Buiomega71 • 12/01/19 09:46
Consigliere - 25934 interventi FALSI D'AUTORE-Perduti e ritrovati
Cinema sperimentale quello di Jon Jost, sberleffo ermetico e antinarrativo al genere hollywoodiano per eccellenza: il noir.
Interventi sulla pellicola, frasi (o solo lettere) che appaiono in sovraimpressione, giochi di colore , immagini statiche , finte interviste, estenuanti provini di un (im)possibile remake del
Trionfo della volontà, simboli sparsi quà e là (Anton Lavey?), metacinema (Jost che grida "azione" fuori campo mentre gira la sequenza delittuosa nella piscina, il finale surreale
io esco dal film), macchina a amano, T-rex in stop motion che sovrastano il mondo, il logorroico detective privato , la luce naturale, il continuo rimpiattino tra realtà e finzione.
Prendere il Godard più astratto e anarchico e ficcarlo in quel della città degli angeli, in due righe questo è
Angel city
Ipnotico e seducente nella sua astrusità indipendente, dove Jost (spesso) stacca e dalla "trama" gialla per ritrarre Los Angeles (mai così vera, mai così realistica, mai così alienata, le si avvicina il Wim Wenders dello
Stato delle cose) ripresa staticamente dall'alto con un'elicottero, oppure viaggiando ininterrottamente sulle sue infinite highway, con pezzi di musica country continuamente interrotta da statistiche sulla città (gran pezzo di cinema, dove sembra di essere nell'abitacolo dell'auto insieme alla MDP di Jost), in un sentimento di odio/amore che il regista sembra avere per la grande città tentatrice (la mecca del cinema in primis)
Assumendo, quindi, i tratti di un allucinato documentario su Los Angeles, per poi ritornare a indagare sull'assassinio di Gloria (moglie di un potentissimo imprenditore della Hollywood che conta), ma a Jost frega poco o nulla.
Il corpo di Gloria che giace (con chiazza di sangue) a bordo piscina, a casa della sensualissima Bunny, le grottesche e lynchiane (ma prima di Lynch) labbra in primo piano spalmate di rossetto , mentre una voce fuori campo pubblicizza l'uscita imminente di
Stupro di Lamont Johnson con le sorelle Hemingway
Personalissimo Jost, quasi inintelligibile, ma nello stesso tempo vitale e magnetico
Come se
Chinatown fosse girato dal Suzuki di
Pistol Opera (vedere il delirante confronto finale tra il detective e l'imprenditore)
Lo sperimentalismo cinematografico di Jost apre la mente, ma assolutamente (e quì è il caso di rimarcarlo) non per tutti i gusti (anzi, per pochi oserei dire e assolutamente sconsigliato a chi ama il cinema "tradizionale" ovviamente)
La breve durata poi (poco più di un ora) è valore aggiunto.
Stimolante e a suo modo genialoide il buon Jost (che dirige, scrive, monta, produce con un budget miserissimo e fotografa)
Tipico film ghezziano da
Fuori orario, ma se si entra nel gioco e nell'ottica autoriale di Jost (e se si ama Los Angeles, soprattutto) potrebbe rivelarsi una piacevole (quanto straniante ) esperienza.
Buiomega71