Discussioni su The stepfather - Il patrigno - Film (1987)

DISCUSSIONE GENERALE

5 post
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  • Cotola • 2/04/09 13:42
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Prossimamente (a quanto pare nella stagione in corso) dovrebbe uscirne una sorta di remake a firma di Nelson McCormick. per ciò che riguarda gli attori invece ecco alcuni nomi del cast:
    Penn Badgley, Dylan Walsh, Sela Ward, Chris Meloni, Sherry Stringfield.

    Dubito che possa eguagliare i risultati dell'originale che era davvero un bell'esempio di thriller girato senza molti mezzi e senza troppi schizzi di sangue.
  • Caesars • 19/04/10 10:03
    Scrivano - 16810 interventi
    Undying ebbe a dire:
    La qualità del prodotto, evidente negli ottimi dialoghi, è da attribuire, per buona parte, alla valida sceneggiatura di Donald E. Westlake (autore di decine e decine di libri, spesso siglati dietro pseudonimi tipo: Richard Stark, Timothy J. Culver, Curt Clark o Tucker Coe).



    Ben fatto Undying. Più che giusto rilevare l'importanza dello sceneggiatore nella riuscita di questo film. Personalmente adoro Donald Westlake, soprattutto, ma non solo, per i libri con protagonista John Dortmunder.
  • Schramm • 19/04/10 10:37
    Scrivano - 7694 interventi
    è già uscito e se ne sentono da ogni lato di orride.

    la cosa triste è che il capostipite è stato riscoperto solo ora, in gran parte a ridosso della resurrezione di terry in lost
  • Buiomega71 • 29/10/15 10:43
    Consigliere - 25998 interventi
    Ah, erano 21 anni che non lo rivedevo, e le impressioni di allora non sono cambiate di una virgola (anzi, ne ho apprezzato ancora lo stile registico più di allora, e nonostante oggi gli stilemi del "psycho thriller" o della "famiglia minacciata" siano all'ordine del giorno, il gioiellino rubeniano ha ancora momenti di alta scuola che il tempo non ha scalfito)

    L'unica nota stonata (che forse col tempo ho rimosso) e l'odiosità di Jill Schoelen, davvero insopportabile come "figliastra sospettosa" del patrigno, che vorresti che il buon Terry O'Quinn la apra in due come un tacchino

    Per il resto è ancora uno "psycho thriller" coi controfiocchi

    Il film della maturità rubeniana (anche se Dreamscape era una pietanza assai squisita) che si scrolla di dosso i drammetti e le commediole del passato e si avvia verso il tunnel del thriller (poi verranno moglie stalkizzate, luciferini bambini assassini, madri e alieni, donne sole in casa)

    Ho notato, nel corso del film, alcune assonanze con il mondo parallelo craveniano (O'Quinn indossa un maglione a righe, O'Quinn sfonda-sequenza molto simile a quella in cui Freddy Krueger fracassa la vetrata della porta entrando dentro la cameretta di Nancy-il vetro della porta del bagno dove si "barrica" Stephanie-non prima di tentare di buttarla giù in stile Shining-e le villette del quartiere residenziale così simili a quelle di Elm Street) e un atmosfera autunnale che mi ha ricordato quella de La Casa in Hell Street (anche quì, come nel film di Michael Winner, una ragazzina e in balia di uno psicopatico che vuol far fuori mammà, e la sua iniziale "paranoia" non viene creduta)

    Già dal bellissimo incipit Ruben mostra tutti i suoi numeri (0'Quinn chiuso in bagno che si rade, si mette le lenti a contatto e cambia "connotati", poi scende le scale e schizzi di sangue imbrattano le pareti, il "tu tu" del telefono e nella sala i corpi straziati della "sua" famiglia, il tutto condito dallo score penetrante di Patrick Moraz), per poi chiudere il film con battute magistrali da cardiopalma, tra docce, bagni, coltellate, schegge di vetro, rivolverate, un inseguimento senza respiro che và dal bagno, alla soffitta (con caduta rovinosa di 0'Quinn dal pavimento del solaio al bagno), fino alle scalinate e dove la fotografia di John Lindley assume cromatismi argentiani, immergendo il film in un limbo da "fiaba nera"

    Ruben non molla la presa per un secondo, dona a 0'Quinn il ruolo della vita, con ammiccamenti, tic, nevrosi, e cipigli luciferini alla Jack Torrence (da annali i suoi "scleri" in solitaria nello scantinato, o sulla porta di casa quando becca la figliastra che pomicia con il suo morosino) sorvola sullo splatter ma non rinuncia a impennate di violenza e crudeltà (lo psicologo di Stephanie ucciso a colpi di asse nella casa vuota, sgamato da O'Quinn) e ci infila momenti di pura poesia (la bambina che saluta O'Quinn sull'uscio di casa, la perfezione della famiglia alla Mulinobianco agli occhi dello psicopatico)

    Il coltello piantato nel cuore, il sibillino "Vi amo" finale, "Come mi chiamo? Ah, sì, Jerry Blake, hai ragione cara..." e sbamm, cornettata in faccia alla mogliettina, la confusione dei nomi, il fischiettare dopo gli efferati delitti, la decisione di sterminare la sua famiglia "non perfetta" come avrebbe voluto e la "predazione" di sceglierne un'altra, cambiando ancora nome, lavoro, fisionomia e città (con "cambio dei connotati" su un ferry boat)

    Gli esterni "freddi" e "autunnali" rimandano al Ruben dei primi tempi (su tutti quelli della Ragazza dell'altro)

    Insomma, un thriller sempre verde, che sorprende ancora oggi, che risulta ancora godibile nonostante me lo ricordassi abbastanza (ma non troppo)

    La quintessenza del Ruben pensiero e giustamente inossidabile cult ottantiano

    Note a margine: Quando O'Quinn disquisce con lo psicologo della figliastra per la vendita della casa, una "giraffa" lunga un kilometro segue i due attori da una stanza all'altra

    Nel mio commento (che ho scritto ieri sera subito dopo la visione del film), mi accorgo (su recensioni lette stamattina) di alcune assonanze

    Primo, che ricorda La Casa in Hell Street lo scrive pure Andrea Lanza sul suo sito Malastrana, secondo, Loris Curci , su 35 MM DI TERRORE, recensendo il film , chiude con un "Thriller coi fiocchi" e sul libro DELITTO PER DELITTO, 500 FILM POLIZIESCHI, nella recensione al film, segnalano un "inizio da antologia". Giuro, se non fosse perchè il commento lo scritto ieri sera, si direbbe che ho "sbirciato" le rece altrui...e fà un pò "specie" quando leggi certe assonanze molto simili a quelle che hai scritto...Insomma, le vie delle sensazioni personali sono infinite...
    Ultima modifica: 29/10/15 19:20 da Buiomega71
  • Zender • 29/10/15 16:12
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Come già detto ad altri càpita, l'importante è non farlo sapendo di farlo.