Agnese di Dio - Film (1985)

Agnese di Dio

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/12/07 DAL BENEMERITO GALBO
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Galbo 24/12/07 07:41 - 12392 commenti

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Storia di un infanticidio commesso in un convento di clausura e sul quale indaga una psichiatra, chiamata in causa per stabilire se la novizia incriminata sia sana di mente. Dramma che si svolge in un contesto religioso, il film è basato sul conflitto tra fede e scienza, con venature gialle che mancano però di soluzione e che lasciano nello spettatore parecchie domande insolute. Il film pecca di verbosità, ma regala momenti di buon cinema, grazie anche alla suggestiva ambientazione, impreziosita dalla fotografia impressionistica di Nykvist.

Stefania 13/05/10 17:21 - 1599 commenti

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Tra fideismo e agnosticismo, tra misticismo infiammato e tiepido raziocinio, tra indagine psichiatrica e misteri di immacolate concezioni, di carne al fuoco ce n'è tanta, ma cuoce poco e male. Nel match tra ragione e fede, ci aspettavamo che una delle due sferrasse il colpo decisivo e mandasse l'altra al tappeto, altrimenti restiamo con l'impressione di non aver visto un film, ma solo di avere ascoltato un (troppo) corretto scambio di vedute tra una simpatica badessa e una simpatica psichiatra. E ci sarebbe invece interessato vedere un film...

Enzus79 22/04/11 16:04 - 2896 commenti

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Storia buona, ma che non sa che strada scegliere fra la fede e la ragione (troppo sconveniente?). Trio di attrici, comunque, ottimo. Specialmente Jane Fonda che si è dimostrata in quel periodo una delle migliori attrici statunitensi. Regia più che mediocre.

Addison 19/06/12 17:43 - 90 commenti

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Grande successo sui palcoscenici di New York, Londra e Parigi. Il dramma di John Pielmeier parte da uno spunto quasi giallo (una giovane monaca di clausura è accusata di aver ucciso il figlio appena partorito) per disquisire sull'eterno contrasto tra fede e scienza (psicoanalisi in questo caso). Il dibattito è piuttosto semplicistico e farraginoso, ma la storia non manca di un suo fascino e regala grossi ruoli a tre brave attrici. Meg Tilly rende bene il candore di Agnese (santa o malata?) e Anne Bancroft è una vigorosa Madre Superiora.

Pigro 9/03/13 10:40 - 9666 commenti

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Santa o psicolabile? La suora che uccide il proprio neonato è un mistero e come tale ci viene raccontato (pure con un miracolo in diretta), con grande confusione d’approccio al tema del confronto fede-ragione. Piuttosto scadente anche la qualità cinematografica, firmata da un deludente Jewison, che sembra aver concepito un ordinario telefilm, anche grazie a una sceneggiatura che non sa gestire bene i personaggi, a cominciare dall’improbabile psichiatra-detective, e che si impelaga in dialoghi artificiosi.

Daniela 11/04/15 16:22 - 12662 commenti

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Infanticidio in un convento di clausura. La suorina non ricorda quanto avvenuto, la superiora nega che possa avere avuto rapporti sessuali, una psichiatra cerca di capire cosa sia successo... Jewison si cimenta in un thriller mistico dai contorni volutamenti ambigui, mettendo in scena un match fra razionalità e fede in cui entrambe perdono ai punti. Bella fotografia, ma dialoghi pesantemente letterari, che solo il mestiere delle due mattatrici riesce a rendere sopportabili. A sorpresa, più di loro colpisce Neg Tilly con la sua grazia acerba, ma ciò non basta ad assolvere il film

Joker1926 23/03/17 22:26 - 8 commenti

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La produzione cinematografica di Norman Jewison si avvale di un trio di prestigio tutto al femminile: Jane Fonda, Anne Bancroft, Meg Tilly. "Agnese di Dio" ha dalla sua una serie di innumerevoli fattori, nella fattispecie, indice di successo. Il dramma è in comunione con il fitto mistero. Nasce un vero e proprio thriller religioso, secondo solo a pellicole come L'esorcista. Le location e la recitazione, invece, sono le altre carte vincenti di un film ingiustamente poco celebrato e mediatico.

Caesars 14/05/20 10:08 - 3790 commenti

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L'origine teatrale si vede ma soprattutto si sente, essendo la pellicola colma di dialoghi. La vicenda risulta abbastanza interessante e, pur presentando anche aspetti non molto approfonditi, riesce a soddisfare lo spettatore fino alla sua conclusione. Naturalmente a fare da mattatrici sono le interpreti principali, ma va detto che la giovane Meg Tilly non è da meno, fornendo una prova di gran classe. Bella la fotografia di Nykvist. Gli manca comunque qualcosa, per essere un buon film.

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