Discussioni su Tutte le ore feriscono... l'ultima uccide! - Film (1966)

DISCUSSIONE GENERALE

22 post
  • Tarabas • 12/11/19 13:52
    Segretario - 2069 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    Tarabas ebbe a dire:

    Va detto che i francesi non hanno mai relegato il polar a genere commerciale (...)


    Su questo non sono d'accordo.

    Credo di essere uno dei pochi "difensori" del poliziesco francese qui fra gli utenti del davinotti, ma la cosa clamorosa semmai è proprio che quei film che a noi appaiono di algida lentezza in quel contesto fossero commerciali eccome.


    Il fatto che i polar francesi avessero un buon successo di pubblico nulla toglie al mio ragionamento.

    Per commerciale io intendo "industriale", nel senso di privilegiare la quantità a scapito della qualità.

    Registi e attori come quelli che ho citato ai poliziotteschi nostrani non avrebbero mai preso parte.

    Nei rari casi in cui è accaduto che bravi registi avessero a disposizione una buona storia, bravi attori e l'opportunità di lavorare con cura, i risultati sono stati positivi.
    Purtroppo capitava di rado.
  • Max dembo • 17/06/23 11:55
    Servizio caffè - 426 interventi
    Io non intervengo quasi mai, ma in questo caso avendo rivisto dopo diversi anni questo capodopera di Melville recentemente sono venuto a leggere qui, e vorrei solo aggiungere che non e propriamente vero, per quanto riguarda l'azione è segnatamente le sequenze di inseguimento automobilistico, che il poliziottesco italiano sopravanzi così marcatamente quello francese, per ritmo e dinamicità. Anche perché Remy Julienne che ha praticamente realizzato l'80% se non di più, delle sequenze di acrobazie motoristiche del cinema di genere italiano, non era valdostano. Ci sono grandi e numerosi esempi italici di lunghe sequenze nella suddetta specialità d'azione, basti citare "Napoli violenta", "La Mala ordina", "Poliziotto Sprint", "Roma violenta" ecc. ecc.,  Ma visto che si cita proprio Belmondo, se prendiamo in causa soltanto "Il Poliziotto della brigata criminale"(Peur sur la ville)(1975) di Henri Verneuil, l'inseguimento che inizia sopra le volte de Les Halles di Parigi, e si conclude sopra i tetti dei vagoni della metropolitana sul ponte, con Belmondo stesso e in velocità che vi corre senza ricorso a controfigura di sorta e orripilante CGI, beh....secondo alcuni è persino superiore, più elaborato, rispetto al suo modello di riferimento e che cerca di imitare, in "The French connection". Inseguimento che per inciso, probabilmente e mi dispiace, ma surclassa ogni-pur di ottima fattura-, analoga sequenza presente nei film polizieschi italiani. Sarà per motivi di maggiore dispendio di risorse economiche e di tempo per prepararlo, realizzarlo ecc. Ma si potrebbe poi citare anche "Gli Scassinatori"(La Casse)dello stesso Verneuil, con pure Belmondo, regista che certo non difettava in ritmo e dinamismo, o "Lo Sparviero"(L'Alpagueur)di Philippe Labro e sempre Belmondo, che seppure non segnatamente alla scena di acrobazia motoristica, ha un grandissimo ritmo, e grinta da poter vendere.
    Per quanto riguarda Melville, il suo era un cinema che pur utilizzando interpreti e maestranze sempre della "Serie A" del cinema francese, rifuggì per tutta la sua non lunga carriera, dalle costrizioni e concessioni obbligate da parte dell'industria, infatti furono molti di più i film "colossali" che rifiutò di fare perché reputati non interessanti, e pur con i più quotati produttori del cinema francese, che quelli che effettivamente realizzò. Noti i casi di "Week-end a Zyudcoote", e "Diario di una cameriera". Esattamente l'opposto dunque del "cinema poliziottesco" italiano del periodo, che pure mi piace e a cui nulla intendo togliere. Che praticamente sempre, doveva essere realizzato all'interno di rigidi schemi di "sfruttamento" della massima commerciabilità dell'effetto e del sensazionalismo "di pancia", con immancabili prodotti da piazzare per ogni angolo possibile dell'inquadratura con effetti anche comici, tipo la famosa Acqua Pejo, JB, il Cynar, il Fernet Branca, il Vov, le Marlboro ecc. E non potevano mai mancare nemmeno le irrinunciabili scopate e starlettes nude in quantità( e pur con il nel genere migliore di tutti, Di Leo), i momenti immancabili di grevità con le "ninfomani", la Santilli ne "Il Boss", e i suoi dialoghi e battute che fanno abbastanza fischiare le orecchie, o la Dionisio in "Uomini si nasce, poliziotti si muore"(che non è di Di Leo regista, ma sceneggiatore sì), poi diretto da Deodato, che certo non ha mai brillato nella sua vita cinematografica, per raffinatezza.
    Ergo per cui, non sono molto accostabili noir/pòlar e "poliziottesco", seppure apparentemente vicini geograficamente e per le molte co-produzioni dell'epoca, quanto mai lontani per quasi tutto il resto. Quali che siano le preferenze e i gusti, per proprie inclinazioni personali. Certo è che se cerchi la maggiore introspezione psicologica dei personaggi, un maggiore "esistenzialismo" di situazioni e dialoghi, ma pure di drammaticità nelle sceneggiature, banale dirlo, non lo trovi certo in un Lenzi o un Martino, Girolami, pure bravi e bravissimi, ma sicuramente sì in Melville o in Corneau, Sautet, e molti altri francesi.
    Ultima modifica: 17/06/23 12:20 da Max dembo