Le location esatte e aneddoti da "Non ho sonno"

1 Marzo 2010

LA SITUAZIONE AL VIA DELLE RICERCHE:
Siamo in un film di Argento, impensabile che non si sapesse nulla dei luoghi in cui venne girato (visto che non è nemmeno passato troppo tempo). Noi abbiamo quindi completato l'opera: trovato ciò che mancava, fotografato anche alcuni interni, rielaborato e aggiunto aneddoti, foto di scena e molto altro grazie alla collaborazione dei validissimi Tattoo e Pagnimauri.

Il ritorno di Dario Argento alle atmosfere tipiche del genere che l’ha lanciato non è stato salutato da tutti allo stesso modo. Trascorsa una decina d’anni si può trarre comunque una conclusione, dalle tante critiche apparse: i vertici raggiunti con Profondo Rosso (per citare l’opera cardine all’interno del thriller orrorifico di Argento) non sono avvicinati, ma lo stile del regista è ancora presente in Non ho sonno e, tra gli ultimi suoi lavori, questo è pressoché unanimemente considerato il migliore. Merito anche della notevole colonna sonora firmata dai Goblin, riformatisi nella line-up originale (con Simonetti) per l’occasione e forte di alcuni pezzi davvero all’altezza delle loro prove più celebrate.

Anche la scelta di Torino va nella direzione del recupero di un passato glorioso, e qui più che in Profondo Rosso o Il gatto a nove code, dove resistevano alcune location romane, il capoluogo piemontese viene sfruttato per coprire praticamente tutte le location. Naturale quindi che se ne sia occupato il nostro validissimo Davide Della Nina in arte PagniMauri, affiancato tuttavia per l'occasione da colui che a ragione può definirsi uno dei più grandi collezionisti ed esperti argentiani del mondo. Stefano Oggiano (sul Davinotti come Tattoo) ha permesso a questo speciale di trasformarsi in qualcosa di più di un semplice reportage sulle location, perché lui c’era! Non solo nel film (dove fa un paio di comparsate) ma proprio sul set, in cui era presente all’80% delle riprese (anche per 10 ore) e dove ha scattato alcune pregevoli foto di scena che verranno allegate di quando in quando alle tavole. Qui non si è presentato il problema di TROVARE le location ma di ENTRARE nelle strutture!
Un grosso ringraziamento ad entrambi, quindi, per averci permesso di organizzare uno speciale insolito e oltremodo sfizioso, nel quale le location verranno inserite in un contesto più ampio che riunisce date delle riprese, aneddoti, foto di scena, minireportage, articoli e altro ancora!

PRIMI PASSI...
Tutto ebbe inizio nell’Aprile del 2000, quando Argento sta ultimando i preparativi per le riprese. In Aprile La FILM Commission gli mette a disposizione, in Piazza San Carlo 161 a Torino, un ufficio per il casting, la logistica e l’amministrazione.
Ad inizio Maggio Stefano Oggiano trova, in quegli uffici, un Dario Argento che con grande entusiasmo si appresta ad ultimare i preparativi per le riprese. Singolari i “provini” per trovare il Pappagallo Marcello e i nani. Si intuisce con quanta cura Dario si stia preparando all’inizio delle riprese: un vero ritorno al passato!

Il 5 MAGGIO, al Salone d’ Onore della Facoltà di Architettura a Torino viene presentato il film.
Stefano riporta uno stralcio della conferenza di Argento: “Per la prima volta ho voluto dare internazionalità a Torino rendendola visibile e riconoscibile. Voi sapete bene quanto Torino sia importante per me, quanto io ami questa città, la sua architettura… ideale per i miei incubi. Per l’occasione anche i Goblin si sono riuniti (nel 1999 Simonetti e Argento si incontrarono al Festival International de Cinéma Fantastique de Catalogne e in quella occasione Simonetti, sapendo che Dario stava lavorando a un nuovo film, gli suggerì di tentare la riunione del gruppo).
Argento prosegue: “...La sera, al mio rientro in camera, sento continuamente un sibilo che non mi permette di riposare!”. A seguito di scrupolosi controlli tecnici e nonostante diversi cambi di camera il sibilo rimane sempre presente ma solo di notte, e solo alla presenza di Dario Argento! A Stefano viene in mente che, durante una puntata del Maurizio Costanzo Show del 1996 in cui Dario era ospite per presentare La sindrome di Stendhal, il regista ebbe a raccontare un aneddoto: ogni qualvolta rientrava a casa, nel loro stabile, le luci delle scale si spegnevano. Certamente la colpa era da attribuirsi all’impianto elettrico, ma Costanzo aveva invece fatto notare, tra le risate in sala, che guarda caso la cosa succedeva solo ed esclusivamente quando il Maestro rientrava!
Dario continua: “Esistono due Dario Argento, ma io non ho mai incontrato quello che conoscete voi! Quando leggo o sento parlare di me mi sembra di leggere o sentir parlare di un estraneo.”
Dopo due ore il regista chiede di poter interrompere la conferenza a causa di un calo improvviso di voce.
Il 15 MAGGIO (come leggete anche nell’articolo allegato poco più sopra) è il giorno del primo ciak, alla stazione Dora di Torino. Stiamo per cominciare anche noi quindi, ma retrocederemo di un passo per seguire l'esatta costruzione della storia.


IL FILM:

Tutto è pronto. Entriamo “dentro” a Non ho sonno e riviviamo insieme la storia.  E occhio: di tanto in tanto, nelle tavole o alla fine dei capitoli, troverete alcuni gustosi appunti dal set riportati da Stefano Oggiano o sue personali foto di scena. E ora...
BUIO IN SALA!

Sulle note dei Goblin, con la chitarra di Massimo Morante in splendida evidenza, si aprono i titoli di testa. Le prime scene ci riportano indietro negli anni (fino al 1983), con il commissario Moretti (Max Von Sydow) nella casa del giovane Giacomo Gallo, dietro al quale è steso il cadavere della di lui madre, orrendamente sfregiato (l’assassino ha utilizzato un corno inglese). Siamo in interni, e per adesso è bene non “svelare” la location (chi è impaziente vada al paragrafo 7). Oltretutto, come leggerete, le scene in cantina del prologo non sono state girate in quella che ci verrà presentata come la casa di Giacomo bensì… nelle cantine della villa del nano! Ma anche di questo leggerete più avanti!

01. LA FUGA DELLA PROSTITUTA
(Tattoo)
Torino oggi, ci dice una didascalia. Ci troviamo nell’appartamento di un uomo il cui volto non vediamo mai. A vedersi invece molto bene è il corpo di una prostituta nuda, Angela (Barbara Lerici), che viene da questi rifiutata (“Basta, vattene!”). Lei va in bagno, si sciacqua, torna, incassa i soldi e fa per andarsene, mentre l’uomo mugugna qualcosa che la spaventa. Nella disordinata fuga per uscire, tuttavia, sbatte contro un mobile e rovescia un armamentario di tutto rispetto: un’ascia, molti pugnali… Ancor più terrorizzata raccoglie un po’ tutto quello che ha sottomano e si riempie la borsetta prima di gettarsi a capofitto dalle scale. L’uomo la vede imboccare una strada sotto casa e fuggire a perdifiato: è via Giulia Molino Colombini, a Torino.

02. IN TRENO E IN STAZIONE
(Tattoo)
E’ forse la scena più celebre e tecnicamente apprezzata del film. Ritroviamo Angela in treno: apre la borsetta e dà un’occhiata a quello che ha raccolto nella camera dell’assassino. Tra le altre cose, un vecchio articolo di giornale che parla degli omicidi di un nano e un libro di John McKenzie, “La fattoria della morte”. Angela collega quanto lì scritto con ciò che ha sentito nella camera dell’uomo da cui è fuggita e capisce. Chiama via cellulare un’amica, Amanda (Conchita Puglisi), e le racconta tutto. Poi, spaventata da una telefonata del killer, comincia una fuga tra i vagoni girata magnificamente e in cui la musica dei Goblin si sposa
terribilmente bene alle immagini. Una decina di minuti tesissimi alla fine dei quali Angela troverà la morte. Amanda attende l’amica in stazione ma dal treno non scende nessuno. Sono le tre di notte, piove. Preoccupata, è lei a salire. Non trova l’amica ma la sua spilla e, vicino, una busta di plastica blu che porta via. Esce dalla stazione, sale in auto ma l’assassino la trova e uccide pure lei, riprendendosi la busta. Intanto un guardamacchine (Diego Casale) trova sul luogo del delitto una stilografica d’oro (su cui sta scritto qualcosa) e se la intasca soddisfatto. Arriva la polizia. Si fanno i primi rilievi, si interroga il controllore del treno, ferito. La stazione “Garbio” che si vede nel film è in realtà la stazione Dora di Torino, dove tutto è come allora tranne la sopraelevata che si vede all’esterno in una scena successiva, che è stata abbattuta. Siamo in Corso Mortara e le scene, girate il 15 maggio 2000, segnarono il via delle riprese.

03. LA CASA DI ULISSE MORETTI
(Tattoo)
Entra finalmente in scena Ulisse Moretti (Max Von Sydow), un ex poliziotto raggiunto in casa dal commissario Manni (Paolo Maria Scalondro). Diventerà una delle figure cardine e la sua abitazione la rivedreremo ancora. E’ una bella casa con giardino e ciliegio, dentro alla quale il vecchio poliziotto vive assieme a Marcello, il suo pappagallo. Manni è lì per dirgli che qualcuno, per l’omicidio del treno, ha tirato fuori la vecchia storia del nano (di cui Moretti s'era occupato personalmente quasi vent’anni prima). Più tardi, verso la fine del film, vedremo arrivare lì anche la madre del nano Vincenzo, in lacrime. Il ritrovamento della casa esigeva (per un lavoro perfetto) che si scattasse qualche foto all’interno. PagniMauri e Tattoo, dopo aver suonato i primi 2 campanelli senza ricevere risposta, cominciavano ad essere demoralizzati e pessimisti. Essendo la casa proprietà privata davano ormai per scontato che, anche se qualcuno avesse risposto, gli avrebbero negato l’ingresso!
Invece non è andata così e noi tutti ci accodiamo alla frase esplicativa di PagniMauri: “Grazie Sig.ra Luisella! GRAZIE!” La proprietaria ha aperto ai nostri due eroi e solo precisando con fermezza: “Unica eccezione! Non entrerà mai più nessuno! Solo per voi ed il vostro sito! Scrivetelo sull’articolo e che sia ben chiaro!”
“Sono stati fatti dei piccoli lavori di ristrutturazione, ma la libreria in legno e l’arredo sono gli stessi del 2000! Che emozione trovarsi nell’esatto punto in cui muore Ulisse”, precisa PagniMauri. “Anche la porta d'ingresso è rimasta identica. Luisella ci ha raccontato che tutta la troupe si comportò in maniera educata e professionale, erano tutti molto simpatici! Argento e Max Von Sydow poi… persone davvero squisite. Spostarono la mobilia a seconda delle loro esigenze e, per esempio, il divano fu posizionato di lato all’ingresso del salone”. La villa di Moretti è ovviamente sempre a Torino, in via Sommacampagna, 17.

04. MEL LA GATTINA IN DISCOTECA
(Tattoo)
Lo sviluppo della storia ci porta allo “Zoo”, una grande discoteca in cui osserviamo una ragazza travestita da gattina fare la cubista. L’assassino la vede e capisce che il suo gioco potrà continuare. La discoteca in questione è in Corso Brescia 28 ed è la celebre Discoteca “Big Club”. Poco dopo le riprese venne trasformata in sala Bingo rendendola di fatto irriconoscibile. E’ per questo che nella tavola troverete solo un paio di foto di scena (che certificano quanto Stefano sapesse bene qual era il posto esatto, visto che era presente sul set) e una foto dall’esterno della sala Bingo! Da notare tuttavia che oggi il Big Club ha nuovamente soppiantato il Bingo per tornare ad essere quello che era (pur se non nella struttura interna, chiaro). La scena venne girata il 23 giugno 2000.

05. SECONDO OMICIDIO: ADDIO GATTINA
(Tattoo)
Terminata la festa in disco Mel si sta struccando, presumibilmente nei sotterranei della discoteca. Si spengono le luci, la ragazza si spaventa… Qualcuno miagola, fuori dei camerini. E' sola, risale le scale per uscire alla svelta, ma l’assassino la sta aspettando. La blocca e la colpisce, quindi la trascina di nuovo giù e l’affoga in una grande vasca, tagliandole le unghie di una mano e lasciando come firma il ritaglio di un gattino… Il luogo in cui queste scene vennero girate è l’Università degli Studi di Torino, Casa di Riposo  ex “Poveri Vecchi" oggi  IRV, in Corso Unione Sovietica 242.
Dice PagniMauri: “Tenevamo in particolar modo a rintracciare l’esatto stanzone! I sotterranei dei ‘Poveri Vecchi’ sono composti da lunghi corridoi con molte diramazioni e porte in legno marce! Cumuli di suppellettili, reti in metallo, lampadari, materassi, carrozzine arrugginite, polvere e ragnatele… quei gradini che portano ancora al piano inferiore in cui non esiste illuminazione… insomma un posticino da brivido. Abbiamo camminato per ore in compagnia di una guardia e del responsabile della struttura con enormi mazzi di chiavi. Stefano non poteva ricordarsi del posto… dopo 10 anni e con tutti quei corridoi e diramazioni! Quando ormai avevamo perso la speranza abbiamo capito perché non riuscivamo a trovare il luogo esatto: Era l’unico punto della struttura ad essere stato restaurato!!! Ora la stanzone in cui si trovava il lavatoio, costruito appositamente per il film (al contrario di quanto in molti erroneamente pensano), è adibito a deposito libri. Come non bastasse, quel luogo non dipende dall’Università e dunque abbiamo potuto accedere solo grazie al fatto che in quel momento all’interno si trovavano degli addetti. Le tubature, finestre e colonna portante centrale sono le medesime che si vedono nel film, solo messe a nuovo. Purtroppo la foto riguardante l’esatto punto in cui si trovava il lavatoio, ovvero di fronte alla colonna, non inquadra bene tutta l’area per via delle lunghe file a corridoio stretto degli scaffali colmi di libri e fascicoli!
DIARIO DAL SET (riprese del 2/3 luglio 2000): Bisogna subito notare una singolarità, un caso eccezionale: in questo film Dario non ha mai usato le sue mani per gli omicidi! Forse anche per questo il regista non era soddisfatto di come l’assassino utilizzasse le mani per uccidere le vittime! Dario è un vero “esperto”, con le mani guantate…

06. AL RISTORANTE CINESE
(Tattoo)
Giacomo Gallo (Stefano Dionisi) è cresciuto, ha cercato di dimenticare l’assassinio della madre e da Torino è andato a vivere a Roma. Ma non ha un posto fisso, e lo ritroviamo cameriere in un ristorante cinese della capitale (“Pechino” il nome, per la cronaca). Qualcuno lo vuole al telefono: è Lorenzo (Roberto Zibetti), un amico degli anni di Torino che gli chiede di andarlo a trovare lì al nord. Giacomo molla tutto, prende il treno e accetta l’invito. Scenderà alla stazione di Porta Nuova, a Torino. Dice PagniMauri: “Abbiamo approfittato, unendo l’utile al dilettevole, del fatto che Dario avesse girato in un vero ristorante cinese a Torino (in Largo Toscana 29). Noterete nella fotografia Stefano Oggiano accanirsi sugli involtini primavera… mentre il sottoscritto si dedica al lavoro! Siamo esattamente sul posto di lavoro di Giacomo. L'unico cambiamento riguarda i proprietari cinesi. Stefano ricorda che l’intera troupe aveva mangiato qui, il giorno delle riprese”.

07. LA CASA DI GIACOMO A TORINO
(Tattoo)
Moretti e Giacomo ritornano sul luogo del delitto, ovvero dove l’assassino uccise la madre del secondo a colpi di corno inglese. Il posto è ancora ESATTAMENTE identico ad allora, un palazzo dalle forme curiose che entra di diritto nella galleria delle “case argentiane”. I due si fermano a parlare proprio nel sottoscala, davanti alla porta della cantina, dove avvenne l’omicidio. Le foto che troverete in tavola sono state scattate da Stefano poco dopo le riprese. Siamo in un bel palazzo di Corso Govone, 7. Come già anticipato, invece, quando Giacomo e Moretti entrano nella cantina teatro dell'omicidio della madre di Giacomo, non siamo più lì ma in quella che scopriremo essere la villa del nano. Naturalmente si tratta di un "trucco" cinematografico, visto che quello che ci si vuole far credere è che il sottoscala sia quello della casa di Giacomo...

08. GLORIA SUONA L’ARPA E RITROVA GLI AMICI AL BAR (Tattoo)
Giacomo e Lorenzo si recano ad assistere a un concerto d’arpa in cui si esibisce una comune amica, Gloria (Chiara Caselli). Siamo nel Salone d’ Onore della Facoltà di architettura. Terminata l’esibizione tutti si ritrovano in un bar, dove dopo i saluti con Gloria i due conversano anche con il nuovo ragazzo di lei, Fausto (Roberto Accorsero). Rivangano i vecchi tempi e naturalmente anche la triste vicenda di Vincenzo De Fabritiis (Luca Fagioli), il nano, incriminato per gli omicidi di diciotto anni prima. Nei ricordi c’è spazio anche per Leone, il barbone, che era arrivato perfino a mangiarsi un cane.

09. VILLA DE FABRITIIS
(Tattoo)
Al centro del film c’è una villa, in stato di semiabbandono: è la villa in cui viveva il nano, Vincenzo De Fabritiis, con la madre (Rossella Falk) e il padre. E’ qui che questi scriveva i suoi thriller sanguinari ed è qui che Giacomo e Moretti tornano per capire se hanno tralasciato qualche importante indizio. Ma la villa la vedremo altre volte nel film, dal momento che è qui che troverà la morte Laura de Fabritiis ed è sempre qui che passa spesso Leone (Massimo Sarchielli), il barbone, e dove andrà definitivamente ad abitare. Nel finale lo vedremo recuperare nella cantina della stessa villa un pupazzo con le forme di un nano…
Gli interni sono proprio quelli della villa (che si chiama Villa San Quirico): riconoscibili la parte superiore del “rosone” e il terrazzino di congiunzione tra la dependance e la villa, che nel film è ripreso dall’interno ed è subito di fianco al “rosone”. Villa San Quirico era di proprietà Agnelli prima del 2000.
Lì, al tempo delle riprese, viveva un gruppo di egiziani clandestini che vennero fatti evacuare. Non era mai stata utilizzata per nessun film. Le scene della cantina in cui viene uccisa Maria Gallo (il prologo, in pratica) sono in realtà state girate nella cantina di villa San Quirico.
Va però sottolineata la duplicità della location: quando vediamo Giacomo e Moretti entrarvi, la prima volta, scopriamo che la via con il varco nella siepe che porta al giardino non è via Campana 37 (dov’è la villa San Quirico) ma via alla Villa Quiete 10 (ben distante), sempre comunque a Torino. Ed è sempre lì che vediamo Leone a piedi incamminarsi con il sacco contenente il pupazzo del nano nel finale.

10. L’OMICIDIO DEL GUARDAMACCHINE
(Tattoo)
L’uomo (Diego Casale) che la notte dell’omicidio della prostituta aveva raccolto da terra una stilografica d’oro si è accorto di avere in mano un indizio importante e ha deciso di ricattare l’assassino. L’incontro è fissato in un’area abbandonata, circondata da archi in pietra. Inutile precisare che l’uomo, convinto di avere il coltello dalla parte del manico, farà una brutta fine, ucciso a colpi di stilografica (!) nella tempia. Sulla mano il killer gli scriverà: “Sono un bambino cattivo”. “Purtroppo al deposito SATTI di Porta Milano, dove lavorava Beppe il guardiamacchine”, precisa PagniMauri, “stanno per iniziare i lavori per rifare le parti di deposito in rovina. Richiesta autorizzazione negli appositi uffici abbiamo potuto raggiungere l’esatto punto in cui Beppe viene colpito a morte con la stilografica: tutto riconoscibile! Siamo in Lungo Dora Agrigento a Porta Milano (sempre a Torino, naturalmente).
DIARIO DAL SET (ultimi giorni di riprese): Dionisi e Max Von Sydow arrivano in macchina e Dionisi dovrebbe fermarsi a pochi metri dal corpo di Beppe. In seguito a una prova alternativa (poi scartata al montaggio), Beppe ferito si sarebbe dovuto accasciare a terra all’arrivo di Dionisi, esattamente di fronte all’auto. Durante un ciak Dionisi non frenò per tempo rischiando di investire Diego Casale! La troupe si spaventa, Dionisi compreso. Al contrario… grande ilarità di Dario!

11. AVVELENAMENTO IN BIRRERIA
(Tattoo)
Lorenzo, la sua ragazza, Giacomo, Gloria e Fausto sono in birreria per farsi una bevuta. Qualcuno però scambia le birre di Lorenzo e Giacomo col risultato che il primo rischia di morire avvelenato per una birra addizionata forse destinata all’amico. Lorenzo, che pare in fin di vita, cade all’indietro dalla sedia e viene ricoverato all’istante. “Il pub Barbican’s di piazza Vittorio Veneto 18/f ”, dice PagniMauri, “è ancora quello in cui Argento ha girato le scene dell’avvelenamento di Lorenzo. Anche il proprietario è lo stesso e ricorda bene del giorno delle riprese.”

12. L’OMICIDIO DI DORA LA CONIGLIETTA
(Tattoo)
Dora (Barbara Mautino) lavora in un bar e, quando è il momento di tornare a casa, dice alle amiche di non essere affatto impaurita dal nano assassino che sta mietendo vittime in la città: “Tra migliaia di ragazze perché proprio me? Ci sono zero probabilità. E poi lo sapete: i giornali queste cose le montano sempre.” Siamo all’ex “Roll Play Café” in piazza Castello 117, oggi Librerie Coop. “Il locale è stato completamente ristrutturato”, ci dice PagniMauri, “ma la porta della cucina o spogliatoio da cui escono Dora e le colleghe è la stessa! La scala a chiocciola che portava al piano terra (nel film posta esattamente di fronte alla porta) è stata tolta e sostituita da pavimentazione. Inoltre la parete a vetri che dà sui portici con le volte di Piazza Castello è stata coperta da pareti di espositori per libri!”.
DIARIO DAL SET (riprese del 26 giugno 2000): Arriva l’enorme gru che serve a issare, fino all’altezza dell’ultimo piano dei palazzi, un faro enorme da utilizzare per illuminare parzialmente il tragitto di Dora. Argento, in quello stesso momento, è impegnato a girare le sequenze di Dora sul tram che raggiunge la sua abitazione (il tragitto va da Piazza Statuto a Corso Tazzoli angolo Corso Agnelli e il tram è quello della linea 10).

Dora
intanto, convinta di non essere nelle mire del killer, torna a casa tranquilla, dove ahilei avrà una brutta sorpresa: qualcuno pare attenderla fuori del portone. All’inizio è solo un’ombra, ma passa un attimo e l’ombra si materializza nell’assassino, che seguirà la poveretta nell’androne di casa per ucciderla sbattendole ripetutamente il viso contro il muro. “Due inquiline ci hanno fatto entrare nell’atrio dello stabile concedendoci alcune foto delle pareti contro cui trova la morte Dora”, precisa PagniMauri. “E’ tutto esattamente come nel 2000, nello stabile di corso Orbassano 191/7”.
Un cameo di Stefano Oggiano si può osservare nella scena in cui Dora viene spaventata da due tizi mentre sta per aprire il portone del palazzo: il secondo a uscire dall’auto è Stefano. E’ stata una scena ripetuta una quindicina di volte per due motivi: primo perché Barbara non si spaventava al momento giusto, secondo perché Stefano e l’altra comparsa non riuscivano ad appiattirsi nel poco spazio a disposizione all’ingresso del portone in cui dovevano fare finta di entrare!
Stefano chiese a Dario: “ma nella realtà, se una persona ti manda a quel paese, specialmente nel caso di una donna di notte rivolta a due giovani maschi, riceverebbe risposta! Per quale motivo non ci hai fatto rispondere all’insulto?". Dario rispose: “Dovevamo assolutamente ripristinare la tensione!”.
DIARIO DAL SET (riprese del 27 giugno 2000): Dario Argento, giunto sul set, raggiunge il camion laboratorio di Stivaletti per verificare il materiale. I due discutono tuttavia di una scena successiva, quella della morte di uno dei protagonisti (del killer, nello specifico) da realizzare con l’utilizzo dell’ennesimo calco di una testa da far esplodere. Dario dice: “Voglio un bell’effetto! La testa deve esplodere! Quello è bello! La testa che esplode!”. Quando è il momento di girare la scena della morte di Dora è la mano di Stivaletti a sbattere ripetutamente la testa finta di Barbara Mautino contro la parete dell’androne. “Dai Dai più forte!”, gli urla ripetutamente Dario. La scena viene ripetuta più volte fino a quando Stivaletti, dolorante, e i suoi assistenti non prorompono in un “E basta Dario, è morta!”. Tutta la troupe e gli spettatori presenti scoppiano a ridere!
Stivaletti ha dovuto usare diversi calchi della testa della Mautino, e questo perché ogni calco, dopo alcuni colpi, si rompeva irrimediabilmente. La parete su cui sbatte il volto la VERA Mautino è stata ricreata in cartongesso da Massimo Antonello Geleng (scenografo e arredatore).
L’ultimo ciak dell’omicidio di Dora avviene alle ore 05:45 di quella stessa notte, con Dario che esclama “Bellissima serata! Belle riprese!”. Dario, come osserva Stefano, è sempre particolarmente eccitato ed euforico durante le riprese di scene violente… sono le sue preferite! Sia sui balconi che nella strada privata si erano radunate numerose persone del posto ad assistere alle riprese.
C’è anche un brevissimo break ai Teatri di Posa Euphon a Torino: è lì che il killer afferra la gola di Barbara: si noti lo sfondo blu dovuto ad una dimenticanza durante le riprese.

13. OMICIDIO A TEATRO: LA MORTE DEL CIGNO
(Tattoo)
“Il lago dei cigni”, la celebre opera di ?ajkovskij, viene portato in scena a teatro. Gloria suona l’arpa e il primo atto si conclude senza problemi. Tra il primo e il secondo però, proprio mentre Giacomo accorre dopo aver intuito chi possa essere la successiva vittima del killer, ecco il celebre piano sequenza sul tappeto destinato a concludersi con la “vera” morte del cigno: la testa della ballerina è decapitata! L'ingresso del Teatro Carignano in Piazza Carignano a Torino (lo stesso utilizzato per la conferenza di Helga, la sensitiva, in Profondo Rosso) non è più quello che troverete nella foto di Stefano risalente al 2001! “L’hanno ristrutturato”, ci dice PagniMauri, “così come hanno fatto per l'ingresso e il foyer rovinando uno dei teatri più antichi d'Italia, tentando vanamente di accoppiare moderno con antico! Addio bar di Profondo Rosso... Addio... non esiste più!”

14. AL CIMITERO PER LA SALMA DI VINCENZO 
(Tattoo)
C’è un solo modo per accertarsi che il killer non sia davvero il nano Vincenzo De Fabritiis che si diede per morto diciotto anni prima: andare al cimitero dov’è sepolto e riesumarne il corpo. Questo farà la polizia, che al cimitero si recherà assieme alla madre del nano (Rossella Falk) e a Moretti, ormai vero e proprio “poliziotto aggiunto” nel tentativo di risolvere il caso che fu un tempo di sua competenza. La bara viene riportata alla luce ma… è vuota! Che è successo al corpo di Vincenzo? Si scoprirà poi, per il momento accontentiamoci di sapere che siamo al cimitero Monumentale di Torino.

15. LA CAMERA MORTUARIA DI MORETTI
(Tattoo)
Anche il buon Moretti ci ha lasciato le penne, ucciso da un infarto fulminante dopo che un’ombra che tanto ricorda quella di un nano si è introdotta furtivamente in casa sua… Giacomo viene naturalmente avvertito dal commissario Manni, che incontrerà nella camera mortuaria assieme a Gloria. “Tanto vale che parto”, dirà Giacomo a Gloria, ma non lo farà così presto… Siamo in via San Marino 10, all’entrata del già citato ospizio degli ex “Poveri vecchi”, mentre la camera mortuaria è la Cappella IRV, sempre lì.
DIARIO DAL SET (riprese del 16 giugno 2000):
Si girano le scene alla camera mortuaria di Ulisse Moretti (Max Von Sydow) più l’uscita e la camminata all’esterno di Dionisi e la Caselli. La scena dell’uscita richiede molto più tempo del previsto a causa delle continue interruzioni: essendo il luogo una Casa di cura per anziani non è infatti possibile bloccare il continuo passaggio di personale e degenti. La scena della camminata di Dionisi e la Caselli doveva terminare con un dialogo emozionale. Viene ripetuta una decina di volte perché secondo Argento non è interpretata dai due con il giusto pathos. L’ultimo ciak è sottolineato da un “Questa è buona!” annunciato da un Dario poco convinto. Non è un caso che la scena in questione non sia mai stata montata…

16. IL PASSAGGIO IN AUTO A LEONE
(Tattoo)
Poco dopo l’uscita dalla camera mortuaria, Gloria e Giacomo incontreranno Leone, il barbone, che dice loro di aver preso definitivamente residenza alla villa (tanto la signora De Fabritiis è morta…). Giacomo gli offre un passaggio alla villa e il barbone, non dopo una certa riluttanza, accetterà (siamo in Piazza Gran Madre a Torino): “E va bene, facciamo come i signori… Grazie”. Il buon Leone suggerirà ai due anche una scorciatoia, e la villa sarà presto raggiunta.

17. LA CASUPOLA DELL’ASSASSINO
(Tattoo)
Dopo averlo visto recuperare dalla cantina della villa De Fabritiis il pupazzo di un nano, Giacomo e Gloria decidono di seguire Leone, il barbone. Lo vedranno aprire la porta e salire in una casupola d’angolo piuttosto fatiscente, che diventerà il teatro del gran finale e in cui vedremo accorrere naturalmente anche l’assassino… Una location fondamentale, nel film. “La forma a fetta di torta è sempre quella”, dice PagniMauri, “ma il restauro completo ha modificato completamente l’esterno e gli interni! Il portoncino di ingresso è stato visibilmente spostato e i balconcini terrazzati chiusi a veranda. Anche qui i proprietari attuali non ci hanno concesso l’ingresso. Un giovane inquilino di uno dei palazzi al lato della casa ci ha permesso di fare alcune foto dal balcone del suo appartamento al primo piano. Siamo in via Vanvitelli, angolo con via Colombini.

Concludiamo il reportage location con una divertente notazione di Stefano, che ricorda i sentiti applausi alla fine delle scene interpretate da Max von Sydow: praticamente sempre buona la prima; solo per scrupolo si girava anche un secondo ciak. Von Sydow si affezionò molto al personaggio di Ulisse Moretti al punto da proporre a Dario un eventuale “Nonhosonno 2”.


Terminato il film, ecco il primo evento torinese.

E’ il 25 NOVEMBRE del 2000 quando, al Cinema Reposi di Torino, c’è una presentazione di 15 minuti del film in occasione della 18° edizione del Torino Film Festival. Stefano è ovviamente presente e ci ha passato le foto dell’evento.

ARRIVA IL 2001

Il 4 GENNAIO, ancora al Cinema Reposi di Torino, è il giorno della Prima mondiale del film con inviti personali!

Il giorno dopo il film esce nei cinema: Reposi, Ambrosio 2 e Ciak (Torino), Metropol, Odeon 2 – 7 (Milano), Cineplex e universale (Genova), Andromeda 2, Cineland 12, Delle Mimose 2, EurCine 3, Fiamma 1, Giulio Cesare 1, King 2, Maestoso 3, Metropolitan e Warner Villane (Roma), Ariston (Palermo).


I DVD

Un collezionista accanito di memorabilia argentiane come Stefano non poteva farsi mancare anche una buona dose di dvd esteri, che riportiamo qui in alcune delle edizioni più prestigiose. Alcuni sono semplicemente inseriti in una confezione spartana, altri possono contare su interi booklet e li troverete nella seconda tavla qui allegata.

Chiudiamo infine con un breve diario che riassume tutti i momenti più importanti della lavorazione del film, che va dall’aprile 2000 all’uscita nei cinema all’alba del 2001:

















Testi: Zender e PagniMauri – Testimonianze e foto di scena : Tattoo (Stefano Oggiano) – Foto: PagniMauri e Tattoo – Tavole: Zender. Un grazie a Raffaele per la collaborazione fotografica.

APPROFONDIMENTO INSERITO DAI BENEMERITI TATTOO E PAGNIMAURI

Articoli simili

commenti (14)

RISULTATI: DI 14
    Ellerre

    1 Marzo 2010 12:25

    "Non ho parole"... complimeti ragazzi per questo bello specialone argentiano.
    Andygx

    1 Marzo 2010 13:04

    Grandissimo questo speciale ! Me lo sono goduto fino all'ultimo ! Bravissimi !
    Markus

    1 Marzo 2010 13:26

    I miei più classici (ma pur sempre sentiti) rallegramenti per l'ottimo lavoro svolto dai cari Pagnimauri e Tatoo. Approfondimento a tema davvero completo e risolutivo. Naturalmente grazie anche all'amico Zender.
    Arrosio

    1 Marzo 2010 17:46

    Davvero bravi, la cura certosina con cui avete ricostruito le varie fasi della lavorazione del film e individuato le locations sconfina nel maniacale... questo sì che è un lavoro di ricerca professionale! ;-)
    Undying

    1 Marzo 2010 20:22

    Semplicemente fantastico, non meno del film.
    Complimenti a tutti per l'imponente lavoro che ha dato i suoi pregevoli frutti...
    Lucius

    1 Marzo 2010 21:33

    Fantastico,pazzesco, grande lavoro di approfondimento.Complimenti!
    B. Legnani

    1 Marzo 2010 22:32

    Speciale bellissimo.
    Caesars

    2 Marzo 2010 09:16

    Un ottimo lavoro, approfondimento davvero ben fatto. Complimenti a tutti. Tra le altre cose ho scoperto che, per una volta, le mani dell'assassino non erano quelle di Dario, curiosità molto interessante.
    PagniMauri

    3 Marzo 2010 07:32

    Vi ringrazio tutti per l'apprezzamento. E' sempre un piacere!
    Tattoo

    3 Marzo 2010 09:07

    Mi unisco al Pagnimauri...Grazie di cuore a tutti!