"Paura di amare" stagione per stagione

23 Ottobre 2013

LA PAGINA DEGLI ESPERTI

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STAGIONE 1

Avere una compagna belga che va d'accordo con una nonna romana produce delle strane esperienze psichedeliche come lo stare seduti sul divano a guardare questo prodotto orripilante. Scritto come un feuilleton ottocentesco e con una colonna sonora dalle inutili pretese shostakoviciane, questo Paura d'amare riassume in sè, come un nefasto bignami, tutte le pecche delle fiction di Rai Uno: storia banale ed inverosimile farcita di luoghi comuni (l'amica, l'amante, la cattiva, i buoni, i bambini), interpretazioni da fotoromanzo etc... Paura di guardare!  (Jandileida)

*** Classica fiction con buoni sentimenti, ruoli determinati ma non blindati, sottotrame incrociate: una Cenerentola dei giorni nostri nella cornice della stupenda città di Torino. Pur nei limiti che possono essere addebitati al genere (si punta pesantemente su buonismo e cattivismo), la fiction si avvale di un plot articolato, anche se poco convincente nella figura di Stefano Loi (un ingenuo al limite del fesso alla guida di una spa), ma rimedia con dei cattivi di spessore. Brava la Di Benedetto. (Furetto60)


STAGIONE 2 (2013)


**! Dopo l’inatteso successo della prima stagione, la Rai investe sul prodotto: aumentano location, cast e dotazioni. Al di là dei difetti tipici delle fiction, evidenzierei i pregi: i personaggi hanno contorni più realistici, la trama è articolata con dialoghi non banali, pillole di autoironia. La seconda stagione supera la prima fino alla 5° puntata, poi nella 6° i nodi sono dipanati in modo poco chiaro e semplicistico e il troppo lieto fine sembra interessato a lasciare immutata la formazione per un eventuale sequel. (Furetto60)

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