Buiomega71 • 2/02/19 10:00
Consigliere - 25934 interventi Cinema di pancia, cinema distruttivo, cinema che colpisce come un maglio là, dove fa più male
Già dalla primissima immagine che invade lo schermo (un'operazione a cuore aperto) si viene invasi (e proiettati) in una dimensione disturbante, che , mano a mano, avvinghia e non molla più la presa, fino a quel finale agghiacciante e lancinante del grottesco e orrorifico (home invasion all'interno, home invasion che si gioca tutto in famiglia) "girotondo ambararabàciccicoccò".
Con una regia chirurgica raggelante e che sfiora la perfezione kubrickiana, il regista greco parte dall'assunto del fantastico che irrompe tragicamente nel quotidiano (mi sono venuti in mente alcuni racconti di Bradbury e Matheson e parecchie cosuccie del sior Bunuel, soprattutto
Il fantasma della libertà e
Il fascino discreto della borghesia e anche qualcosa di
Birth - Io sono Sean e
Stoker), scardinando le sicurezze dall'interno, invadendo la famiglia felice e perfetta (forse anche troppo) con la punizione divina, dettata da un ragazzino con la faccia strana che è la quintessenza dell'angelo vendicatore (ributtante quando mangia gli spaghetti davanti alla Kidman).
Lanthimos prende il "malattia movie", lo mischia al thriller delle "famiglie minacciate" e al "revenge movie", sfociando nell'horror surreale che non deve dare nessuna spiegazione, perchè il male fa il suo gioco, in una dimensione allucinata e terribilmente in linea parallela con la nostra (come, appunto, in Bunuel) dove la legge del contrapasso e della vendetta trasversale non da scampo e non fa sconti, se non con un sacrificio terrificante, che mette a dura prova le emozioni.
Ragazzini che strisciano (anche a sangue sulle ginocchia, in mezzo al vialetto) come se fossero i grotteschi freak browninghiani (vedere stè ragazzino e questa ragazza strisciare sul pavimento è stato, per me, sconcertante), lacrime di sangue fulciane (o come nel
Messia del diavolo) che paventano l'arrivo della morte, segregati , picchiati e legati nello scantinato come modello al Sordi dei borghesi piccoli piccoli vendicativi monicelliani, addentando a sangue il braccio, la Kidman che bacia i piedi di Martin legato alla sedia, come se fosse una specie di divinità, il racconto di Farrell che masturbò suo padre dormiente, le passioni necrofile di Farrell (sua moglie deve fingere di essere sotto anestesia per i suoi "vizietti" sessuali, una Kidman, poi, che non teme di mostrare le sue nudità), la vogliosa madre di Martin che adora le mani perfette del chirurgo che non riuscì a salvare suo marito, prendendole in bocca il pollice simulando una fellatio. Tutti tasselli di un mosaico perverso e crudele, di questa tragedia greca a tratti insostenibile (il piccolo Bob dai medici non poteva non farmi venire alla mente Regan tra Tac e risonanze, la stanza dei ragazzi trasformata in una saletta ospedaliera, le liti tra la Kidman e Farrell, la laida sequenza del lavoro di mano della Kidman sull'amico anestesista del marito
Cosa mi dai in cambio?), nello squallore di un parcheggio, la figlia che implora i genitori di ucciderla, con una devozione che sfiora la follia, Farrell che chiede al preside della scuola quale dei suoi due figli preferisce)
Alle "uccisioni" in sala operatoria non ci si vendica più con le sette piaghe d'Egitto o rapendo chirurghi per farle assaporare "il miele del diavolo", ma si imbastisce la "giustizia divina" di dei crudeli e silenti, dell'immolazione di chi più amiamo, che tutto fagocita e divora.
Cinema estremo (ma nel senso più autentico della parola), dolorosissimo, glaciale e ferocissimo, che non da scampo.
Una diversa rappresentazione della vendetta, subdola, spietata, non poco inquietante, sgradevole che afferra con lentezza, per poi esplodere in tutta la sua furia delirante quasi apocalittica (il finale in coda, tra ralenti e giochi di sguardi, suggella il potere del male in maniera quasi incubotica)
Il teorema lanthimosiano è tanto freddo e millimetrico, quando sconvolgente e devastante
E Raffey Cassidy che gorgheggia
Burn, appoggiata ad un albero quasi antropomorfo che sembra una sua innaturale estensione, non si scorda più.
Grande esempio di cinema.
Martin, apri la porta o la butto giù, e mi scopo te e tua madre proprio come volevi tu!
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 25/11/18
Cotola, Maurizio98
Daniela, Xamini, Noncha17, Mr.jimvega, Pinhead80, Thedude94, Enzus79
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Matalo!