Discussioni su 4. La porta sul buio: Testimone oculare - Corto (1973)

DISCUSSIONE GENERALE

18 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Il Dandi • 16/02/11 13:46
    Segretario - 1488 interventi
    Zender, credo che l'ordine degli episodi della serie, se si vuole rispettare quello della messa in onda e della presentazione in dvd, inverta gli ultimi due film. La bambola di Foglietti dovrebbe essere l'ultimo, sebbene il prologo di Argento presentasse come ultimo questo di Pariante.


    Lucius, tu che sei esperto del settore, confermi o ricordo male io?
    Ultima modifica: 16/02/11 13:56 da Il Dandi
  • Lucius • 16/02/11 14:05
    Scrivano - 9051 interventi
    Credo proprio di si.Anche se ho problemi con la memoria.Comunque anche nel dvd è come dice Il Dandi.Chissà perchè ho notizie solo de La bambola in super8...
    Ultima modifica: 16/02/11 14:06 da Lucius
  • Zender • 16/02/11 14:10
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Anch'io ricordo così, non so perché li abbia invertiti, a suo tempo. Boh, comunque ho ristabilito l'ordine.
  • B. Legnani • 30/09/13 20:12
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    Luigi Pagnani Fusconi altri non è che... Gino Pagnani.
    Zender, vàluta se mettere "Gino Pagnani" e mettere (solo in questo caso) il triplice nome tra parentesi, come da ipotesi fatta pochi giorni fa.
  • Zender • 1/10/13 07:21
    Capo scrivano - 47787 interventi
    D'accordo, anche se francamente è la prima volta che lo sento chiamare così...
  • Graf • 19/01/15 01:46
    Fotocopista - 908 interventi
    Altea De Nicola, che fa una comparsa breve ma sfolgorante in questo film TV, non mi risulta abbia girato nient'altro in vita sua.
    A qualche davinottiano risulta diversamente?
    Ultima modifica: 19/01/15 02:02 da Graf
  • Fauno • 19/01/15 19:39
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Non risulta da nessun'altra parte ed è un vero peccato. Ma se dai un'occhiata alla discussione di Compagne nude, guarda cosa ci ha confessato Helga Blumen...D'altronde le strade della vita sono tante, ma lei in questo corto fa davvero faville. Ah, Dario è del '40, purtroppo...FAUNO.
  • Icaroblu • 19/01/15 22:37
    Disoccupato - 104 interventi
    Gino Pagnani . Nel mondo del doppiaggio famosissimo . Grande doppiatore
    Peccato sia morto.
  • Graf • 20/01/15 01:03
    Fotocopista - 908 interventi
    Il commissario Rocchi, peraltro magistralmente interpretato da Glauco Onorato, è il classico commissario di polizia con una ventina di anni di carriera sul groppone; profondamente esperto del suo duro lavoro, è un irreprensibile servitore dello Stato, enormemente disilluso dalle dure repliche patite nella sua lunga vita di funzionario di pubblica sicurezza e ormai privo di qualsiasi desiderio di cambiare in meglio il mondo e di ripulirlo dal crimine…
    Il caso - non caso della signora Roberta Leoni?
    Per lui è solo un fascicolo privo persino del nome e cognome del cadavere e che presto verrà spedito a marcire nell’ archivio… giudiziario.
    Però questo ordinario e appartato commissario di Polizia, che esercita le sue funzioni in una popolosa città e che deve seguire, facendo del suo meglio, i casi criminale di un quartiere di 50.000 abitanti, non ha dimenticato di “pedinare”, anche se alla lontana, il caso molto strano della signora Leoni che vive, invece, in una villa isolata fuori città insieme all'amato marito.
    E il destino vuole che a dipanare l'ingarbugliato enigma sia proprio lui, il commissario Rocchi, quasi contro la sua volontà….
    Un funzionario di polizia più favorito dalla sorte che bravo e perspicace ci sta dicendo il sardonico Argento…

    Perciò, il brillante ritratto del commissario Giordani, magnifico e vittorioso protagonista del film TV Il tram, rimane un unicum nell'intera filmografia del regista romano: è l'’unico funzionario di polizia al quale Argento “permette” di risolvere un caso di assassinio basandosi esclusivamente sulle sue qualità logiche e deduttive e di poterlo andare a raccontare in giro.…
    Ultima modifica: 17/04/17 20:33 da Graf
  • Icaroblu • 20/01/15 18:00
    Disoccupato - 104 interventi
    Il Dario si firmava per questi telefilm Sirio Bernadotti.
  • Zender • 20/01/15 18:11
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Ma non è vero! Si è firmato Sirio Bernadotte e solo per "Il tram". Qui la regia è di Pariante (poi sostituito da Argento).
  • Graf • 20/01/15 20:02
    Fotocopista - 908 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Ma non è vero! Si è firmato Sirio Bernadotte e solo per "Il tram". Qui la regia è di Pariante (poi sostituito da Argento).

    Infatti Zender, Testimone oculare è il film TV nel quale si sente maggiormente la mano e lo stile di Argento.

    Sarei curioso di sapere perché Dario Argento scelse
    lo stranissimo pseudonimo di Sirio Bernadotte (Bernadotte è il nome dell'attuale casata reale svedese...) per dirigere il film TV Il tram. Non credo che il nome sia stato scelto a caso.
    Sirio è una stella della costellazione del Cane Maggiore ed è la stella che brilla di più nel cielo notturno.
    Boh...
    Ultima modifica: 21/01/15 02:20 da Graf
  • Nipo • 1/12/17 23:25
    Galoppino - 97 interventi
    “Testimone oculare” è il secondo telefilm diretto da Dario Argento dopo “Il tram” per la serie “Una porta sul buio”, anche se risulta firmato da Roberto Pariante.
    Pariante a quel tempo era stato aiuto regista per Argento, e per questo era stato scelto come regista dell'episodio. Ma iniziate le riprese Argento si rese conto dell'inadeguatezza di Pariante a portare avanti il telefilm, decise così di sostituirlo, ma di lasciare la firma a lui per la regia. Il telefilm in realtà sembra un campionario dell'armamentario argentiano messo in campo fino a quel momento nei film precedenti. Molti esempi di scene ricordano la trilogia che li precede. Vediamo ad esempio, ad inizio episodio, la protagonista Roberta (interpretata da Marilù Tolo) intenta ad esaminare quello che crede il cadavere di una donna, morta di fronte alla sua auto. Roberta indugia sul corpo della donna, lo osserva, lo sfiora come a voler capire la realtà della morte. Indugia sul cadavere. Sembra in attesa di una spiegazione, una rivelazione che quel corpo le deve fornire. In quel momento Roberta si trova al cospetto della Morte, e quasi pretende un segno che la aiuti a comprendere quel mistero che le è davanti. Il contatto con la Morte, e con il morto, riporta ad una scena analoga del “Gatto a nove code” quando il giornalista Giordani si trova in una cripta, davanti ad una bara aperta, al cospetto del cadavere di Bianca Merusi. Anche in quella situazione ci troviamo davanti ad un incontro ravvicinato con un cadavere. I due protagonisti rimangono incastrati dalla visione del morto. Fissando quelle salme, riportandole alla realtà con il tatto, toccandole, cercano quasi un confronto diretto, quasi l'abbattimento di un tabù; la scoperta della verità di cosa ci aspetta alla fine di tutto. Ma anche un'altra sequenza ci riporta con al memoria alla pellicola precedente. La macchina da presa inquadra in primo piano una tazza, mentre avanza verso Roberta, fino a quando lei lo prende per bere. Nel “Gatto” vediamo un'inquadratura simile quando Giordani offre un bicchiere di latte ad Anna Terzi: c'è la medesima inquadratura con primo piano del bicchiere di latte e carrello verso la donna, finché lei non lo prende. Possiamo anche notare tra le altre cose la tecnica del flashback di Roberta, mentre lei racconta al commissario (Glauco Onorato) l'episodio della morte della donna sconosciuta e della sua tentata aggressione da parte dell'assassino. Argento si avvale qui della tecnica già sperimentata ne “L'uccello dalle piume di cristallo” quando Sam Dalmas, cercando di scoprire il particolare rivelatore nascosto nella sua memoria, riesamina i suoi ricordi come fossero stralci di sequenze ripetute in moviola.
    In generale il telefilm risulta però un po' inarticolato, alternando sequenze di tensione con altre statiche, ma non in maniera omogenea. Probabilmente questo è dovuto al cambio di regia in corso d'opera.
    Ci sono molte cose che risultano strane all'occhio dello spettatore, per esempio la prima domanda che ci si pone è: perché creare un piano tanto contorto per eliminare una persona? La protagonista è perseguitata perché la si vuole spingere sull'orlo della pazzia, ma poi si scopre che la si vuole uccidere. Tutto questo porta al pensiero che la realizzazione di un tale piano criminale sia comunque destinato a fallire. Ma nel finale il delitto non viene sventato per deduzione e conseguente intervento della polizia, ma solamente per un fortuito caso, una combinazione di coincidenze totalmente legate al caso. Bisogna anche dire che la protagonista, Roberta, dal canto suo non fa nulla per cercare di scoprire o di capire quello che le sta succedendo intorno.
    Lo spettatore smaliziato, conoscitore dell'opera del regista sicuramente intuisce di trovarsi di fronte ad una pellicola surrogata, che purtroppo manca dell'idea originale che era il fulcro del precedente episodio “Il tram”. In effetti, a guardarlo bene, questo telefilm risulta realmente essere una sorta di remake, in chiave ridotta del film “4 mosche di velluto grigio”, la cui variante dall'originale è solo nel ribaltamento dei ruoli (qui Roberto, il protagonista perseguitato di “4 mosche” diventa Roberta). In effetti anche la trama segue, quasi episodicamente, la struttura del film precedente, dalla messa in scena dell'omicidio iniziale fino alla scoperta finale dell'assassino. Un'opera quindi riuscita a metà, che però ha come punto di forza le sequenze di tensione, brevi purtroppo, ma riuscite, disseminate nella pellicola (l'incidente iniziale, il tentato omicidio in strada ai danni di Roberta, la finale attesa dell'omicida in casa, anche questa mutuata dal film precedente). E la scoperta finale, dell'assassino persecutore lascia nello spettatore un po' di amaro in bocca.
  • Fauno • 3/12/17 19:36
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Complimenti per aver ricordato il particolare della tazza in parallelo a quella del bicchiere di latte ne Il gatto a nove code. Non concordo però sulla miglior riuscita de Il tram rispetto a questo episodio, perché questo è un thriller puro e con delle sequenze indimenticabili: in primis la ragazza che le cade di fronte, ma ancor più il sangue che le esce dalla bocca quando la malcapitata Tolo scende dall'auto, nonché la sagoma dell'assassino che le punta la pistola senza inseguirla.
    E che dire della scena in cui lei viene spinta da dietro nel passaggio pedonale? Qui non mi puoi venire a dire che riprende l'omicidio di Calabresi ne Il gatto a nove code, perché lì la spinta è dal davanti; io direi quasi che è una "prima" argentiana che verrà ripresa ben 14 anni dopo in Opera...
    E non parliamo poi del cambio voce finale, che per chi non lo sa fa ancora rabbrividire. Mi dispiace ma Il tram avrà avuto molti spunti ed idee, specie quella della luce che si spegne nelle curve strette, ma questa a confronto è classe celestiale, e perfino l'ingrediente della serata al Piper con la porta aperta al ritorno non è mica male.

    Come ripeto: rimpiango la sparizione nel nulla di Altea De Nicola. Quel poco che recita lo fa magnificamente.
  • Nipo • 3/12/17 19:50
    Galoppino - 97 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Complimenti per aver ricordato il particolare della tazza in parallelo a quella del bicchiere di latte ne Il gatto a nove code. Non concordo però sulla miglior riuscita de Il tram rispetto a questo episodio, perché questo è un thriller puro e con delle sequenze indimenticabili: in primis la ragazza che le cade di fronte, ma ancor più il sangue che le esce dalla bocca quando la malcapitata Tolo scende dall'auto, nonché la sagoma dell'assassino che le punta la pistola senza inseguirla.
    E che dire della scena in cui lei viene spinta da dietro nel passaggio pedonale? Qui non mi puoi venire a dire che riprende l'omicidio di Calabresi ne Il gatto a nove code, perché lì la spinta è dal davanti; io direi quasi che è una "prima" argentiana che verrà ripresa ben 14 anni dopo in Opera...
    E non parliamo poi del cambio voce finale, che per chi non lo sa fa ancora rabbrividire. Mi dispiace ma Il tram avrà avuto molti spunti ed idee, specie quella della luce che si spegne nelle curve strette, ma questa a confronto è classe celestiale, e perfino l'ingrediente della serata al Piper con la porta aperta al ritorno non è mica male.

    Come ripeto: rimpiango la sparizione nel nulla di Altea De Nicola. Quel poco che recita lo fa magnificamente.
    ma quello che dico non si riferisce alle sequenze sicuramente più di tensione, ma la trama generale, per quello che ho scritto, mi risulta più frammentaria. Begli episodi ma slegati. Per quello che riguarda l'attentato è normale che sia proposto in modo diverso, ma l'idea di base, compresa la soggettiva dell'assassino, è simile a quella del gatto. Il tram secondo me è più compiuto per la trama, ma per la tensione è meglio questo.
  • Fauno • 3/12/17 20:11
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Ok chiarita la differenza. Io in Argento ho sempre cercato soprattutto il brivido più che la compattezza cinematografica, ma quella spinta da dietro non mi ha fatto pensare al secondo film, e il cambio di voce non è stato mai più ripreso da lui.

    Ci sono utenti molto più esperti di me in thriller e horror americani...Io gli unici cambi di voce che ricordi sono quelli contraffatti coi microfoni nella serie degli Scream.
  • Rocchiola • 18/02/19 13:59
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Mi permetto di segnalare che l'investigatore privato presente con Dario Argento nella presentazione dell'episodio è interpretato dall'attore Gianfranco Barra non accreditato nel cast.
  • Zender • 18/02/19 18:03
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Sì, vedo che lo scriveva già all'epoca il Marcel nel suo papiro. Lo aggiungo.