Curiosità su Vampyr - il vampiro - Film (1932)

CURIOSITÀ

3 post
  • Se vuoi aggiungere una curiosità a questo film, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (se necessario) e se gli eventuali titoli in essa citati hanno il link alla relativa scheda sul Davinotti, verrà spostata in Curiosità.
  • Undying • 30/10/09 15:00
    Risorse umane - 7574 interventi
    Il sogno (e l'incubo) del vampiro

    Misteriosa ed enigmatica prova di regia per Carl Theodor Dreyer, qui influenzato - in realtà - molto alla larga al testo di Le Fanu: Vampyr - Der Traum des Allan Grey predilige infatti un approccio onirico e surreale supportato da un tipo di narrazione nella quale gli eventi si succedono in maniera scollegata, a tutto vantaggio di immagini realizzate con lunghi movimenti della M.d.P., da ombre e dettagli valorizzati da un particolarissimo uso del sonoro.

    Lo stesso regista affermò di aver voluto "mostrare che lo spaventoso non si trova attorno a noi ma nel nostro inconscio" e questo è un indizio che ha portato un acuto critico (Maurice Drouzy), esperto del lavoro di Dreyer e della sua vita privata, a formulare la teoria che il film sia, in realtà, un'opera intima e personale che mette in scena il rapporto conflittuale del regista con la madre adottiva (la vampira), e tra quest'ultima e la vera madre (le vittime): arrivando a concludere intenzioni ipotetiche sul desiderio di incesto.

    Come che siano in realtà le cose, il film rappresenta il primo lavoro sonoro del regista che lo ha diretto girandolo in tre lingue contemporaneamente (pur con dialoghi limitatissimi).

    Prodotto con capitali privati, forniti dal barone Nicolas de Gunzburg (che pure interpreta Allan Grey, apparendo accreditato come Julian West), il film venne girato in esterni reali facendo ricorso ad attori non professionisti, eccezion fatta per Sybille Schmitz.
  • Undying • 8/03/10 22:49
    Risorse umane - 7574 interventi
    Un film ammirevole e mai datato in grado ancora oggi di generare una buona dose di inquietudine, non fosse altro per le precedenti dichiarazioni del regista e successive interpretazioni critiche.
    Ma Wampyr ha un altro pregio, non indifferente, quello di avere segnato l'infanzia e l'immaginazione di un maestro dell'horror suggerito e implicito, Pupi Avati.

    Pupi Avati e la paura
    Dichiarazioni di Pupi Avati

    "Un evento che mi segnò molto, durante la mia infanzia, fu la visione del film Wampyr di Carl Theodor Dreyer.
    Dopo aver visto quel film ebbi la consapevolezza che il cinema era il mezzo più adatto per dare corpo e fisico alla paura, così quando iniziai la mia carriera mi ripromisi che l'obiettivo del mio cinema sarebbe stato quello di raccontare questa dimensione-altra, cioè di rendere visibili tutte quelle realtà che nella vita concreta non potresti mai vedere."

    Fonte: intervista di Paolo Fazzini, su Gli artigiani dell'orrore (pag. 140-141), edizioni Unmondoaparte
  • Undying • 4/05/12 17:36
    Risorse umane - 7574 interventi
    Un altro regista, oltre a Pupi Avati, ricorda questo piccolo gioiello del cinema.

    “Ricordo che a sette anni vidi in TV un film che mi spaventò profondamente: Vampyr di Dreyer. Quella pellicola ha toccato le mie corde più profonde che fino a quel momento non erano mai state scosse! Ero già stato coinvolto in un mondo visionario e fantastico perché avevo letto i libri di fiabe di Andersen, ma soprattutto quelli dei fratelli Grimm, ma la crudezza di Vampyr, con quel bianco e nero saltellante, con quegli sbalzi di luce… la faccia del vecchio, le immagini dell’ombra con la falce… ricordo che mi hanno spaventato molto! Naturalmente poi sono state metabolizzate e mi hanno cominciato a far sognare.”

    Michele Soavi

    Fonte:
    Gli artigiani dell’orrore (pag.213) a cura di Paolo Fazzini, edizioni Un Mondo a Parte