Discussioni su It (capitolo primo) - Film (2017)

DISCUSSIONE GENERALE

32 post
  • Zender • 30/10/17 07:28
    Capo scrivano - 47783 interventi
    In effetti hai ragione, almeno lo riusciamo a rintracciare con la ricerca, così.
  • Brainiac • 1/11/17 14:16
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    In molti commenti (qui come sulla stampa specializzata) leggo che questo IT sarebbe ispirato alla moda degli 80's rintuzzata da Stranger things e affini. A riguardo ho un paio di cose da dire. Primo: a mio modesto avviso il revival Anni Ottanta è già ammuffito da almeno un paio di lustri. Le colonne sonore imbevute di moog, le bmx e tutti gli ammennicoli di modernariato nel 2017 mi sembrano davvero fuori tempo massimo per raccogliere cosi tanto entusiasmo (ovviamente non mi riferisco ai vostri commenti che prendevano giustamente atto di una delle direzioni -in questo caso revivalistica- intraprese dal cinema moderno, quanto al tripudio di pollici alzati in ambito web). Non confondiamo poi il fatto che uno dei ragazzini di IT reciti proprio in ST perchè quella è una furbizia della produzione che mira ad accaparrarsi determinati target. Secondo: mi si chiude lo stomaco a sentire che un romanzo di "Stephenone" nella sua traduzione debba ispirarsi ad una serie netflix soprattutto se quest'ultima è una rimasticatura (per me odiosamente ruffiana... si era capito?) di Stand by me (King/ Reiner), Goonies, L'incendiaria (King/ Lester) e mille altri prodotti 80's che al buon King possono al massimo lustrare le scarpe. Non che questo Muschietti mi etusiasmi come regista, sia chiaro, ma penso che l'adattamento del racconto agli Anni Ottanta sia più una sua esigenza d'immedesimazione (è un classe '73) che non un omaggio a Stranger things. Puà sembrare un gioco di parole ma qui rischiamo di arrivare al paradosso: è Stranger things ad essere imbevuto di Stephen King e non il contrario!
    Ultima modifica: 1/11/17 14:26 da Brainiac
  • Herrkinski • 1/11/17 16:34
    Consigliere avanzato - 2631 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    In molti commenti (qui come sulla stampa specializzata) leggo che questo IT sarebbe ispirato alla moda degli 80's rintuzzata da Stranger things e affini. A riguardo ho un paio di cose da dire. Primo: a mio modesto avviso il revival Anni Ottanta è già ammuffito da almeno un paio di lustri. Le colonne sonore imbevute di moog, le bmx e tutti gli ammennicoli di modernariato nel 2017 mi sembrano davvero fuori tempo massimo per raccogliere cosi tanto entusiasmo (ovviamente non mi riferisco ai vostri commenti che prendevano giustamente atto di una delle direzioni -in questo caso revivalistica- intraprese dal cinema moderno, quanto al tripudio di pollici alzati in ambito web). Non confondiamo poi il fatto che uno dei ragazzini di IT reciti proprio in ST perchè quella è una furbizia della produzione che mira ad accaparrarsi determinati target. Secondo: mi si chiude lo stomaco a sentire che un romanzo di "Stephenone" nella sua traduzione debba ispirarsi ad una serie netflix soprattutto se quest'ultima è una rimasticatura (per me odiosamente ruffiana... si era capito?) di Stand by me (King/ Reiner), Goonies, L'incendiaria (King/ Lester) e mille altri prodotti 80's che al buon King possono al massimo lustrare le scarpe. Non che questo Muschietti mi etusiasmi come regista, sia chiaro, ma penso che l'adattamento del racconto agli Anni Ottanta sia più una sua esigenza d'immedesimazione (è un classe '73) che non un omaggio a Stranger things. Puà sembrare un gioco di parole ma qui rischiamo di arrivare al paradosso: è Stranger things ad essere imbevuto di Stephen King e non il contrario!
    D'accordo su tutta la linea e credo che dal mio commento si capisca, però è altresì vero che gli stessi Duffer Bothers si erano offerti di girarlo e al rifiuto della produzione si sono presi la rivincita girando Stranger things, che come tu dici è imbevuto di kingaggine in ogni spigolo. Penso che la volontà di avvicinarsi alla serie, visto il successo, alla fine abbia influito sul risultato, così come l'ovvia scelta commerciale di Wolfhard, che acuisce la sensazione. Sul revival ottantiano, è in atto da tempo (si pensi a Scream e similia) ma penso che per le generazioni di millenials (magari anche un po' hipster/fake nerd) sia una cosa affascinante, "nuova" e "hip" e quindi riscuota gran successo, tanto che negli ultimi 4-5 anni i film e le serie di chiara ispirazione e matrice '80s si stanno moltiplicando. D'altro canto per molti versi gli '80 sono stati un periodo fantastico in cui essere bambini e adolescenti quindi chi non li ha vissuti probabilmente li mitizza, mentre chi li ha vissuti li rivive comunque con una certa nostalgia, almeno a giudicare dal successo globale.
  • Daniela • 1/11/17 16:38
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    qui rischiamo di arrivare al paradosso: è Stranger things ad essere imbevuto di Stephen King e non il contrario!

    Hai certo ragione Brainiac: anche se non si rifà ad testo specifico, la serie è piena zeppa di suggestioni kinghiane, con IT in primo piano.

    Però è anche poco contestabile che proprio nel solco del successo internazionale della serie (che si sta rinnovando alla seconda stagione, di imminente uscita anche in Italia) si inserisce l'idea di proporre una nuova trasposizione del romanzo di King, dopo quella poco riuscita del 1990, tanto è vero che all'inizio i rumors indicavano come possibili registi proprio quelli di Stranger Things.
    Insomma, è un circolo in cui il testo di King serve da ispirazione ma viene a sua volta rilanciato.

    Quanto poi alla forma, le similitudini fra IT nuova versione e Strange Things non si limitano a alla presenza di Finn Wolfhard, ma sono anche di natura estetica, sia pure con le differenze legate al diverso target (le dosi di horror nella serie sono attenuate rispetto a quelle in IT) ma questo ovviamente è un parere personale opinabile.
  • Daniela • 1/11/17 16:40
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    mi sono accorta di aver quasi replicato i contenuti del post di Herrkinski, mi scuso ma si è trattato di un plagio involontario, in quanto abbiamo scritto quasi in contemporanea, ma lui mi ha battuto sul tempo ;o)
  • Herrkinski • 1/11/17 16:41
    Consigliere avanzato - 2631 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    mi sono accorta di aver quasi replicato i contenuti del post di Herrkinski, mi scuso ma si è trattato di un plagio involontario, in quanto abbiamo scritto quasi in contemporanea, ma lui mi ha battuto sul tempo ;o)
    Haha no problem ;-)
  • Brainiac • 1/11/17 18:09
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Avete centrato la questione e vi ringrazio per le risposte: Daniela parla del "solco del successo internazionale" e ci siamo, ma credo che il progetto IT capitolo I sia nato parecchi anni prima del baillame ST, e che molto probabilmente la produzione non si sia lasciata scappare l'occasione di rosicchiare il nuovo target stimolato dal canale tematico (quindi andiamo di news sui Duffer in cabina di regia e via ancora di casting ad hoc). Ció che mi preme far notare (non a voi Davinottinians, sia chiaro, che avete il pelo orrorifico sullo stomaco ben più spesso del mio... bleah, che metafora!) è che stiamo sempre parlando di una traposizione di un romanzo di 1200 pagine di un tale signore del Maine, colui il quale queste atmosfere nostalgico-nerdistiche (insieme a Spielberg) ha creato, dato il biberon, coccolato e fatto crescere quando ancora essere Nerd non era cool come in Big bang theory o per l'appunto in ST. Stranger things è un frullato innocuo di tutto quanto quegli anni hanno prodotto, e al massimo ci si può agganciare al suo successo ma mai riprodurne le atmosfere (perchè secondo me le atmosfere di ST -semplicemente non sono le sue- ma il rimando ossequioso a qualcos'altro). Io non ci vedo la reinterpretazione che ad esempio un Tarantino da ai suoi riferimenti. E' il gruppo dei ragazzetti di Stranger ad essere una copia sbiadita dei Perdenti, insomma, e tra l'altro il noe-vintage Ottantesco è vivo e lotta con noi dai fake-trailer di Death proof, i moog come ost da Hobo with a shotgun e Cold in july. In conculsione in my humblissima opinion i Duffer bros si sono inventati davvero troppo poco per avere tutte queste coccarde e citazioni nelle recensioni dei derivati di King.
    Ultima modifica: 1/11/17 18:18 da Brainiac
  • Herrkinski • 2/11/17 03:15
    Consigliere avanzato - 2631 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    In conculsione in my humblissima opinion i Duffer bros si sono inventati davvero troppo poco per avere tutte queste coccarde e citazioni nelle recensioni dei derivati di King.
    Su questo non c'è dubbio, per Stranger Things (di cui comunque sto guardando or ora la seconda stagione) la sopravvalutazione è davvero esagerata, per quanto la serie sia gradevole, ma onde evitare di andare OT ne parlerò a breve nella discussione apposita.
  • Fabbiu • 4/08/18 13:48
    Archivista in seconda - 652 interventi
    Commento con molto ritardo le vostre considerazioni sul tema Stranger Things-It, avendo appena finito di vedere IT.
    Infatti, devo ammettere che anche io, proprio mentre lo vedevo, pensavo più volte: "Proprio come S.T." e non solo per un bambino (Richie) che oltre ad essere un attore di S.T. è praticamente identico anche nell'aspetto.
    Tali Analogie però le ho riscontrate, non tanto nella ricostruzione delle atmosfere anni 80, quanto in realtà, nella constatazione di questa tendenza prettamente HIPSTER e forzatissima di basarsi su elementi del tutto fuori luogo ed in ciò, sicuramente S.T. si prende il merito di aver fatto, se non altro, d'apri pista.
    Esempi per capirci.
    Le t-shirt di molti ragazzini del film, negli anni 80 probabilmente non sarebbero nemmeno esistite ma fanno parte di uno stile moderno e per nostalgici di omaggiare esteticamente gli anni 80.
    Altro esempio, i "Bulli".
    In un film degli anni 80, i bulli erano bulli; in IT i Bulli sono stereotipi dell'immaginario del bullo anni 80, anche nel modo di camminare odioso.
    In ultimo ho trovato decisamente ridicolo e patetico, l'utilizzo del pezzo dei The Cure, "six different ways" durante la scena della pulizia del bagno, che sembrava essere suggerita da una esigenza del tipo: "qui mettici una canzone degli anni 80", del tutto random, ancor più per il fatto che viene adoperata per una sequenza di tipo 8 secondi che a quel punto potevano mettere una musica qualsiasi, magari anche solo strumentale, piuttosto che fare i fighetti.
    Ultima modifica: 4/08/18 17:32 da Fabbiu
  • Redeyes • 10/07/19 11:34
    Formatore stagisti - 953 interventi
    It_ Capitolo secondo verrà distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 6 settembre 2019 ed in quelle italiane dal 5 settembre.
  • Raremirko • 1/06/21 21:26
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Un pò meglio dell'It di Wallace, o perlomeno girato con più soldi; che è della New Line si capisce al 100% (case abbandonate, soliti geiser di sangue, pare quasi uno dei 7 Nightmare), buoni sfx, bene Skarsgard nel ruolo che fu di Curry.

    Qualche critica sociale, buona ricostruzione temporale.


    Ill fluviale romanzo di King è fenomenale ed arduo da portare su schermo; Muschetti se l'è cavata discretamente con questa prima parte.
  • Buiomega71 • 31/03/24 11:35
    Consigliere - 25998 interventi
    Difficile (se non impossibile) tradurre in immagini l'impressionante tomo di Stephen King (e anche alcuni passaggi, come Beverly che svergina sessualmente il gruppo dei "perdenti", le implicazioni pedofile, gli abusi che si nascondono dietro alle famiglie disfunzionali).

    Muschietti, nel bene e nel male, resta comunque fedele allo spirito kinghiano che si respira a pieni polmoni per tutti i 134 minuti di visione, con una ricostruzione degli anni 80 pressochè perfetta (al cinema di Derry vengono proiettati, nell'ordine, Batman di Tim Burton, Arma letale 2 e Nightmare 5-Il mito) e tematiche non propriamente per "anime candide" (questa volta del tutto giustificato il divieto ai minori di 14 anni), come il padre di Beverly dalle viscide e morbose attenzioni incestuose verso la figlia (il taglio rabbioso dei capelli della ragazza, una volta che il padre gli ha lascivamente accarezzati, è parecchio significativa, oltre che molto emotiva) o il terzetto dei bulli capitanato dallo psicopatico Henry (terrorizzato, a sua volta, da un padre violento in uniforme), che braccano e aggrediscono il cicciotello Ben incidendogli , nella carne, la H (l'iniziale del suo nome) in un momento che da "tradizionale" atto di bullismo si trasforma in un sadico e crudele raid dagli acri sapori quasi boormaniani, fino al mattatoio dove vengono uccise le pecore con un colpo di pistola abbattibuoi.

    Tutta la prima parte (Georgie che prende la barchetta di carta, esce di casa sotto la pioggia, segue il percorso dell'acqua sulla strada, va a sbattere la testa contro la transenna, parla con IT dalla fessura del tombino, fino al braccino mozzato) è uno straordinario pezzo di cinema che rivela il talento narrativo di Muschietti (così come il conseguente momento a scuola, prima della chiusura per le vacanze estive, tra atti di bullismo-Beverly che fuma in bagno e viene innondata dalla spazzatura che le gettano addosso le ragazzine che la tormentano-e voglie di tenerezza-il cicciotello Ben con il plastico e il primo incontro con Beverly-).

    E interessante notare come Muschietti cerchi di sfiorare (con tatto e delicatezza) le pulsioni sessuali dei ragazzini "perdenti" descritte da King nel romanzo, con la scena in cui sbirciano eccitati Beverly che prende il sole in due pezzi sulle rive estive del fiume.

    E anche sul versante horror e meramente spaventevole, il nuovo IT ha parecchi numeri che si porta a casa, pur appoggiandosi al marasma di meccanismi "della paura" già ampiamente sperimentati in mille altre pellicole (e qui viene ancora in soccorso la teoria del "non è cosa si racconta, ma come")

    Un'impressionante bagno di sangue, con i capelli che escono dallo scarico che sta tra Craven e Siono, una stanza zeppa di pupazzi di clown (con cadaverino pupazzoso e verminoso, alla Tim Burton, chiuso nella bara) che è una via di mezzo tra Wan e Puppet, il proiettore, la diapositiva inquietante e terrifica di IT (come la foto di Alma Mobley) e che, poi, esce dallo schermo come un mostruoso leviatano, la terrificante modella "modiglianesca" dall'agghiacciante volto asimmetrico (che fa tanto Conjuring) i cadaveri marcescenti nelle fogne che si parano davanti a uno dei bulletti (quasi un'omaggio ad una scena analoga di Dreamscape), IT che mastica un braccino mentre il ragazzino di colore viene costretto dalla ghenga dei bulli a mangiare viscere di pecora, il lebbroso zombi, i corpi che galleggiano appessi nel vuoto (come Beverly dagli occhi bianchi), Georgie che appare a Bill nello scantinato, con il volto che si imputridisce e IT che esce a mezza faccia dall'acqua stagnante, la ragazzina scomparsa che si palesa divisa a metà dalla vita in giù, Eddie che cade dal pavimento e si ritrova con il braccio spezzato, le contorsioni innaturali di IT, il cadavere senza testa in biblioteca che insegue Ben, gli occhi di IT che si spengono quando viene ferito dal gruppo dei "perdenti", il bullo Henry indotto dalla televisione (o meglio, da una conduttrice alla "Piccoli fans", con IT tra il pubblico) a commettere parricidio (uno dei picchi più crudeli del film) sgozzando il padre in poltrona, lo stesso Henry preso da ghignante follia omicida, fino allo scontro finale con IT mutaforma alla Cosa carpenteriana .

    Nemmeno troppo invasivi gli effetti in CG , mentre delizioso è terrifico è il make up prostetico di Tom Woodruff jr, ottima la caraterizzazione dei ragazzini (su tutti la bravissima e bellissima Sophia Lillis-che nonostante la giovane età avrebbe meritato almeno una candidatura all'Oscar- e il Bill di Jaeden Lieberher e occhio che nella sua cameretta ci sono i poster di Gremlins e Beetlejuice), la straordinaria fotografia di Chung-hoon Chung, che esalta la Derry kinghiana di chiaroscuri preziosi (gli assolati pomeriggi al fiume, la decrepita e cancrenosa dimora dove vive IT) e Skarsgard risulta un IT viscido, crudele, sadico senza orpelli buffoneschi, entità proteiforme delle peggiori paure.

    Non che se un film sia mainstream deve essere per forza una boiata (lo stesso concetto vale per le produzioni indie o indipendenti), come parecchi credono in retaggi duri a morire.

    Magari tutti i blockbuster fossero come IT di Muschietti, che, nonostante la convenzionalità dell'orrore e la parte finale nelle fogne forse un pò tirata per le lunghe, resta un buon prodotto di intrattenimento, che tocca certe tematiche delicate e che restituisce l'ancestrale paura kinghiana in tutta la sua forza (penso al passato di Derry, con la strage che avvenne nel giorno di Pasqua e , ancora più indietro, ai tempi dei coloni, dove l'effige del volto clownesco di IT fa capolino in un disegno dell'800).

    Pochi i raffronti con la miniserie degli anni 90, in quanto ricordo poco o nulla (se non l'istrionismo di Tim Curry e qualche SFX parecchio pacchiano).

    Struggente, poi, la chiusa finale dell'addio, con quel patto di sangue che unisce un'amicizia destinata a durare nel tempo.

    Ultima modifica: 2/04/24 18:53 da Buiomega71