Tutte le location lacustri di "Sono fotogenico"

8 Maggio 2008

La situazione al via delle ricerche: Si riteneva che il film fosse stato girato a Roma e Laveno (indicazioni generiche in entrambi i casi).

SONO FOTOGENICO, al di là di quanto decretarono critica e pubblico all’epoca (sottovalutandolo), è uno dei film più sinceri di Pozzetto. Non foss’altro per le evidenti analogie che legano il protagonista Antonio Barozzi all’attore e che hanno portato il nostro e Dino Risi a immaginare Laveno (città natale di Pozzetto) come luogo di partenza e rifugio del loro eroe. Laveno è la “ridente cittadina sul Lago Maggiore” che Antonio Barozzi presenta quando chiarisce le sue origini e che ci viene mostrata fin dai titoli di testa sulle musiche di Manuel De Sica. Sorge però un legittimo dubbio: e se non si trattasse solo di Laveno (come vorrebbe farci credere il regista)?

I TITOLI DI TESTA
(Zender)
Mentre i titoli di testa scorrono e Antonio Barozzi si affaccia alla finestra di casa, passano sullo schermo in rapida sequenza, quasi come cartoline, inquadrature che si suppone provengano da Laveno. Ma allora cos’è quell’isoletta che si mostra a chi s’affaccia sul lago? Da Laveno non si scorge alcuna isola, così vicina... E quel piccolo attracco sotto l’albero? Quando mi recai la prima volta sul Lago per ritrovare i luoghi in cui fu girato SONO FOTOGENICO, capii subito che qualcosa non quadrava. Così, tornando lì (questa volta insieme ai fotogrammi del film) ho cercato di fare un po’ d’ordine finendo con lo scoprire quasi subito che alcune delle immagini sui titoli di testa non corrispondono a ciò che si vede a Laveno. Esiste insomma una location “nascosta”. Ho dovuto cercare non poco per scoprirla, ma alla fine, anche aiutato dai saggi del posto, ho capito che la location “nascosta” è Pallanza, ovvero il paese che sta più o meno di fronte a Laveno, raggiungibile da lì via traghetto. Da lì si vede l’isoletta, lì c’è il piccolo attracco e anche altro, come vedremo.

LA CASA DI ANTONIO BAROZZI
(Zender)
Antonio apre la finestra e si affaccia su Piazza Italia, a Laveno (anche se poi si finge che veda il campanile il quale è invece esattamente alle spalle della finestra). Con in mano i fotogrammi giusti l’individuazione si è rivelata molto semplice: la casa, che esiste ancora, è facilmente individuabile ed è probabilmente la più caratteristica della piazza. Sono cambiati i negozi a piano terra, l’intonaco è di colore diverso, ma finestre e terrazze sono le stesse di 28 anni fa. Come molto simile è il palazzo con le arcate che sta di fronte alla casa e sotto al quale, nel film, passa una motoretta. Tutti luoghi immediatamente riconoscibili, così come la statua con l’aquila (che sta nella piazzetta di fronte all’attracco dei traghetti) sotto la quale nel film siede un vecchino.

IL BAR MILANO
(Zender)
Antonio va a trovare gli amici al bar per raccontargli che ha ricevuto una lettera dal Fellini! Scoprirà che si tratta di uno scherzo, certo, ma dello scherzo maggiore siamo vittime noi: contrariamente a quanto si sarebbe portati a pensare, infatti, il Bar Milano non è l’omonimo bar che sta a Laveno proprio in Piazza Italia. Troppo diverso il luogo, le ringhiere sul lago non c’entrano nulla... Ma allora dove? Ci è venuto in soccorso il saggio di cui si parlava prima, che si è riconosciuto nella comparsa che spazza la strada nel fotogramma che gli ho mostrato! “Il lago straripò tre volte, quell’anno. Era l’inverno del 1979, lo ricordo bene.” Impossibile per lui quindi non ricordare il posto. “No, non è il nostro Bar Milano, questo. Qui siamo a Porto Valtravaglia, qualche chilometro a nord. E il bar credo che si chiami ancora così.” Come non credergli? E infatti... Raggiunto Porto Valtravaglia, mi imbatto proprio nel Bar Milano, purtroppo in totale ristrutturazione. Sepolto dalle impalcature, fa sbucare a fatica la sua insegna mentre davanti si riconoscono le ringhiere e la scaletta che si vedono nel film. Il posto è quello, senza dubbio; peccato non poterci entrare né scattare la foto dal punto esatto. Un’altra location “fantasma” che senza l’aiuto del nostro caro gola-profonda" difficilmente sarei riuscito a scovare.

LA PARTENZA PER ROMA
(Zender)
Per andare a Roma Antonio sceglie il treno, quindi niente di più naturale che partire dalla stazione di Laveno (Ferrovie Nord), situata oggi esattamente dov’era allora, a un passo dalla piazza dei traghetti: affaccia sul lago e, al di là di qualche normale intervento di ammodernamento, è praticamente identica. Stesse colonne grigie, stessa pavimentazione (o quasi)... C’è perfino l’edicola proprio lì dov’era nel film, anche se l’apertura della stessa è posizionata su un lato diverso. Nessun trucco, insomma: la stazione è proprio quella di Laveno. Ed è ovviamente sempre la stazione di Laveno quella che si vede quando Antonio torna (biondo!) al paese per i funerali del nonno, dove verrà raggiunto (durante la processione) dall'invadente agente interpretato da Aldo Maccione.

FUGACE TRASFERTA SUL MARE
(Grada)
Senti che aria, io ci vengo sempre quando il lavoro me lo permette. Mi metto qui al sole, mangio leggero e mi rigenero, pronto a ritornare in ufficio con le batterie nuove.”  Così si esprime l’uomo di Cinzia (Gino Santercole) mentre accompagna lei e Antonio al ristorante. Qualcuno avrà forse pensato che si sia tornati a Laveno, ma che siamo sul mare è invece evidente. Sia perché la coppia vive a Roma (come si è ampiamente detto nel film), sia perché le barche e le navi non lasciano adito ad altre interpretazioni. A sgombrare ogni dubbio è il cameriere che si presenta al gruppo: “Lo vogliamo fare un risottino mare?”. Dove siano non lo dice, ma si suppone per l’appunto vicino a Roma. Forse Civitavecchia? Sembrava la soluzione più logica, ma dopo riscontri incrociati e l’aiuto di amici di amici e specialisti localizzatori (come il nostro sempre attento Legnani, che aveva in un primo momento ipotizzato Gaeta, dove esiste un porticciolo del tutto simile), a risolvere l’arcano è arrivata Grada, che mi ha spedito una foto del porto innocenziano di Anzio. Impossibile sbagliarsi: il posto è quello, e con un paio di ragionamenti è stato facile riconoscere anche il ristorante in cui i tre pranzano.

IL FINALE AI GIARDINI
(Zender)
Ad avventura conclusa Antonio Barozzi torna a Laveno, ma questa volta in piena “location fantasma”. Lui e la moglie passeggiano insieme alla doppia carrozzina dei gemellini dai capelli rossi in un giardino fronte lago che a Laveno assolutamente non esiste. Quando ci andai, tre anni fa, non riuscii proprio a capire dove fosse (convinto com’ero che fosse a Laveno o lì nei pressi), ma ora, sempre grazie alle parole del saggio gola-profonda (che inizialmente non pareva troppo sicuro) ho potuto svelare il trucco. Non siamo a Laveno ma di nuovo a Pallanza, che a questo punto si guadagna il titolo di location alternativa ufficiale. Preso il traghetto ci arrivo e immediatamente riconosco lo strano monumento ai caduti che campeggia in quasi tutte le scene del finale. Ritrovo anche il giardino fronte lago, seppur affollato dalle bancarelle del mercato (proprio di venerdì dovevo andarci...). Attendo che scenda la sera e lo fotografo cercando di riprendere i punti esatti. Solo allora noto davanti a me l’isoletta ripresa nei titoli di testa, il piccolo attracco...
L’analisi conclusiva ci dice insomma che le location lacustri di SONO FOTOGENICO sono state girate in gran parte a Laveno e Pallanza con una breve puntata a Porto Valtravaglia. Andando lì non faticherete a trovarle tutte.

EXTRA: IL FUNERALE DEL NONNO
(B. Legnani, Andygx)
La location esatta in cui l'agente Pedretti (Aldo Maccione) raggiunge Antonio Barozzi sul lago dove è appena tornato per partecipare al funerale del nonno (morto mentre guardava il film "Com'è bella la bernarda tutta nuda e tutta calda") non era da noi ancora stata trovata. Si pensava naturalmente fosse a Laveno, ma l'acume di B. Legnani (che ha individuato la caratterista Lina Franchi tra le partecipanti alla processione funeraria) ci porta invece dalle parti di Roma (non trasferirebbero mai una caratterista così fin su al nord). E siccome il lago notoriamente usato nei film di Pozzetto è quello di Bracciano, ecco subentrare lo specialista Andygx, che ancora non si capisce bene come è riuscito a riconoscere dai pochissimi indizi presenti nelle scene (si sta ben attenti a non far riconoscere il posto, che nel film dovrebbe essere appunto Laveno) la rotonda di Trevignano Romano (zona nord del lago). Osservate bene gli indizi (soprattutto finestre e balconi del palazzo B) in tavola e ancora complimenti ai due co-scopritori!


Foto e testi: Zender. Compagna d'avventura: Wupa Wump

ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO ZENDER

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