Discussioni su The woman in black - Film (2012)

DISCUSSIONE GENERALE

10 post
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  • Daniela • 31/01/13 14:39
    Gran Burattinaio - 5926 interventi
    SPOILER
    (ma di quelli di più spoiler si muore)


    Il film è un horrorino innocuo di bella ambientazione naturale ma il presunto "lieto fine" alla Marcellino pane e vino è di quelli che mi mettono voglia di ululare alla luna.
    Vediamo: c'è questo vedovo inconsolabile - il che spiega l'aria tristanzuola da paresi facciale di Radcliffe - che deve vedersela con una madre suicida anni prima a seguito dell'inconsolabile perdite del figlio - e fin qui bene. Per liberare il villaggio dalla maledizione della signora in nero che fa in modo che i figli altrui si ammazzino da soli, il nostro avvocatino ha l'idea di recuperare il corpicino del piccolo ancora disperso nella palude e seppellirlo con il cadavere della madre. E fin qui si siamo.
    Poi il patatrac, ultima sequenza. Radcliffe va alla stazione, trova il figlioletto quattrenne e la tata che sono venuti a raggiungerlo per il weekweed e saggiamente decide che è meglio ripartire subito - brutta aria da quelle parti e poi i paesani lo guardano torto pensando (non del tutto a torto) che porti male. Poi però si distrae chiaccherando con Hinds, anche la tata inaffidabile si distrae, il bimbetto vagola come ipnotizzato - si intuisce che la signora in nero non si è mica placata. Il bimbo è sui binari, un treno sopraggiunge, il babbo si getta per salvarlo... il treno li asfalta, come possiamo immaginare dagli sguardi inorriditi di Hinds e della tata.
    Finiamola qui, magari mostriamo la signora in nero che si allontana nella nebbia, è una fine banale ma rientra nell'ordinarietà ghostistica.
    Invece no, dopo il passaggio del treno, Radcliffe si rialza in mezzo ai binari col bimbo in braccio, si capisce che sono morti non solo perchè ovviamente in caso contrario Hinds e la tata avrebbero fatto una faccia diversa, ma anche perchè nella stazione non c'è nessuno... tranne una bella bionda luminescente, rispettivamente moglie dell'inconsolabile e mamma del pargolo.
    La famigliola è riunita in un'aurea luminosa, persino Radcliffe abbozza un mesto sorriso, per quanto glielo consente la sua scarsa espressività. FINE

    ancora FINE - questa volta della SPOILER

    Sono io una persona insensibile oppure una fine come questa fa davvero ululare alla luna?
    Ultima modifica: 1/02/13 11:32 da Daniela
  • Rebis • 31/01/13 15:33
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Immagino che l'ululato non sia nostalgico, ma vendicativo :)

    Credo che Watkins abbia cercato un finale diverso rispetto alla new wave fantasmagorica inaugurata da Shyamalan, Zemeckis, Amenabar e compagnia bella che impone twist e ribaltamenti di prospettiva... cioè, il twist c'è, e pure la polka se vogliamo, ma l'intento è quello di offrire alla danza un significato diverso, di mantenere una salutare ambiguità (sul valore della morte, almeno). Ora, sono d'accordo che ci sia riuscito solo in parte e che la cosa risulti un po' forzata, però dai, io non mi sono indignato. Sarà che quando l'ho visto in sala ho assistito - giuro - a urla e scene di panico che non mi capitava di sentire e vedere da anni, e qualche spaghetto l’ho preso pure io. Insomma, verso il film sono rimasto indulgente, malgrado i limiti. Ma immagino che visto a casa possa fare tutto un altro effetto e presti il fianco a molte critiche...
  • Galbo • 31/01/13 15:36
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Io ho visto a casa e probabilmente l'effetto è un pò diverso. Non l'ho trovato un film brutto: l'ambientazione è buona e qualche valido momento di tensione è presente. Certo la scelta del protagonista maschile non è proprio il massimo.....
  • Rebis • 31/01/13 15:46
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Scusa Galbo, ma che fine ha fatto il tuo commento?
  • Galbo • 31/01/13 16:27
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Scusa Galbo, ma che fine ha fatto il tuo commento?

    non l'ho ancora scritto. Ho preso solo qualche appunto per ricordarmelo. In realtà per me è una pratica abbastanza consueta. Ho parecchi appunti di film visti ma dei quali non ho ancora inserito il commento. Preferisco spesso fare passare un pò di tempo per dare un giudizio più ponderato.
    Ultima modifica: 31/01/13 16:37 da Galbo
  • Greymouser • 31/01/13 16:33
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Io l'ho trovato assolutamente mediocre, con un finale da brivido (ma non di paura). E tuttavia la cosa più scioccante è stata la testimonianza di schizofrenia registica dell'autore di Eden lake: da un horror duro e sporco ad un bel pacchettino patinato e caramellato: si vede che è uno buono per tutte le stagioni.
  • Daniela • 1/02/13 07:53
    Gran Burattinaio - 5926 interventi
    Grey, hai colto nel segno... A torto o ragione, le aspettative pesano nella visione di un film e dopo Eden Lake ritrovarmi di fronte ad una ghost story tanto banalmente classica, per giunta interpretata da un tonno, mi ha deluso assai, facendomi forse stroncare il film oltre quello che merita.

    Galbo, probabilmente il tuo metodo di breve "marinatura" è quello più sensato, io scrivo i commenti generalmente a caldo e poi magari mi accorgo di essermi lasciata trascinare dal momento. Mi è successo anche poco tempo fa.
    Visto I Miséracles, garbata tantissimo la musica (non conoscevo il musical originale), tanto che da giorni canterello qualche aria fra me e me - molto sommessamente, dato che sono stonata come una campana.
    Però, ripensando al film, mi vengono a mente anche alcune magagne sulle quali al momento non avevo prestato troppa attenzione....
    Ultima modifica: 1/02/13 07:55 da Daniela
  • Galbo • 1/02/13 10:21
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Grey, hai colto nel segno... A torto o ragione, le aspettative pesano nella visione di un film e dopo Eden Lake ritrovarmi di fronte ad una ghost story tanto banalmente classica, per giunta interpretata da un tonno, mi ha deluso assai, facendomi forse stroncare il film oltre quello che merita.

    Galbo, probabilmente il tuo metodo di breve "marinatura" è quello più sensato, io scrivo i commenti generalmente a caldo e poi magari mi accorgo di essermi lasciata trascinare dal momento. Mi è successo anche poco tempo fa.
    Visto I Miséracles, garbata tantissimo la musica (non conoscevo il musical originale), tanto che da giorni canterello qualche aria fra me e me - molto sommessamente, dato che sono stonata come una campana.
    Però, ripensando al film, mi vengono a mente anche alcune magagne sulle quali al momento non avevo prestato troppa attenzione....



    bisogna che recuperi Eden Lake.
    Riguardo alla "breve marinatura", spesso non è così breve; riguardando i miei appunti mi sono accorto che non ho commentato film ormai visti da qualche annetto. Spesso la prima visione mi lascia qualche dubbio interpretativo e aspetto di rivedere il film.
  • Raremirko • 23/12/14 23:20
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Chiedo scusa, ho bisogno di qualcuno che mi spieghi il finale, che non ho proprio capito.

    Magari qualcuno che l'ha visto di recente, grazie, almeno così darei senso alla visione.
  • Buiomega71 • 3/12/18 10:19
    Consigliere - 25998 interventi
    Raffinatissima e intensa "ghost story" che rispetta, con reverenza, tutti i meccanismi del genere

    Intenso racconto gotico di paura e elaborazione del lutto, dove il soffio della morte echeggia in ogni inquadratura, nel paesino superstizioso e omertoso, nella palude, tra i boschi, nella maestosa e funebre villa, circondata di fulciane lapidi e tombe (essì, perchè il cinema del terrorista dei generi si avverte nelle lande marciscenti che circondano questa villa inferno)

    Watkins ritorna all'infanzia dannata, non più ferina e aggressiva, ma malinconica e "rubata", strappata alla vita con escamotage suicidi che ghiacciano il sangue (il suicidio di massa delle tre sorelline che apre il film è un pezzo di cinema straordinario, così come la fanciulla che si dà fuoco nello scantinato in cui è reclusa-per protezione-dai genitori, sulla spiaggia facendo castelli di sabbia, sboccando sangue al posto di polizia), con stuolo di bimbi fantasmatici sotto una pioggia torrenziale abbagliata dai lampi e dai tuoni.

    Watkins sembra "imborghesirsi" rispetto al suo selvaggio esordio, in realtà racconta la moria infantile con sottile crudeltà, dove i genitori del villaggio (dei dannati) vivono nelle loro case con le loro paure e l'avversione verso l'intruso che viene dalla città, figli protetti( non più piccoli assassini, ma vittime dell'angelo della morte in nero che li chiama a sè), e un atmosfera sinistra e malevola che avvolge questa fiaba nerissima, questo giro di vite funesto e funereo, tra gingilli barocchi e giocattoli inquietanti, apparizioni spettrali e lettere di odio e la sequenza del pulcino morente che cade dal nido, poi raccolto da Radcliffe, ha qualcosa del vontrier di Antichrist, dove, anche quì, il kaos di sorella morte regna lambendo anche la fauna e la flora circostante

    Chiudendo, poi, il cerchio con un finale bellissimo del "tu dai una cosa a me, io do una cosa a te", tanto crudele quanto poetico (anche gli ectoplasmi vendicativi percepiscono il dolore della perdita dei viventi), dai riverberi amenabariani, via di mezzo tra le surreali brume di Amabili resti e il racconto di Ambrose Bierce, che ricongiunge vita/morte e eternità.

    Terrifica la dama in nero nelle sue brevi ma incisive apparizioni, sorta di Janara così radicata nelle credenze popolari, la paura atavica della resurrezione (la notte in cui Nathaniel uscì dalla tomba), metempsicosi materne (la sequenza della madre di Nicholas "posseduta" a tavola è da antologia), il sacrificio delle piccole vittime indotte al suicidio da un disegno oscuro e vendicativo, il gotico che tutto avvolge (più da tradizione italiana che nemmeno quella della Hammer dei tempi d'oro), la bruma, l'alta marea, l'atmosfera fosca e grigia che ammanta tutto il film.

    Qualche jumpescare (ma essendo un "ghost movie" è quasi doveroso), CG usata quà e là (uno dei pochi punti deboli del film), la sequenza della palude che nemmeno nei Vicini di casa (un pò forzata a dire il vero), non intaccano un'opera caliginosa, plumbea e funerea, che vive nella messa in scena rigorosa e cupa che Watkins infligge, tra bambole, giochi di bimba, stanze mortifere, sedie a dondolo e impiccagioni.

    Peccato che i più (recensioni di Film tv e Ciak compresi) si soffermino superficialmente sulla prova dell'ex Harry Potter Daniel Radcliffe, quando il film è molto di più di questo.

    Non è tanto la paura, ma il disagio e la mesta sofferenza della perdita dei propri cari a dare scossoni di lancinate tristezza.

    Opera della e sulla morte, con tutte le sue dolorose implicazioni.

    Non inseguire le ombre
    Ultima modifica: 3/12/18 15:00 da Buiomega71