Discussioni su Danse macabre - Film (2017)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/04/18 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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  • Non male, dopotutto:
    Buiomega71
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Cotola
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Piero68, Enzus79

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 24/04/18 10:48
    Consigliere - 25998 interventi
    In realtà credevo di assistere a qualcosa di semi-amatoriale (sbagliando a non dare fiducia alle nuove leve dell'horror italico), invece sono stato piacevolmente sorpreso dalla professionalità di Brizi, che si eleva a nuova promessa della rinascita della paura all'italiana

    Omaggiando la nostra gloriosa epoca del gotico (quasi gemellare a Imago Mortis), con una Genova misteriosa e arcana sullo sfondo, Brizi sfrutta tutti i clichè dell'horror, andando a lambire i lidi della ghost story, del possession movie, dei film maledetti alla Cigarette Burns, di visioni di morte alla Sinister, degli ospedali psichiatrici abbandonati con sinistre presenze fantasmatiche shininghiane, alle crocifissioni dei preti come In Quella notte in casa Coogan e echeggiando i thriller italici (il Bido di Solamente nero, all'assassino che dopo il crudele delitto si accende una sigaretta come in Tulpa, fino alle prose maledette fulciane sui libri di Eibon), agli squarci barkeriani incubotici/onirici (la "macellaia" bendata, sull'altare a tagliuzzarsi con il rasoio mentre icone sacre lacrimano sangue, cavandosi i denti a martellate), nonchè gordiani/lovercraftiani (la mostruosa suora alla Dagon) , alle presenze spettrali che avvisano la protagonista sul pericolo incombente (attrici del muto che appaiono sullo schermo del PC come Tall Man compariva "live" nelle fotografie in Fantasmi o sanguinanti dalla bocca che invocano aiuto dal Sesto senso in sù), a apparizioni cadaveriche di ballerini che sembrano usciti dall'Overlook Hotel, o da un incubo lynchiano, a prostitute mortifere che emottono risatine isteriche con classica bambola rotta in mano, fino al regista dannato con la faccia sfigurata dalle fiamme che sembra l'Everett McGill di Iguana

    Brizi sciorina trent'anni di horror e mette un pò troppa carne al fuoco, rischiando più di una volta il senso di stantia derivazione (che inciampa narrativamente quando tira in ballo possessioni demoniache, tra chiodi della crocifissione cristologica vomitati e tentati esorcismi)

    Nella non troppo breve durata Brizi si fà prendere la mano (vedi anche il lungo incubo barkeriano della Zapponi), tra flashback che richiamano altri flasback, fino alla classica perlustrazione del luogo "maledetto"

    Ma il giovane (e ben promettente) regista genovese ha talento e dopo l'oscuro e feroce prologo notturno virato seppia del 1968, con la ragazza disinibita massacrata a coltellate , arriva il crudele finale che regala un pezzo di sadica raffinatezza e puro male esoterico nello snuff d'epoca, dove la morte al lavoro ha gli acri sapori di un Salò

    Il dannato film girato nell'epoca del muto (scandito da capitoli come i gironi dell'opera pasoliniana) mostra torture e morte, impiccagioni di attrici, pestaggi di candide fanciulle, volti devastati da preistorici artigli krugeriani, cera colata versata sadicamente sulla bocca, rasoi bunueliani che recidono tenere carni femminili, in una cerimonia di morte e agonia sentenziata da un regista pazzo (gran sacerdote di sofferenze in grotteschi abiti papali/antonlaeyiani) con l'ambizione demoniaca di uccidere i suoi attori davanti alla macchina da presa, cossichè le loro anime restino imprigionate per sempre nel film, questo è Danse macabre, l'opera più estrema dopo La fin absolue du monde, in una danza straziante di sangue e perversione che continua anche sui titoli di coda, con il ronzio del proiettore, la musichetta da film muto e la lobby barilliana che ne custodisce il terrificante segreto.

    La chiusa agghiacciante eleva Brizi a cantore della new horror italica, per ricercatezza estetica e la follia del piacere della morte in diretta.

    Da segnalare Julia Ivaldi, ambigua e inquietante "mater" custode di indicibili ignomie

    Le ambizioni briziane sono alte, non tutto fila via liscio, ma l'angoscia, l'odore acre di mortifero e infernale tiene discretamente botta

    Musica un pò invasiva, gore con il contagocce, ma innegabile passione per il genere e una nuova speranza per la rinascita del cinema di genere italiano.
    Ultima modifica: 24/04/18 15:38 da Buiomega71