"Big man" episodio per episodio

7 Aprile 2014

LA PAGINA DEGLI ESPERTI

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INTRODUZIONE (A cura di 124c)
Bud Spencer approda, nel 1987/88, nel mondo delle fiction tv Fininvest, con una ricetta non molto dissimile ai suoi film di "Piedone". Ormai invecchiato, l'attore qui predilige usare il cervello e la pistola (ma mai per uccidere) piuttosto che i muscoli. Jack Clementi (Bud Spencer), detto "Il professore", è un corpulento agente dei Lloyd's di Londra che vive in Francia, a Cap d'Antibe, nella pensione di Madame Ferand (la Mylène Demongeot dei film di "Fantomas" con Louis de Funes), segretamente infatuato di lui. Jack si serve dell'aiuto del giovane e agile "taxista" Simon Lecoq (l'allora emergente Denis Carvil), che ama molto pedinare le belle fanciulle, anche se è quello che le busca di più fra i due detective. Il superiore di Jack è Mister Winterbottom, impersonato dall'altrettanto corpulento Geoffrey Copleston, che aveva già un ruolo simile nei due film di James Tont con Lando Buzzanca. Le musiche sono dei fratelli de Angelis, le cui due canzoni ("Big man" e "Starshine Rainbow") vengono usate sopratutto come sigle. Girati in suggestive location italiane, francesi, inglese e tedesche, i film tv sono dei gialli d'azione dalle trame variegate e fantasiose, dove il nostro incontra anche attori noti come Ursula Andress, Raymond Pellegrin (il commissario italiano Caruso, che compare in tre dei sei film), Isabel Russinova e Michel Costantin. Non esiste una seconda serie di Big man, perché il noto regista Steno (che in passato collaborò con Bud Spencer nei quattro "Piedone") morì durante le riprese di queste pellicole, che furono quindi completate da Maurizio Ponzi. La voce di Bud Spencer è quella di Glauco Onorato, al suo penultimo impegno con l'ex-nuotatore.


01. POLIZZA DROGA
 ***
Bud Spencer, nei panni di Jack Clementi, agente dei Lloyd's di Londra, detto anche "il professore" per la sua intelligenza, si ritrova in Italia per indagare, assieme al suo assistente Simon (Denis Carvil), su di un contrabbando di droga fra Roma e la Sicilia. Jack Clermenti è diverso dal commissario Rizzo, l'altro personaggio di successo di Steno e Bud Spencer, però questa storia ricorda non poco quelle di Piedone; per le location nostrane, gli informatori di strada e la presenza di un bambino che fa il corriere della droga e che, essendo vittima dei mafiosi, diventa il protetto di Bud. Raymond Pellegrin, doppiato in napoletano da Gigi Reder, non è Enzo Cannavale, ma è comunque un simpatico commissario di polizia italiano, sempre in rotta con Jack/Bud. Fra gli stuntmen si riconosce Nello Pazzafini (il pappone "Mojefuma" di "La poliziotta fa carriera), protagonista di una scena di lotta. Adeguato il grosso Geoffrey Copleston come capo dei Lloyd's. Bud Spencer, a causa dell'età, picchia di meno, ragiona di più ed usa la pistola come nei suoi primi western, però si riconferma il gigante buono di sempre. (124c)

*** Il nostro amato Big Bud si trova ad indagare sugli scoperti di una finanziaria e sul traffico di droga che ne sta alle spalle. La location palermitana (soprattutto la Kalza, con la sua enorme piazza in primis) è splendidamente efficace per questo tipo di film di rapido consumo tra cazzotti, agguati e strategie criminali davvero ben congegnate. Azione e giallo si fondono abilmente per un risultato finale sicuramente apprezzabile. (Mco)

**! Tutta palermitana la prima avventura di Jack Clementi, investigatore privato per conto dei Llody's. Le scene di lotta, nonostante l'età di Spender, sono abbastanza credibili e avvincenti anche se la stanca regia di Steno non gli rende un buon servizio. Comunque come poliziesco d'azione funziona ed è una delle migliori puntate della serie. Strana l'apparizione di didascalie che precisano in maniera puntigliosa data e ora, fatto ininfluente per lo sviluppo della trama. (Panza)

*** L'associazione Spencer-indagine sulla droga riporta molto ai tempi di Piedone (così come il personaggio in sé) e il tema è più serio che nei soliti film a cui partecipa l'attore. Proprio per questo la trama è intrigante e si fa seguire, tra Roma e Palermo e l'ormai abusato ma sempre tenero sodalizio con un bimbo orfano e in pericolo. Ottimi i comprimari tra cui Pellegrin, svelto il ritmo. Peccato ci siano poche sequenze d'azione (i cazzotti sono ridotti all'osso), ma la regia di Steno riesce comunque a tenere desta l'attenzione. (Rambo90)


02. LA FANCIULLA CHE RIDE
 ***!
Ancora un'avventura tutta italiana per il professor Jack Clementi, stavolta ambientata fra Tarquinia e Vetralla, dove si falsificano vasi etruschi (come la "Fanciulla che ride" del titolo) e dove dei biechi butteri ricattano i turisti troppo curiosi e il loro stesso padrone, il principe di Roccaferro. Non mancano i morti ammazzati (e pure in modo violento), come un esperto di vasi etruschi, pronipote di un misterioso sacerdote etrusco, che si vede nel prologo. L'attore tedesco Raimund Harmstorf, già antagonista di Bud Spencer in Lo chiamavano Bulldozer, impersona Vasco, il capo buttero che ha molti battibecchi (più verbali che violenti) con Jack. La storia è vivace, ricca di mistero, colpi di scena e magia, con discrete scazzottate e luoghi tipici della Tuscia in primo piano. Da ricordare Max Turilli, nei panni di un ristoratore, che non rinuncia alla sua parlata ciociara e che serve salsicce al nostro Bud. Torna il commissario Caruso di Pellegrin, mentre il principe di Roccaferro è Jacques Sernas. Scazzottata finale nelle caverne etrusche azzeccata. Il miglior episodio italiano della serie. (124c)

*** Il "professor" Clementi vuole saperne di più sui vari falsi di una statua il cui originale pare assicurato per la Lloyd britannica con cui collabora da tempo. Seppur destinato alla fruzione televisiva, l'opus di Steno si delinea molto accurato ed avvincente. Intrigante nelle sue memorie gotiche, divertente nel continuo balzo tra suggestioni di generi differenti, dal giallo all'azione, dal western al soprannaturale. Spencer, in ottima forma, regala una prestazione coinvincente. (Mco)

*! Dopo un prologo (che ritroveremo anche nel finale) che cerca inutilmente suggestioni mistiche (ricorda più l'inizio della Casa stregata con Pozzetto e la Guida), la puntata si barcamena faticosamente tra accenti maremmani al limite del caricaturale e un gioco tra vero o falso abbastanza debilitante. Mancano le scene d'azione per lasciare spazio a un'indagine poco interessante e senza fantasia nel suo sviluppo. Episodio noioso, senza alcun nerbo. (Panza)

***! Uno degli episodi più affascinanti, che mescola sapientemente giallo, avventura e un pizzico di fantastico. Bud regala una performance convinta, alle prese con un mistero intrigante ambientato in una location riuscita e per lui insolita. Harmstorf è un gran villain, come aveva già dimostrato in passato, e i loro incontri sono ben sceneggiati. Non mancano un paio di buone scazzottate, come l'ultima nelle caverne etrusche che ha davvero il sapore dei tempi d'oro del protagonista. Notevole. (Rambo90)


3. DIVA
 ****
Ursula Andress impersona una bella attrice dalla carriera ormai al tramonto, col vizio del gioco. Quando arriva a giocarsi la sua collana assicurata a Londra, i Lloyd's chiedono a Jack Clementi d'intervenire. L'incontro fra il gigante buono degli anni '70 e la prima Bond girl è qualcosa d'epocale, anche se la storia dell'attrice spiantata si è già vista. Girato in Francia, dà spazio anche a Denis Carvil, l'assistente Simon, che sa come destreggiarsi fra gli yacht dei VIP di Cap d'Antibe. Bud Spencer e Ursula Andress non sono più quelli degli anni '60/70, ed il primo più che essere innamorato di Ursula, l'ammira come fan e così si comporta pure nei panni di Jack Clementi. Ursula, capendo che ha a che fare con un gigante buono, accetta il gioco e alla fine della storia per ringraziarlo lo bacia sulla guancia, rizzandosi sui suoi tacchi a spillo. Infantile, ma riuscita come scena. Molto bella la sequenza dell'auto di Jack Clementi sabotata, con il nostro eroe che sequestra il cattivo della storia e gli fa prendere una paura, guidando come un matto. Il gioiello dell'intera serie. (124c)

** Un furto di gioielli non convince l'assicurazione cui fa riferimento il nostro Big Bud, annusando forte odor di truffa. In quest'avventura, che procede sui binari classici del giallo, ci si muove tra imbarcazioni di gran lusso e paesaggi mozzafiato. Il canovaccio è pressoché sempre lo stesso in tutta la serie ma qui si incontra un tasso di trivialità più alto e financo un topless (della Lesnoff). Ma l'insieme non brilla di luce propria e si resta ancorati a un risultato non più che sufficiente. (Mco)

**! Risaputo nella trama ma più che sufficiente nella realizzazione e nella resa della parte d'investigazione. Steno dà l'impressione di essere meno impacciato del solito col mezzo televisivo rispetto agli altri episodi (ma le puntate durano quanto un film) e si rende nella regia meno operaio del solito costruendo bene la storia, con qualche momento di suspense ben reso. Spigliati e convincenti gli ultimi dieci minuti. La guest star attorno a cui ruota l'episodio è nientepopodimeno che Ursula Andress, che riluce di uno charme rimasto inalterato dall'apparizione in bikini in "Licenza di uccidere". (Panza)

*** Un'indagine abbastanza lineare questa di Jack Clementi, ma comunque soddisfacente, grazie a una regia attenta e a una certa dose di scontri fisici in cui Bud si dimostra sempre all'altezza. La presenza di Ursula Andress, ancora bella, nobilita l'episodio sebbene il suo personaggio appaia in effetti meno del previsto. Buona la sequenza con l'auto senza freni lanciata oltre i 100 km orari, ritmo veloce. (Rambo90)


4. BOOMERANG
 **!
A Roma, un iper-tecnologico fucile a raggi viene rubato da un gruppo di terroristi e i Lloyd's chiamano Jack Clementi e il suo assistente Simon per recuperarlo. Ultimo episodio italiano della serie, che vede fra le guest stars, oltre a Raymond Pellegrin (Commissario Caruso), la bella Isabel Russinova e John Steiner nella parte del capo dei terroristi di nome Zebra. Quel che spiace è che la Russinova venga fatta fuori quasi subito e che Jack e Simon vengano presi in ostaggio dai cattivi a metà film. Vedere Bud e Denis Carvil che si sorbiscono le battute sarcastiche dei sottoposti del cattivo annoia non poco, perché le scazzottate (brevi, ahimè) ci sono solo alla fine, quando Zebra chiede a Jack d'usare il fucile disintegratore per uccidere l'allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga (siamo nel 1986/87). Il bello è che Zebra è un inetto; invece d'imparare ad usare il fucile da solo chiede a Jack Clementi di farlo al suo posto, perché è l'unico a saperlo maneggiare. Il boomerang del titolo, poi, è riferito al fucile disintegratore che Bud, nelle scene finali, programma per autodistruggersi, se viene azionato. Spionaggio da fumetto col fiato corto. (124c)

**! Jack Clementi è sulle tracce di un'arma dalle devastanti potenzialità, il cui furto ha messo in allarme autorità e servizi segreti. Nuova impresa richiesta al bravo protagonista, tra folli progetti e strane morti. Qui si vira decisamente sull'azione, lasciando il comparto giallo in minor luce. Non mancano le consuete scazzottate, l'ironia e un po' di fantapolitica. Si ricorda questo episodio anche per la presenza della bella Russinova... Discreto. (Mco)
 
** Una delle trame più interessanti della serie, nella sua semplicità, visto che si parla della sparizione di un'arma segreta militare (un potente fucile di cui vediamo le potenzialità subito in apertura) su cui Bud Spencer, come solito, deve indagare. Poteva venirne fuori qualcosa di avvincente invece Steno inserisce fasi inutilmente lunghe (l'inseguimento in macchina è sfibrante) e si riprende solo solo nella parte finale in cui vediamo almeno qualche scazzottata nel covo del solito cattivo bondiano, un John Steiner abbastanza inquietante. C'è anche la Russinova, che esce però di scena dopo non molto. Episodio dimenticabile. (Panza)

*** Episodio in salsa bondiana, con un villain sopra le righe (interpretato dal sempre ottimo Steiner) e un'arma fantascientifica da recuperare (con effetti un po' naif). A mancare sono le scazzottate: giusto un paio di pugni verso la fine, ma l'indagine scorre piacevole e Bud regala due o tre battute niente male. C'è anche la Russinova e Pellegrin che in duetto col protagonista fa sempre sorridere. Godibile. (Rambo90)


5. 395 DOLLARI L'ONCIA
 **
Bud Spencer fa coppia con un duro del cinema francese, Michel Costantin: questi è nel ruolo di Xavier Baudin, un galeotto che la sa lunga sulla scomparsa di un furgone blindato pieno di lingotti d'oro, che cercano anche i Lloyd's di Londra. Un incontro che, se girato qualche anno prima, sarebbe stato più felice: i due se le sarebbero date di santa ragione. Qui, invece, di scazzottate ce ne sono poche, anche per via dell'età dei due attori. Il film partirebbe anche bene (con Jack Clementi rinchiuso in carcare che stringe amicizia con Baudin, il quale lo coinvolge nella sua evasione), ma poi rallenta proprio nel momento in cui i due arrivano in paese e vanno in cerca del furgone scomparso. Ci sono alcuni momenti di tensione, perché Costantin prende in ostaggio tre albergatori sotto gli occhi di Spencer, ma è solo fumo negli occhi. Gli inseguimenti non hanno ritmo, i voltagabbana di Baudin idem e il trucco finale della valigetta col gas usato da Jack è stravecchio. Peccato, visto che fa capolino anche il nostro Venantino Venantini nei panni di un complice tradito di Costantin. (124c)

**! Jack Clementi si finge un detenuto per arrivare a smascherare il piano diabolico che sta dietro al furto di un ingente quantitativo d'oro. Un volto noto come Michel Constantin si presta perfettamente alla parte del delinquente astuto ed affianca il nostro Big Bud tra ambienti carcerari e natura incontaminata, colpi proibiti e doppi giochi. C'è più azione della media sebbene ciò non aiuti la storia a decollare. Non il migliore episodio del lotto, certamente, ma lo si guarda comunque senza sbadigliare. (Mco)

** All'inizio sembrerebbe di ripescare la solita storia del poliziotto infiltrato in carcere per fare amicizia con il solito galeotto da cui bisogna carpire il suo segreto di turno. E' però la parte migliore della puntata (una ventina di minuti), con tanto di scazzottata che ci riporta ai tempi dei film con Terence Hill! Poi l'azione si sposta fuori con l'apparizione di vecchi complici, carichi d'oro e albergatori sodali dell'evaso (interpretato da un convincente Michel Costantin). Peccato che la sceneggiatura non dia valore alla coppia Costantin-Spencer, cadendo in ingenuità come una valigetta che nel finale fa da deus ex machina poco convincente. Piccolo guizzo nel finale. Sembra una puntata abbastanza spenta di Lupin III con il classico tesoro da ritrovare. Cammeo per Venantino Venantini, già visto con Spencer in Superfantagenio. (Panza)

*** Trama quasi da noir francese, con Bud che fa coppia con uno dei volti per eccellenza del genere, un Constantin bene in parte. Il ritmo non è molto veloce e l'azione poca (a parte una gustosa scazzottata in prigione nella prima metà), ma c'è una discreta tensione, soprattutto nella parte finale. Alcune sequenze sono ben girate e coinvolgenti, su tutte il recupero del furgone blindato con i lingotti. Insomma lineare ma godibile, con qualche buon caratterista come Venantini e un po' di torbido in più rispetto al solito (si parla addirittura di stupro) per rendere la vicenda più tosta. Buono. (Rambo90)
 

6. POLIZZA INFERNO
 **!
Film tv girato a quattro mani da Steno e Maurizio Ponzi (a causa della prematura scomparsa del primo). Alcuni uomini facoltosi che hanno stipulato delle polizze sulla vita muoiono in circoistanze misteriose e i Lloyd's spediscono Jack Clementi d il suo aiutante Simon Lecoq in Germania per indagare sull'accaduto. Fra morti ammazzati, una setta d'incappucciati e le consuete indagini di Jack suon di ragionamenti e scazzottate, non ci si annoia. Peccato che il finale non venga girato nel covo della setta ma dentro un ospedale psichiatrico, perché gli infermieri chiamati dal capo per fermare Bud Spencer non sono alla sua altezza (nel senso che sono piccoli di statura)! Jack Clementi vive un'ultima avventura interessante ma, rispetto a quelle girate in Italia, pure questa manca di qualcosa. In un ruolo minore fa capolino anche la nostra Mariangela Giordano. (124c)

**! In quel della Baviera alcuni strani casi di morte, archiviata come accidentale, suggeriscono alla Lloyd la consulenza dell'esperto in "pratiche impossibili", Jack Clementi. Episodio perlomeno curioso per il tentativo di mescolare, ai temi trattati abitualmente nella serie, altresì atmosfere orrorifiche. Troviamo perciò soggetti incappucciati e sette criminali, suggestioni thriller e momenti di tensione, ma sempre con approccio "morbido" in maniera tale che il contatto con le consuete scazzottate condite da sana ironia (cioè il marchio di fabbrica dell'intera fiction) non venga mai meno. Piacevole anzichenò. (Mco)
 
**! Puntata più originale del solito, dove la trama è abbastanza interessante, tirando fuori confraternite misteriose e quant'altro di contorno. La regia (Maurizio Ponzi ha completato le riprese di Steno, causa sua morte) come al solito fa il suo lavoro operaio non aggiungendo niente in più ad un mero compitino (costante della serie, che non si distingue in questo campo). Puntata onesta, in linea con il profilo generale della serie. Se si fosse lavorato di più sull'aspetto tecnico se ne sarebbe potuta fare una seconda stagione, visto che Spencer nell'ambiente televisivo funzionava comunque; meno Steno, poco a suo agio nella regia televisiva. (Panza)

***! Un bel giallo per il professore. La trama è infatti il punto forte della vicenda. Anche se gli affezionati del genere scopriranno presto l'inghippo, il plot ha una discreta inventiva e il ritmo non lascia a desiderare. L'ironia funziona e Bud si regala più scazzottate che in altri episodi, compreso un gran finale vecchio stile tra vetrate sfondate e schiaffoni. Notevole. (Rambo90)

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