Discussioni su La calda pioggia d'estate - Film (1989)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/06/19 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
  • Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
  • Non male, dopotutto:
    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Buiomega71 • 15/06/19 09:47
    Consigliere - 25997 interventi
    Film indie bizzarro e parecchio curioso, spacciato (in diretta uscita home video da noi) come un erotico da bancarella usa e getta, in realtà un prodotto difficilmente incasellabile, con balzane ambizioni d'autore (Gayton dirigerà, poi, l'apocrifo terzo Hills have eyes prodotto da Craven e scritto dal figlio Jonathan, nonchè già all'attivo, come sceneggiatore, Fratelli nella notte) che, in tempi non sospetti, guarda al cinema di David Lynch (anche se Cuore selvaggio era lì da venire, penso alla catapecchia in fiamme nel deserto)

    A parte il pessimo doppiaggio nostrano (sorte infausta in cui andavano incontro gli straight to video di quegli anni), questo Warm summer rain è un bislacco e inusitato trattato sull'infelicità, sull'amore che corrode l'anima, sui ricordi (il palazzone costruito sul quel prato verde, il benzinaio), sull'unione di due solitudini borderline che si incontrano in una stamberga nel bel mezzo del deserto senza nemmeno sapere i loro nomi (Bertolucci e ultimi tanghi insegnano), una suicida mancata (bravissima e intensa la Lynch) e un novello sposo mancato in fuga dopo aver ucciso la futura mogliettina (Tubb, che a volte pare Kiefer Shuterland). Si confrontano, si amano febbrilmente e appassionatamente (notevoli i nudi di lei, ma anche di lui), si aprono l'una all'altro, con confessioni dolorose e teorizzando i massimi sistemi dell'amore e dell'attrazione, vogliono fuggire via (ma dove?) e forse, uno di loro due, e solo un millantatore, ma su una strada deserta, di notte, il fato crudele (come insegna Il postino suona sempre due volte) è in agguato...

    Incipit allucinatorio con derive lynchiane: i polsi recisi in bianco e nero, due corpi nudi che amoreggiano in un grande prato coperti dalla pioggia , il sangue virignale di lei che solca le coscie, mani che si inalzano al cielo, una bambina ha un taglietto sul dito, oppure si rotola nel grande prato, un occhio sbarrato alla Psycho che lacrima, la bambina stessa seduta in un'angolo della cucina che pare sbavare, il sangue che cola dalle vene, la corsa in ospedale, eppoi colpi di defribillatore per rianimare la ragazza, una vecchia stà morendo nell'altra stanza, amici e parenti si assicurano della salute della tentata suicida, infine la fuga nel deserto, dove si affastellano personaggi strambi e stralunati in un fetido baraccio (il prete, la vecchia indiana che vuole vendere il suo iguana imbalsamato, il jukebox, l'ex suicida ora vagabonda, e completamente ciucca, improvvisa un ballo da cerebrolesa, sciabattando con le infrandito, eppoi l'incontro fatidico con quel ragazzo che voleva, appena prima, sulla strada desertica, darle un passaggio sulla sua BMW cabrio...

    Poi muta in un kammerspiel a due, dove la coppia (scoppiata) si ritrova in una spelonca nel mezzo del nulla (con al suo interno televisori rotti e il classico teschio d'animale appeso alla parete, lo zio Toby insegna), tra spizzichi surreali (il neonato rapito), strane svolte di protesta che sfociano nel feticistico (la Lynch non si vuole più lavare, fino a puzzare e lui le ribatte che lei ha un buon odore) giochetti erotici per passare il tempo (i sinonimi, volgarissimi, da dare al pene e alla vagina), sesso, scoppi d'ira omicida (la pistola sotto il materasso), le dolenti confessioni (soprattutto di lei) e gli amorevoli giochi d'acqua tra i due.

    La bizzarria dell'operazione , però, regge fino ad un certo punto, la troppa verbosità prolissa mina il risultato, spesso noioso, a volte inconcludente, dove non si sa bene dove voglia andare a parare il suo autore.

    Magnificamente fotografato da Fernando Argüelles, resta uno strano oggetto, non ben definito, di difficile catalogazione e a suo modo originale (anche se non del tutto riuscito), con la domanda su quale tipo di pubblico potrebbe essere indirizzato un prodotto del (de)genere (chi crede di vedersi un erotico afoso e patinato sulla stregua di Zalman King-come è stato spacciato-, potrebbe correre il rischio di spegnere a metà, anche se le copule tra la Lynch e Tubb risultano quasi iperrealistiche, con i due attori spesso nudi e avvinghianti tra loro sudaticci, un pò come lo stesso effetto di intenso realismo che diedero David Carradine e Barbara Hershey nella scena d'amore di Boxcar Bertha)

    Sgangherato, confuso, pedante, con ambizioni registiche (e antinarrative) che sfiorano il ridicolo, ma anche sfrontato, ipnotico e a suo modo coraggioso.

    Facendo due supposizioni, non escludo che Darren Aronofsky se lo sia visto in passato (e lo abbia pure apprezzato)



    Bellissima la canzone "Warm Rain" sui titoli di coda.
    Ultima modifica: 16/06/19 14:12 da Buiomega71