Le location esatte di "Yuppi du"

10 Novembre 2008

Situazione al via delle ricerche:
si sapeva che il film fosse stato girato a Venezia (generico) e a Milano, con qualche scena misteriosa sul Ticino (lo dice Celentano)

Recentemente riscoperto grazie alla tanto sospirata (e “ritoccata”, come vedremo a breve) edizione in dvd (in vhs non esisteva e in tv era stato trasmesso solo 4 o 5 volte dal 1974 a oggi), il film DI e CON Adriano Celentano è notoriamente ambientato a Venezia (anche se poi molte sono state girate sul Ticino, come vedremo) e Milano (le mie due città), per cui non potevo esimermi dall’indagare sulle location, anche se sapevo che non sarebbe stato un lavoro troppo semplice.

1. VOGA ALLA VALESANA, AFFONDANDO
(Zender)
La prima scena del film (magnifica) vede Celentano uscire di casa e, salito su una barca, cominciare a remare alla valesana, in piedi con i due remi incrociati (una variante molto impegnativa e faticosa della voga alla veneta). I movimenti del molleggiato sono da antologia, e quando la barca sprofonda e lo vediamo imperterrito continuare a remare non possiamo che ammirare la forza comica della scena, mentre sullo sfondo di un bel tramonto Adriano alza il remo al cielo e ci fa intravedere in lontananza lo skyline di Marghera (che ho ricostruito nelle foto che vedrete). Ma dov’era quella strana costruzione fatiscente con l’arco ribassato sotto il quale passa il protagonista in barca? Non ne avevo proprio idea, anche perché non sembrava proprio potesse essere Venezia. Inoltre Marghera, sullo sfondo, si vedeva dopo uno stacco (il che poteva far pensare ad ogni tipo di “salto”, come noto). Non sapevo bene da dove cominciare, in poche parole. Dopo aver scandagliato Torcello, Le Vignole e le isole vicine ho provato a cercare proprio nella laguna di fronte a Marghera.
Un paio di isole potevano somigliare, come natura, ma traccia dell’arco ribassato e dell’edificio retrostante non ce n’erano. Ciononostante un’isoletta abbandonata, San Giorgio in Alga (oggi proprietà del Comune di Venezia), mostrava al suo interno costruzioni simili a quelle che si vedono nel film. Considerando che l’arco poteva essere crollato, nel frattempo… Ho dovuto consultare via internet (aiutato da Grada) un vecchio archivio fotografico lagunare per capire, infine, che il punto che stavo cercando era proprio San Giorgio in Alga. L’arco era praticamente scomparso, ma fotografie scattate negli anni Ottanta mostravano chiaramente che il luogo era proprio quello. Ed è stato bello scoprire che le scene al tramonto con Marghera sullo sfondo vennero riprese proprio da dove sembravano essere riprese nel film: nessun trucco, quindi! Dopo aver scoperto la cosa tuttavia, e digitando il nome dell’isola assieme a Yuppi Du sul web, mi sono accorto che un veneziano (tale Matteo Rinaldi) ci era già arrivato, precedendomi. Complimenti a lui, quindi (anche se inspiegabilmente sostiene che “buona parte del film è girata lì” mentre risultano essere girati lì solo i primi minuti coi titoli di testa).

2. IL MATRIMONIO IN CHIESA
(Grada)
Si celebra un fastoso e bizzarro matrimonio in una chiesa imponente, con il gruppo di amici al completo ad assistervi. Per quanto ne potessi sapere, la chiesa avrebbe potuto essere dovunque: una ricerca persa in partenza, in definitiva, considerando il numero di chiese presenti a Venezia e non solo (come vedremo, molte parti del film sono girate nel pavese). Ci è voluto tutto l’estro di Grada per arrivare alla soluzione. Su internet si trova una recente intervista al prete che officiò il cinematografico sposalizio del tempo. Questi ricorda di essere tornato a Venezia, per girare quella scena. Sapevamo quindi che la chiesa doveva essere a Venezia, anche se la città di chiese ne ospita a valanghe. Fortunatamente la perseveranza e le conoscenze di Grada ci hanno permesso di portare a casa il risultato: la chiesa è quella di San Zaccaria, dietro Riva degli Schiavoni, il cui interno, come vedrete dalle foto, è ampiamente riconoscibile.

3. I DUE PONTI SPEZZATI
(Zender, Livio Melgazzi)
…E qui cominciano gli spostamenti. Il ponte spezzato, molto caratteristico, sotto un’arcata del quale Celentano va a pregare sulla tomba dove ha sepolto la sua ex moglie (che è morta per l’appunto lì) sembrava proprio un ponte veneziano. Per contro la vegetazione, i luoghi, non lo sembravano per nulla (soprattutto non lo sembravano a Grada, perché io ci sarei anche potuto cascare)! La riva alta, tutta quell’erba… Ad ogni modo scandagliai ugualmente le isole della laguna che potevano forse vagamente assomigliare ai luoghi del film, ma senza risultato: il ponte spezzato non esisteva proprio. Poteva anche essere crollato nel frattempo, ma… Fu un’intervista a Celentano sul web, in cui diceva che qualche scena la girarono sul Ticino (dove morì anche un macchinista, durante le riprese), ad aprirmi gli occhi. Ecco dove avevo visto posti simili: sul Ticino, dalle parti di Pavia, Bereguardo... E’ stato allora grazie a contatti con la Proloco di Bereguardo e in particolare con un gentilissimo storico locale, Livio Melgazzi (che ci ha messo a disposizione non solo la sua ampia conoscenza dei fatti ma anche alcune foto che vedrete, scattate poco dopo il film e che mostrano ancora la casa in cui nel film vive Gino Santercole in carrozzella) che sono riuscito a tornare sui punti esatti in cui vennero girate le scene del ponte spezzato, della casa di Santercole e del giro in barca in cui Toffolo e un suo amico di colore, passando, rompono un ponte in due parti (chiaro a quel punto che si trattasse di un ponte “finto”). Oggi quei luoghi sono stati ampiamente modificati dalle piene del Ticino, che hanno sconvolto il paesaggio eliminando spiaggette, rientranze, spostando il corso del fiume… Siamo in definitiva a un centinaio di metri dal ponte di barche di Bereguardo (location ampiamente sfruttata in molti film, come sa chi frequenta il Davinotti).

4. IL CAMPO DELLA BALLATA E DEI FIAMMIFERI
(Zender)
 Saltando purtroppo le splendide scene girate da Memo Dittongo e Santercole nei pressi di un muro isolato nella laguna (quel muro oggi non c’è più, anche se resistette molti anni prima di scomparire), passiamo al campiello dove sta il “Caffè 3 ponti” e dove si svolgono molte sequenze del film: si tratta di un campo effettivamente caratterizzato da tre ponti (ma in cui il bar che si vede nel film non è mai esistito, struttura fittizia montata di fronte a una porta e una finestra che invece ci sono ancora). L’identificazione per una volta non poteva essere più semplice, per un veneziano: sopra all’insegna del bar si legge un riquadro dove è scritto quasi a penna un nome che mai si penserebbe essere quello reale.
Invece no: nonostante la rozzezza squallida dell’indicazione (probabilmente provvisoria, al tempo) il campo è proprio quello di Santa Giustina (dove affaccia il liceo scientifico Benedetti) dalle parti dell’Ospedale Civile. Quando vediamo la Mori arrivare dal ponte leggiamo sopra di lei “Calle del Fontego” e anche quella è un’indicazione originale. In definitiva nessun dubbio: il campiello coi tre ponti è quello di Santa Giustina. Lì si svolgeranno la scena storica dei fiammiferi e quella in cui il gruppo danza sulle note di “La ballata” (Silvia non è morta è ritornata dal canal...). Di nuovo, nel finale, il campo comparirà per mostrarci il momento in cui Celentano, di sera, parla con il barbone. Siamo sempre lì, a Santa Giustina.

5. LA PASSERELLA A SAN SAMUELE E CA’ DAVINOTTI
(Zender)
L’arrivo “imperiale” di Charlotte Rampling sulla passerella posata per salvarsi dall’acqua alta è filmato in piscina San Samuele, ovvero appena usciti dalla calle del traghetto (gondola) di San Tomà. Celentano sta piantando i chiodi su una passerella mentre osserva la donna rapito assieme ai colleghi; successivamente, insieme a lei lo vediamo passare in una Fondamenta, dove pronuncerà la famosa frase “cosa c’entra l’amore col vestito?”. Ebbene, quella è la Fondamenta di Ca’ Davinotti, di cui Marcel M.J. Davinotti jr, che ha scattato le foto, ci ha chiesto di non rivelare la posizione (tanto è solo una location di breve passaggio). I due proseguiranno fino al Ponte dell’Accademia (evidentemente di mattina presto, considerato che passa solo un motoscafo…) per fermarsi in cima allo stesso mostrando sullo sfondo la chiesa della Salute. La tappa successiva sarà la Torre dell’orologio in Piazza San Marco (i due sono sotto la campana dei Mori).

6. LA CASA DI GINO SANTERCOLE
(Zender, Livio Melgazzi)
Una delle location più importanti del film è di nuovo sul Ticino, sempre vicino al ponte di barche di Bereguardo. La spiaggetta che si vede inquadrata a fianco della casa oggi non esiste più (le piene del Ticino...) e qualcuno avrebbe anche potuto mettere quindi in dubbio il fatto che veramente sapessimo dove fosse. Non lo avrei infatti mai scoperto se Livio Melgazzi, lo storico di Bereguardo, non mi avesse mostrato le foto da lui scattate qualche tempo dopo il film in cui ancora si vedono le case e i ponti ricostruiti appositamente e poi abbandonati sul luogo. Quelle sue foto erano la testimonianza che lui sapeva esattamente dove fosse stato girato il film. E lì mi ha accompagnato, mostrandomi punti in cui oggi esiste solo erba fitta e nient’altro, col corso dei canali interni modificato: sono luoghi ormai irriconoscibili e di Yuppi Du non è rimasto più nulla (d’altronde son passati più di trent’anni...). Restano solo come indicazione geografica (che inseriremo nel radar) e niente più.

7. IL FLASHBACK DELLO STUPRO
(Zender)
Mentre la Rampling e Celentano sono da Santercole, questi ricorda le fasi tremende dello stupro di una donna alla pescheria di Rialto (Venezia). Che avvenne per l’esattezza non proprio in piena pescheria ma sul fianco della stessa, in Riva dell’Ogio, sulle passerelle (tuttora esistenti) montate per raggiungere le barche lì attraccate. Una scena cruda, prolungata, completamente girata nell’oscurità e alternata nel montaggio a primi piani sulla mano di Celentano che si pianta velocemente il coltello tra le dita in un riuscito crescendo drammatico.

8. MARITTIMA
(Zender)
Quanto è cambiato il porto di Venezia negli anni... Di tutte quelle decine di gru che affollavano il set di Yuppi Du ne son rimaste pochissime, così come sono scomparsi la gran parte dei capannoni. La banchina del Tronchetto al centro della scena in cui Celentano manovra dall’alto e Memo Dittongo dialoga amabilmente con La Morte, l’ho individuata osservando con attenzione la panoramica che si vede mentre Celentano è ripreso dall’alto nella cabina di manovra della gru. Ha subito oggi radicali cambiamenti, soprattutto nel punto in cui si ambienta il film: la scaletta da cui scendeva in acqua La Morte (l’uomo vestito di nero) non esiste più, i binari per le gru nemmeno. Tutta la grigia ferraglia che affollava le scene è scomparsa. Così, per rendere interessante (almeno per i veneziani) la ricerca, abbiamo individuato alcune curiosità: il ferry boat “San Marco” (riconoscibile dai caratteristici fumaioli) che si vede passare in laguna o lo “storico” inceneritore di Sacca Fisola (attivo dal 1973 al 1985). Mentre Celentano si sposta con la gru, poco distante si vede l’isoletta di Batteria Trezze: tutti particolari che permettono se non altro di individuare con esattezza il luogo.

9. I DUE RELIGIOSI SUL PONTE CHE FUMANO
(Grada)
Sulla particolare situazione “matrimoniale” di Celentano (due mogli vive: qual è quella da considerarsi “ufficiale”?) dibattono un prete e un porporato seduti su un ponte. Per individuare quest’ultimo, data la particolare difficoltà (la scena non inquadra altro che quel ponte), è stata nuovamente interpellata Grada, la quale ha saputo una volta di più fornire, dopo alcune ricerche, la soluzione: il ponte in questione si chiama Ponte de la Corte Nova ed è stato debitamente fotografato.

10. MILANO
(Zender)
La parentesi milanese, dal punta di vista delle location, è poco significativa. L’arrivo è alla Stazione Centrale, mentre le scene in metropolitana (comprese quelle al bar dove a Celentano viene servito un Negroni e dove la gente si accalca protestando) sono state girate alla stazione della metropolitana di Loreto (entrata di Viale Abruzzi), linea verde. Il luogo è rimasto negli anni immutato, come vedrete dalle foto. Nella versione originale (non nella restaurata, in cui la scena è assente) è curioso notare come, una volta salito da Loreto, Celentano si ritrovi misteriosamente sotto il Duomo e di fianco al Motta...

11. LA FOLLE CONSEGNA DELLA LETTERA
(Zender, Grada)
Inseriamo questa scena soprattutto a livello di curiosità, perché è incredibile scoprire come essa sia stata girata in punti anche incredibilmente distanti tra loro. La partenza del direttore della scuola avviene in via XXII Marzo, con lo sfondo della chiesa di San Moisè. Continua poi in Fondamenta della Misericordia (molto distante, quindi) e addirittura sull’isola di Burano, dove vengono girate le sequenze con Santercole in carrozzella che passa sul ponte davanti alla chiesa. Il finale, ovvero il punto in cui la lettera viene consegnata a Celentano (che lì ci viene fatto credere abiti), è girato in un sottoportico di fronte alla Salute. Dove, esattamente? Il punto di vista è quello che si ha dall’isola di San Giorgio ma, per quanto scandagliassi, l’arco del sottoportico che dà sulla laguna (dove Santercole e carrozzella precipitano) sembrava proprio non esistere. E’ riguardando meglio l’intera scena che ho capito: il sottoportico è stato ricostruito SOPRA UNA BARCA! Basta vedere come la chiesa della Salute ondeggi sullo sfondo per convincersene! Quel sottoportico non esiste, è del tutto fittizio: un semplice barcone ancorato di fronte a San Giorgio per farci ammirare la Salute e la Punta della Dogana sullo sfondo!

E’ con questo mirabile trucco che si conclude l’indagine sulle location del film, visto che le scene successive sono solo interni più un breve esterno alla solita Stazione Centrale di Milano.

Per la realizzazione dell’approfondimento si ringrazia innanzitutto Livio Melgazzi, persona squisita e grande conoscitore di Bereguardo che mi ha svelato i punti sul Ticino in cui venne girato il film accettando di accompagnarmici e di farmi fotografare le foto che scattò all’epoca sui luoghi di Yuppi Du. Senza di lui difficilmente avrei potuto dare la giusta completezza all’articolo. Ringrazio poi molto anche il mio amico di sempre Piero Dello Strologo che mi ha accompagnato in barca fino a San Giorgio in Alga e in Marittima (una gran bella mattinata), naturalmente Grada e Wupa Wump, che con me sono venute a scoprire rispettivamente i luoghi veneziani e sul Ticino e infine il caro veneziano Matalo! per la buona volontà (e per avermi svelato la fine fatta dal muro scomparso).

Testi: Zender. Foto: Zender (tranne alcune foto sul Ticino, opera di Livio Melgazzi). Compagni di viaggio: Zender, Piero Dello Strologo, Grada, Wupa Wump.

ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO ZENDER

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