Buiomega71 • 2/06/14 09:52
Consigliere - 25999 interventi Bellissimo, intenso, pregno di un atmosfera arcana e seducente, tra magie bianche e nere, voodoo, "fattucchiere" sbroccate e quasi fulciane, il tutto impreziosito dall'umidità carnale di una New Orleans "magica" e ipnotica
Il dramma della famiglia Batiste: padre amorevole (Samuel Jackson)e medico rinomato, ma con il vizietto di essere un tantino puttaniere indefesso (non c'è paziente appetibile che non "visiti" al di là dei problemi di salute), madre (Lynn Whitfield) bellissima, insicura e cornificata (nonchè fervente credente, tanto da recludere i suoi figli in casa perchè un presagio dettato dalla maga le ha profetizzato"
Stai attenta ai tuoi bambini"), e le due figlie, la decenne e fin troppo sveglia Eva (Jurnee Smollett-Bell) e la quattordicenne Cisely (Meagan Wood) che in piena maturazione sessuale ha una cotta per papà. Eppoi c'è zia Moselle (Debbie Morgan), "vedova nera" (i suoi tre mariti sono morti tutti in circostanze tragiche), veggente (il dono di vedere "aldilà" si tramanderà geneticamente) e sterile, nostalgica e ben poco fortunata in amore
Gruppo di famiglia all black (nel film, grazie al cielo, non c'è un bianco manco di striscio), dove le incomprensioni tra genitori e figli, le liti, i tradimenti, l'odio, il troppo amore, avranno conseguenze nefaste e irreversibili
Il tutto visto attraverso gli occhi di Eva, che per vendetta si affida al voodoo di una magamagò che vive in una spelonca tra le paludi (in alcuni frangenti, come la lettura della mano alla fiera, o la ragazzina che fugge tra le risate della maga, mi ha fatto venire alla mente
Il Tunnel Dell'Orrore)
La Lemmons si dimostra narratrice sensibile e delicata, guidando un cast attoriale a dir poco straordinario, e regala momenti visivi abbaglianti (i flashback virati seppia, il racconto di zia Moselle su uno dei suoi tre mariti, che si materializza allo specchio, la sequenza al cimitero con l'apparizione della maga), e impregna il suo film di sanguigna e dolorosa femminilità, dove le donne (umiliate, forti, offese, bugiarde, energiche) sono il punto nevralgico della storia, e gli uomini sono confinati ai margini (e non ci fanno una bella figura), tra le prime mestruazioni, i loro segreti e la loro forza interiore
Spesso commovente, altre cinico (il ragazzino investito dal bus), con racconti alla
Rashomon (il punto di vista della molestia) e pulsioni incestuose che sfociano nel dramma
Un pò debitore a certe tematiche e umori alla Tennessee Williams, il film si dipana lento e seducente tra paludi e case coloniali, serpenti e necromanzia, complicità femminili e atmosfere che impregnano la visione
La Lemmons, poi, evita qualsiasi sottotesto razziale, e stà più dalle parti di un John Singleton che nemmeno di quelle di Spike Lee
Un opera prima densa e ficcante, curata nei dialoghi e nella direzione degli attori, nelle location, nella fotografia e nelle musiche di Terence Blanchard
Bellissimo l'inizio alla festa (e per chi ama il cinema black è una manna dal cielo) tra balli scatenati e battute al vetriolo, donne arrapanti e uomini un pò tonti
Assolutamente da riscoprire
Il ferrini
R.f.e., Buiomega71, Capannelle