero in un gruppo di amici con cui ci si vedeva la sera o si andava a ballare in discoteca. Tra loro c'erano Massimo Bernardi, il proprietario della discoteca, Diego Spataro, Franco Ricci e altri. Una sera Massimo dice: "Perché non facciamo un film?". La cosa è accolta da tutti con grande entusiasmo. E così Bernardi e Spataro fecero i produttori e tutti gli altri avrebbero partecipato goliardicamente - me compresa. Ero già abbastanza conosciuta e il mio nome nel film ne avrebbe facilitato la vendita. Del film in sé ricordo molto poco perché lo spirito era lo stesso delle nostre serate (spaghettate, vino e tante risate) e anche perché io avevo poche scene. Conoscevo già Craig Hill, Gordon Mitchell e Stelvio Rosi (cioè Stan Cooper), ottime persone, mentre conoscevo Aristide Massaccesi (cioè Joe D'Amato) solo come capo elettricista. Comunque non mi ha diretto lui (anche se c'era poco da dirigere nelle mie scene) ma Diego Spataro (Dick Spitfire), o forse Massimo Bernardi, non ricordo. Comunque è stato un western nel quale ci siamo divertiti molto, tutti quanti!

GIACOMO:
Nel 1972 vai in Germania per girare Violenza contro la violenza di Rolf Olsen, un mio cult personale.
DANIELA: Sì, il film che ho girato in Germania, come no. Sai Giacomo... mi fa davvero piacere sapere che ti piaccia perché in Italia praticamente non l'ha visto quasi nessuno, come tutti i miei film migliori, che ho girato all'estero. Il regista era Rolf Olsen e c'erano Raimund Harmstorf, Gianni Macchia, Amadeus August... Quasi tutto il film era ambientato in una banca e mi ricordo bene sia Raimund Harmstorf (un'ottima persona... seria, educata... ottimo professionista) sia "lo stufato alla foresta nera", che mi colpì molto.

GIACOMO: Cioè?
DANIELA: Siamo andati a girare la parte finale del film in una casa sperduta nella foresta nera: faceva un freddo boia e io era scocciatissima perché dovevo girare una scena d'amore piuttosto violenta con Harmstorf... Volevo una controfigura... mentre poi durante una pausa siamo usciti fuori e sotto un albero avevano acceso il fuoco; a quel punto è arrivato qualcuno della produzione con un pentolone enorme e dentro uno stufato bollente: è stata la cosa più buona che io abbia mai mangiato durante tutta la lavorazione del film! Il miglior stufato tedesco che abbia mai mangiato (risate)!

GIACOMO: Nel film ricordo benissimo la scena d'amore abbastanza violenta tra te e Harmstorf a cui fai riferimento. Rimasi molto colpito quando la vidi per la prima volta.
DANIELA: Harmstorf interpretava un personaggio cattivissimo, un rapinatore violento per l'appunto, e io quella scena l'ho girata a metà; l'altra metà l'ha girata una controfigura.

GIACOMO: Ma recitavi in tedesco?
DANIELA: No, diciamo che recitavo in inglese. Se qualcuno, per esempio, preferiva dire la battuta in tedesco e io avevo l'ultima parola “di attacco”, partiva in inglese oppure in italiano... non abbiamo mai avuto problemi di dialogo... quando lavori con professionisti preparati ci si capisce lo stesso, anche se si parlano lingue diverse. Se sei abituato a lavorare nel cinema, una lingua diversa non dà mai grossi problemi. E Raimund Harmstorf, appunto, era un ottimo professionista.

GIACOMO:
Come sei stata scelta per Violenza contro la violenza?
DANIELA: Avevo già lavorato in Germania con un altro regista tedesco per un prodotto televisivo, "Le avventure del barone Von Der Trenk", diretto da Fritz Umgelter... Fu questi che probabilmente parlò poi a Rolf Olsen di me per "Violenza contro la violenza". O forse Olsen ne aveva parlato anni prima con Franz Antel, il regista tedesco con cui ho fatto "Susanna...e i dolci vizi alla corte dei re"... Sinceramente non saprei...

GIACOMO: Un altro cult-movie che hai girato è La casa della paura di William L. Rose.
DANIELA: Ci sono poche cose di questo film che posso dire. E' stato girato a Roma, quindi giocavo in casa; ed erano tutti molto bravi. Con il regista americano si è sviluppato subito una buon feeling e non ha avuto alcun problema ad utilizzare una controfigura per la scena di sesso che avevo con il protagonista (tra l'altro per John Scanlon era il primo film!) Raf Vallone era un signore. E ho trovato un amico in Brad Harris, molto paterno e affettuoso nei miei confronti. Anche gli altri erano molto bravi ed è stato facile, lavorare con loro. So che il film (The girl in room 2A) è diventato davvero un “cult”, negli Stati Uniti. 

GIACOMO:
Nel 1978 sei tra i protagonisti de Il braccio violento della mala, di Sergio Garrone.
DANIELA: Sì, l'ho girato in Spagna e la regia era appunto di Sergio Garrone. Abbiamo passato dei guai con questo film perché uno dei produttori (messicano o brasiliano... non ricordo) aveva anticipato dei soldi per girarlo e alla fine delle riprese dovevamo essere pagati e ritornare in Italia... Solo che a quel punto il produttore era sparito con la cassa! Siamo rimasti in Spagna senza soldi. Telefonavo continuamente al mio agente in Italia per sapere se mi avessero pagata. Fortunatamente avevo ancora dei contanti in tasca e riuscii a tornare in Italia. Ma Garrone e Alberto Dell'Acqua, il protagonista, si erano spesi tutto e non avevano più un soldo per tornare in Italia! Contavano di averli per la fine del film... Così in poche parole prestai i soldi a Garrone e a Dell'Acqua per pagarsi il viaggio di ritorno. In Italia me li hanno restituiti senza problemi, sia chiaro, ma avresti dovuto vedere le nostre facce quando quelli della produzione ci dissero che il produttore se ne era scappato coi soldi (ride). Il film era simpatico... un po' scombinato ma riuscito, nel suo genere.

GIACOMO: Un altro film curioso è Eroticofollia, ancora con Mario Siciliano.
DANIELA: Sì, evidentemente Mario Siciliano si trovava bene a lavorare con me... e io con lui. Si trovava bene perché non gli facevo perdere tempo; nel cinema, quando il budget è limitato, bisogna sempre sbrigarsi a girare, le riprese non devono durare più del dovuto altrimenti, se vai oltre, i costi salgono; quindi il tempo è una cosa fondamentale... per questo si sta attenti a scegliere attori che si sbrighino, che una scena te la fanno girare una o due volte e basta. In Eroticofollia ho fatto una partecipazione... erano 2 o 3 pose che ho fatto con Anthony Steffen; un film strano... però, sai, fa parte del mio bagaglio lavorativo.

GIACOMO:
Parliamo un po' di Inquisición, di Paul Naschy.
DANIELA: Non è mai stato doppiato in italiano, stranamente, per cui ce l'ho in inglese. Pensa che "Inquisición" in Spagna ha incassato più di Lo squalo. Qualche anno fa avevo cercato di organizzare un incontro con proiezione privata; mi sono detta: “Vediamo se qualcuno vuole acquistare i diritti per doppiarlo in italiano", perché secondo me è il miglior film a cui abbia partecipato... e proprio questo non è mai stato distribuito in Italia: l'unico mio film azzeccato! Avevo quindi provato a fare questa operazione che naturalmente non è riuscita (forse perché i film spagnoli, in Italia, non interessano a nessuno); la cosa mi è dispiaciuta tantissimo. Negli Stati Uniti è un cult movie!

GIACOMO: Hai interpretato anche Karamurat - La Belva Dell'Anatolia, film girato in Turchia.
DANIELA: Ero molto contenta di fare quel film. Ero la protagonista, ero una principessa e inoltre il mio personaggio non prevedeva scene di nudo. Che volevo di più? Inoltre Istanbul era una bellissima città e ho avuto la possibilità di vedere il palazzo Topkapi, che era stato sempre uno dei miei desideri! Ricordo il film soprattutto per una donna che mi ha fatto da "madre" e da amica, ed era un'ottima professionista: si chiamava Safeja ed era la sarta. Parlavamo solo a gesti perché non avevamo una lingua in comune ma ci facevamo un sacco di risate. Ricordo che mi chiese di portarla in Italia con me, ma io all'epoca non avevo la possibilità economica per poterlo fare. Gli altri attori erano tutti bravi professionisti, anche se purtroppo parlavano solo il turco (tranne il regista e Arkin). C'era anche Pasquale Basile che interpretava il re, mio padre. Non ho avuto molte possibilità di socializzare perché finito di lavorare tornavano tutti a casa loro. E Basile, se non ricordo male, aveva fatto venire la sua famiglia. Quindi, terminate le riprese, mi ritrovavo abbastanza sola. E in Turchia, nel 1976, non è che una donna sola potesse andare in giro tanto facilmente: giusto andare ai musei con le comitive turistiche...

GIACOMO:
Ti dirige anche Tano Cimarosa in Il vizio ha le calze nere.
DANIELA: Mamma mia (ride)! Guarda... io mi chiedo sempre: "Con chi ha parlato Cimarosa per poter fare la regia?" Tra l'altro è un film con un grande cast: Dagmar Lassander, Ninetto Davoli... Cimarosa come regista non ha storia; più che altro era un bravo caratterista, tutto qui.

GIACOMO: Poi con Lando Buzzanca hai fatto Il fidanzamento di Gianni Grimaldi.
DANIELA: Sembra un film di oggi, è modernissimo. Mentre lo giravo mi dissi "Ah ok, siamo saliti di qualità"... mentre poi non è cambiato nulla, nella mia carriera. Qualche anno fa Buzzanca venne invitato a Palermo per un omaggio alla sua carriera e durante un'intervista parlò molto bene di me.

GIACOMO: Nel 1975 fai L'infermiera... di mio padre di Mario Bianchi.
DANIELA: Preferisco più l'altro film... La cameriera, di Roberto Bianchi Montero. De L'infermiera... di mio padre rimasi un po' delusa. Sono la protagonista, ma in effetti come personaggio appaio in secondo piano. C'era Bianca Toccafondi, che volevano lanciare nel cinema e il mio nome faceva comodo - insieme a quello di Francesco Mulè - per far funzionare e poter vendere il film. Per quel preciso scopo il nome della Toccafondi, che era un'attrice di teatro, non aveva nessun valore. Io ho fatto delle ipotesi: il film lo abbiamo girato in Puglia e forse c'era di mezzo qualcuno che aveva contribuito finanziariamente per lanciare la Toccafondi. Mentre lo giravo sentivo di non essere considerata particolarmente: che recitassi o meno non fregava a nessuno. E' stata una perdita di tempo, dal punto di vista professionale. Ho comunque uno splendido ricordo di Francesco Mulè, bravo e soprattutto simpatico.

GIACOMO:
Passiamo a Roma violenta con Maurizio Merli, per la regia di Marino Girolami.
DANIELA: Maurizio Merli, che ti devo dire... mi dispiace che sia morto, era un ottimo attore professionista... come anche Marino Girolami. Diciamo che  Roma violenta è stato fatto meglio di Il braccio violento della mala.

GIACOMO: Nel 1976 fai L'adolescente, di Alfonso Brescia.
DANIELA: Sì, con Tuccio Musumeci per la regia di Alfonso Brescia... "il pacioccone": lo chiamavo così, sul set. È un film piacevole, tutto sommato. Classica commedia all'italiana, che all'epoca andava di moda; e poi mi son trovata molto bene a recitare con Tuccio Musumeci, che è un grande attore di teatro. Certo non è un film che andrei a vedere al cinema, non è il mio genere. Mi sarebbe piaciuto recitare ciò che piaceva fare a me, non quello che piaceva ai produttori come in questo caso.

GIACOMO:
Nello stesso anno interpreti con Femi Benussi e Marisa Merlini Le impiegate stradali, per la regia di Mario Landi.
DANIELA: Qui mi son divertita davvero... ma tanto proprio! Con Mario Landi ci conoscevamo molto bene, avevo fatto anche una stagione teatrale con lui: avevamo debuttato al Sistina e mi ricordo che c'erano Antonella Steni, Elio Pandolfi e Massimo Dapporto. Era il mio primo debutto teatrale al Sistina e per me è stato molto importante: sei mesi di teatro in tutta Italia. Successivamente Mario Landi mi richiama per fare "Le impiegate stradali". Di quel film mi ricordo la splendida Marisa Merlini, bravissima.

GIACOMO: Poi fai anche La portiera nuda.
DANIELA: Sì, interpretavo la proprietaria di una boutique. Una piccola partecipazione, niente di speciale.
 
GIACOMO: Nel 1980 hai recitato in Le segrete esperienze di Luca e Fanny, che in pratica è il tuo ultimo film, al cinema.
DANIELA: Ero con Enzo Garinei; avevamo lo stesso agente e quest'ultimo mi dice: "Ci sarebbero da fare un paio di pose in un film un po' sexy; però non ti preoccupare, non ti devi spogliare... e guarda che pagano bene". Dico "Ah meno male, perfetto, facciamo queste due pose". Faccio il film, interpreto il ruolo della madre, mi pagano e finisce tutto bene. Passa un mese... e mi richiama la produzione per il doppiaggio. Io vado in sala convinta di doppiare le scene che avevo fatto, ma inizia la proiezione e mi ritrovo davanti un'immagine spaventosa... praticamente un porno! Faccio buon viso a cattivo gioco e litigo col mio agente. Allo stesso tempo arriva la crisi cinematografica degli anni '80 e nel frattempo il mio agente cambia direzione per fare il rappresentante di un famoso pastificio. E qui finisce anche la mia carriera di attrice; mi proponevano soltanto film sexy, che rifiutavo continuamente; mai un film serio, voglio dire. A quel punto dovevo prendere una decisione: o continuavo a fare l'attrice a Roma (consideriamo che avevo quasi quarant'anni) o me ne tornavo a Palermo. Dopo un periodo di riflessione ho lavorato in una società pubblicitaria: ero responsabile per la pubblicità negli aeroporti. Alla fine ci ho lavorato quasi vent'anni...

GIACOMO:
Oggi i tuoi film sono stati riscoperti dai giovani. Come e quando te ne sei accorta, di questa riscoperta?
DANIELA: Attraverso internet... mi arrivavano mail dei fans americani. Mi fa molto piacere questa riscoperta, soprattutto da parte dei giovani... una bella soddisfazione.

GIACOMO: Dimmi quattro dei tuoi film che ti porteresti su un'isola deserta.
DANIELA: Oddio, Giacomo... è tosta questa domanda! Allora: Inquisición, Buon funerale amigos... paga Sartana, Le impiegate stradali e La cameriera.

GIACOMO: Hai fatto il western spaghetti, la commedia all'italiana, la commedia sexy, il poliziesco, l'horror... In quale genere ti trovavi meglio?
DANIELA: Decisamente nei western, mi divertiva molto farli. Amavo le storie del West. La commedia sexy mi preoccupava perché ti dovevi sempre spogliare, mentre il western era molto più “tranquillo”, poi c'erano le scazzottate... andavo a cavallo, che mi piaceva moltissimo, mi divertivo con gli stuntman... Diciamo che nei western si respirava veramente tanta allegria; poi molti di questi western si giravano in Spagna...

GIACOMO: Che ne pensi del cinema italiano di oggi?
DANIELA: Il cinema italiano si è un po' spostato sulla televisione, ormai. Cinema italiano buono? Non saprei... l'ultimo buon film italiano che ho visto è Mediterraneo, di Gabriele Salvatores. Poi la qualità è crollata e adesso i film italiani non li guardo nemmeno più. I cinepanettoni non mi piacciono... amo di più il cinema americano.

GIACOMO: Rivedi oggi i tuoi film?
DANIELA: Assolutamente no, se no mi metto a piangere perché vedo cose allucinanti: il montaggio tirato via, la pessima fotografia, le inquadrature... piccoli errori. Non apprezzo solo la trama, in un film: osservo la recitazione, come lavora l'operatore o magari che tipo di pellicola usavano per girare... perché c'è una grande differenza tra la pellicola che usavano gli italiani a quei tempi e quella degli americani. Un film americano o tedesco lo riconosci subito: per le ottime luci, particolari... I miei film sono quasi tutti di serie B tranne due o tre e non li rivedo proprio perché non ne apprezzo la scarsa qualità tecnica.

GIACOMO:
Dei dvd cosa pensi?
DANIELA: Moltissimi film miei li ho comprati in dvd: non mi manca quasi nulla; pensa che alcuni  li ho trovati negli Stati Uniti grazie ad alcuni miei fans che vivono lì. Mi scrivono per segnalarmi le uscite dei miei dvd e sinceramente preferisco comprarli in inglese, visto che in Italia esce davvero pochissimo. Per esempio per il dvd inglese di "Quante volte... quella notte" di Mario Bava, un giorno venne a trovarmi una piccola produzione inglese, da Londra; pensa un po', con l'operatore e la troupe completa per intervistarmi e inserire il tutto negli extra del dvd. E' stata una cosa carina... che in Italia non fanno. Pensavo che la cosa finisse lì, ma poi recentemente trovo questa intervista nella mia pagina di Facebook che un mio fans americano ha voluto creare.

GIACOMO: Daniela, ti ringrazio davvero di cuore per aver risposto alle mie domande... e grazie per questa dolce amicizia.
DANIELA: Grazie a te Giacomo dell'interessamento e spero di aver esaudito la curiosità tua e dei vostri lettori!

INTERVISTA INSERITA DAL BENEMERITO GEPPO

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commenti (11)

RISULTATI: DI 11
    B. Legnani

    5 Maggio 2015 12:41

    La Giordano era bellissima e in VEDO NUDO è irresistibile. Sorprendente la scelta che fa dei 4 film preferiti, dimenticando VEDO NUDO e mettendo il terribile LE IMPIEGATE STRADALI.
    Grazie, Geppo.
    Markus

    5 Maggio 2015 18:11

    Grazie a Geppo per la bella intervista e soprattutto alla memoria storica della Giordano che è una delle poche starlette a rimembrare senza troppi intoppi il suo passato. Massimi rallegramenti!
    Gugly

    5 Maggio 2015 20:43

    :)
    Didda23

    6 Maggio 2015 10:53

    Grazie mille Geppo!
    Herrkinski

    9 Maggio 2015 04:31

    Ottima intervista. Sembra particolarmente avversa alle scene di nudo, lo fa notare svariate volte..
    Zender

    9 Maggio 2015 17:46

    Sì, l'avevo notato anche io, HK. Beh, è anche comprensibile dopotutto. Per una bella ragazza penso sia sempre un po' triste scoprire di essere stata chiamata innanzitutto per essere scoperta...
    Herrkinski

    12 Maggio 2015 03:23

    [quote=Zender]Sì, l'avevo notato anche io, HK. Beh, è anche comprensibile dopotutto. Per una bella ragazza penso sia sempre un po' triste scoprire di essere stata chiamata innanzitutto per essere scoperta...
    Già, specialmente in in quegli anni, riuscire ad imporsi come attrice senza fare scene di nudo non dev'essere stato facile. Credo quindi che sia abbastanza orgogliosa di aver mantenuto un'integrità in quel senso.
    Caesars

    14 Maggio 2015 11:25

    Ottimo lavoro Geppo, complimenti davvero. E grazie.
    Geppo

    14 Maggio 2015 13:14

    Grazie ragazzi :-)
    Trivex

    19 Maggio 2015 14:58

    Complimenti, bellissima intervista..