Discussioni su Burning - L'amore brucia - Film (2018)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Cinecologo • 16/01/19 16:37
    Galoppino - 30 interventi
    Ad una prima visione, ammetto, non mi aveva convinto, l'avevo percepita come un'opera incompiuta: molto tesa e ben realizzata la prima parte, per poi perdersi in un loop (quello della seconda parte) che mi era sembrato inaridirsi di idee. Nei giorni successivi, però, mi rendevo conto che qualcosa, di cui evidentemente non avevo piena consapevolezza, era stato seminato: il film continuava a richiamarmi a sé. Sentivo che qualcosa (o molto) mi era sfuggito e che avrei dovuto riprenderlo per dargli la possibilità di una seconda visione, più attenta. Non ricordo un'altra circostanza in cui un film giudicato negativamente abbia dimostrato una tale perseveranza nel "non mollare la presa"... Alla fine il mio giudizio è cambiato considerevolmente, ma la cosa che più mi interessa rilevare è il peso che SEDUZIONE e SFUGGEVOLEZZA hanno in quest'opera: sono chiaramente i tratti che caratterizzano il film sul piano estetico e dei contenuti - in particolare la figura di Ben, che informa di sé le fondamenta filosofiche di Burning; al contempo, questi due aspetti sono i moventi che il regista riesce, magistralmente, a far esperire allo spettatore. Ciò che massimamente affascina, in Burning, è proprio ciò che eccede: il non mostrato, il non detto. Insomma, Chang-dong ha realizzato un signor film, per quanto mi riguarda il migliore visto nel 2018
  • Daniela • 17/03/19 11:50
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    x Cinecologo

    concordo con la tua analisi: ciò che affascina è proprio il non mostrato e il non detto.
    Ma affascina dopo aver frustrato lo spettatore in quel che definisci giustamente un "loop" narrativo, in cui ci si perde fra piste illusorie ed incontri inconcludenti (emblematico quello del protagonista con la madre che aveva abbandonato la famiglia quando lui era bambino) per cui comprendo che il film possa non essere apprezzato in prima battuta.

    Io ero partita in un certo senso "prevenuta": avendo visto tutti i film precedenti di questo regista poco prolifico (sei film nell'arco di vent'anni, otto anni fra il precedente Poetry e questo Burning), mi aspettavo una botta di tristezza e disperazione. Eppure, è riuscito ugualmente a mettermi a disagio - disagio persistente anche dopo il bellissimo finale in cui finalmente, dopo tante illazioni forse fallaci (era l'orologio della ragazza quello visto al polso dell'altra?) e piste presumibilmente false (le serre incendiate), succede un fatto che dovrebbe mettere un punto alla narrazione.
    Invece quel punto non è un punto fermo, per quanto tragicamente irrimediabile, ma un punto interrogativo che lascia in chi lo vede la sensazione di aver perduto un passaggio, non compreso un'allusione.
  • Cinecologo • 18/03/19 23:03
    Galoppino - 30 interventi
    Sì, unica cosa che non abbiamo detto è che quell'inafferrabilità che il regista fa esperire per tutto il film è chiaramente espressione della impalpabilità, impersonalità, direi quasi ineffabilità del "nemico". Il film direi riflette centralmente proprio su questo: il sentimento di disagio profondo (che tu effettivamente ai colto) che, in particolare le nuove generazioni, vivono in relazione al presente nel loro processo di formazione identitaria: avvertono una minaccia ovunque diffusa ma per quanto si sforzino di anticiparne le mosse (il loop delle serre) sentono che è uno sforzo vano
  • Digital • 20/09/19 11:39
    Portaborse - 3990 interventi
    Al cinema da ieri col titolo Burning - L'amore brucia.