Il cinema di Don Coscarelli

18 Febbraio 2008

Una serie, per così dire, limitata, eppure indispensabile ad ogni cultore del cinema del brivido, la si deve al regista Don Coscarelli.

Regista di origini italiane (ma pressoché impedito a parlare nel nostro idioma), Coscarelli nasce il 17 febbraio 1957 a Tripoli. Sin da bambino è attratto dalla fotografia; dopo la visione di 2001 Odissea nello Spazio (1968), il giovane Coscarelli, affascinato dalla magia delle “immagini in movimento”, inizia ad armeggiare con una piccola cinepresa Super 8 (rubata alla madre).

PHANTASM!
Dieci anni dopo, nel 1978, sugli schermi cinematografici imperversa una diabolica sfera metallica che, volteggiando nell’aria, raggiunge (conficcandosi mediante un acuminata protuberanza) la fronte delle persone, espelle una punta girevole, perfora il cranio e aspira tutto quanto possibile (con prevalenza di sangue e materia cerebrale).
Non sappiamo come e perché Tall Man (un magistrale Angus Scrimm – vero nome Lawrence Rory Guy - attore alto oltre i 2 metri) utilizzi questo diabolico macchinario; sappiamo solo che l’orribile becchino svuota le bare dei cimiteri, ruba i cadaveri e li trasforma in mostricciattoli al suo potere.
Ovviamente tutto ciò è solamente un breve compendio, del bellissimo Phantasm, film dell’orrore totalmente atipico ed innovativo contraddistinto da scene cimiteriali, lugubri e che punta tutto sull’atmosfera malsana e claustrofobica che regna in ogni fotogramma del bellissimo film (definito, a detta di un acuto critico cinematografico dell’epoca, “di orrore nuovo”).
Il film viene girato da Coscarelli (con un bassissimo supporto economico, elargito dal padre, e addirittura con l’aiuto della madre per la realizzazione degli effetti speciali), dopo che il giovanissimo (all’epoca) autore aveva finito di realizzare, nel 1976, un paio di drammi dal titolo Jim The World’s Greatest e Kenny & Company. Le passioni di Coscarelli erano i nuovi horror americani sulla scia di Non Aprite quella Porta (1974, Tobe Hooper) e Non Violentate Jennifer (I Spit on Your Grave, 1978) e la fantascienza. Passioni che, a suo modo, si riflettono nel primo capitolo di questo strano horror ad iniziare dalle sfere volanti passando per i piccoli mostricciatoli (pressoché identici ai Jawas di Guerre Stellari, dell’anno precedente) per concludere con quella strana dimensione parafisica dalla quale Tall Man si lascia dietro questa dimensione.

PHANTASM 2
Dopo aver realizzato il fantastico (nel senso di genere) Kaan Principe Guerriero (1982) Coscarelli, nel 1988, pone mano al secondo (e più truculento) capitolo della tetralogia. Sono passati 9 anni dal primo capitolo, ma avvalendosi del medesimo attore nel ruolo di Reggie (Reggie Bannister) e con un budget decisamente più elevato del primo capitolo (circa 100.000 dollari) il regista, memore della nuova ondata ultraviolenta sorta sulla scia del film La Casa (1982), spinge il piede sul pedale dello sSplatter (e cita Raimi dando ad un personaggio del film il nome del regista di Evil Dead) nel nuovo capitolo Phantasm 2, distribuito dalla Universal. Film che non solo riprende la storia di Mark (interpretato non più da Michael Baldwin ma da James Le Gros) e Ridge e di Tall Man, ma estrinseca in forma più splatter che mai le bellissime sequenze delle sfere modernizzate e variate nella loro potenzialità: alcune sono dotate di lamette girevoli e tagliano parti del corpo (alle povere vittime) in maniera assai esplicita. Altre, caratterizzate da sensori laser, individuano la preda e si precipitano con precisione millimetrica in mezzo alla fronte, prosciugando lo sventurato del suo sangue zampillante dal foro d’innanzi ai suoi occhi, mentre la morte sopraggiunge veloce e inesorabile ed il suo volto diventa sempre più cinereo...
La scena più spettacolare, comunque, vede al centro dell’azione uno degli aiutanti di Tall Man che, finito suo malgrado sotto il tiro delle sfere sanguinarie, si vedrà infilzare una mano e, per tutta reazione, sarà costretto ad amputarsela. In un delirio - senza soluzione di continuità - la sfera, raggiunta la schiena, si trasforma in un meccanismo di perforazione micidiale: trapassa lo stomaco sventrandolo dall’interno, passa nella gola e sfonda la bocca dello sventurato in una scena di grande impatto visivo e di esemplare splatter moderno.
Il tetro Tall Man, in un finale al cardiopalma, troverà ad attenderlo nientemeno che le sue sfere, veementi d’aspirare il liquido vitale denso, giallastro e composto da chissà quale schifezza, del malvagio essere.

PHANTASM 3 e 4
Dopo la realizzazione di Survival Quest (1989) nel 1995 l’impostazione del regista per il nuovo capitolo, Phantasm 3, tenta di percorrere un sentiero leggermente diverso, inserendo elementi estranei alla serie come gli zombi, tanto da suscitare, da parte del pubblico fedele alla serie, alcune rimostranze. Oltre a questo, è probabile che il regista abbia subito l’influsso di un thriller francese dal titolo Un Minuto a Mezzanotte (in originale 36,15 Code pere Noel, 1990); 
ciò è dimostrato dall’inserimento, nel film, di un bambino agguerrito e particolarmente portato alla lotta per la sopravvivenza, ideale prosecuzione del protagonista del film francese. Comunque sia, anche questo film è condito con effetti speciali violenti e ben riusciti.

Con la rimanenza della pellicola scartata in fase di montaggio del primo film, inoltre, Coscarelli realizza il capitolo finale Phantasm IV: Oblivion (1998) inserendo l’attore protagonista del primo film nei panni di Mike (Michael Baldwin) in uno strano contesto, ovvero sia da adolescente che da adulto (con oltre 20 anni di differenza sulle spalle). Quest’ultimo film, oltretutto realizzato con cifra modesta (come suggerito dai fan ai quali Coscarelli dedica particolare attenzione), riporta la storia alla dimensione originale, limitando il gore e la violenza...
 
 
BUBBA-HO-TEP E I MASTERS OF HORROR 
Una tetralogia azzeccata, notevole, che non scade mai nei suoi sequel (eccezion fatta, forse, per il soporifero quarto capitolo) e, anzi, presenta situazioni sempre avvincenti condite da soluzioni stilistiche originali e all'avanguardia, degne di un ottimo prodotto che, indubbiamente, ha lasciato il segno nel cinema di genere.
In anni recenti, con il supporto di Bruce Campbell (La Casa), Coscarelli realizza un insolito (ed acclamato) film su un ipotetico sopravvissuto Elvis Presley ed una Mummia tratto da un romanzo di Joe R. Lansdale. Bubba Ho-Tep, pur se centrato su personaggi anziani (un target avulso ai teen-ager) ottiene, anche da parte del pubblico giovanile, un ottimo successo, dando ipotesi molto concrete su un possibile sequel.
Il regista, inoltre, si è dichiarato un grande estimatore di Dario Argento, che ha conosciuto personalmente sui set degli episodi della serie americana (destinata alla tv via cavo) Masters of Horror, di cui Coscarelli ha diretto lo scorso anno l’episodio intitolato Incident On and Off a Mountain Road (tratto dall’edizione edita da Fanucci del libro "Maneggiare con Cura"), incentrato sulla storia di una donna che, dopo un incidente stradale, si ritrova su una sperduta strada di montagna faccia a faccia con un serial killer.
Sempre più insistenti, ultimamente, appaiono le voci che vorrebbero Phantasm (1978) al centro di un ipotetico remake, mentre è ormai divenuta “leggenda” la realizzazione di un quinto capitolo (Phantasm’s End) che avrebbe dovuto vedere coinvolto, in veste di attore (e co-produttore) pure Bruce Campbell nonchè fregiarsi del supporto - in sceneggiatura - di Roger Avary.
 
 
ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO UNDYING

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