Curiosità su Non si sevizia un paperino - Film (1972)

CURIOSITÀ

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  • Cotola • 17/12/07 02:19
    Consigliere avanzato - 3842 interventi
    All'epoca fece grande scandalo, suscitando un vero e proprio vespaio di polemiche, la scena in cui un bambino porta una bibita ad una Barbara Bouchet nuda. In realtà si trattava in un nano maggiorenne.
  • Undying • 17/12/07 13:06
    Risorse umane - 7574 interventi
    Aggiungo alcuni dati alla bella curiosità inserita da Cotola ;)

    I primi piani, nel film di Fulci, sono realizzati con un vero bambino, che -ovviamente- non aveva di fronte la Bouchet nuda.

    L'attore Domenico Semeraro era conosciuto come "il nano della Stazione Termini", e sembra acclarato avesse abitudini pedofile. Di professione imbalsamatore, gestiva il "Laboratorio di Tassidermia Igor", con sede nel suo appartamento in via Castro Pretorio, nei pressi -appunto- della stazione.

    Semeraro venne ucciso il 25 aprile 1990, strangolato in circostanze misteriose (il corpo venne rinvenuto in una discarica, racchiuso in un sacco per l'immondizia). Un fatto ascrivibile genericamente alla "cronaca nera", come potete leggere nel link sottostante.

    L'Imbalsamatore- strane circostanze sulla morte di Domenico Semeraro

    Il Film L'Ibalsamatore, diretto da Matteo Garrone nel 2002, è ispirato alla tragica figura del nano Semeraro, interprete occulto di Non si Sevizia un Paperino...
  • Don Masino • 27/12/07 16:31
    Galoppino - 279 interventi
    SPOILER Quando l'attore precipita dalla scarpata (scena non poco comica a causa di un manichino che somiglia solo vagamente all'attore), colpisce una roccia provocando sulla faccia una vera e propria scintilla (provocata forse dall'esplosione della carica che doveva liberare il sangue sulla faccia del manichino): l'effetto è comico, direi. FINE SPOILER

    Aggiunge Herrkinski: Tra l'altro una scena molto simile, per concezione e (pessimi) effetti speciali, si ritrova in Sette Note In Nero, quando la protagonista ha le ripetute visioni della madre che si suicida buttandosi da una rupe.
  • Undying • 14/12/08 02:53
    Risorse umane - 7574 interventi
    Citazione dal film.

    La inquietante dichiarazione/confessione di Don Alberto Avallone (Marc Porel):

    "Crescono, sentono lo stimolo della carne, cadono in braccio al peccato... bisogna impedirglielo. E ancora sono peccati che Dio perdonerà facilmente, ma domani quali sordidi atti commetteranno, quali colpe non verranno più a confessarmi, allora si che saranno morti, morti per sempre..."
  • Ellerre • 12/02/09 10:28
    Call center Davinotti - 1203 interventi
    "Non si sevizia Paperino": questo doveva essere il titolo definitivo del film, ma la Disney si oppose a questo titolo e impose l'articolo. I produttori del film aggirarono questo ostacolo inserendo sui manifesti pubblicitari del film l'articolo 'un' con un carattere scuro o velato, che si confonde con lo sfondo nero" (da: Paolo Albiero & Giacomo Cacciatore, Cristo si è fermato ad Accendura, ovvero: Non si sevizia un paperino (1972), in Il terrorista dei generi. Tutto il cinema di Lucio Fulci, Roma, Un mondo a parte, 2004. pagine 124-135 e Antonio Bruschini & Antonio Tentori, Lucio Fulci, il poeta della crudeltà, Roma, Mondo Ignoto, 2004. pp.44-46).
  • Il Dandi • 10/05/10 14:22
    Segretario - 1488 interventi
    - Inizialmente il soggetto prevedeva che il film fosse ambientato a Torino in un quartiere di fabbriche e di operai. Accendura, il paesino immaginario dove si svolge la vicenda, nasce come storpiatura di Accettura, comune in provincia di Matera.

    - Per il ruolo di don Alberto, prima di Marc Porel, si pensò a Massimo Ranieri.

    Fonte: Paolo Albiero & Giacomo Cacciatore, Cristo si è fermato ad Accendura, ovvero: Non si sevizia un paperino (1972), in Il terrorista dei generi. Tutto il cinema di Lucio Fulci, ed. Un mondo a parte, Roma 2004.

    - Nel 1973 Fulci, insieme a Barbara Bouchet e al produttore Edmondo Amati, fu convocato in tribunale dopo aver ricevuto anche lettere anonime, per deporre sulla chiacchierata scena del bambino di fronte alla Bouchet nuda (in contocampo interpretato dal nano Semeraro).
    Risolto l'equivoco del girato si provò a entrare ne merito del doppiaggio (la voce del bambino era ovviamente quella di un bambino): Fulci dichiarò che il bambino doppiatore aveva visto "delle code nere" al posto del corpo nudo della Bouchet, e il poliziotto che trascriveva il verbale si rivolse al giudice dicendo: "L'ha fregato, dotto'!"

    Fonte: intervista a Lucio Fulci in La notte americana del Dottor Fulci,1994, documentario di Antonella De Lillo e Marcello Garofalo.


    - Oltre alla scena del linciaggio della maciara, ne fu girata una in cui la Bolkan veniva assalita dai pipistrelli (similmente a quanto accade in Una lucertola dalla pelle di donna), ma Fulci decise poi di non inserirla nel montaggio.

    Fonte: intervista a Franco Di Girolamo, in Cristo si è fermato ad Accendura, op. cit.
  • Undying • 10/05/10 23:25
    Risorse umane - 7574 interventi
    Hanno scritto ...

    Parole mai tanto, come oggi, attuali:

    "L'autostrada di Non si sevizia un paperino, 1972, di Lucio Fulci, che taglia il paesaggio lucano come una ferita aperta, è l'emblema di un'unione tra il settentrione e il meridione che è solo di cemento armato e asfalto, e non certo di carne, pensieri e sangue".


    Fonte: Roberto Curti e Tommaso La Selva, su Sex & Violence - Percorsi nel cinema estremo (pag. 303), edizioni Lindau


    Precisa Legnani però che in realtà da nessuna parte si dice che ci si trova in Basilicata. Anzi: le uniche località citate (Alberobello e Pugnochiuso) sono in Puglia.
  • Funesto • 11/05/10 18:53
    Fotocopista - 1415 interventi
    Il film è conosciuto in Francia con il titolo, del tutto fuorviante, La Long Niute de l'Exorcisme (ossia "la lunga notte dell'esorcismo! Ma che vuol dire!?).
    In Inghilterra come Don't Torture a Duckling o Fanatismo.

    [Dalla pagina http://www.exxagon.it/non%20si%20sevizia%20un%20paperino.htm ]
  • Gestarsh99 • 3/10/10 19:09
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Come riportato da Wikipedia (che cita a sua volta un passaggio del capitolo relativo al film tratto dal libro di Albiero e Cacciatori
    Il terrorista dei generi.Tutto il cinema di Lucio Fulci) :

    "Il soggetto del film è ispirato ad un fatto reale avvenuto a Bitonto nel 1971, dove ci fu una serie di delitti di bambini."

    Sul web non ho trovato tracce che avvalorino questa notizia ma attraverso i racconti dei miei famigliari (anch'essi nati e vissuti da sempre nella cittadina di Bitonto, in provincia di Bari) sono venuto a conoscenza di un tragico fatto di sangue accaduto appunto verso gli inizi degli anni '70, nel centro storico bitontino, che richiama molto da vicino gli infanticidi attorno ai quali ruota il film di Fulci.
    Stando ai ricordi di gioventù dei miei, la turpe vicenda coinvolse un'anziana nonna cui la figlia lasciò in custodia (per motivi di lavoro) i suoi due (o tre) piccoli nipotini ; tormentata però dai continui piagnistei dei bambini, in un raptus di follia (a quanto sembra caso non isolato), la vecchia li gettò nel pozzo della sua stessa abitazione.
    La spiacevolissima storia andò avanti col ritrovamento a distanza di tempo dei corpi dei ragazzini, concludendosi poi con l'arresto dell'assassina e l'arrivo in loco anche della troupe televisiva della RAI, che naturalmente documentò ogni cosa (con riprese ambientali ed interviste ai vicini).

    Pur non avendo prove inconfutabili e riscontri materiali per quanto ho testè descritto, credo che negli archivi storici della nostra tv di stato si possano sicuramente trovare conferme concrete a supporto dell'intera faccenda.
  • Gestarsh99 • 3/10/10 22:11
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Precisazione doverosissima e direi fondamentale :

    l'anziana responsabile degli orrendi infanticidi bitontini mi è stata descritta come una vecchia pazza di aspetto a dir poco orrendo (dai capelli arruffati e color topo, evitata e ghettizzata da chiunque) ed era additata da tutti quelli che la conoscevano con l'epiteto dialettale di "mascìara", termine difficilmente traducibile in italiano, che da noi ha duplice significato sia di "donnaccia che ha scarsa cura di se stessa e della propria igiene, dai comportamenti anomali e anti-sociali", sia anche di "fattucchiera e/o zingara".

    Questo credo sia un elemento di collegamento ancor più essenziale (rispetto alla presenza di infanticidi anche nel film) ai fini di avvalorare l'ipotesi da me avanzata.
    La Bolkan aveva il ruolo della "maciara" (cioè della fattucchiera mezza pazza che si era ridotta volontariamente a vivere nell'isolamento della sua grotta, ben lontana dal paesino e dalla gente) ed era uno dei sospettati principali della lunga serie di delitti.

    Tengo naturalmente a precisare che nessuno dei miei famigliari o parenti ha mai visto un film come Non si sevizia un paperino (dubito persino possa esser di loro gradimento, data la cruda efferatezza di molti passaggi). Questo esclude ogni eventuale presunzione di condizionamento visivo nei loro confronti.
  • Zender • 14/02/13 18:43
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Fauno • 7/01/19 00:40
    Contratto a progetto - 2742 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un altro flano del film: