Discussioni su Riflessi di paura - Film (2008)

DISCUSSIONE GENERALE

8 post
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  • Undying • 15/02/09 18:22
    Risorse umane - 7574 interventi
    Commenta Daniela, a proposito di questo remake:

    "(...)
    Comunque interessante, piacerebbe poterlo confrontare con l'originale sudcoreano.".


    Allora l'occasione per farlo è vicina: il 20 febbraio, alle 23,40 Into the Mirror (2003) passerà su Rete 4.
    Ultima modifica: 16/02/09 02:23 da Undying
  • Daniela • 15/02/09 19:32
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Grazie della segnalazione, non me lo farò sfuggire ;o)
  • Daniela • 25/02/09 15:55
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Visto l'originale e.... rivalutato il remake. Non un capolavoro ma decisamente migliore rispetto a Into the mirror.
  • Zender • 26/02/09 08:48
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Beh, ottimo allora. Almeno che si trovi un senso ai remake. Con tutti quelli che stanno uscendo è consolante che almeno qualcuno superi l'originale.
  • Funesto • 25/12/09 00:52
    Fotocopista - 1415 interventi
    Scusate se sono un impiccione... ma perchè non segnalate che è un remake alla tabella accanto alla locandina?
  • Zender • 25/12/09 09:50
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Semplice dimenticanza. Grazie di avercelo fatto notare Funesto. Perché un impiccione? Hai fatto benissimo a dirlo invece! Sistemato.
    Ultima modifica: 25/12/09 09:53 da Zender
  • Buiomega71 • 14/11/15 10:15
    Consigliere - 25998 interventi
    Non malaccio questo remake (non ho visto l'originale ma già gli specchi erano fonte di male e porte per l'aldilà, vedi Connor, Lommel, Argento, Carpenter) del talentuoso e scintillante Alexandre Aja, che se riconferma le sue doti da gran narrateur, quì è molto meno viscerale e "selvaggio" che nel bellissimo restyling delle Colline craveniane, e pare più proiettato verso un cinema "mainstream" che frena i suoi deliri splatterosi e la sua naturale propensione al cinema della violenza.

    Due o tre colpi splatter marcati Aja (abilmente orchestrati da Nicotero & Berger) arrivano dritti allo stomaco (la gola squarciata dalla scheggia di vetro che sprizza geyser di sangue, Amy Smart che si apre la mascella, un'autopsia - un po' gratuita a dire il vero - la "zombi" dal corpo ustionato e "sfrigolante").

    Tornano le sue ossessioni per i manichini (Le Colline hanno gli Occhi, Maniac), che nel fatiscente e marcescente centro commerciale (che sembra l'antro della Nave Fantasma di Steve Beck, di cui il film ha parecchi punti in comune) sono ovunque e in ogni dove, bruciacchiati e non poco minacciosi.

    Dalle bellissime scenografie mortifere del Mayflower per passare alla tensione che comunque regge abbastanza bene, dalle musiche di Javierre Navarette alla fotografia del fido Maxime Aexandre fino a una chiusa finale tra le più geniali che abbia visto negli ultimi anni.

    Purtroppo, però, Aja citacchia a destra e a manca e spesso si sente aria fritta di deja vù.

    In primis il Mayflower altro non è che una specie di Nave Fantasma (con tutti i suoi spiriti malevoli al suo interno, i suoi cunicoli i suoi anfratti bui e minacciosi), la parte da "possession movie" (quella che ho preferito) con la piccola Anna Esseker che si dibatte e scalcia, per poi essere sottoposta a discutibili cure mediche contro la schizofrenia, legata ad una sedia in una specie di cupola di vetro (da quì l'origine del male) non può non far venire alla mente la pazza di Session 9.

    E se i flashback su Anna Esseker risultano le scene più ficcanti del film, Aja rimanda a Poltergeist (la lotta della moglie di Sutherland, a casa sua, contro l'entità malefica per salvare i suoi due figli), cita Profondo Rosso e L'aldilà (Sutherland che butta giù un muro marcio, nei sotterranei del Mayflower, con infiltrazioni acquose, e che nasconde quello che rimane di un ospedale psichiatrico-ancora Session 9 e altri film con protagonista la casa di cura abbandonata), il bambino "risucchiato" dal pavimento acquitrinoso (Nightmare) la suora chiusa nel convento che è la chiave del mistero (I Fiumi di Porpora, Il Presagio), il guardiano che da di matto e stermina la famiglia (Shining), strascichi dai bambini assassini; in più Aja si autocita nel viaggio in Pennsylvania di Sutherland, che bussa alla porta di una famiglia di redneck che sembra uscita dalle Colline..., con il ragazzino che assomiglia a quello mongoloide che suonava il banjo in Un tranquillo weekend di paura (cult ajano imprescindibile) e i titoli di testa, seppur azzeccati, sono molto simili a quelli di Panic Room.

    Non male i corpi delle anime dannate in fiamme (anche se risolti con una pessima CG) o quando Sutherland smonta, copre di vernice e porta via tutti gli specchi di casa.

    Il prefinale baracconesco, tutto botti e esplosioni, con il demone che sembra uscito da Evil Dead poteva tranquillamente essere evitato. Una caduta di stile per il regista francese, che però si fa perdonare nell'ingegnoso colpo di coda finale.

    Non so quanto rispecchi (è il caso di dirlo) l'originale coreano, ma nell'insieme - e malgrado gli scivoloni e le pecche - resta una pellicola godibile che porta a casa alcuni momenti davvero notevoli, supportata da un Kiefer Sutherland al meglio e dai guizzi registici di un autore di indubbio talento (anche se un tantinello "anestetizzato" rispetto ai suoi precedenti delirii di sangue).
    Ultima modifica: 14/11/15 13:18 da Buiomega71
  • Raremirko • 16/10/21 22:09
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Aja riconferma di possedere un certo talento visivo/registico, indovinando atmosfere e cast (bene Sutherland, molto meno sfruttata la Smart) e risultando discutibile solo a tratti.

    Quasi discreto, misterioso ed intrigante quanto basta da meritarne una visione.

    Script non facilissimo da portare in immagini, comunque, a maggior ragione se ci si ispira ad un film originale straniero; ho scoperto oggi, poi, che ne esiste anche un sequel.