Curiosità su Brazil - Film (1985)

CURIOSITÀ

  • Se vuoi aggiungere una curiosità a questo film, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (se necessario) e se gli eventuali titoli in essa citati hanno il link alla relativa scheda sul Davinotti, verrà spostata in Curiosità.
  • Buiomega71 • 23/12/14 09:58
    Consigliere - 25934 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "L'ultimo spettacolo", 2 febbraio 1989) di Brazil:

  • Buiomega71 • 26/09/16 22:53
    Consigliere - 25934 interventi
    * Il titolo iniziale doveva essere 1984 ½, un mix di metafora orwelliana e fantasia felliniana.

    * Gilliam (che confessa di non aver mai letto il libro di Orwell) ebbe l'idea del film dopo un sogno che lo ossessionava: un uomo seduto su una spiaggia nera come il carbone (mentre ascoltava rapito, alla radio, la canzone scritta nel 1939 da Ary Barroso). Buttò giù un soggetto, che divenne sceneggiatura scritta insieme a Charles McKeown e al drammaturgo Tom Stoppard. Cambiò subito il titolo con Brazil, in quanto aveva sempre in testa la canzone resa famosa da Xavier Cogat.

    * L'Universal rimase interdetta, aspettandosi un nuovo Blade Runner o un nuovo Mad Max, di fronte al risultato sardonico, cupo, inquietante, surreale e barocco che aveva messo in piedi Gilliam, che scatenò tutta la sua fantasia di ex Monty Phyton. Diede una mano a Gilliam il produttore indipendente Arnon Milchan, uno dei pochi produttori che guardava più all'arte che non ai meri incassi (C'era una volta in America, Legend).
    Ma i problemi per Gilliam arrivarono alla post-produzione, che fu per lui un vero e proprio calvario.
    La Universal rifiuta di far uscire il film considerandolo "non commerciabile e troppo eccentrico per il mercato americano" e pretende da Gilliam che lo accorci dai 142' originari a 125'. Gilliam prende tempo, arriva a un accordo (l'edizione americana dura 11' minuti in meno rispetto a quella europea).

    * All'uscita nelle sale americane, nonostante due nomination agli Oscar per scenografia e sceneggiatura, il film si rivela un insuccesso commerciale, non riuscendo nemmeno a recuperare i costi produttivi. Le cose non vanno meglio in Europa: accolto con fredezza al Festival di Berlino, in Italia incassa appena 400 milioni e anche la critica si divide (entusiasta Fofi, freddini e poco convinti Kezich e Grazzini). A Ciak Brazil è particolarmente caro: venne infatti recensito positivamente nel numero 1 del maggio 1985.

    Fonte: Brazil. Cult movie, Ciak, ottobre 1996 (di cui era allegata anche la vhs del film)