Discussioni su Day of the dead: Bloodline - Film (2018)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/06/19 DAL BENEMERITO GESTARSH99
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  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Gestarsh99, Pumpkh75
  • Gravemente insufficiente!:
    Taxius, Enzus79, Minitina80

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Gestarsh99 • 13/06/19 18:35
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Il TRAILER di questa insolita co-produzione bulgaro-statunitense firmata da un maiorchino sembrerebbe preludere a un film fighissimo, imperdibile... ma si tratta solo di fuochi artificiali utili a celare un orrore molto più qualitativo che cinematografico.

    Al pari del precedente ""remake"" del 2008 diretto dal sequelaro Steve Miner, questo secondo tentativo di ""re-remake"" (sempre tra molte virgolette) farebbe roteare i cosiddetti anche a un monaco zen imbottito di valium. E non certo per un mero fattore di entertainment - lo show iperultrasplatter ha comunque dell'efficacia innegabile - quanto per le vergognose storpiature finto-cool e pseudo-modernizzanti attuate in sede di sceneggiatura ai danni del memorabile intreccio originale.

    Gli strutturati contrasti caratteriali, i personaggi palpabilmente veraci, l'onirica angoscia di fuga, la critica senza appello al militarismo esasperato e agli sconfinamenti immorali di certa scienza sempre più inumana vengono rasi al suolo e sostituiti senza troppe cerimonie da intercambiabili figuranti bidimensionali, straripamenti action a palla e scelte "innovative" insensate, ancor meno che sacrileghe e offensive.

    I morti vengono - non si sa se per motivi di ingiunzioni legali o altro - rinominati "rotters": marcitori, mascalzoni, a seconda che se ne dia una valenza letterale o metaforica. Ma l'affronto peggiore, quello più indigeribile e crudele riguarda l'elemento clou che da sempre caratterizza antropologicamente l'opus romeriano: Bub, personaggio tra i più positivi e moralmente fondamentali del film originario, viene qui trasformato in una specie di Joker putrefatto smanioso di adoperare la propria "umanità" solo in senso predatorio e stupratorio. Una creatura immonda buttata lì senza alcun rispetto filologico, priva cioè di tutti quei significati profondi voluti dal regista di Pittsburgh per permettere al pubblico di empatizzarci, rifletterci e soprattutto riflettercisi adeguatamente.

    I cultori del Romero migliore avran pane amaro per i loro denti.


    [Qui sotto il faccione ineffabile del novello Bub stupratore]

    Ultima modifica: 15/06/19 16:14 da Gestarsh99