Le miserie del signor Travet - Film (1946)

Le miserie del signor Travet
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Molti anni prima di Fantozzi e Fracchia, quando ancora Gianni Agus non era passato dall'altra parte della barricata (qui è un semplice collega d'ufficio, sorta di Calboni ante-litteram), viveva nella Torino del 1860 Monsù Ignazio Travet, umile scrivano regio vittima delle circostanze. Ce lo raccontava Vittorio Bersezio nella sua commedia dell'epoca, l'ha ripreso Mario Soldati in questa godibile riduzione, posteriore di quasi novant’anni. Il ruolo di Travet è ricoperto con bravura da Carlo Campanini, che dà al suo impiegato regio la giusta dose di onesta rassegnazione. Preso di mira dai colleghi, malvisto dal caposezione (un teatrale Luigi Pavese,...Leggi tutto che recita come gran parte del cast con forte inflessione piemontese), finisce al centro di uno spiacevole equivoco: il nuovo vicino di casa è l’appena nominato capo divisione del suo ufficio (Gino Cervi), che si invaghisce della bella signora Travet (Vera Carmi) dando il via a una serie di tipici gossip d’ambiente lavorativo. A darne il via è un petulante giovanotto (il solito, logorroico Alberto Sordi, che al tempo era specializzato nel ruolo e rappresentava l'aspetto più comico dei film cui partecipava), ansioso di farsi assumere nell'ufficio di Travet sfruttando i mezzi più biechi. Cercherà qui di farsi amica in tutti i modi la famiglia Travet convinto che essi conoscano molto bene il potente capo divisione. Tra equivoci, qualche superfluo intrallazzo amoroso tra la figlia dello scrivano e un giovane che lavora dal pizzicagnolo (con annessa riflessione sulla dignità delle classi sociali), Soldati dirige una commedia un po' datata ma piacevole, con un Sordi abbastanza presente che la vivacizza.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Sabryna 13/05/10 12:47 - 225 commenti

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Commedia brillante di Mario Soldati tratta da Bersezio. Pur essendo in piena epoca neorealista, il regista si dà ad un genere leggero, lontano dagli orrori della seconda guerra mondiale. L'ambientazione del film risale infatti alla Torino capitale del 1860. Protagonista della storia è l'umile e bistrattato Monsù Travet, impiegato in balìa del suo capo e di una moglie vanitosa ed egoista. Le "miserie" del titolo fanno capo solo in parte alla situazione economica del Travet; le vere miserie sono i suoi drammi personali. Ottimo Sordi istrionico.

Daniela 30/03/11 17:03 - 12662 commenti

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Da una commedia dialettale ambientata nella Torino di metà 800, la storia di un modesto "impiegato regio" tiranneggiato in ufficio dal superiore vanesio e in casa dalla seconda moglie frivola, che non vuole far sposare la figlia ad un panettiere per questioni di prestigio sociale. Soldati ne trae un gustoso quadretto d'epoca, coadiuvato da una serie di pregevoli caratteristi. Nel cast spiccano Cervi smemorando e Sordi, implacabile scocciatore. Ma il personaggio più riuscito è quello della servetta che fa da cupido fra due innamorati timidissimi.

Smoker85 14/04/13 16:39 - 487 commenti

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Deliziosa commedia che ripropone i temi del povero impiegato onesto vessato, che ha il pregio di offrire un ruolo di primo piano a Carlo Campanini, ottimo interprete (visto anche spesso al fianco del grande Totò) oggi dimenticato. Il cast tutto si presenta in ottima forma (Cervi, Sordi e Pavese su tutti) e fa funzionare bene la pellicola, pur con qualche inevitabile limite di ingenuità dovuto ad una ambientazione un po' datata. Simpatico il finale, che non scade nell'ovvio. Da rispolverare.
MEMORABILE: La resa dei conti tra Travet e il caposezione; La burbera generosità del signor Giachetta; Il "pentimento" di Barbarotti.

B. Legnani 31/05/14 00:43 - 5532 commenti

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Gradevole commedia diretta con mano sicura da Mario Soldati, non sempre speditissima, ma ricca di tocchi assai arguti, come gli interventi di Luigi Pavese, sempre calcati, ma sempre col fermarsi un pelo prima del cadere nell'eccesso. Ottimo cast, con Campanini impareggiabile nel ruolo, un Cervi di consueto lignaggio e un Sordi che dà brio. Fra gli altri c'è Agus. Peccato per il finale un po' troppo sbrigativo. Ovviamente è Fantozzi che è un post-Travet, non Travet che è un pre-Fantozzi...
MEMORABILE: Sordi che sposta lo sguardo da una porta all'altra del palazzo in cui abitano sia Travet sia Battilocchio.

Liv 4/09/15 17:55 - 237 commenti

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Trama alterata, allungata ma non arricchita rispetto alla versione teatrale di Bersezio (più breve del film). È recitato da un'ottima squadra di attori in forma. Carlo Campanini è al suo meglio, il giovane Sordi già sgomita per farsi posto nel cinema. Il personaggio di Giachetta e del caposezione forse sono resi troppo sgradevoli, sempre sopra le righe, il ritmo e il tono sono disuguali. C'è un'incongruenza di fondo che non mi permette di apprezzare molto questo film.

Faggi 3/06/16 20:23 - 1549 commenti

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Commedia a più voci dolce-amara (ma infine dolce, un po' alla Frank Capra), ora cinica ora spiccatamente umoristica e leggera. Cast ben assortito e in parte, regia sicura con idee chiare e ambientazione torinese credibile. Divertente e con una traccia palese di apologo morale. Sicuramente un prodotto sincero e di non comune precisione d'altri tempi: quel nostro cinema "che fu" capace di divertire ancora.

Zampanò 8/05/20 14:43 - 381 commenti

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Commedia d'ambientazione torinese ma girata a Roma, fu tra i primi film trasmessi dalla neonata Rai. Il monsù impiegato integro e vessato nasce per il teatro ma viene trasposto con abilità da Soldati che limita gli esterni e sgrossa la posa teatraleggiante dei personaggi. Vi riesce bene fino all'intreccio e fa strano che il giovane Sordi appaia il meno cinematografico. Il fornaio e il capo servizio (un eccellente Luigi Pavese) i tipi più riusciti. Un classico italiano piacevole. Da (ri)vedere.
MEMORABILE: Travet prende a pugni e schiaffi l'odioso capo servizio.

Giufox 21/03/22 12:20 - 324 commenti

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Superando i doverosi rimandi alla saga di Villaggio, la commedia di Soldati vive in un piacevole equilibrio tra pacati toni realistici e un dinamismo proprio dei suoi interpreti. Eleganti i dialoghi e l'ambientazione storica , struttura solida che riesce a dar voce a tutti gli interpreti  (magicamente Sordi riesce a distinguersi tra tanti talenti). Qualche passaggio risente della matrice "teatrale" del soggetto, ma in compenso alcuni temi - e non ultimo quello dell'occupazione - possono risultare fortemente attuali.
MEMORABILE: Le udienze dal cavaliere; Gli usceri che origliano; Sordi che irrompe nelle scale.

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  • Homevideo Zender • 10/04/09 08:45
    Capo scrivano - 47786 interventi
    E' già uscito LE MISERIE DEL SIGNOR TRAVET in Edizione restaurata e rimasterizzata (Ristampa della Collana Cristaldi Film, Cecchi Gori) (Restaurato)
    Video: 1.33:1
  • Curiosità Daniela • 30/03/11 17:14
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    “Le miserie del signor Travet” è stato il primo film trasmesso dalla RAI. La trasmissione avvenne alle 17:30 del 3 gennaio 1954