Buiomega71 • 11/03/23 09:44
Consigliere - 25998 interventi E' sorprendente come Rose riesca a reinventarsi con budget risicati a sua disposizione (quì scrive, dirige, monta e domina la fotografia) dando al cinema fantastico la sua personale visione dopo il culto di
Candyman (per inciso , il tanto vituperato
Sx-Tape è stato, per me, un piccolo gioiellino del cinema estremo davvero inaspettato).
E così fa anche con il mito shelleyano, intingendo la classica, e intramontabile storia, (proposta in tutte le salse cinematografiche) in una dimensione attuale, crudele, viscerale e assai disturbante tra complessi edipici, esplosioni splatter (il seghetto all'opera, le facce spappolate, le carcasse verminose degli animali morti in mezzo alla strada che perdono le interiora), la brutalità violenta e fascista della polizia, i sogni incantati del mostro quasi pararusselliani (e quì Rose ritorna alla
Casa di carta ai confini della realtà), il degrado delle periferie suburbane (e tra i graffiti dove dimorano i senzatetto salta fuori il Rose di
Candyman), il corpo della creatura ridotto ad un ammasso di carne tumorale che sta tra Cronenberg, Gordon, Yuzna e il Roger Avary di
Mr. Stitch (tutta la parte nella squallida camera dell'albergo a ore in compagnia della prostituta è un must) e un finale gotico/fiammeggiante visivamente potentissmo a suggelare questo piccolo diamante grezzo, ahimè passato quasi inosservato.
Rose è autore di grande personalità che non ha paura di sporcarsi le mani (come in
Sx-Tape) che con sensibilità mista a ferocia (l'amicizia iniziale con il cane, l'incontro con la bambina giocando ai bastoncini da gettare in acqua, il linciaggio conseguente, le due facce dell'umanità come le bastonate dei poliziotti e le loro vendette sommarie personali, la madre che lo rinnega e il calore umano del clochard cieco di Tony Todd in una sorta di
Fort Washington) propone una diversa rappresentazione sull'impossibilità di essere normali e le sue dannose conseguenze, dando nuova linfa a una tematica ormai logora.
Bravissimo Xavier Samuel a dare spessore alla creatura dalla forza devastante che distrugge tutto ciò che tocca con l'animo innocente di un bambino che scopre il mondo (lui si chiama solo
mostro) che raggiunge attimi toccanti (il cane suo primo e unico amico, come nascono i bambini tramite lo smartphone della prostituta, la canzone cantata dalla voce rauca di Todd che lo incanta).
E plauso a Randy Westgate che non solo crea un make up marcescente di pustole e tumori che degenerano creando crateri di pus e sangue, ma anche genuino gore prostetico che sembra uscito dagli anni 80.
Un vero peccato che sia passato così sotto silenzio, perchè, per quanto mi concerne, è tra le migliori trasposizioni del culto di Frankenstein insieme a
La sposa promessa e al
Frankenstein di Branagh.
Rebis, Anthonyvm, Buiomega71
Myvincent, Jena
Pumpkh75
Daniela