Discussioni su Border - Creature di confine - Film (2018)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 12/11/22 10:34
    Consigliere - 25933 interventi
    Bizzarro lo è, surreale e affascinante pure (e certo ben poco convenzionale), una pregnante fiaba (più o meno nera) che inizia come una sottospecie di Alien Nation versione festivaliera snob, per poi prendere derive destabilizzanti e grottesche tra ferine e animalesche storie d'amore tra mostri e i crucci esistenziali sull'impossibilità di essere "normali".

    Parte benissimo (Tina metaldetector "umano"), poi c'è una disturbante svolta in un'indagine poliziesca su uno squallido giro di pedopornografia (l'appartamento perlustrato, gli insostenibili pianti della neonata abusata nel filmino videoripreso all'interno della telecamera), le straordinarie sequenze degli animali del bosco che cercano Tina (la volpe e l'alce, mentre, al contrario, i rottweiler del compagno scroccone la detestano a suon di ringhiate), Tina che si immerge nel lago in un grottesco nudo integrale dove trova il suo habitat nel bel mezzo della natura, il terrore dei fulmini, tutti tasselli che danno all'opera una dimensione suggestiva e folkloristica.

    Chi sia davvero Tina viene detto a metà film dal misterioso e ambiguo Vore (un suo simile di cui Tina ne è irrimediabilmente attratta), che mangia vermi e c'ha la vagina al posto del pene e pare che nasconda qualcosa di ben poco rassicurante (come la creaturina alla Horror baby che tiene, sigillata dal nasto adesivo, nel frigorifero).

    Da cui in poi il film raschia via la sua coltre misteriosa e favolistica e si tirano in ballo rivincite terroristiche trollesche sulla razza umana, un frettoloso pre finale sul battello che difetta di pathos e una chiusa che sconfina nei lidi del trash e del delirio weird, con il baule/cesta stile Basket Case (o, guarda caso, Lasciami entrare) che contiene una delle cose più brutte, ma sopratutto ridicole, che il fantacinema abbia mai proposto negli ultimi anni, da far poco invidiabile concorrenza a pacchianate bimbodemenziali alla Senti chi parla (mancava solo il doppiaggio di Paolo Villaggio).

    Un rapporto sessuale di ferina bestialità che nemmeno La guerra del fuoco (l'erezione in CG , francamente, si poteva evitare), dove le barriere donna/uomo vengono infrante (così come il parto notturno, e doloroso, di Vore nei boschi), fornendo, intelligentemente, una morfologia dei troll tanto realistica (probabilmente se i troll esistessero, sarebbero davvero così) quanto il film viva nella sua strampalata (ma innegabilmente maliosa) dimensione fantastica.

    Straordinario il make up, impeccabile il cast artistico e tecnico (come quasi sempre nel cinema scandinavo), fascinose location nature dal sentor dei fratelli Grimm (la casetta sperduta in mezzo ai boschi fatati), alcuni istanti di gran cinema dal sapor nordico, immagini brutali (la neonata pesta) e slanci di pura poesia visiva (Vore e Tina che corrono nudi nel bosco e fanno il bagno nel lago sotto la pioggia). Ma è difficile levarsi la patina della solita metafora sull'integrazione, che rischia fortemente di banalizzare un pò il tutto.

    Sicuramente qualcosa di completamente diverso, ma con riserve.
    Ultima modifica: 12/11/22 13:54 da Buiomega71