Le location esatte di "Eccezzziunale... veramente"

14 Agosto 2009

La situazione al via delle ricerche:
Oltre a un paio di ovvie location parigine, si sapeva di San Siro e praticamente di nient'altro.

Se c’è un film che (assieme ad Attila e per altri motivi) ha rappresentato meglio di qualunque altro il primo periodo di Diego Abatantuono, questo è Eccezzziunale... veramente. Non a caso Vanzina ne ha girato un seguito in questi anni di recupero selvaggio, anni in cui Eccezzziunale... veramente veniva citato ad ogni pie’ sospinto come capita alle migliori e più memorabili commedie.
Dall’omonima canzone immortale di Detto Mariano cantata da Abatantuono stesso fino all’ultima scena, i tre episodi che animano il film sono entrati nell’immaginario collettivo di molti giovani (o meglio di chi, negli Ottanta, era giovane): Tirzan, Donato e Franco sono diventati i simboli delle tre squadre che rappresentano, le loro frasi veri e proprio tormentoni (fin dal leggendario urlo degli ultras milanisti: “Viuuuuulenza”, mutuato però dai Fichissimi). Necessario quindi lavorare anche sulle location di questo classico, anche se come vedremo gli esterni non sono poi moltissimi (salvo nell’episodio di Tirzan, quasi tutto girato on the road. Divideremo i tre episodi seccamente, senza procedere come nella versione cinematografica, che alterna invece le vicende dei tre protagonisti dando più ritmo al film.

 
DONATO (IL MILANISTA)

 
1. LA SEDE DEGLI ULTRAS DEL MILAN (Renato)
Donato si sveglia e conosciamo un po’ la sua famiglia. Giusto il tempo di un veloce risveglio, comunque, perché un minuto dopo siamo già nella sede dell’attività principale di Donato, ultras di professione o quasi. Sopra al portone di una corte milanese campeggia la scritta su sfondo rossonero: “Milan club ultras”. Ritrovare il posto non è stato affatto facile e c’è voluta tutta l’abilità di Renato, che infine è giunto alla soluzione  scoprendo il luogo “mistico” all’interno del condominio di Ripa di Porta Ticinese 5, ovvero all’inizio del Naviglio Grande. Solo successivamente ho scoperto per puro caso che si trattava dello stesso condominio utilizzato da Fernando Di Leo in Milano calibro 9 come casa del Chino (Leroy). Il tram che si vede passare dietro Loredana (Sandrelli) transita in viale Gorizia. Gli interni della sede probabilmente non saran lì (d’altra parte pagine della Gazzetta sono appese alle finestre impedendo di vedere fuori), ma gli esterni sono dunque a Milano, così come dovevano essere. Nota divertente: il luogo, situato nella centralissima zona Navigli, viene definito nel film “uno scantinato in periferia”!

2. LO SCONTRO IN METRO CON SANDRINO IL MAZZULATORE
(Renato)
Nemico storico ormai entrato nel mito, Sandrino il mazzulatore (Renato D’Amore) è il capo degli ultras interisti, l’equivalente di Donato su sponda nerazzurra. I due si incontreranno con le rispettive tifoserie nella metropolitana di Amendola Fiera a Milano (già utilizzata da Vanzina nei Fichissimi), ma rimarranno presto faccia a faccia per lo scontro finale. Come in un duello leoniano i due si guardano negli occhi, finché Sandrino parte alla carica roteando la catena. Donato gli lancia addosso una sbarra d’acciaio presa da un cartello “vietato salire” e si volta; Sandrino la evita, continua la sua marcia furibonda ma (scatta il rallentatore) scivola su una buccia di banana e si spacca la testa o quasi. Ricovero immediato. Donato è convinto di essere lui la causa del terribile incidente e andrà a trovare il nemico all'ospedale.

3. L’OSPEDALE DOV’E’ RICOVERATO SANDRINO
(Zender)
Quando vediamo Donato andare a cercare Sandrino all’ospedale (per scusarsi della malefatta, in qualche modo), la prima immagine che ci viene mostrata è di un’ampissima scalinata di marmo. Quando io, Markus e Renato andammo all'ospedale Niguarda di Milano (dove sono girati gli esterni dell’ospedale) per cercarla ci venne detto che quel posto non era lì. Ed era vero. Non l’avremmo mai identificata se lo stesso posto non si fosse visto nella Poliziotta, il film di Steno con la Melato. Ed ecco allora che in quelle scene, sbirciando dalle finestre, si è capito che eravamo in Piazza Marconi a Roma (quartiere Eur): quella scala è quella che si trova al primo piano del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, ovvero l’edificio usato da Dario Argento in Profondo Rosso come biblioteca dove Marc va a cercare il libro di Amanda Righetti. Nessun problema invece per gli esterni: la sagoma del Niguarda è facilmente identificabile, e quando arriva Loredana (Stefania Sandrelli) con l’autoambulanza (verrà ricoverata pure lei, sempre lì!), percorre visibilmente viale Ca’ Granda.

4. CON LOREDANA IN AUTO E A PASSEGGIO
(Renato, Zender)
Due brevi scene ci mostrano sprazzi del rapporto di crescente passione che sta nascendo tra Donato e Loredana, la fidanzata di Sandrino il Mazzulatore incontrata proprio all’ospedale. Fuori dall’ospedale Loredana accompagna Donato in auto (con qualche problema di troppo, causa semicecità...) per fermarsi davanti alla caratteristica fontana di Piazzale Giulio Cesare, a Milano (davanti alla Fiera, anche se il palazzo dove sta scritto “Fiera” nel fim è stato nel frattempo demolito): qui i due impareranno a conoscersi meglio tramite... sedili ribaltabili.
La seconda scena riguarda invece un passaggio in galleria dei due piccioncini, che passeggiano per il centro e incontrano un gruppo di ultras della Juve in trasferta. Donato (che a Loredana non ha mai confessato di essere un ultras) finge di disprezzarli, in realtà ammette di capirli. Siamo in galleria Vittorio Emanuele, lungo il corso omonimo, più precisamente davanti all’ancora esistente Hotel Ambasciatori (che ha conservato dopo quasi trent’anni la stessa insegna!).

 
TIRZAN (LO JUVENTINO)

5. L’AUTOGRILL DELLO SCAMBIO DI TIR
(Zender) 
E’ con la sede degli Ultras e il bar la location più importante del film, visto che è qui che avviene lo scambio di tir tra Tirzan e lo slavo. All’apparenza un autogrill come tanti, diciamo praticamente impossibile da ritrovare senza aiuti. Ed è qui che si è dovuti ricorrere alla gentilezza di Enrico Vanzina, il quale interpellato (e dopo aver chiesto anche al fratello Carlo) ci ha riferito che quell’autogrill è quello di Santa Tevera, sulla Roma/Civitavecchia. Ovviamente c’era da fidarsi; purtroppo, come si sa, senza corrispondenze fotografiche effettive non è possibile considerare conclusa nessuna identificazione, e dopo un bel po' son dovuto andare di persona a controllare la situazione attuale.
Da allora moltissimo è cambiato, nell’area di servizio “Tirreno” di Santa Severa. E’ innanzitutto scomparso da poco il piccolo edificio della Motta entro cui vediamo discorrere Tirzan e lo slavo, sostituito (ma sull’altro lato dell’autostrada) da un edificio simile come costruzione ma molto più grande. Di fatto l’unica cosa intatta e riconoscibile da allora è il sottopassaggio pedonale che porta dall’area Tirreno est alla Tirreno ovest e viceversa. Per quanto leggermente cambiato da allora, il sottopassaggio che imboccò lo stesso Tirzan c’è ancora, e nelle tavole vedrete quanto poco è cambiato. E' grazie invece a Enio Drovandi (che recitava nel film) e a Mauro se siamo riusciti a scovare anche il punto in cui i due vigili fermano il camion di Tirzan. I confronti fotografici li trovate qui: siamo in Viale di Campo Salino a Fiumicino (Roma)

6. IL VIAGGIO A PARIGI
(Renato)
Con il camion dello slavo, Tirzan va a Parigi per sbrigare le consegne al posto dell’amico col quale ha scambiato i tir. L’arrivo nella capitale francese ci mostra subito un bel po’ di posti noti: vediamo ad esempio il tir passare a fianco della cattedrale di Notre Dame, mentre invece quando Tirzan passeggia per il centro lo vediamo avvicinarsi a un pittore che sta ritraendo la tour Eiffel. 
Tirzan
, che è lì al Trocadero, gli chiede come mai non stia inserendo nel quadro anche il suo camion, parcheggiato lì davanti, ma l’artista risponde che non può ritrarre oggetti “in mouvement, in movimento”. Tirzan realizza, ma è troppo tardi: qualcuno è appena salito sul camion dello slavo e se l’è fregato! Mani alle tempie e grido di disperazione...
Tirzan va al distretto di polizia locale, ma lì il commissario (Renzo Ozzano) pare non capirci nulla. I due decideranno di partire insieme per Parigi alla ricerca del camion scomparso. Una buona idea ad esempio è quella di salire alla chiesa del Sacro Cuore e controllare dall’alto, tramite canocchiale, se il camion sta girando per qualche via della città.

7. L’INCIDENTE PARIGINO DEL CAMION DELLO SLAVO
(Zender)
Tutto inutile: il camion non si trova. Ma poi, proprio mentre Tirzan e il commissario stanno passeggiando per le vie della città sconsolati dopo tre giorni di ricerche inutili (“Campett Elisi, Munmartr, Lungotevere...”) ecco che un uomo chiede loro una mano per spingere un camion che a quanto pare ha problemi di accensione. I due accettano non troppo di buon grado (“Adesso mi tocca fare i buon azion i stess dei giovani mammott...”), ma quando il camion riparte Tirzan si accorge che è proprio quello dello slavo!
Ordina al commissario di sparare alle gomme e... patatrac, la frittata è fatta: il tir dello slavo si spiaccica in piena Avenue Trudaine, prima dell’incrocio con rue de Rochechouart. Per trovarla ho cercato a lungo il negozio “le Berry” che si vede chiaramente sullo sfondo mentre Tirzan e il commissario camminano, ma senza risultato (lì Le Berry non c'è più). Poi sullo sfondo, dopo lunghe interpretazioni, ho capito che compariva una tenda con una scritta che poteva forse essere Trudaine. Ho controllato ed effettivamente una via con quel nome a Parigi esisteva. Una veloce triangolazione e il gioco era fatto: trovato il punto esatto in cui il camion dello slavo perse il controllo e si schiantò davanti allo sguardo attonito di Tirzan.

 
FRANCO (L'INTERISTA)

8. LA VECCHIA CADE DALLA BICI 
(Renato)
Franco e i suoi amici sono in auto per le strade di Milano a cazzeggiare, e la prima vittima delle loro zingarate è una povera vecchina in bicicletta. Rileviamo subito qui un piccolo trucco cinematografico: vediamo la donna percorrere lentamente via Case Rotte in direzione di via Hoepli, ma quando la poveretta cade dalla bici colpita dalla sfrontatezza con cui Massimo (Boldi) ha esposto le chiappe dal finestrino, ci accorgiamo che in realtà stava procedendo da via Case rotte in direzione di Piazza della Scala, ovvero in senso opposto! Il posto comunque è quello, per l’appunto la strada che fiancheggia Palazzo Marino, in Piazza della Scala.

9. IL BAR DI FRANCO
(Renato)
Franco è proprietario del bar che finirà in mano al terribile allibratore ticinese (Saverio Fischetti), un bar piccolo dove i nostri tre amici amano trascorrere buona parte del tempo. Per trovarlo, di nuovo c’è voluto tutto l’intuito di Renato, che ha scovato il posto in corso Sempione 38/40. Oggi, in quell’esatto punto, c’è Frigerio gomme, dove siamo andati insieme allo scopritore per scattare le foto! Sparito anche il benzinaio Esso che c’era lì davanti, così come l’insegna “Alfa Romeo” che si intravedeva sullo sfondo; ora c’è un ristorante, “Anema e cozze”. Renato ha avuto conferma dell’esattezza della sua scoperta da almeno 5 persone diverse: portinai, gestori dell’automobil club a fianco dell’ex Alfa Romeo ecc. ecc.).

10. CASA DI FRANCO
(Zender)
L’interno al solito chissà dove sarà, ma l’esterno è ancora una volta in una caratteristica via di Milano, dove un anno prima Vanzina stesso aveva piazzato il fruttivendolo dei Fichissimi. Si tratta della centralissima via Ruffini, che termina proprio davanti alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie (quella del Cenacolo) mostrando uno scorcio molto pittoresco della metropoli lombarda. Scelta probabilmente anche per questo, via Ruffini al numero 8 ospita il portone dal quale vediamo entrare Franco nella casa dove l’aspettano moglie e suocera. Siamo proprio sul lato di fronte a quello dove stava l’anno prima il fruttivendolo dei Fichissimi (gestito nel film dal caratterista che qui fa l’allibratore ticinese, ovvero Saverio Fischetti). Per quanto riguarda invece il pianerottolo che si vede quando Franco torna assieme ai suoi amici a casa per tentare una mediazione con la moglie e viene morso dai cani, non possiamo che rimandarvi allo speciale dedicato, visto che si tratta di un pianerottolo molto famoso!

11. IL CONCESSIONARIO D’AUTO DOVE LAVORA FRANCO
(Zender, Renato)
Lo vediamo giusto in una scena, quando Franco, convinto di aver fatto 13 e di aver quindi vinto un mucchio di soldi, va al lavoro e si permette di mandare il suo principale a quel paese. Da quel poco che si scorge attraverso le vetrine è stato comunque facile capire che il concessionario (Innocenti e Jaguar) stava in piena piazza San Babila, dove adesso c’è il negozio di Sisley, all’angolo tra la piazza e corso Europa. Molti negozi si son succeduti negli anni in quella prestigiosa posizione, ma Renato ha scoperto che, all’epoca, il concessionario era davvero un concessionario d’auto, l’unico rimasto nel 1982 nella zona centrale della città. Era l’autosalone Koelliker, che chiuse nel 1993 vendendo gli spazi a Benetton.

12. ALL’ALBERGO DI LUSSO DOVE FRANCO SI E’ STABILITO
(Zender)
Franco, sempre più convinto di aver stravinto al Totocalcio, non si ferma davanti a nulla: spende e spande e, dopo esser stato cacciato di casa, ha preso residenza in un albergo di lusso, dove Massimo, Teo e Ugo lo raggiungeranno e dove dovranno confessare di avergli giocato un bruttissimo scherzo. Anche qui, per trovare l’albergo in questione non è stato facile e si è di nuovo dovuto ricorrere al sempre gentilissimo Enrico Vanzina, il quale ci ha riferito che l’hotel utilizzato fu il Grand Hotel Excelsior di Via Veneto a Roma, oggi Westin Excelsior. Anche qui si è dovuto, con i pochissimi fotogrammi a disposizione, trovare qualcosa che potesse essere riconoscibile nella nuova lobby del Westin Excelsior di oggi. Ebbene, come vedrete nella tavola, almeno una cosa c'è di sicuro!

13. LO STADIO E LE PARTITE
(Renato, Zender)
Il vecchio San Siro viene inquadrato più volte, nel corso del film, a cominciare dalle prime immagini. Successivamente, con i nostri eroi sugli spalti, vedremo stralci delle partite che appartengono al campionato 1981-82 e che finirono proprio così come i quadranti luminosi ci mostrano nel film:

• 4 ottobre 1981 [4° giornata]
Milan-Juventus 0-1 (gol di Virdis)

• 25 ottobre 1981 [6° giornata]
Milan-Inter 0-1 (gol di Oriali)

La schedina vincente di Franco riporta invece correttamente tutte le 16 squadre del campionato 1981-1982 ma inventa di sana pianta sia gli scontri (secondo il calendario non hanno mai avuto luogo nella stessa giornata come la schedina suggerisce) che i risultati. Per quanto riguarda la partita “da truccare” (Avellino-Inter) si giocò il 17 gennaio 1982 e finì 1 a 0 per i nerazzurri (non 5-0 come scritto sulla “falsa” Gazzetta dello Sport in mano all’allibratore ticinese, che a 6 colonne titola “L’Inter dilaga ad Avellino 5-0”).

Testi: Zender (con l'aiuto di Renato) - Tavole: Zender - Foto: Renato e Zender

ARTICOLO INSERITO DAI BENEMERITI ZENDER E RENATO

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commenti (6)

RISULTATI: DI 6
    Geppo

    15 Agosto 2009 11:37

    Tanto di cappello a Zender e Renato, sopratutto per le location realizzate in Francia!
    Manfrin

    16 Agosto 2009 18:52

    Complimenti anche per le conoscenze altolocate(Enrico Vanzina,hai detto niente.....)
    Don Masino

    17 Agosto 2009 19:05

    Meraviglioso. Quello che mi ha impressionato è la ricostruzione dell'autogrill: non credo che in molti avrebbero osato qualcosa del genere. Immagino Zender all'area di servizio Tirreno che cerca di trovare qualche appiglio per poter dimostrare che l'area storica dello scambio dei camion con o' shlav (lo slavo) è proprio quella. E grandi complimnti anche a Renato: la sede del Milan club era un mio pallino da sempre e me lo ero immaginato chissà perché a Roma.
    Zender

    18 Agosto 2009 20:51

    Beh, diciamo che le location più dure le ha beccate tutte Renato, io mi sono limitato a beccare quelle impossibili (e solo grazie a Vanzina, sia chiaro) e quella francese dell'incidente, che volevo trovare a ogni costo. I ringraziamenti vanno quindi soprattutto a Renato, io ho solo sistemato poi le cose sulle tavole, come sempre. E a Vanzina, of course, che peraltro ci aveva già regalato un mucchio di chicche (che trovate negli approfondimenti relativi ai vari film vanziniani).
    Finzi

    3 Settembre 2009 11:45

    Bellissimo, fantastico! la ricostruzione del crash del camion è molto divertente, e sapere di poter un giorno andare a visitare la mitica sede degli ultras mi esalta!!!
    Michdasv

    6 Luglio 2021 16:57

     Abatantuono riproporrà nel 1992 (in audio) lo stesso atteggiamento del milanista Donato alla mattina presto, nella canzone di Elio e le Storie Tese "Supergiovane", in pratica, interpretando il "matusa" svegliato dallo scoppiettio del motorino truccato di un "Supergiovane"
    di seguito il testo:
    Il Matusa (Diego Abatantuono) “Ma ragazzi, io lavoro tutto il giorno, tiro il carrello, scarico la frutta dentro nel verziere… Mi arriva il primo fesso con la moto a scureggietta e mi sveglia… Chi è quel giovanotto indisponente con la Vespa scoppiettante, che disturba la mia Pubblica Quiete? Vedo un quacchecosa sul giubbotto… poi… c'è scritto… che c'è scritto? «ESSE GI», e chevvordi'? Che è, «Sandro Giacobbe»? Impossibile, Sandro non ha lo spessore…E poi c'ha il mantellino, minimo dev'essere che so, un illusionista, un contorsionista… No! Ma è un supereroe!”
    Il Supergiovane: “L'hai detto, matusa, sono Supergiovane!”
    Il Matusa (Diego Abatantuono) “Eh, ma ditele prima le cose, no?”