Discussioni su La favorita - Film (2018)

DISCUSSIONE GENERALE

8 post
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  • Bubobubo • 25/01/19 11:42
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Inauguro la discussione, approfittandone anche per spiegare perché ho deciso di inserire il film con qualche giorno di anticipo sull'uscita nelle sale italiane.
    Non so come sia stato reso il doppiaggio, ma questo, anche più degli altri, è un Lanthimos che va rigorosamente visto (almeno una volta) in lingua originale. Non è una questione di mero apprezzamento estetico (anche se ascoltare la Weisz e la Colman con le loro voci è sempre fantastico): v'è dietro una ragione più sottile e simbolica che sta alla base della costruzione stessa dei dialoghi, di quello che vogliono significare oltre la tessitura verbale.
    Il linguaggio è da sempre tema centrale nell'esplorazione artistica di Lanthimos, e qui viene indagato giocando sul filo dell'ucronia: in bocca alla regina e ai membri della corte viene messo uno slang dialettale crudo e volgare che sembra uscito da qualche periferia londinese degli anni '70. È un effetto dissociativo assoluto, a livello cronologico prima ancora che di mancata corrispondenza personaggio-funzione: certe cose questi personaggi non avrebbero storicamente potuto dirle (per quanto ne sappiamo la lingua del tempo non aveva ancora sviluppato certi fraseologismi, specie quelli che si riferiscono alla sfera sessuale).
    Ripeto, non so come i doppiatori abbiano reso questo livello (se mai l'hanno reso), ma la v.o. è particolarmente preziosa anche per questo aspetto.
  • Noncha17 • 25/01/19 12:00
    Magazziniere - 1068 interventi
    Quindi non l'hai visto in sala?! :)

    Oppure sì..?


    La penso anch'io così: sul linguaggio "moderno".

    Il "cazzo, cazzo, cazzo" ripetuto più volte da Emma Stone è proprio attuale! E, anche alcune espressioni come "scopare" (dette in quel modo) non penso provengano proprio dal periodo..

    C'è anche da dire, però, che è meglio così..altrimenti sarebbe stato il solito film "aristocratico" in costume!



    Io, però, come Note avrei messo che il film narra della regina Anna..oppure ci possono stare anche i premi?


    Ah, il titolo originale > The Favourite
  • Bubobubo • 25/01/19 12:38
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Noncha17 ebbe a dire:
    Quindi non l'hai visto in sala?! :)

    Oppure sì..?


    La penso anch'io così: sul linguaggio "moderno".

    Il "cazzo, cazzo, cazzo" ripetuto più volte da Emma Stone è proprio attuale! E, anche alcune espressioni come "scopare" (dette in quel modo) non penso provengano proprio dal periodo..

    C'è anche da dire, però, che è meglio così..altrimenti sarebbe stato il solito film "aristocratico" in costume!



    Io, però, come Note avrei messo che il film narra della regina Anna..oppure ci possono stare anche i premi?


    Ah, il titolo originale > The Favourite


    No, non l'ho visto in sala.
    Oltre alle interiezioni, un esempio concreto di quello che intendevo dire è rappresentato da questa battuta di Sarah-Weisz a colloquio con Godolphin e Harley (citando le parole della regina): "That Harley is a fop and a prat and smells like a ninety six year old French whore’s vajuju".
    Quando l'ho sentito non credevo alle mie orecchie :D
  • Noncha17 • 25/01/19 14:00
    Magazziniere - 1068 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    Noncha17 ebbe a dire:
    Quindi non l'hai visto in sala?! :)

    Oppure sì..?


    No, non l'ho visto in sala.



    Eh, ti sei perso la sensazione di stare nei corridoi con quei "rumori". ;)



    Bubobubo ebbe a dire:
    Oltre alle interiezioni, un esempio concreto di quello che intendevo dire è rappresentato da questa battuta di Sarah-Weisz a colloquio con Godolphin e Harley (citando le parole della regina): "That Harley is a fop and a prat and smells like a ninety six year old French whore’s vajuju".
    Quando l'ho sentito non credevo alle mie orecchie :D


    Anch'io in alcuni momenti mi guardavo attorno (il pubblico in questione aveva una certa età!) per vedere le reazioni.. :)


    Ho sentito dire, però, che questo è il primo film "non suo" (di Lanthimos). Nel senso che, la sceneggiatura è opera di altri!



    P.S.: Ma come mai hai messo un cast così nutrito?
  • Bubobubo • 25/01/19 15:21
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Noncha17 ebbe a dire:
    Bubobubo ebbe a dire:
    Noncha17 ebbe a dire:
    Quindi non l'hai visto in sala?! :)

    Oppure sì..?


    No, non l'ho visto in sala.



    Eh, ti sei perso la sensazione di stare nei corridoi con quei "rumori". ;)



    Bubobubo ebbe a dire:
    Oltre alle interiezioni, un esempio concreto di quello che intendevo dire è rappresentato da questa battuta di Sarah-Weisz a colloquio con Godolphin e Harley (citando le parole della regina): "That Harley is a fop and a prat and smells like a ninety six year old French whore’s vajuju".
    Quando l'ho sentito non credevo alle mie orecchie :D


    Anch'io in alcuni momenti mi guardavo attorno (il pubblico in questione aveva una certa età!) per vedere le reazioni.. :)


    Ho sentito dire, però, che questo è il primo film "non suo" (di Lanthimos). Nel senso che, la sceneggiatura è opera di altri!



    P.S.: Ma come mai hai messo un cast così nutrito?


    IMDB segnava questi. Molti non sono accreditati.
  • Noncha17 • 28/01/19 16:00
    Magazziniere - 1068 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    Noncha17 ebbe a dire:

    P.S.: Ma come mai hai messo un cast così nutrito?


    IMDB segnava questi. Molti non sono accreditati.


    Eh, lo so..ma lì son stati messi in ordine di apparizione! :)

    In più, oltre alle tre protagoniste, io ho contato solo 4 comprimari. E, solo il doppio del totale avranno "proferito" parola!


    Poi sarebbe un film biografico sulla regina Anna. Ma, questo è un altro discorso ancora.. ;)
  • Raremirko • 5/01/21 20:45
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Sorta di "svecchiamento", di ammodernamento, del dramma in costume ambientato nel passato, con dialoghi vivaci ed il solito sesso gratuito alla Lanthimos.

    Ottime attrici, ottimo aspetto tecnico; bene la Colman, anche se un pò esagerato darle l'Oscar.

    Il solito grande film di Lanthimos, qui perlopiù al femminile.
  • Buiomega71 • 20/11/21 10:27
    Consigliere - 25998 interventi
    La soavità della volgarità che lorda la sontuosa messa in scena kubrickiana è celestiale musica profanatoria, che fa del gioiello lanthimosiano un grottesco e perfido "relazioni pericolose" in salsa muliebre, di cui, almeno nei dialoghi, il Divin Marchese si sarebbe crogiolato.

    Prima di lui solo il Greenaway dei giardini di Compton House (svecchiando la muffa sui parrucconi) era arrivato a contanta grazia scellerata.

    Lanthimos si autocita (la mosca cieca iniziale che coinvolge Sarah davanti al plastico shininghiano, la masturbazione fatta controvoglia e "forzata" vengono dal Sacrificio del cervo sacro, così come "l'intruso" che entra subdolo e in punta di piedi, mellifluo e falsamente accomodante, in realtà angelo della morte che scardina e distrugge gli equilibri e la serenità, portando il caos), e riempie la pazzia della regina Anna (che, in fase di crisi isterica, delira e impazza, urlando e disperandosi, come la Adjiani di Possession) non solo degli intrighi di corte, ma soprattutto di letame, vomito, sperma, grassocci sgadevolmente nudi, ravananate e amplessi lesbo, piccioni fatti esplodere a fucilate, sangue che schizza sui volti, volti sfregiati e nascosti sotto una benda, volti sporchi di letame, bocche impiastricciate di vomito, bordelli sozzi e puttane tanto salvatrici quanto ricattatorie, fornicazioni nel bosco, bistecche sulla gotta, la mano di Abigail ustionata dalla soda caustica, onanismi sfacciati sulla carrozza, ictus, coniglietti pressati sotto il tacco e una chiusa finale emblematica che lascia sgomenti per la rabbia e l'umiliazione che infonde (la testa pressata, lo sguardo di disprezzo della regina, la torma di conigli).

    Al di là della ricostruzione storica che mozza il fiato, della cura maniacale dedicata a costumi e scenografie, dell'apparato tecnico che sfiora la perfezione, dei grandangoli "franchiani" che Lanthimos sperimenta per dare la dimensione di un incubo, delle rivalità e delle pianificazioni uterine per aggraziarsi i favori della regina (anche a letto), quello che centra il bersaglio e la cattiveria, la malignità, la meschinità, la spietatezza e la crudeltà con cui Abigail cerca, in tutti i modi, di prendere il posto di Sarah (anche lei pervasa dalla luce fosca dei propri interessi, ma decisamente più sincera e con un codice d'onore comunque rispettabile), arrivando a autoinfliggersi lesioni (il libro sbatutto più volte sulla testa tanto da farsi uscire il sangue dal naso) e adulando falsamente la regina (quando Sarah, più schietta, non ha problemi a definirla un "tasso").

    Il turpiloquio infonde ludibrio, di meno le vergate in cucina, Abigail arriva a corte non prima che un cafone villano se lo meni davanti a lei e cada nel letame (portandosi la puzza addosso), l'unguento che cura la gotta come la pozione delle streghe (di fatto Abigail un pò strega lo è), la pantomima del ballo a corte e il lungo primo piano sul volto corrucciato della regina, le esplosioni di passioni saffiche (scopami) con Abigail spettatrice a sopresa che userà le tendenze della regina a suo favore, il tè avvelenato, la rovinosa caduta da cavallo, il ritorno di Sarah a palazzo come L'avventuriera perversa vendicatrice

    Gli uomini ridotti a cicisbei smidollati e pettegoli (tra un ruffiano che assomiglia a Tom Cruise e un imbecille preso per il naso-e per le palle- da Abigail con le fattezze di Heath Ledger) o a valletti costantemente maltrattati, tutti agghindati con ridicole e faraoniche parrucche e chili di trucco che li rendono più pagliacci di quello che effettivamente sono.

    Lanthimos e il suo cinema rigoroso, tagliente come una lama di rasoio, pervaso da stoccate di rara malignità, che non ha perso un grammo della sua poetica stordente e feroce (anche se La favorita, rispetto al cervo sacro, pare, in superficie, più "lineare" e classico) che salta fuori nelle pianificazioni dell' "angelo sterminatore" di Abigail e in quel finale con dissolvenza incrociata (nell'odio negli occhi della regia, nella rassegnazione in quelli di Abigail, in quella mano che preme sulla testa ) che difficilmente si potrà scordare.

    Lanthimos è forse l'unico che si è accostato ai Misteri del giardino di Compton House, sfrondando tutto il vecchiume, le regole scritte e la prolissità di questo genere di film (si provi a confrontarlo con il lezioso La pazzia di Re Giorgio, per dire) sfiorando il quasi capolavoro.

    Le tre straordinarie attrici , poi , fanno il resto.

    E grazie a dio (visto il tipo di opera) una durata cristiana e abbordabile (1h, 59m e 27s), che non sbraca nelle temute e poco incoraggianti 2 ore e 48 minuti e tempistica strabordante in generale.

    Mi piace come mi mette la lingua dentro 


    Ultima modifica: 20/11/21 19:13 da Buiomega71