L'uomo dal pennello d'oro - Film (1969)

L'uomo dal pennello d'oro

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/01/08 DAL BENEMERITO UNDYING
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Undying 11/01/08 21:14 - 3807 commenti

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Da noi è uscito solo nel 1972: in realtà la produzione (italo-tedesca) risale al 1969, pertanto il metaforico titolo può solo trarre in inganno essendo praticamente privo di contenuti che non siano ascrivibili al solito, patetico (e un tantino triste anzichenò) nudo femminile. La trama ruota sulle idee piccanti di un pittore da strapazzo (da cui il titolo) che organizza una strampalata mostra a base di "soggetti" non convenzionali. Poco grottesco, ancor meno comico, per nulla erotico, molto (moltissimo) noioso.

Fauno 8/11/10 17:44 - 2212 commenti

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Di forte impatto per non dire al calor bianco la venatura hippy a variante gipsy, ovvero il vivere alla giornata con affitti insoluti e conti in sospeso... C'è di bello che è ambientato in un paese laico come la Germania, la cui architettura sembra prendere per mano l'opera stessa (era già successo con Lovemaker). Nulla è casuale, è un'esaltazione e al tempo stesso una satira mordace su un'arte istantanea molto in voga a quei tempi. Per apprezzarlo non ne consiglio la visione successiva ad altri film. Stratosferica la Michelangeli.
MEMORABILE: La danza coi busti con su dipinti bocche e occhi, la linguaccia dell'amministratore e il gran finale con la nuova tecnica.

Luchi78 29/09/11 18:21 - 1521 commenti

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Vorrebbe essere estroso, dissacrante ed irriverente nei confronti delle classi sociali più in voga alla fine degli anni '60, ma purtroppo le buone intenzioni rimangono tali e dopo poco il film diventa ripetitivo e noioso, con l'unico pretesto di mostrare le fresche nudità della Fenech e compagnia bella. Insomma un hippy trash che si dimentica subito...

Homesick 18/08/12 12:01 - 5737 commenti

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Alta società, giovani contestatori e artisti d’avanguardia (quelli per cui basta spennellare una tela per definirsi tali) simpaticamente bacchettati in una bizzarra commedia italo-tedesca che imbocca con decisione la strada del paradosso e del surreale, specie per quanto concerne i personaggi di Randall, Monteduro, Calisti e Bonos. L’erotismo e i nudi della Michelangeli e della Fenech straripano da scenografie gonfie di suoni e policromie anni Sessanta.
MEMORABILE: Il bagnoschiuma di Randall.

Motorship 31/12/13 17:51 - 585 commenti

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Uscito in terra madre (Germania) nel 1969 e in Italia solo 3 anni più tardi, questo brutto e sgangherato film di Marischka ha come unico motivo di interesse i numerosi e splendidi nudi di una giovanissima Edwige Fenech, praticamente ignuda fin da inizio film. Per il resto regna la noia: non è divertente, ma soprattutto la presa in giro verso gli hippy, tema alla fine principale del film, è solo minimamente accennato e i personaggi sono stereotipati. Oltre alla Fenech, stupenda anche la Michelangeli, anch'essa spesso nuda.

Ronax 25/01/14 23:14 - 1255 commenti

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Coproduzione italo-tedesca del 1969, giunta in Italia solo nel 1972 e presumibilmente in una versione ampiamente sforbiciata dalla censura rispetto a quella proiettata in Germania. Commedia sexy con pretese comiche e tocchi qua e là quasi surreali, si regge su una sceneggiatura allegramente sgangherata e su una recitazione al di sotto di ogni commento. Va comunque ricordato come uno dei capisaldi del periodo teutonico della giovane Edwige, qui già svestitissima ma decisamente ancora lontana dal potersi fregiare della qualifica di attrice.
MEMORABILE: La ridicola pseudo-comunità hippy, come in Mia nipote la vergine.

Maik271 25/02/14 18:34 - 436 commenti

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Pellicola divertente per come riesce a rappresentare parodisticamente il mondo dell'arte e la contestazione di fine sessanta. La sceneggiatura è piuttosto caotica e non fondamentale per il fine ultimo del film. Il cast offre belle presenze femminili, su tutte la Fenech (qui giovanissima). Nel film troviamo un'accenno al body painting e alla M.... d'artista. Simpatico.

Matalo! 9/03/15 15:07 - 1378 commenti

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Brutto è brutto. Balzano però; a furia di deliri e di salti di palo in frasca, confezione micragnosa, satira passatista dell'arte contemporanea fa quasi ridere. Specie nell'esposizione dei seni in scatola o nella, genialoide, pittura di tele rotonde su giradischi. Alla fine al pittore piace il ritrattismo di scuola (ritratto della Michelangeli in riva al lago docet). Tra Yves Klein e Manzoni nessun "pennello" metaforico; di certo in bellavista le terga di Edwige e i seni della Michelangeli (ma era così bella da giovane?). Che abbia ispirato la figura del venditore d'arte di Guzzanti?

Faggi 19/03/17 20:50 - 1549 commenti

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Delirio satirico pop-grottesco che prende di mira l'avanguardia delle belle arti (sotto un certo punto di vista anche cinematografica, ma la cosa potrebbe essere accidentale) dei Sessanta. Si burla, con risultati altalenanti, di genialate (il giradischi per dipingere) e boiate (vari gli esempi possibili), di Manzoni, Klein e compagnia bella, della body painting e delle feste folli simil-Factory di Warhol. Sul tutto svettano incontrastate le sventole Fenech e Michelangeli, quasi sempre seminude, che a modo loro vincono la partita.

Noodles 27/03/23 09:38 - 2233 commenti

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Cosa dovrebbe essere questo film, se una commedia sexy, una satira sugli hippy o una visione dell'arte astratta in chiave grottesca, non ci è dato di sapere. Trattasi di un nrutto pasticcio, che si barcamena tra qualche buon nudo, dialoghi assurdi, doppi sensi ridicoli e un mare di noia. La trama non esiste, e questo non sarebbe un problema se non fosse che nel film non esiste altro. Nulla che attiri particolarmente l'attenzione a parte la splendida Edwige Fenech. Recitazione pessima. Dura poco ma genera un tedio non comune. Senza senso alcuno.

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  • Discussione Fauno • 8/11/10 17:47
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Segnalo al Dandi la versione originale di J.PLEP. "L'anima del mondo",ottimo brano beat,presente integralmente in questo film.FAUNO.
  • Discussione Il Dandi • 8/11/10 19:34
    Segretario - 1488 interventi
    Grazie Fauno!
    Non conosco il film, ma ho scoperto invece di conoscere il gruppo (che altro non sono che i futuri Nuova Idea). Il brano che tu dici è uscito come B-side del 45 giri La scala, mentre il resto della OST del film è firmato sempre da loro ma stavolta sotto il nome di Underground Set; pare proprio però che la OST non sia mai stata stampata su nessun supporto.



    p.s. Negli stessi anni il gruppo è attivo anche Psycheground Group... insomma, diecimila identità!
    Ultima modifica: 9/11/10 09:23 da Zender
  • Homevideo Buiomega71 • 28/02/16 19:24
    Consigliere - 25997 interventi
    Rieditato in dvd per Dynit/Minerva, disponibile dal 13/04/2016

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