Curiosità su Roma città aperta - Film (1945)

CURIOSITÀ

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  • Gugly • 29/11/09 22:18
    Portaborse - 4710 interventi
    Da Wikipedia:

    Teresa Gullace - da nubile Talotta - (Cittanova, 8 settembre 1907 – Roma, 3 marzo 1944) è stata una casalinga italiana uccisa dai soldati nazisti durante l'occupazione di Roma, freddata da un colpo di pistola mentre tentava di parlare al marito prigioniero dei tedeschi.

    Nata a Cittanova, in Calabria, ma trasferitasi a Roma in gioventù, Teresa Gullace all'epoca dei fatti aveva 37 anni, cinque figli ed era incinta del sesto. Suo marito, Girolamo Gullace, venne arrestato dai nazisti il 26 febbraio 1944 nel corso di un rastrellamento e portato nella caserma dell'81° di fanteria in Viale Giulio Cesare; qui la donna lo andò a trovare, insieme alle mogli di altri prigionieri, la mattina del 3 marzo. Secondo le testimonianze rilasciate, fra gli altri, dalla partigiana Laura Lombardo Radice, dopo aver scorto il marito alla finestra Teresa tentò di avvicinarsi a lui, forse per consegnargli del pane o solo per parlargli, incurante del divieto urlatole da un soldato tedesco che, vedendola avvicinarsi alla caserma, le sparò un colpo con la sua Luger, uccidendola.

    Lo sdegno e la rabbia popolare che immediatamente seguirono la sua morte convinsero i tedeschi a rilasciare Girolamo Gullace; nei giorni e nelle settimane seguenti (segnati, fra l'altro, dalla strage delle Fosse Ardeatine), la tragica storia divenne una delle icone della resistenza, e numerosi gruppi partigiani cittadini, dai Gruppi di azione patriottica allo stesso Comitato di Liberazione Nazionale, resero la sfortunata donna uno dei simboli della loro lotta.

    La sua morte ebbe una notevole eco nella città, e la sua figura divenne ben presto un simbolo della resistenza romana; la sua vicenda venne inoltre ripresa e resa celebre dal regista Roberto Rossellini, che prenderà spunto dalla Gullace per il personaggio della Sora Pina, interpretata da Anna Magnani nel film Roma città aperta.
  • Gugly • 30/11/09 13:59
    Portaborse - 4710 interventi
    Il personaggio di Fabrizi ricorda e riassume due eroici sacerdoti.

    1) Don Pietro Pappagallo

    Pietro Pappagallo (Terlizzi, 28 giugno 1888 – Roma, 24 marzo 1944) è stato un presbitero e antifascista italiano.

    È noto principalmente per il suo impegno - durante la Seconda guerra mondiale - nel fornire ausilio alle vittime del nazi-fascismo.

    Giunto a Roma nel 1925, don Pappagallo fece parte del Collegio dei Beneficiati della Basilica di Santa Maria Maggiore e padre spirituale delle Suore di Gesù Bambino di via Urbana; fu anche vice parroco della Basilica di San Giovanni in Laterano e segretario del cardinale Ceretti.
    Durante l'occupazione tedesca, il sacerdote si impegnò nel fornire aiuto a soldati, partigiani, alleati, ebrei ed altre persone ricercate dal regime.

    Il 29 gennaio 1944, il sacerdote fu arrestato dalle S.S., dopo la delazione da parte della spia tedesca Gino Crescentini, lo scopo era eliminare una figura di spicco del fronte militare clandestino e della resistenza romana. Condannato a morte, fu giustiziato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine. Alcuni testimoni hanno riferito che, anche durante il periodo della prigionia, don Pappagallo condivise il proprio pasto con altri detenuti che non avevano ricevuto cibo.
    (Wikipedia)

    2) Don Giuseppe Morosini

    Entrò giovane nella Congregazione dei Signori della Missione e fu ordinato sacerdote a San Giovanni in Laterano nel 1937.

    Nel 1941 fu cappellano militare del 4° reggimento d'artiglieria di stanza a Laurana, ora in Croazia ma all'epoca in provincia di Fiume. Nel 1943 fu trasferito a Roma. Qui assisteva i ragazzi sfollati dalle zone colpite dal conflitto che erano alloggiati nella scuola elementare Ermenegildo Pistelli, situata nel quartiere Della Vittoria.

    Dopo l'8 settembre entrò nella resistenza romana principalmente come assistente spirituale, ma riuscì anche ad aiutare procurando armi e vettovagliamenti. Era in contatto con la "banda Fulvi", comandata da un ufficiale dell'esercito italiano, il tenente Fulvio Mosconi, gruppo che era attivo a Monte Mario, e dipendeva da Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo.

    Ottenne da un ufficiale della Wehrmacht il piano delle forze tedesche sul fronte di Cassino, ma, segnalato da un delatore (un certo Dante Bruna, infiltrato dalla Gestapo tra i partigiani di Monte Mario, che fu ricompensato con 70.000 lire), fu arrestato dalla Gestapo il 4 gennaio del 1944 mentre raggiungeva il Collegio Leoniano in via Pompeo Magno 21, in Prati insieme all'amico Marcello Bucchi. Fu detenuto a Regina Coeli nella cella n. 382. Morosini venne accusato oltre che di aver passato agli Alleati la copia della mappa del settore difensivo tedesco davanti a Cassino, anche del possesso di una pistola, rinvenuta tra la biancheria, e del deposito di armi ed esplosivi nascosto nello scantinato del Collegio Leonino.

    Nel carcere era ospitato, nella stessa cella, Epimenio Liberi, un commerciante 23enne nativo di Popoli che aveva partecipato ai combattimenti di Porta San Paolo e che era entrato nelle resistenza nelle file del Partito d'Azione. La moglie era in attesa del terzo figlio. I due strinsero amicizia e don Morosini scrisse in carcere per il bambino che doveva nascere, una celebre "Ninna Nanna per soprano e pianoforte". Liberi fu fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo.

    Sottoposto a torture perché riveli i nomi dei suoi complici, Morosini non solo non parlò ma, con Bucchi, cercò anzi di addossarsi ogni colpa del movimento. Il 22 febbraio il tribunale tedesco lo condanna a morte. Nonostante le pressioni esercitate dal Vaticano, fu fucilato il 3 aprile 1944 a Forte Bravetta. Nel plotone di esecuzione composto da 12 militari della PAI (Polizia Africa Italiana), all'ordine di "fuoco!", 10 componenti spararono in aria. Rimasto ferito dai colpi degli altri 2, don Morosini fu ucciso dall'ufficiale fascista che comandava l'esecuzione con due colpi di pistola alla nuca.
    (Wikipedia)
  • Lucius • 24/10/11 11:59
    Scrivano - 9063 interventi
    Nastri d'argento per il miglior film e ad Anna Magnani, molti premi all'estero e una nomination all'Oscar per la sceneggiatura firmata da Roberto Rossellini, Sergio Amidei e Federico Fellini.
  • Maxspur • 11/03/12 12:10
    Galoppino - 208 interventi
    Clara Calamai avrebbe dovuto avere il ruolo di protagonista ma dovette rinunciare e Rossellini prese al suo posto la Magnani. Viceversa, avvenne anni prima in: "Ossessione"di Visconti.