Discussioni su Come le foglie al vento - Film (1956)

DISCUSSIONE GENERALE

10 post
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  • Buiomega71 • 21/08/19 10:48
    Consigliere - 25999 interventi
    Rassegna estiva: Melò d'agosto-Un'estate melodrammaticamente melodrammatica

    Che regista che è Douglas Sirk (di suo, nella mia videoteca, avevo solo questo, quindi sono corso ai ripari acquistando immediatamante Interludio, Secondo amore-che avrei già dovuto acquistare dopo aver amato Lontano dal paradiso- Lo specchio della vita e Magnifica ossessione), viscerale, esteta fino alla maniacalità, fumettoso tanto da sconfinare nel pre pulp, isterico nel caricare i suoi personaggi tanto da farli sconfinare nel grottesco del teatro dell'assurdo, avanti anni luce per quanto concerne inquadrature, montaggio, narrazione serratissima, psicologia dei personaggi, enfasi emotiva e maestro assoluto nel caricare i suoi melò di diperazione e angoscia fino all'eccesso.

    E che mezzo capolavoro che è Come le foglie al vento, già dallo straordinario e sbalorditivo incipit, con Stack (grandioso) che corre con la sua auto sportiva come un pazzo, tra foglie che invadono i corridoi della grande villa, fotografia tra il noir e i cromatismi più accesi (Bava segnerà sul taccuino), uno sparo e un uomo che cade a terra esanime, un calendario che và a ritroso per presentare la storia come un lungo flashback.

    Basterebbe già l'inizio al fulmicotone per relegare Sirk tra i grandi registi, ma l'autore tedesco non si ferma quì, perchè il suo fiammeggiante (mai aggettivo fu più consono) melodramma ingrana la quinta e non si ferma più.

    Ninfomani viperelle travestite da femme fatale che se la spassano con uomini occasionali (cosa non è Dorothy Malone), al bar con poco di buono o abbordando benzinai sulla spider rossa (Dennis Hopper ne sarà stato fulminato e se lo ricorderà per The Hot Spot) e che ballano spasmodicamente in una danza isterica e forsennata, con il padre che si becca un infarto e ruzzola giù per le scale (momento di cinema "estremo" unico, dove ti domandi "ma che razza di regista è Sirk?") , Stack preda delle sue ossessioni e delle sue angoscie personali (da antologia la pistola sotto al guanciale), che scoperto di essere sterile (pezzo di regia unico la sequenza in cui il medico le dice che i suoi spermatozoi sono "deboli", esce dal bar disperato e vede un ragazzino sul cavallino che le ride in faccia) si aliena tra alcool e follia, fino alle drastiche conseguenze che porteranno la vicenda ad un violento punto di non ritorno, con un emotività febbrile che sfocia nel sanguigno prefinale, non lasciando un attimo di respiro, trasformando il melò sirkiano in una cruda tragedia greca, tra solitudine, ricatti, follia, rabbia e gelosia.

    Tutto è portato all'estremo, dalle realistiche scazzotate, alle seduzioni dell'amorale Malone (il picnic al fiume, il continuo irretire un impassibile-e straordinario-Rock Hudson, il comportamento cinico che ha verso la cognata, il mettere il tarlo della gelosia al debole e fragile fratello, Stack che cerca dannatamente la pistola nascosta nell'ufficio del padre, devastando mezza casa) alla cieca furia di Stack quando la Bacall-di gran classe-le dice che è rimasta incinta, facendola abortire con un ceffone, dettato da una rabbia belluina e incontrollabile, a Stack ubriaco al bar che chiede la pistola al barista.

    E Sirk ammanta il suo delirante melò con inquadrature ricercate, affidandosi ai cromatismi suggestivi di Russel Metty che spaziano tra il sogno e l'incubo, il kitsch più squisito e l'estetismo più sfrenato, agli interni lussuosi di stanze d'albergo e di ville maestose, tra drappi, tendaggi, specchi, corridoi, scalinate, balaustre troneggianti, sensuali vestagliette rosso sangue, finestre dove gli sguardi dolenti della Malone sono ritagliati come in un horror, scrutando dalla sua camera la dannazione del suo amore non corrisposto e la decadenza della sua famiglia dal sangue guasto (Tu sei malata, dice, ad un certo punto, Hudson alla Malone, dopo l'infame ricatto).

    Grande, grandissimo cinema, immenso, monumentale regista, che ispirirà non solo Fassbinder e Haynes, ma anche Lynch, Coppola e Scorsese.

    La Malone che si infila le calze di nylon con una sensualità tra le più ardite dell'epoca, il suo ballo scatenato alla festa davanti ad un Hudson indifferente che produce più di un erezione, il modellino del pozzo petrolifero nelle mani di una sconsolata e sconfortata Malone che ha tutte le reminiscenze di un simbolo fallico, la grazia e la comprensione della Bacall, remissiva moglie triste di un uomo allo sbando e prigioniero dei suoi tormenti, l'amore soffocato di Hudson, un amicizia virile/fraterna che lambisce una larvata omosessualità.

    Cinema con la C maiuscola e scoperta di un autore più vicino che mai alla mia concezione di visceralità, di melò splendidamente decadente e mortifero, e furia incotrollabile dei sentimenti più passionali, tra silfidi diaboliche e sfrontate, dolci mogli condiscendenti e mariti insicuri divorati dall'ossessione.

    E per capire che narratore abbagliato di magnificenza sia Sirk, basta solo la sequenza dei poliziotti che arrivano entrando a villa Hadley, o solamente riprendendo una coccarda portata via dal vento sul vialetto.

    Quando il melò incendia l'anima e i sensi, Douglas Sirk santo subito.

    A un passo dal capolavoro.
    Ultima modifica: 21/08/19 21:14 da Buiomega71
  • Rebis • 21/08/19 11:48
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Waaaaaa! Recensione superlativa, sapevo che ti avrebbe mandato in sollucchero :D Ti consiglio di recuperare anche Secondo Amore, Il trapezio della vita e Lo sparviero di Londra. Zender potresti alzare il mio timido pallinnaggio a quattro?
    Ultima modifica: 21/08/19 15:45 da Rebis
  • Buiomega71 • 21/08/19 11:57
    Consigliere - 25999 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Waaaaaa! Recensione superlativa, sapevo che ti avrebbe mandato in sollucchero :D Ti consiglio di recuperare anche Primo Amore, Il trapezio della vita e Lo sparviero di Londra. Zender potresti alzare il mio timido pallinnaggio a quattro?

    E ci avevi visto giusto caro Rebis.

    Sirk è proprio quello che cerco da un melò, dove tutto è portaro all'eccesso, fino all'isterismo delle passioni più viscerali.

    Mi chiedo perchè fino ad ora lo sempre snobbato (pur avendo amato Lontano dal paradiso, sorta di remake aggiornato al nuovo millennio di Secondo amore), colpa della mia riluttanza verso certo cinema cosidetto "datato" e "obsoleto" (e grazie a questa rassegna ho scoperto, o riscoperto, veri e propri gioielli che non hanno perso un grammo del loro fiammeggiante potenziale, Sirk in primis), essendo cresciuto e infarinato con il cinema degli anni 70.

    Davvero un autore sanguigno come pochi all'epoca, promotore e profeta di parecchio cinema a venire (Coppola e Scorsese non ne sono stati esenti) e immaginifico esteta dell'inquadratura e della pittoricità della messa in scena.

    Il quadripallinaggio è d'obbligo, in questo febbrile melò di rara bellezza estetica e di furente emotività.

    Ed è un vero peccato che Sirk si sia fermato dopo Lo specchio della vita, per ritirarsi in europa a fare regie teatrali. Mi immagino che filmoni avrebbe realizzato a cavallo tra gli anni 60/70, anzi, no, non oso immaginare...
    Ultima modifica: 21/08/19 21:16 da Buiomega71
  • Digital • 21/08/19 13:12
    Portaborse - 3997 interventi
    Disamina eccellente, Buio! Sei uno scrittore nato! :)
  • Buiomega71 • 21/08/19 13:29
    Consigliere - 25999 interventi
    Digital ebbe a dire:
    Disamina eccellente, Buio! Sei uno scrittore nato! :)

    Grazie Digital, è solo passione dettata dall'entusiasmo di aver visto un filmone di tale caratura.
  • Rebis • 21/08/19 16:01
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:

    Ed è un vero peccato che Sirk si sia fermato dopo Lo specchio della vita, per ritirarsi in europa a fare regie teatrali. Mi immagino che filmoni avrebbe realizzato a cavallo tra gli anni 60/70, anzi, no, non oso immaginare...


    Eh già, molti registi d'antan non sono riusciti a cavalcare l'onda dirompente che ha rivoluzionato produzione e narrazione tra gli anni '60 e '70. In un certo senso Fassbinder ne ha raccolto l'eredità innescando il melodramma nei conflitti di una società che stava mutando radicalmente. Ne La paura mangia l'anima, remake di Secondo Amore, ha compiuto un'operazione di aggiornamento estrema, modernissima per l'epoca, a confronto della quale il film di Haynes è esangue. Tra i registi contemporanei fatico a trovarne altrettanto capaci di innescare tanta irruenza emotiva nel genere, forse Jane Campion in The Piano, Von Trier per quanto non lo ami, Xavier Dolan e ovviamente Almodovar forse l'ultimo discendente diretto del melò fiammeggiante alla Sirk.
    Ultima modifica: 21/08/19 17:50 da Rebis
  • Buiomega71 • 21/08/19 18:02
    Consigliere - 25999 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:

    Ed è un vero peccato che Sirk si sia fermato dopo Lo specchio della vita, per ritirarsi in europa a fare regie teatrali. Mi immagino che filmoni avrebbe realizzato a cavallo tra gli anni 60/70, anzi, no, non oso immaginare...


    Eh già, molti registi d'antan non sono riusciti a cavalcare l'onda dirompente che ha rivoluzionato produzione e narrazione tra gli anni '60 e '70. In un certo senso Fassbinder ne ha raccolto l'eredità innescando il melodramma nei conflitti di una società che stava mutando radicalmente. Ne La paura mangia l'anima, remake di Secondo Amore, ha compiuto un'operazione di aggiornamento estrema, modernissima per l'epoca, a confronto della quale il film di Haynes è esangue. Tra i registi contemporanei fatico a trovarne altrettanto capaci di innescare tanta irruenza emotiva nel genere, forse Jane Campion in The Piano, Von Trier per quanto non lo ami, Xavier Dolan e ovviamente Almodovar forse l'ultimo discendente diretto del melò fiammeggiante alla Sirk.


    Dovrei riscoprire i melò fassbinderiani a questo punto (anche se Il matrimonio di Maria Braun non mi fece impazzire all'epoca, finale alla "canna del gas" a parte)

    Ci ho visto anche il futuro di Lynch (Velluto blu, per quel raffinato modo di mischiare i colori pastello con l'oscurità dell'anima), il Dennis Hopper di The Hot Spot (la Madsen era modellata senz'altro sulla Maylee della Malone, fular rosso svolazzante sulla spider a caccia di uomini da portarsi a letto, senza scrupoli, senza morale, senza vergogna) e gli intrighi familiari dal sangue guasto che arriveranno, sanguigni e eccessivi, nella saga mafiosa coppoliana.

    E la straordinaria (e ribadisco straordinaria) sequenza in cui la Malone balla scatenata, in camera sua, con indosso una sensuale vestaglietta rosso sangue, un febbrile e ipnotico "samba" a tutto volume, mentre, a montaggio alternato, il padre c'ha un infarto e ruzzola rovinosamente giù per la grande scalinata, stà al melò come la doccia di Psycho stà al thriller.

    Come faccio, poi, a non amare Sirk?
    Ultima modifica: 21/08/19 18:56 da Buiomega71
  • Rebis • 21/08/19 19:10
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Sì, sui rimandi a Hopper e Lynch concordo in pieno, quest'ultimo fra l'altro ha un fortissima vena melò che lo attraversa lungo tutta la sua produzione, e che culmina in Mulholland drive. Prima non l'ho citato perché l'aspetto metafisico dei suoi film è preponderante, ma possiamo dire che in fondo Lynch ha compiuto una grande riscrittura del cinema classico, dal noir al raod movie, attraverso il melodramma.

    Su Fassbinder, guarda, Il matrimonio di Maria Braun è forse il suo film che amo meno. Ti consiglio Le lacrime amare di Petra Von Kant, Martha, Veronika Voss, Un anno con 13 lune... Tutti sanguigni, crudeli, viscerali, di una potenza emotiva devastante.

    Di Almodovar invece penso alla seconda fase della sua produzione, da Tutto su mia madre per intenderci, sirkiano fino al midollo.
    Ultima modifica: 21/08/19 19:14 da Rebis
  • Buiomega71 • 21/08/19 19:17
    Consigliere - 25999 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Sì, sui rimandi a Hopper e Lynch concordo in pieno, quest'ultimo fra l'altro ha un fortissima vena melò che lo attraversa lungo tutta la sua produzione, e che culmina in Mulholland drive. Prima non l'ho citato perché l'aspetto metafisico dei suoi film è preponderante, ma possiamo dire che in fondo Lynch ha compiuto una grande riscrittura del cinema classico, dal noir al raod movie, attraverso il melodramma.

    Su Fassbinder, guarda, Il matrimonio di Maria Braun è forse il suo film che amo meno. Ti consiglio Le lacrime amare di Petra Von Kant, Martha, Veronika Voss, Un anno con 13 lune... Tutti sanguigni, crudeli, viscerali, di una potenza emotiva devastante.


    Guarda caso film che ho in archivio in dvd, che sia mai che mi venga il biribizzo di farne una rassegna estiva, con tutto stò materiale.

    Dimenticavo, poi, l'abile struttura da "giallo" che Sirk , tra le altre cose, dona al suo fiammeggiante capolavoro.

    Lo sparo iniziale e l'uomo che cade a terra (sappiamo che è Robert Stack che arriva ubriaco, ad alta velocità, con la sua auto da corsa) fuori, nell'attico della villa, tra le foglie portate dal vento che si dipanerà e incastrerà perfettamente nel sanguigno e febbrile pre finale, tra urla, disprezzo, rancori mai sopiti e rese dei conti che non andranno a buon fine.

    E se in un film cosidetto di "attori" (e che attori) la personalità del regista sovrasta ogni cosa, allora, quello, è davvero un gran regista.
    Ultima modifica: 21/08/19 19:26 da Buiomega71
  • Didda23 • 22/08/19 03:14
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Messo nelle prossime visioni. Grazie buione