Lo sceneggiato diretto dall'esperto del genere Daniele D'Anza è una libera interpretazione delle vere vicende del paragnosta francese Gerard Croiset interpretato qui dal grande Paolo Stoppa. Molto inquetanti le 'visioni', in particolare quando rivive l'omicidio di un soldato tedesco e quando 'sente' le voci del vecchio campo di concentramento. Ma quanto erano belli gli sceneggiati Rai anni '70! Affascinanti, girati da dio, con interpreti meravigliosi e musiche stupende e questo non fa eccezione.
Non era facile realizzare uno sceneggiato su un personaggio ancora vivente (Croiset morì nell'80), ma D’Anza riesce a vincere anche questa scommessa, nonostante l’estremo rigore scientifico vada spesso a discapito del ritmo narrativo. Ottima l’interpretazione di Paolo Stoppa, mentre tra i comprimari spiccano, oltre a un Ferruccio De Ceresa costantemente presente, Antonutti nella puntata iniziale, Sernas nelle due centrali e una giovanissima Micaela Esdra in quella conclusiva. Antiquate ma calzanti le musiche di Egisto Macchi.
MEMORABILE: La visita al campo di concentramento; Lo scettiscismo della polizia nei confronti di Croiset.
Daniele D'Anza abbandona attori feticcio come Ugo Pagliai, medaglioni misteriosi e quadri incantati per affrontare il tema (molto in voga allora) della parapsicologia e dei fenomeni paranormali. Lo fa con un certo rigore, un po' con uno stile documentaristico che nuoce all'attrattiva delle storie raccontate. Buffo il personaggio principale interpretato dal grande Paolo Stoppa, buoni i comprimari e i vari guests come Antonutti, Stefania Casini e Micaela Esdra. Promosso giusto per la professionalità profusa.
Sceneggiato televisivo che a suo tempo ebbe buon riscontro ma che visto al giorno d'oggi appare molto datato. Stoppa fornisce una buona prova, nel ruolo del "veggente" (all'epoca ancora vivente) Gerard Croiset, ma forse l'interpretazione più convincente è quella di De Ceresa. Il punto debole del prodotto sono gli interminabili "spiegoni" che costellano soprattutto le prime puntate, poi la trama si fa più interessante e meno "verbosa". Tipico esempio della Rai che fu e che, purtroppo, non potrà più esserci; merita comunque di essere conosciuto.
Daniele D'Anza HA DIRETTO ANCHE...
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