Discussioni su Mysterious skin - Film (2004)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 1/10/22 10:41
    Consigliere - 25999 interventi
    Belli e dannati incrocia Progeny e Araki "ammorbidisce" i suoi deliri da generation (che sia Doom o Ecstasy), per un'opera (sicuramente della maturità) più classica e "mainstream", ma non meno corrosiva e scomoda (quà e là sprazzi dell'Araki dirompente, come il PP del volto di Brian esaminato da una mano aliena e la fotografia sparata in blu, nella stanza di Neil a fumare "roba", i tre amici che in auto provocano un redneck omofobo e lui tira fuori il fucile, la pioggia di cereali all'inizio).

    E mentre in tv passano clip della Notte dei morti viventi e di The dead next door, il Kansans non è più quello del Mago di Oz, tra presunti rapimenti alieni (bellissima e surreale la scena spielberghiana dell'UFO che sovrasta la casa di Brian), ragazze sole e storpie respinte, genitori assenti (impietoso il confronto tra Brian e suo padre nella sera del suo compleanno), sangue da naso, svenimenti, marchettari cinici e distaccati (Neil e il suo primo cliente, un rappresentante di dolcetti padre di famiglia), miseri rapporti orali omoerotici (commentando la partita di baseball), inquiete notti di Halloween tra incontri ravvicinati non del solito tipo (che nascondono ben più pericolose insidie), casette degli orrori (ma quelle vere hanno l'apparenza normale di un uomo single prestante dal fascino di Robert Redford e dall'animo nero di un Gilles de Rais, che si eccita registrando le voci dei bambini e fotografandoli in Polaroid tra boccacce e smorfie, solo come antipasto), ragazzini ritardati bullizzati con petardi infilati nel naso e poi placati con il sesso orale (come le cose che fa il coach), vacche sventrate riconducibili agli esperimenti alieni, che rammentano a Brian qualcosa di mostruoso capitato nella sua infanzia (la mano nelle viscere dell'animale che riporta il deja vu del fisting anale che tanto piaceva al coach) e una confessione finale quasi insostenibile e lancinante, che scoperchia gli infami "giochi erotici" dell'allenatore venuto da Pedilofia (plauso a Bill Sage per aver accettato un ruolo tanto ingrato quanto laido).

    E avvicinandosi al Todd Solondz di Happiness (per quanto riguarda la piaga della pedofilia), Araki (insieme a Neil) lascia il Kansans (dove Neil si è portato a letto praticamente tutti gli uomini della cittadina di Hutchinson) e si sposta a New York, tra clienti metropolitani con il corpo ricoperto da macchie cronenberghiane e belluini omosessuali repressi e violenti (la cruda fellatio con sputo in faccia, il feroce stupro anale nella vasca da bagno con il flacone dello shampoo sbattuto in testa) fino a prendere consapevolezza di una vita borderline fatta solo di squallido sesso mercenario.

    Da un lato la misantropia di Brian e la fissa degli alieni, dall'altro la spregiudicatezza di Neil "bello e dannato", che metabolizza gli abusi d'infanzia con l'infatuazione che provava per il coach (Ero il suo prediletto), dove Araki si muove tra poesia (l'improvvisa nevicata notturna davanti allo schermo cinematografico spento-Vorrei che proiettassero un film adesso, dice Wendy, l'amica del cuore di Neil-) e delicatezza, marciume e laidezza, in bilico tra il suo cinema queer mischiato alla SF e uno spietato atto d'accusa sugli abusi sessuali minorili che, seppur trattato con sensibilità, non risparmia colpi durissimi.

    Abbandonate (momentaneamente) le lisergiche generazioni x, Araki firma il suo film più maturo e intenso dove, alla fine, è difficile uscirne per riveder le stelle.

    Non mi scopo uno che ha il fisico di Tarzan e la voce di Jane.
    Ultima modifica: 1/10/22 13:53 da Buiomega71