Discussioni su New Rose Hotel - Film (1998)

DISCUSSIONE GENERALE

3 post
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  • Pigro • 17/03/11 19:28
    Consigliere - 1661 interventi
    Zender ebbe a dire nella sezione IN TV:
    Dice Pigro: Due spie industriali ingaggiano una ragazza per sedurre uno scienziato e farlo passare alla concorrenza. Questa sarebbe la trama in un film normale, ma a Ferrara non interessano le trame, come dimostra la friabilità della storia, peraltro poco chiara e poco logica. Non gli interessa neanche che si segua il film, come dimostrano il montaggio random e la fotografia ostica. Gli interessano solo i morbosi meccanismi relazionali di sesso e inganno, chiave di volta di un mondo caotico.

    Vero che non è il semplice racconto di una storia che interessa a Ferrara, ma d'altra parte proprio su una storia si appoggia... E sulla storia mi sono appoggiato anch'io nel tentativo di seguire questo film... ;-)
    Il fatto è che capisco l'urgenza artistica di Ferrara, ma credo anche che sia talmente forte questa urgenza da ingolfarsi in costruzioni talmente contorte che solo in qualche caso riescono a "bucare" (Il cattivo tenente), mentre spesso sono deliri nei quali se non ci si aggrappa a un barlume di trama (peraltro qui piuttosto chiaramente presente) davvero non si sa che cosa voglia dire e perché, come se fosse tutto un discorso tra sé e sé...
  • Buiomega71 • 17/03/11 19:56
    Consigliere - 26015 interventi
    Condivido Pigro, non è più il Ferrara degli anni'80 o inizio 90. Non ho visto New rose hotel, ma mi sono bastati The addiction , e soprattutto Il nostro natale. Di quest'ultimo poi, alla fine, mi sono detto ma che film e? Sembra un filmino amatoriale sulla vita di due coniugi spacciatori! Cosa voleva dire Ferrara? Mha, molto criptico e astruso. Questa sua seconda pelle propio non mi va giù.
  • Buiomega71 • 27/03/21 10:17
    Consigliere - 26015 interventi
    Quello che, a prima sensazione, sembrava un terribile sospetto, con New Rose Hotel diventa amara realtà, il buon Abel non ha più nulla da dire e il suo cinema (dopo lo straordinario exploit di Fratelli) gira su sè stesso con teatraleggiante spocchia masturbatoria autoriale che sembra diverta solo a lui, in un coacervo indigesto di parole e dialoghi, dove la trama non esiste e tutto sembra improvvisato.

    Questo suo drastico cambio di rotta (una svolta quasi radicale, che giudico deleterea, che per molti è dovuta all'abbandono del suo guru ispiratore in fase di sceneggiatura, Nicholas St. John) già si percepiva in Occhi di serpente, anche se il suo personale "effetto notte" qualche barlume del Ferrara che fu riusciva a regalarlo. Poi venne Fratelli e tornò il Ferrara sanguigno e viscerale che tanto ho amato in gioventù. Nella terra di mezzo del regista della redenzione, però, c'è quella insulsa e insopportabile allegoria vampirica che è The Addiction, eppoi venne l'inutilità messa su pellicola che è Il nostro Natale, che narra del niente sullo sfondo del nulla, dove Ferrara pare stia girando il filmino casalingo delle vacanze natalizie.

    New Rose Hotel è, nè più ne meno, inutile e brutto come The Addiction e  Il nostro Natale, con la differenza, seppur minima, che almeno , in questi due, qualche flebile eco ferrariano faceva capolino quà e là, mentre in questa sottospecie di Alphaville ferrariana (o di Nirvana poveristico) c'è solamente il nulla cosmico, il niente assoluto, dove si salva unicamente, e paradossalmente, la sensualità di Asia (e il suo turpiloquio).

    Il resto è un indigesta pantomima futuristica intinta in un atmosfera da stantio pseudonoir,  fitta di dialoghi insulsi, che gira attorno ad un terzetto attoriale dove Walken zoppicante gigioneggia a tal punto da uscirne ridicolo e patetico, Dafoe si strugge d'amor perduto facendo le facce  e Asietta mostra le tette, fa la porcellina in numeri lesbo da night club di quart'ordine e si fa zoomare sul tatuaggio sotto l'ombelico.

    Multinazionali, orrende riprese in video da mal di testa e fastidiosamente antiestetiche, dove non si capisce un tubo, una fotografia satura da dare sui nervi, camere d'albergo, virus mortali, pagliacciate attoriali (la festa di compleanno di Dafoe con le prostitute giapponesi, dove Walken dà il peggio di sè), una Tokyo farlocca che in realtà è New York (ma questo è il male minore), una flebile e  sottotrama spionaggistica appiccicata con lo sputo di cui frega niente a nessuno, 90 minuti che sembrano tre ore, flashback finali dove si vuol cambiare la prospettiva del racconto ma aggiungono solo noia su noia, confusione su confusione e inutilità su inutilità, in un finto e rancido maledettismo da discount che irrita e infastidisce, e lascia totalmente indifferenti, non vedendo l'ora che questa agonia su pellicola giunga ai tanto agognati titoli di coda.

    Sfido chiunque a sostenere che Fratelli (di appena due anni prima) sia stato diretto dallo stesso regista di questa roba inguardabile quì, e più andavo avanti con l'insostenibile visione più mi domandavo che fine miserabile avesse fatto l'autore di King of New York, e che il mio timore di un suo drastico cambio di pelle (vedi The Addiction e Il nostro Natale, per non parlare di Mary) si è fatto tangibile e reale, quello di New Rose Hotel è il nuovo Ferrara? Pare proprio di sì, in un autore che non riconosco più e che da mio "cattivo maestro" è diventato uno dei registi più indisponenti, spocchiosi e insopportabili sulla piazza.

    Ha ragione il Mereghetti quando scrive che Abel, così facendo, si stà perdendo per strada i suoi vecchi fan, con il rischio che non lo seguano più (in questo caso , con me, il "nuovo" Ferrara ha chiuso definitivamente, perchè tre cocenti fregature una dietro l'altra sono anche troppe), di un autore che ha perso del tutto il suo fulgore narrativo e la sua febbrile carica provocatoria, in cambio di due o tre attori feticcio che improvvisano sullo schermo lo zero assoluto (in quanto a contenuti) dove Abel se la sghignazza alla faccia nostra, tutto felice di prendere in giro il povero spettatore che lo venerava con assoluta devozione, in quello che è, a tutti gli effetti, un tradimento imperdonabile. E allora è meglio recuperare i suoi esordi hard a questo punto.

    SPOILER

    L'improvviso suicidio di Walken, poi, è talmente buttato lì da rivederlo per crederci.

    FINE SPOILER

    A parte Asietta c'è poco o nulla da salvare (forse i titoli di testa in inglese, mischiati con il tedesco e con gli ideogrammi giapponesi), in questo terribile e miserissimo cyber movie fatto in casa Ferrara, tra karaoke, sesso soporifero da peggior Colpo grosso, spionaggio industriale (niente meno), night club, istruzioni di seduzione, insipide storielle d'amore e conti in banca.

    La pura quintessenza dell'anticinematografia, in un'ineccepibile vaccata tra le più sonore viste negli ultimi anni.

    E con rammarico l'autore del Cattivo tenente, ahimè, non abita davvero più quì.


    Ultima modifica: 27/03/21 13:56 da Buiomega71