Discussioni su Il sospetto - Film (2012)

DISCUSSIONE GENERALE

19 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Capannelle • 13/10/13 15:16
    Scrivano - 3514 interventi
    Clap clap Vinterberg. Un film che molti genitori e colpevolisti della prima ora dovrebbero vedere.

    Come genitore di bimbe piccole sono il primo a dire che i bambini vengono suggestionati con estrema facilità e che se si mettono nel mezzo dei genitori frustrati e pieni di pregiudizi può avvenire di tutto.

    Ho ripensato alla vicenda di Rignano (http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/05/28/news/olga_rovere_le_tappe_della_storia_sei_anni_fa_le_prime_denunce-36075727/) e ci ho rivisto molte cose del film.

    Rilevo per ultimo che la pedofilia ha assunto il significato di male assoluto.
    Sei un'evasore? Sciocchezze dai. Sei un mafioso che ha ucciso ed estorto? Vabbè perchè in fondo hai anche aiutato tuoi amici e familiari. Sei un ex terrorista che sa scrivere? Ti organizziamo conferenze e vacanze premio. Hai stuprato la ragazza insieme al branco? Beh era una ragazzata e lei si vestiva troppo succinta. Sei un pedofilo? Nessuna pietà.
    Ultima modifica: 13/10/13 19:20 da Capannelle
  • Daniela • 13/10/13 18:51
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    Clap clap Vinterberg. Un film che molti genitori e colpevolisti della prima ora dovrebbero vedere.

    Mi associo all'applauso, avendo apprezzato moltissimo sia l'interpretazione di Mikkelsen che il film, vedendo il quale è effettivamente impossibile non ripensare ai fatti di Rignano.
  • Zender • 13/10/13 19:21
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Sono d'accordo assolutamente col pensiero di Capannelle, pur non avendo visto il film. Ovviamente condanno totalmente la pedofilia (crimine orrendo ed esecrabile, sia chiaro!), ma inasprendo via via l'odio per i pedofili si tende appunto a dimenticare che non è che gli altri siano crimini di serie B.
  • Schramm • 2/12/13 15:38
    Scrivano - 7694 interventi
    non discuto la fierezza e la bellezza sovrana dell'opera.

    ...epperò: solo io ho trovato del tutto innaturale la reazione del protagonista quando gli viene inizialmente comunicato il suo presunto misfatto? non reagisce, non si adira, non si indigna, non gli vengono nemmeno gli occhi di fuori per lo stupore, non fa nulla per difendersi o tutelarsi/opporsi anche legalmente e far notare che è un'assurdità. ne prende stoicamente e supinamente atto e basta, sulla semplice base della fiducia nella propria comunità - e anche quando questa si rivela mal riposta (le sassaiole, il cane ucciso), continua ad accettare tutto con la massima pacatezza. l'ho trovato abbastanza assurdo e implausibile e mi ha un po' sbalzato fuori emotivamente.
    Ultima modifica: 2/12/13 15:44 da Schramm
  • Daniela • 2/12/13 15:55
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Il personaggio è descritto come un uomo mite, gentile, ben inserito nella comunità, mi pare abbastanza credibile che l'accusa lo lasci inizialmente più intontito che irato, probabilmente pensa che sia un semplice equivoco destinato a chiarirsi velocemente ed anche dopo, quando l'ostilità nei suoi confronti assume toni violenti, interiorizza l'umiliazione ed il dolore che ne derivano... Certo questo suo atteggiamento aumenta il nostro sdegno di spettatori a conoscenza dei retroscena - tanto che la "testata" assume un valore quasi liberatorio - ma non mi pare un atteggiamento umanamente incomprensibile. Come reagirei di fronte ad una accusa paragonabile? Probabilmente, per quel che penso di conoscermi, come un'oca del Campidoglio di fronte ai Galli, però non posso escludere che l'enormità stessa delle accusa insieme alla consapevolezza della mia innocenza e al voltafaccia di persone che credevo amiche mi ammutoliscano, incapace di trovare argomentazioni a fronte di quel che non riesco io stessa a spiegare...
    Ultima modifica: 2/12/13 17:04 da Daniela
  • Schramm • 2/12/13 20:01
    Scrivano - 7694 interventi
    non saprei. quest'approccio sacrificale da martire mi sembra abbastanza implausibile. così come, per quanto sciaguratamente vero che da tempo c'è una furibonda isteria che porta a trasformare chiunque in un pedofilo e che quando si tratta di bambini scattano dei dagli all'orco assai superficiali, mi sembra assurdo che nessuno dei bambini venga minimamente sottoposto a esami più approfonditi. chiaro che vinterberg gioca sull'atavismo, sul provincialismo e su logiche del branco fattesi istanze societarie e comunitarie comuni a qualsiasi collettività, tuttavia il fatto che sia andato giù piatto su questi due aspetti mi ha lasciato abbastanza perplesso. poi è anche vero che il titolo originale significa "battuta di caccia" e questo spiega in che ottica vivere le caratterizzazioni scelte dal regista, però se posso credere che un genitore ritenga sacro qualsiasi cosa un figlio gli dica senza alcun beneficio del dubbio, mi sembra abbastanza improbabile che si possa reagire così seraficamente davanti a simili accuse.

    sono comunque pulci, il film è superbo.
    Ultima modifica: 3/12/13 15:10 da Schramm
  • Daniela • 10/12/13 09:56
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    A chi ha apprezzato questo film consiglio la visione di un'altra pellicola, Présumé Coupable
    (qui schedato col titolo internazionale Guilty) una coproduzione franco/belga che affronta una tematica simile, quella di un uomo innocente accusato di abusi su minori, questa volta ispirandosi a fatti realmente accaduti.
  • Mickes2 • 10/12/13 10:10
    Addetto riparazione hardware - 335 interventi
    grazie per la segnalazione Daniela, lo recupererò senz'altro! :)
  • Schramm • 10/12/13 16:14
    Scrivano - 7694 interventi
    grazie dany faccio "volentieri" il paio!
  • Greymouser • 10/12/13 17:15
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    non discuto la fierezza e la bellezza sovrana dell'opera.

    ...epperò: solo io ho trovato del tutto innaturale la reazione del protagonista quando gli viene inizialmente comunicato il suo presunto misfatto? non reagisce, non si adira, non si indigna, non gli vengono nemmeno gli occhi di fuori per lo stupore, non fa nulla per difendersi o tutelarsi/opporsi anche legalmente e far notare che è un'assurdità. ne prende stoicamente e supinamente atto e basta, sulla semplice base della fiducia nella propria comunità - e anche quando questa si rivela mal riposta (le sassaiole, il cane ucciso), continua ad accettare tutto con la massima pacatezza. l'ho trovato abbastanza assurdo e implausibile e mi ha un po' sbalzato fuori emotivamente.



    Se conoscessi la mentalità dei Danesi, non lo troveresti affatto implausibile, credimi...
    I Danesi sono persone che hanno una fiducia assoluta nella "collettività", fino ai limiti di quella che noi, Europei più "latini" ed individualisti, chiameremmo fiducia "bovina". Sono inoltre persone poco portate ad esprimere emozioni in modo viscerale o melodrammatico, pur non essendo "freddi" come gli altri Scandinavi.
  • Schramm • 11/12/13 09:53
    Scrivano - 7694 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Sono inoltre persone poco portate ad esprimere emozioni in modo viscerale o melodrammatico

    a giudicare la reazione del volgo e della collettività, come del di lui figlio, non si direbbe affatto. ed è perciò che trovo sperequativa la sua pacatezza. certo è che considerato il lavoro che faccio ultimamente, ho esperito quest'opera sudando granita.
  • Greymouser • 11/12/13 16:23
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Greymouser ebbe a dire:
    Sono inoltre persone poco portate ad esprimere emozioni in modo viscerale o melodrammatico

    a giudicare la reazione del volgo e della collettività, come del di lui figlio, non si direbbe affatto. ed è perciò che trovo sperequativa la sua pacatezza. certo è che considerato il lavoro che faccio ultimamente, ho esperito quest'opera sudando granita.


    Il film suggerito da Daniela, Presume coupable, indigna molto di più, se possibile. Credo che ci sia da sudar schegge di Iceberg... :)
  • Schramm • 11/12/13 17:20
    Scrivano - 7694 interventi
    molto bene, lo vedrò previo collieur di ferri di cavallo e duplice camomilla... :D
  • Gestarsh99 • 9/08/14 20:12
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Greymouser ebbe a dire:

    I Danesi sono persone che hanno una fiducia assoluta nella "collettività", fino ai limiti di quella che noi, Europei più "latini" ed individualisti, chiameremmo fiducia "bovina". Sono inoltre persone poco portate ad esprimere emozioni in modo viscerale o melodrammatico, pur non essendo "freddi" come gli altri Scandinavi.


    Perfettamente d'accordo.
    Ho conosciuto gente danese (e scandinava in generale) e posso confermare che il tipo di mentalità e carattere medio di queste persone è del tutto aderente a quanto mostrato nel film di Vinterberg.
  • Raremirko • 19/10/19 23:40
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Capolavoro assoluto di Vinterberg, senza se e senza ma.

    Vicenda a dir poco atroce (e più credibile di quello che si possa pensare), Mikkelsen superbo, mai una sbavatura, tutto ben calibrato, tanto di cappello.

    Sociologicamente è impietoso e fa riflettere su più argomenti.

    Ne esce bene solo il protagonista, alla fin fine.


    Brutta bestia l'isteria, che fa bene il paio con la superficialità.
  • Buiomega71 • 13/11/21 09:45
    Consigliere - 25999 interventi
    Credo, forse, di essere uno dei pochi a cui il film ha lasciato una sensazione di freddezza e convenzionalità e che trova il regista di Festen (citato durante la festa natalizia vista dal di fuori, attraverso la finestra) parecchio sopravvalutato.

    Già William Wyler con Quelle due aveva detto tutto in merito alla calunnia (là un rapporto lesbico, quì l'onta della pedofilia) instillata da una perfida bimbetta, che divampa come un virus inarrestabile e che parte da un ambiente scolastico. E lo aveva trattato anche con più cattiveria e crudeltà (la disperata scelta finale di una delle due accusate).

    Vintenberg ne segue le tracce, ma il suo racconto di persecuzione, di paranoia e di ingiustizia, finisce presto nei meandri del deja vu, con una prevedibilità quasi imbarazzante (vedrai che le uccideranno il cane/le uccidono il cane, oppure verrà aggredito a casa sua tipo Cane di paglia/le tirano un sasso che infrange la finestra e per poco non lo becca in testa) e che segue tutte le coordinate prestabilite di questo tipo di film, non dicendo nulla di nuovo a riguardo. così come nel finale à la Scene di caccia in Bassa Baviera, che seppur ambiguo (il marchio e l'infamia, che tu sia innocente o meno, ti rimane addosso per sempre, come la A di adultera nella Lettera scarlatta) non incide come dovrebbe (nel lasso di tempo di un anno, dove tutti si sono riappacificati così. come se nulla fosse successo, alla "volemose bene"), facendo rimpiangere quello alternativo, che almeno, un pizzico di ferocia lo avrebbe avuto.

    Se c'è del marcio in Danimarca, Vintenberg lo gestisce in maniera ordinaria e nel mood più usuale possibile. Non aggredisce, non affonda i denti come la materia avrebbe rischiesto, restando nel limbo di un dramma di denuncia (per aprire dibattiti) uguale a mille altri, senza davvero colpo ferire.

    Realizzato impeccabilmente, per carità, con un Mikkelsen che giunge ai limiti della perfezione attoriale, la bimba davvero odiosa con quel vizio di tirare su con il naso, le suggestive sequenze di caccia al cervo, la morsa kafkiano/polanskiana che avvinghia Mikkelsen è ben resa, e almeno due momenti ansiogeni sono ben orchestrati (la violenta reazione del figlio verso la bimbetta che prende a sputi in faccia e si fa cacciare di casa a sberloni, l'aggressione al supermercato tra pestaggi, scatolette lanciate addosso a mò di lincaggio e terribili testate liberatorie) e un'inaspettata deriva nel politicamente scorretto (uno degli amichetti del fratello mostra alla bimba un pene eretto davanti al volto di due donne, in una foto porno sul PC, elemento "estraneo"-il suo pisellino guardava verso il cielo-che servirà alla piccola vipera per alimentare la sua immaginazione accusando il povero Mikkelsen di atti odiosi), nonchè la bambina che si innamora del maestro, facendolgli regali amorevolmente preparati e baciandolo sulla bocca nel momento in cui Mikkelsen fa il Beningni di Chiedo asilo con gli altri bambini (i baci sulla bocca li danno i grandi ai grandi). Ma che non mantiene la carica emotiva fino in fondo, vieppiù anche per il comportamento di Mikkelsen, che pare subire il tutto passivamente (manco le avessero ritirato la patente), reazione sproporzionata e quasi innaturale davanti ad un'accusa così infame (mai conosciuto un danese in vita mia, per carità, ma la loro pacatezza mi pare un luogo comune, e andrebbe in controtendenza con la carica di rabbia "giustizialista" del figlio) e anche il confronto alla messa di mezzanotte natalizia, poteva essere gestita di meglio che non una frignata e un "guardami negli occhi".

    Manca l'ingrediente fondamentale: la visceralità e la durezza (quella vera) a discapito della glacialità scandinava vinterberghiana e di fastidiose stoccate pseudo"buoniste" (dopo tutto l'inferno che passa, Mikkelsen vuole ancora bene alla piccola accusatrice Klara, prendendola pure in braccio, aiutandola a oltrepassare le righe sul pavimento). E fatto ancor più gravoso (su cui si poteva lavorare di più) e che Vintenberg lascia "i giochi del mostro o l'infanzia dannata e perfida" sullo sfondo, appanandolo, offuscandolo, non facendo ben capire-volutamente?- la psicologia della piccola Klara (scherzi da bambini? Bugie innocenti su cui i bambini non sanno quantificare la devastazione? Piccolo mostro in erba alla Giglio nero?) visto che prova la gelosia e innesca la "vendetta del rifuto" come una donna adulta (per dirla alla Fulci/James: Nessuno saprà mai se i bambini sono mostri, o se i mostri sono bambini), ma a Vintenberg pare che tutto ciò interessi fino a mezzodì.

    Insomma, parecchi dubbi e ben pochi entusiasmi, per uno dei film più sopravvalutati degli ultimi anni (così come il suo regista).


    Ultima modifica: 13/11/21 23:06 da Buiomega71
  • Raremirko • 13/11/21 21:04
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Non sono d'accordo con il buon Buio; sottolineo il fatto che comunque il film risulti impietoso anche verso l'infanzia, visto come, comprensibilmente, anche la bambina venga descritta in modo sgradevole.
  • Buiomega71 • 13/11/21 21:17
    Consigliere - 25999 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Non sono d'accordo con il buon Buio; sottolineo il fatto che comunque il film risulti impietoso anche verso l'infanzia, visto come, comprensibilmente, anche la bambina venga descritta in modo sgradevole.
    Il fatto è che Vintenberg faccia ben poco per renderla tale (magari odiosa, più che altro).

    Sarà una questione di sensibilità individuale, di empatia con il personaggio ingiustamente perseguitato di Mikkelsen o di personali emotività, ma, pur con qualche momento ansiogeno azzeccato, tutte le sperticate lodi al film mi sono parse eccessive.

    Ben fatto tecnicamente, svolgimento narrativo nella media, tutto quì.

    Ultima modifica: 13/11/21 21:30 da Buiomega71
  • Raremirko • 13/11/21 22:42
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Non sono d'accordo con il buon Buio; sottolineo il fatto che comunque il film risulti impietoso anche verso l'infanzia, visto come, comprensibilmente, anche la bambina venga descritta in modo sgradevole.
    Il fatto è che Vintenberg faccia ben poco per renderla tale (magari odiosa, più che altro).

    Sarà una questione di sensibilità individuale, di empatia con il personaggio ingiustamente perseguitato di Mikkelsen o di personali emotività, ma, pur con qualche momento ansiogeno azzeccato, tutte le sperticate lodi al film mi sono parse eccessive.

    Ben fatto tecnicamente, svolgimento narrativo nella media, tutto quì.

    In effetti il regista risulta quasi indifferente con il narrato, limitandosi ad "inquadrare" e basta o, perlomeno, quoto Schramm quando diceva che Mikkelsen è sin troppo calmo di fronte ad una faccenda atroce, agghiacciante, terribile da impazzire, a maggior ragione se lui è pure innocente.

    Ciononostante a mio avviso il film funziona assai bene (come puoi legger sopra, il mio commento è di più di 2 anni fa, ma il film me lo ricordo ancora molto bene, e ti assicuro che non tutti i lungometraggi mi colpiscon così), ma posso capire le tue perplessità.

    E' poi tutto perfettamente credibile, reazione rilassata di Mikkelsen a parte.