Curiosità su 3. Hansel e Gretel - Film (1988)

CURIOSITÀ

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  • Ghostship • 30/05/08 13:58
    Magazziniere - 14 interventi
    Un giorno Simonelli non era sul set, e nessuno sapeva dove fosse. Le ricerche però furono fruttuose: Fu ritrovato a contemplare un torchio dall' operatore e, rivolgendosi a lui, esclamò:" Hai visto che bello? chissà quanto sarà antico".
  • Funesto • 30/12/10 22:24
    Fotocopista - 1415 interventi
    Che il film sia trash non devo venire a dirvelo io, ma un conto sono le ridicolaggini (che segnalerò anche qui, certo), un conto è sciatteria. Soprattutto nella sceneggiatura, non tanto per grandi lacune (che non mi pare ci siano qui), ma per tante piccole cose che fanno capire quanto il film sia grossolano.
    Fosse solo per la sceneggiatura...
    Premessa: avevo notato tante tante cose, ma ne sono così tante che forse alcune mi sfuggono.

    - Abbastanza insolito il sistema usato dai delinquenti per attirare i bambini: offrire caramelle e giocattoli è un uso ormai superato. Qui i malintenzionati credono che un infallibile esca per avvicinare due bimbi possa essere una Mercedes (un modello ai tempi comunissimo, tra l'altro). E hanno ragione: di chi sarà, guarda che bella, ha l'autoradio... e un attimo dopo sei già nel bagagliaio narcotizzato.

    - Durante il trapianto, una volta espiantati gli organi dai bimbi, il cuore e l'intestino vengono trasportati in una soluzione per sterilizzarli. Ma se poi il chirurgo li riprende con le mani sporche del sangue del donatore, che l'hanno fatta a fare la sterilizzazione?!

    - Già l'avete notato tutti, ma è impossibile non citare qui l'uomo che dopo essere stato triturato dalla falciatrice, diventa a causa degli SFX (parolona) un quarto di bue coi vestiti!

    - La protagonista con un altro poliziotto si presenta dai proprietari della tenuta di campagna dove abitava la zoppa affogata (Lucia Prato, alias Brigitte Christensen). Davanti a questi i due dicono d'essere poliziotti, ma sono in borghese: dovrebbero mostrare il distintivo. Secondo voi lo fanno? No. E quelli della tenuta gli credono sulla parola...

    - Molti hanno notato che quando i poliziotti ascoltano il nastro trovato vicino alla piscina, si sente che sul nastro è stata inciso anche il pezzo musicale che commentava la scena del film che il registratore aveva captato. Non è un blooper questo: il coretto infantile si sentiva davvero in quel posto, tant'è vero che la Christensen s'era accorta che qualcosa non andava proprio perchè udiva quella musichetta. Piuttosto segnalerei due cose:
    1. Qui come in altre occasioni, da dove diavolo esce questa musica? E' un coro di bambini, non due sole voci che cantano, che potrebbero essere quelle dei fratellini. Chi è a cantare dunque?
    2. Ma a cosa serviva alla Christensen tenersi un registratore acceso vicino mentre scriveva le lettere sul bordo piscina? La registrazione poteva essere una potenziale prova per incriminarla!

    - Sotto stessa ammissione di alcuni dei proprietari della villa, loro sapevano tutti i fattacci della donazione illegale d'organi. Ma perchè la protagonista allora non li arresta? Prove non mancherebbero, se leggete appena sotto.

    - La protagonista (sempre lei!) scopre una lastra di cemento fresco, sotto cui in seguito sospetta siano stati seppelliti i cadaveri dei fratellini. Perchè non la fa rimuovere per controllare? Se trova qualcosa, ha una prova per chiarire che la Christensen gestiva davvero quello sporco giro!

    - Sempre l'ineffabile Boaretto pare aver più fiducia nell'autogiustizia dei bimbi che di quella della polizia. Infatti, da buona poliziotta, sin da subito non ha dubbi sul fatto che gli assassini siano due fantasmi. Lei aspetta solo che vengano tutti trucidati.

    - Impagabili le armi da fuoco in questo film: fanno un rumore incredibile ed iperrealistico quando vengono usate ma non sparano fuori nemmeno uno sbuffo di fumo! Già che c'erano potevano usare quelle giocattolo con la punta rossa...

    - I due fantasmi si divertono anche a fare i teppisti, infatti senza apparenti motivi sgonfiano le ruote della macchina di Paul Muller!

    - In seguito a ciò che viene riportato sopra, Poli concede gentilmente a Muller di usare la propria auto, dato che con le ruote sgonfie quell'altra è inutilizzabile. Muller va, ma a fare che? Poli non gli ha nemmeno dato le chiavi!

    - Ma chi sarebbe così pazzo da tenersi uno spunzone aguzzissimo in cucina che sporge dal muro per non so quale uso farne?! Un minimo incidente e se gli cadi addosso diventi uno spiedino.

    - L'effetto speciale (se così lo vogliamo chiamare) più vergognoso in assoluto per me è senz'altro quello degli spaventapasseri spacciati per uomini che ardono nella stalla. Quando cadono a terra dopo aver preso fuoco, il materiale di cui sono fatti fruscia in modo ridicolo, così forte da coprire il rumore del crepitio del fuoco. Tra l'altro dopo nemmeno una decina di secondi che prendono fuoco i corpi già si smembrano...

    - Il commissario arriva addirittura ad utilizzare i cani per trovare l'ultimo dei proprietari della fattoria, quando quest'ultimo va semplicemente nascondendosi dietro gli angoli della tenuta, in attesa di piombare alle spalle della poliziotta... te credo che poi lei non si fida della polizia...

    - Scena finale. Mentre la protagonista passeggia pensierosa a lato di uno steccato, incespica in qualcosa a terra. Non se n'è accorto nessuno?

    Fra i dialoghi, a dire il vero, non c'è nulla di troppo scandaloso, a parte quando la Boaretto si mette a filosofeggiare su cos'è la coscienza alla fine del film, la battuta squallida di Poli sull'ultima volta che aveva visto la protagonista e, nella stessa sequenza, quando Poli dice che siccome la Boaretto è brasiliana sa che ciò che è troppo colorato è velenoso (metafora riferita alla Christensen, bella quanto perfida).

    Aggiunge Cangaceiro:

    1) Il trucchetto del quarto di bue è usato, oltre che per il patrigno trucidato dalla falciatrice, anche per i due rapitori che una volta caduti nella diga vengono tritati dagli ingranaggi e trasportati via dall'acqua sotto forma appunto di quarti di bue con qualche straccio addosso.

    2) Un altro personaggio (se non ho capito male di nome si chiama "Stanco" e già qui si ride) muore affogato in una vasca piena di letame. Ebbene viene proprio risucchiato completamente tipo sabbie mobili. Peccato che poco dopo la protagonista rinviene il suo corpo lì in bella vista, risalito a galla da solo non si sa bene come...
  • Lucius • 30/01/11 12:02
    Scrivano - 9063 interventi
    Cameo di Rolando Stefanelli regista del pluripremiato corto "La matta dei fiori", in giacca in piedi accanto all'auto.
  • Funesto • 6/07/11 20:24
    Fotocopista - 1415 interventi
    Vorrei segnalare le inquietanti somiglianze fra questo film e un altro horror, Operazione Paura (1966), di Mario Bava, a cui potrebbe essersi un po' rifatto a questo film.

    -La prima cosa che balza all'occhio è il tema dei bambini fantasma: i due bimbi del film dell''89 sono molto accostabili a Melissa di Operazione Paura, soprattutto per il modo in cui mietono le vittime: se vengono a farti visita e incroci il loro sguardo, la tua sorte è segnata e a momenti morirai con un decesso che o scambieranno per suicidio o per una disgrazia.



    -Anche un paio di delitti sono simili: quello iniziale con la donna che, istigata da Melissa nel film del 1966, cade da una considerevole altezza (infilzandosi sulle guglie di un cancelletto) nel film di Bava, nel film di Simonelli è ripreso in modo simile verso la fine, con Gaetano Russo che provando a fuggire dai fantasmi viene fatto sfracellare su delle rocce.



    -L'altro paraomicidio ripreso dal film di Bava (quello della ragazzina perseguitata dallo spettro che viene fatta avvicinare ad uno spunzone di ferro fino a squarciarsi al petto) (NELLA FIGURA GLI SPUNZONI SONO STATI RICALCATI COL BIANCO), nel film di Simonelli è quello in cui una donna viene avvicinata ad un muro da cui sporge un aguzzo spillone che le trapasserà la testa riuscendole da una cavità oculare. Per di più, in entrambe queste ultime due scene i fantasmi spiavano le vittime di notte dal vetro di una finestra.



    - In entrambi i film le vittime sanno già di morire e per mano di chi, ma non vengono creduti dal(la) protagonista nonostante i morti si susseguano.