Discussioni su Confessioni proibite di una monaca adolescente - Film (1977)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/05/09 DAL BENEMERITO HOMESICK
  • Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
  • Non male, dopotutto:
    Uomomite, Buiomega71
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Homesick, Luchi78
  • Gravemente insufficiente!:
    Smoker85

DISCUSSIONE GENERALE

  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Buiomega71 • 21/08/18 10:37
    Consigliere - 25943 interventi
    Sadisterotica-L'estate torbida dello tio Jess

    Un Franco decisamente più commerciale, lontano dai suoi furori sadisterotici surreali, quasi per "tutti i palati", dove la narrazione da fellaution alla Carolina Invernizio prende il sopravvento, lasciando fuori anche i suoi febbrili congressi carnali sessuali (giusto qualche timida scena saffica tra le suorine) e più "edulcorato" rispetto ai suoi standar abituali, dove mancano anche i suoi attori feticcio (se non la Hemingway che ritornerà, guarda caso, nei panni di una monachella perduta in Sinfonia erotica)

    Chessia il meno franchiano balza subito all'occhio, comunque lo tio lo narra con un eleganza formale e con un gusto per le inquadrature davvero degne di nota (ottimo il comparto tecnico, tra musica e fotografia) dove il produttore svizzero Erwin Dietrich ammolla un pò più di danè (ci sono anche alcune scene di massa nel rogo finale) dove si sente meno la sua mano ma ci si appassiona comunque alla storia

    Come nunxploitation è forse uno dei meno estremi e arditi (se confrontato con quelli nostrani o con le monache di Borò) ma che però , lo tio, mostra una vena anticlericale da far invidia, in certi momenti, a Ken Russell, soprattutto nell'orgiastica messa nera conventuale officiata dalla reverenda madre (la bravissima, austera e algida Ana Zanatti), tra suore in deliquio sessuale, strofinamenti , seni, capezzoli, vulve pelose, baci lascivi ai crocifissi, un satanasso in calzamaglia che nemmeno il Bruno Mattei de La vera storia della monaca di Monza che deflora la giovane Maria da tergo, in un calderone blasfemo sacrificale dove salta fuori il miglior Franco, così come la diabolica coppia libertina che circuisce una giovinetta, tipico topoi franchiano.

    Zampate franchiane che continuano nel delirio sessual/satanico della reverenda madre che invoca e implora Lucifero, fino a farsi posizionare, dalle sue ancelle, una brodaglia bollente in mezzo alle gambe per dare alla luce il frutto del diavolo, contorcendosi in grida estasiatiche di dolore, mentre le due suorine le leccano le gambe, oppure nella tortura a cui è sottoposta Maria (la Hemingway), incatenata ad una croce di Sant'Andrea e soggetta a martirio carnale, mentre, beati di lussurioso sadismo, la reverenda madre e il laidissimo pretaccio di William Berger (magistrale) assistono ai tormenti di dolore della ragazza, infine nella stanza dei supplizi della sacra inquisizione, con donne insanguinate e incatenate (come lo scantinato di Plaisir à trois), dove, ancora l'innocente Maria, viene martoriata allo strazio dello stiramento degli arti su un tavolaccio dal boia di turno e tormentata a colpi di fiaccolate dalla sadica reverenda madre.

    Altri tocchi franchiani nella sequenza della confessione, dove il pretazzo satiro di Berger si masturba e ansima sentendo i peccati di Maria nel confessionale, o nella sequenza della fellatio dall'alto, dove Franco sposta l'inquadratura sulla risacca marina fuori dalla finestra, uno dei pezzi migliori del cinema dello tio

    Il resto viaggia sui binari del romanzo d'appendice (il finale con Maria sul rogo e il principe salvatore che pare uscito da Fantaghirò), dove lo tio ammorbidisce la sua mano, frena la sua poetica anarcoide e sopisce i suoi istinti sessuali , dedicandosi di più alle sventure e alla sfiga della povera Maria, finita in un convento dove la reverenda madre, tutte le suorine e il prete sporcaccione adorano il maligno

    Curioso come il cinema di Franco (in questo caso specifico) si avvicini terribilmente a quello di Borò (Maria , nel letto e gli incubi, abbagliata da una luce quasi stendahliana, e parecchie assonanze con Interno di un convento, e le manacce pelose del demonio che frugano corpi nudi femminili fan venire in mente La Bestia, nonchè biribizzie franchiane), infilandoci sofferenze e pene della carne (il cilicio) e innocenti giochetti lesbo tra monachelle (il giuoco della mela)

    Altro punto curiosissimo e che la Hemingway non faccia mai sesso nè con le consorelle nè con la reverenda madre (che al suo arrivo al convento ne ispeziona la verginità), se non con il diavolazzo alla mago Zurlì durante la messa satanica e costretta da Berger ad un rapporto orale-ma non si vede nulla- mostrandosi pudicamente nuda, frignando e lagnandosi per quasi tutto il film e sottoposta a crudeltà franchiane fino alla messa sul rogo (una delle più anomale e sciape eroine franchiane in assoluto), ma esente dai piaceri di saffo (se non nel lieve giochetto della mela)

    Certo, Le Demone era tutt'altro pianeta (in una sequenza, nel tribunale della sacra inquisizione, una strega condannata al rogo indossa una paio di scarpe col tacco), ma in questo Franco "minore" si seguono, senza annoiarsi troppo, le vicissitudini della povera Maria nel convento del demonio, che , magari, viste oggi, hanno la consistenza di una telenovela tipo Il segreto

    Piuttosto "curato" anche nel contesto storico , tra costumi e scenografie (sempre nei limiti di un'opera franchiana prodotta dallo svizzero) e forse tra i più "casti" (anche quì, sempre nella media franchiana) per quanto riguarda amplessi e copule (anche se le due suorine che si lasciano andare a congiunzioni saffiche slinguazzando il crocefisso che portano al collo, c'ha la sua perversa lussuria blasfemo/franchiana, anche se più "frenata" e annacquata rispetto ai suoi abituali e hardimentosi exploit lesbo)

    Per una volta ci si può dimenticare di caldi corpi di femmina e contesse perverse, anche se il gusto sadiano dello tio, ogni tanto, fa capolino quà e là.
    Ultima modifica: 21/08/18 19:36 da Buiomega71
  • Raremirko • 21/08/18 21:36
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Grande Buio; i suoi film in tele però non passan mai.