Schramm • 19/02/19 17:19
Scrivano - 7694 interventi ahimé sciroppato e dei 70' buttati per sempre alla fossa settica (mi è quasi venuta nostalgia del sequel) a parte i primi 47'' (ovvero i titoli di testa, striminziti perché sta roba è evidentemente stata fatta da una sola persona con 2 vcr a disposizione) non ha davvero un minuto che sia uno che non possa essere denunciato all'ufficio reclami da altri veri o presunti documentaristi (e non, come vedremo). che giustamente non ci si mettono manco, dato che l'operazione video avrà si e no totalizzato 40 dollari se proprio gli ha detto gran culo.
lasciando perdere tutti i passaggi di danze tribali (anche semanticamente: cosa c'entrano col titolo?), presi da ogni possibile africa-movie che da jacopetti a noi sono stati tramandati e rimpallati di schermo in schermo (anche telvisivo: ricordo un programma trasmesso dalle locali sulla falsariga di
that's incredible ma interamente dedicato alle bizzarrie delle trib§ africane), ed evidentemente collocati per far salire di livello la zuppa nel pentolone, ecco i separati componenti del minestrone:
00'48'' ---> 8'25''
mondo cane +
africa sapore di sangue e
savana selvaggia
da 8'45'' all'undicesimo minuto spaccato abbiamo stralci di
ultime grida dalla savana, il più privilegiato e insistito dei quali è quello arcinoto dell'anaconda che inghiotte la scimmia
da 11’00 a 15’23’’
africa sapore di sangue,
africa addio e
magia nuda
da 15’30’’ a 19’20’’
africa addio +
africa sapore di sangue +
savana violenta
quel che vediamo da 19’20’’ a 23’59’’ è ripescato da
africa ama
da 24’00’’ a 34’53’’ chissirivedetoh: l’operazione al cranio di
africa sapore di sangue, con annessa comparazione della medicina e della chirurgia moderna, che viene rafforzata (dopo averci ribambato stralci presi a buffo da climatu e morra da 34’54’’ a 35’47’’) con l'inizio a tutta cardiochirurgia de
le facce della morte, da 35’50’’ a 40’36’’
da 40’40’ a 44’35’’ il duplice banchetto dell'alligatore che prima si sbafa un pelouche di ghepardo e poi un braccio e una testa di gommapiuma in una piscina di
savana selvaggia torna a farci scuotere il capino sconsolati e quasi ghignanti
sconsolazione che si eleva alla decima da 44’36’’ a 47’34’: senza più ritegno alcuno, oramai, perché non razziare anche
emanuelle e gli ultimi cannibali? detto, fatto: i primi secondi sono quelli del falso mondo mostrato all’inizio alla gemser nel cannibal di d'amato, mentre il pasto cannibalico che segue è quello che vediamo attorno alla fine del film; e per non farsi mancare proprio niente di niente, keith lo inframmezza anche con scampoli de
il paese del sesso selvaggio e di
ultimo mondo cannibale. da notare il patetico tentativo di renderlo ancor più gore e scioccante con un esasperato uso del ralenty ottenuto in sede di duplicazione manomettendo il tracking.
da 47’35’’ a 48’00’’ si torna nella
savana selvaggia
il furto più lungo e più riconoscibile anche da chi del genere non è propriamente uno sfegatato cultore è quello che va da 50’00’’ a 1h01’00’’ sono i servizi più impressionanti della sezione finale di
africa addio, quelli della guerriglia congolese, ed è anche l'unica volta in cui, probabilmente per pigrizia, pur alterando la soundtrack il commento resta abbastanza fedele a quello che mostra e al commento del film originale.
fino a 1h02'29'' vengono espettorate altre
ultime grida dalla savana, per poi restare nella savana, ma in quella selvaggia di arthur davis fino a 1h06'00'', con la vera sequenza della tartaruga sgozzata ("
qualcuno gradisce un cocktail?", chiede beffarda la voice over mentre zampilla il sangue)
gran finale con reimpasto di jacopetti e climati e dopo il carosello tutti a letto (ma anche durante la ciafagna non scherza).
poi torna il freeze frame col teschietto virato in blu per gli end credits, probabilmente il passaggio più impegnativo di questo trovarobato.
non si discute che ci si possa anche estasiare e trovarlo ricchissimo di sostanza e significato (sta come sempre alla bontà del fruitore), ma su un piano eminentemente documentaristico siamo oggettivamente oltre il fondo della fossa delle marianne. anche perché senza andare troppo lontano, gli stessi climati morra e prosperi riciclavano sequenze dei propri film rinnovandone il contenuto, di modo che una stessa tribù cambiasse nome e dislocazione geografica da un film all'altro...
Ultima modifica: 19/02/19 17:27 da
Schramm
Fauno
Schramm, Marcolino1