Cinecologo • 11/04/18 12:52
Galoppino - 30 interventi Petri è regista intellettualmente superiore a un po' tutti i colleghi che, a differenza di lui, si sono occupati prevalentemente di cinema di genere (al quale Elio strizza l'occhio con questa direzione). L'impegno politico nelle sue opere emerge sempre; politica che qui, criticamente, si rivolge alla società dei consumi (del resto era il '68) e si correla all'arte: la riflessione riguarda il fatto che nel momento in cui l'arte, nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, si fa prodotto di consumo, la figura dell'artista-demiurgo va in crisi. In tal senso emblematica è la scena iniziale, in cui l'artista - non a caso immobilizzato da corde bondage - subisce la "pressione" dell'amante-agente che gli elenca i vari prodigi (oggetto di design) della tecnica che ha appena acquistato. Purtroppo questa riflessione resta, anche un po' confusionariamente, giusto in sottofondo, surclassata dalla dimensione estetica in cui narrazione e montaggio sperimentali sono effettivamente strepitosi
Enzus79, Ryo
Homesick, Brainiac, Giùan, Paulaster, Teddy , Occhiandre
Ghostship, Herrkinski, Geppo, B. Legnani, Ischan, Manfrin, Xabaras, Cinecologo, Bubobubo, Cerveza
Bruce, Hackett, Ronax, Trivex, Cotola, Rebis, Il Dandi, Rufus68, Daniela, Zampanò
Stefania, Jdelarge, Ultimo
Undying, Mascherato, Vitgar, Marcel M.J. Davinotti jr.
Daidae, Fauno