Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/12/07 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 22/12/07 00:25 - 9052 commenti

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Il film segna l’esordio alla regia di Bernardo Bertolucci. La pellicola, che si fonda su un soggetto di Pasolini, è una sorta di inchiesta sociale e antropologica con venature gialle: le vicende, infatti, ruotano attorno all’uccisione di una prostituta. Sebbene non tutto sia perfettamente riuscito, il regista mostra già discrete capacità anche se ancora acerbe. Tutto sommato un prodotto abbastanza gradevole.

Homesick 21/06/08 17:16 - 5737 commenti

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Dramma pasoliniano in cui l’intreccio giallo assolve più che altro all’intento “sociale” di raccontare – attraverso una struttura a flashback - la vita grama degli indiziati. Il ritmo lento e la non originalità della materia ne fanno un’opera ancora immatura, in cui il talento d’autore di Bertolucci è ancora lontano. Accanto a interpreti presi – neorealisticamente – dalla strada come Ruiu, De Rosa, Ciccora si riconoscono i volti noti della Giorgelli (al suo esordio, molto brava) e della Solinas.

Pigro 9/10/08 10:30 - 9672 commenti

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Una prostituta uccisa e gli interrogatori dei sospetti, ciascuno dei quali rivela la sua verità. Nella classica cornice antropologica pasoliniana (infatti: soggetto di Pasolini, sceneggiatura di Citti...) Bertolucci alla sua opera prima ricerca un proprio linguaggio di poesia del sentimento e del quotidiano, insinuando nella schematica struttura narrativa alla Rashomon una tensione essenziale e primitiva che semina emozioni e che si concentra in belle sequenze e inquadrature.

Giùan 27/10/11 15:39 - 4562 commenti

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L'opera che "strappò" Bertolucci alla poesia dirottandolo definitivamente verso la settima arte. L'esordio del 21enne Bernardo deve molto della sua curiosità appunto al fatto che prelude alla sua futura poetica. Scritto con Sergio Citti a partir da un'idea di Pasolini, il film lentamente si discosta dal realismo lirico del Maestro a favore d'un racconto soggettivo nel quale la mdp è gia assoluta protagonista, col carico d'ambiguità che ciò comporta in termini di racconto. Il riferimento di Bertolucci è gia "il Cinema". Naif ma con una sua personalità.
MEMORABILE: L'episodio di Francolicchio e Pipito; "...e già la commaraccia secca de strada Giulia arza er rampino".

Enzus79 26/02/11 21:49 - 2901 commenti

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Da un bel soggetto scritto da Pier Paolo Pasolini, il primo film di Bernardo Bertolucci. Storia che coinvolge molto, nonostante i suoi passaggi lenti. Attori non professionisti che tutto sommato se la cavano. Fra alti e bassi emozionante. Belle le musiche.

Lupoprezzo 13/05/11 21:53 - 635 commenti

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Dramma dal taglio pesantemente pasoliniano (suo il soggetto e la sceneggiatura), ma che in mano all'esordiente Bertolucci non trova la giusta misura e di conseguenza i personaggi dai connotati tipici del cinema di Pasolini e le loro derive esistenziali restano in superficie e a tratti, specialmente nella prima parte, risultano ostici da digerire. Discreto negli intenti, un po' meno nella realizzazione. Da incorniciare lo splendido bianco e nero di Giovanni Narzisi.

Ellerre 26/10/13 18:34 - 89 commenti

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Opera prima di Bernardo Bertolucci che sceglie un soggetto pasoliniano incentrato sulla vicenda di una prostituta morta ammazzata. Sceglie protagonisti i cui volti sono quelli "di strada", capaci di raccontare meglio la realtà del sottoproletariato e della malavita di una Roma di quell'epoca. Nonostante la schematicità e una certa staticità della struttura, Bertolucci riesce a movimentare discretamente il film attraverso un elegante intreccio di flaschback. Omissioni e sottintesi narrativi più o meno voluti sembrano impreziosire più che togliere.

B. Legnani 2/06/14 01:24 - 5534 commenti

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L'esordio di Bertolucci è d'ambiente pasoliniano, con una struttura che richiama fortemente Kurosawa (Rashomon). Film decisamente interessante, magari con qualche lungaggine e con qualche lentezza, ma con ben più di un momento notevole. Recitato sorprendentemente bene anche da chi è qui alla sua unica interpretazione cinematografica, riesce a colpire sia con ciò che fa vedere, sia con ciò che non fa vedere.

Il Dandi 6/06/15 16:24 - 1917 commenti

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Riuscito e accattivante esordio registico di Bertolucci basato su un soggetto riconoscibilmente pasoliniano. Lo stratagemma narrativo del whodunit da un lato intrattiene, dall'altro si dispone a fare da pretesto per un'indagine più antropoligica che poliziesca: Bertolucci sposa la particolare connotazione lirica del poeta amico di suo padre impreziosendola di qualche virtuosismo cinematografico in più, coadiuvato dai dialoghi clamorosi di Sergio Citti e dalla naturale efficacia dell'ambientazione e dei volti.
MEMORABILE: Il furto della radio andato a male; il sequestro del cagnolino.

Didda23 6/11/15 11:18 - 2426 commenti

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Pasolini (se l'avesse diretto) non avrebbe fornito sequenze altrettanto meravigliose, ma avrebbe donato alla storia molta più veridicità. L'opera di Bertolucci vive di un contrasto forte tra forma (sinuosa, accattivante e "alta") e sostanza, con personaggi "bassi" che tirano a campare vivendo di piccoli espedienti quotidiani. La trama gialla è un mero pretesto narrativo per sviscerare la weltanschauung del popolo alle prese con i piccoli/grandi problemi dell'esistenza. Restano impressi nella memoria l'abbacinante b/n di Giovanni Narzisi e qualche momento di raro lirismo.
MEMORABILE: Il tentato furto di "Canticchia".

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Xabaras 17/09/16 18:33 - 210 commenti

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La struttura a "episodi" è utile in quanto fa risaltare ancora di più l'umanità irredenta con cui avevamo avuto a che fare in Accattone (Pasolini è qui autore del soggetto). Ladruncoli, papponi, prostitute e soldatelli che uniti alla colonna sonora "acustica" di Piero Piccioni vanno unitamente a formare quello stesso substrato di vita pulsante che sarà poi presente in molti brani del primo De Andrè, che più tardi dedicherà anche una canzone ("Una storia sbagliata") al poeta friulano. Da giallo argentiano il particolare rivelatore dell'assassino.

Myvincent 10/12/17 20:21 - 3744 commenti

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Lontano dal lirismo struggente di Pasolini, ma anche dal suo istinto di morte, Bertolucci esordisce con un piccolo capolavoro di narrativa e una galleria di personaggi che spuntano come funghi velenosi in un tragico parco romano. L'estrazione sale sulla scala sociale e i borgatari si spostano dalla periferia al centro, recando con sé comunque la difficoltà di vita che stona evidentemente con lo strillo delle canzoncine romantiche dell'epoca.

Rufus68 7/06/19 23:11 - 3845 commenti

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Il miglior film di Bertolucci è quello suo più detestato. Accusato di derivazione (dal mondo di Pasolini), tacciato di estetismo. Ma son tutte sciocchezze. I suburbi di una Roma oggi scomparsa sono semplicemente bellissimi; i poveri Cristi che li animano delle bestiole ancora al di là dell'omologazione. La trama gialla residua solo quale canovaccio su cui si avvitano parole e dialetti in una sospensione lenta, atemporale, quasi da affresco d'un epoca perduta.

Nando 12/07/19 15:02 - 3816 commenti

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L'esordio di Bertolucci con un soggetto pasoliniano in cui s'indaga sulla morte di una prostituta e si mettono a verbale le testimonianze di alcuni sospettati fino alla risoluzione dell'arcano. Interpreti al loro primo e forse unico film, eccezion fatta per la Giorgelli e la Barilli, che si disimpegnano con discreta spontaneità. Certo dopo aver visto i successivi lavori del maestro questo appare totalmente avulso dalla sua poetica. Nel complesso interessante.

Buiomega71 24/08/20 00:40 - 2912 commenti

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Umori e ambientazioni pasoliniane, ma impronta decisamente bertolucciana (a partire dalle già straordinarie movenze della mdp, come il bellissimo piano sequenza all'indietro nel tunnel) in cui il cinema del maestro parmense è già in nuce (il treno di Ultimo tango, le due ragazze che ballano tra loro come avverrà nel Conformista). Aspro, ruvido, intriso di crudele neorealismo (l'uccisione della prostituta, la furiosa bega tra madre e figlia, l'omosessuale nel parco, pre Ragazzi del coro, che abborda i due pischelli borgatari, l'arresto dell'assassino) e impietosamente antropologico.
MEMORABILE: "Come nasce un amore" canticchiata da Francolicchio; Il pizzo chiesto da una truce Esperia; Il soldato che ci prova con tutte; Gli zoccoli rivelatori.

Zampanò 9/09/20 19:15 - 381 commenti

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Ad appena 21 anni (!) Bertolucci si propose sfrontatamente di aggirare il suo mentore e soggettista, Pasolini. Filma già con un'idea di stile, con lunghi movimenti, che spia la Nouvelle Vague su un corpo tutto pasoliniano. Ci sbatte il muso, però accanto a trattazioni più fangose trova orbite di poesia semplice, fresca (gli "episodi" del milite e di Francolicchio e Pepito). Il giallo si risolve nel modo meno astuto, ma una medaglia va ai pochi critici che ci videro talento.
MEMORABILE: Francolicchio canta "Come nasce un amore" di Fidenco.

Noodles 15/11/21 15:52 - 2233 commenti

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Opera prima di Bertolucci debitrice quasi completamente del cinema di Pasolini, che ci mette molto di più del semplice soggetto, come ci dicono i titoli di testa. Di Pasolini c'è tanto nella fotografia, nell'ambientazione, in temi e spunti, ma soprattutto nell'aspetto sociologico che domina il film e che relega la trama thriller a mero spunto di partenza. Bertolucci ci mette anche del suo, qualche buono spunto personale è già visibile, come anche il gusto per l'allungare sempre e comunque alcune scene e rallentare il ritmo. Un film utile anche a capire il periodo. Interessante.

Paulaster 3/04/22 11:06 - 4425 commenti

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Una prostituta è trovata morta in un parco. Il soggetto pasoliniano traccia esempi di vite mezze sbandate o senza grosso avvenire, vagamente intrecciate in una indagine che funge da pretesto. Bertolucci esordisce mancando nella coralità ma dando pennellate di fluidità e senso estetico (seppur in periferia) per richiamare un certo cinema francese. Di fondo resta la sincerità, con dei notevoli dialoghi, a descrivere la giovinezza non ancora rovinata dai crimini o corrotta dalla società.
MEMORABILE: La strozzina che tira fuori il coltello in strada; Il militare che importuna; Il desiderio di un pranzo a base di gnocchi.

Giufox 25/01/23 16:40 - 324 commenti

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Esordio a testa alta sotto l'ala protettrice di Pasolini che va anche oltre il soggetto iniziale impermeando Bertolucci del suo sguardo. Il giro di vite sincopato con maestria da Baragli - fine metronomo sempre poco citato - scorre fluido e accarezzato da una poetica visuale pronta a sposare il cinema e le sue sperimentazioni linguistiche. Ogni episodio rincorre sentieri nuovi; si fa ricco di spunti e restituisce squarci d'innocenze perdute e disincantato attaccamento alla vita. Gustosamente acerbo.
MEMORABILE: ''Te fai aspettà come li miracoli''.

Magi94 10/08/23 21:48 - 954 commenti

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Curiosa opera prima, nata da chi ebbe la "fortuna" di avere Pasolini come vicino di casa. Ma la lirica pasoliniana dei ragazzi romani mal si adatta allo spirito di un Bertolucci che fin da subito si lancia in grandi esercizi di stile, spesso caduti nel vuoto di una storia che non sembra appassionare né il pubblico né il regista. Se il film non ha quindi una grande compattezza narrativa nello snodarsi da un personaggio all'altro, bisogna pur dire che i vari scorci di neorealismo romano sono dipinti con gran mestiere e la regia sa già il fatto suo. Vagito registico, ma quasi buono.
MEMORABILE: L'approccio dell'omosessuale nel parco.

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Apoffaldin 24/03/24 15:25 - 45 commenti

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Dominato dal concetto della morte - dal cadavere della prostituta mostrato all'inizio alla citazione finale del Belli: "E già la commaraccia secca de strada Giulia arza er rampino" - il film non rinuncia alle battute ironiche, sottolineate dal dialetto romanesco e si fa apprezzare per l'uso sagace della macchina da presa: carrellate, zoom e luci spot, inusuali per il cinema italiano di allora. Convincenti gli attori.
MEMORABILE: L'uso precocemente magistrale della macchina da presa.
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  • Curiosità Cotola • 22/12/07 00:28
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Piccolissima curiosità: la commare secca di cui si parla nel titolo è la morte. Così, infatti, la definisce in un suo sonetto il grande poeta romano Giuseppe Gioacchino Belli
  • Musiche Ciavazzaro • 1/04/10 11:13
    Scrivano - 5591 interventi
    Tango versione A:
    http://www.youtube.com/watch?v=Ty1JWSi7kuE
  • Discussione Buiomega71 • 24/08/20 10:51
    Consigliere - 26006 interventi
    Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto 

    Pasoliniano negli umori e nell'intelaiatura, ma indissolubilmente bertolucciano nella narrazione e , sopratutto, nella regia, con movimenti di macchina raffinati e virtuosistici (basti vedere il bellissimo piano sequenza all'indietro, in controluce, nel tunnel dove il soldatino di Catanzaro si ripara dalla pioggia contorniato dalle prostitute, o l'incipit, con i fogli sparpagliati dal vento, il viadotto e la MDP che si sposta sul corpo esamine della prostituta disteso sul prato a faccia in giù o i campi lunghi nel parchetto di notte con i lampioni) del Bertolucci che verrà (e se si pensa che , all'epoca, aveva solo 21 anni e al primo film, la cosa ha quasi dell'incredibile, che determina il talento visivo innato del maestro parmense), disseminando, poi, l'opera di alcune intuizioni future (il treno che passa sopra al soldatino come nell'intro di Ultimo tango, le due ragazzine che ballano tra loro come la Sanda e la Sandrelli nel Conformista, le riprese ariose nei boschetti romani come in Novecento).

    Ma il film non è solo tecnica bertolucciana in embrione, ma è anche un aspro, duro, crudele e realistico ritratto di miserie umane della Roma borgatara (tanto cara a Pasolini e a Sergio Citti), con varia umanità (tra la solitudine e il malessere di vivere: i l miseri ladruncoli di coppiette, un mantenuto da una strozzina, un soldato fannulone che molesta ogni tipo di donna, basta che porti la gonna, un poco raccomandabile vagabondo venuto dal nord, due sbarbatelli senza un soldo in tasca che derubano per far bella figura con due ragazzine, un pederasta solitario che rimorchia minorenni nel parchetto, fischiettando canzonette fasciste, una prostituta sola e imbruttita dalla vita miserabile e tristissima ) che si muove tra miseria e squallore, tra estorsioni reclamate dalla truce Esperia (bravissima la Giorgelli) , furiose beghe tra madre e figlia che si puntano addosso coltelli e ferri da stiro, predazioni di coppiette (di culto il furto della radio, con l'imberbe ragazzino di vita "Canticchia" pizzicato sul fatto dalla copietta in amore, con il fidanzato taurino che lo piglia a schiaffoni e la ragazza che continua a dire "Ladru, ladru"), soldatini sfigati e perdigiorno che ci provano con tutte le ragazze per strada (pigliandosi pure una giornalata in faccia), momento dove Bertolucci adotta lo stile da cinema veritè della Nouvelle vague, l'omoessuale nel parco che abborda i due ragazzini borgatari, non prima di fischiattare "Faccetta nera", che mi ha ricordato quello che Aldrich rittrarà nei Ragazzi del coro, il brutale e gelido assassinio a suon di pugni della povera prostituta e il dito in bocca che le mette il suo assassino prima di sferrarle i colpi mortali, preceduto dalla suggestiva immagine del cartellone pubblicitario del "Campari Soda", l'annegamento a fiume per sfuggire alle forze dell'ordine, lo scalpitio degli zoccoli rivelatore (particolare che sfugge, poi ripreso pure nei gialli argentiani), la bellissima e evocativa sequenza dell'arresto nella saletta da ballo all'aperto, la prostituta che si prepara per uscire con un funesto presagio di morte che alleggia inesorabile (la stessa atmosfera "necrofora" cheppoi verrà sviluppata in Ultimo tango), l'acquazzone che soprende i protagonisti coinvolti nella storia (con meccanismo alla Rashomon e incrocio di destini dal meccanismo futuro alla Pulp fiction), la Giorgelli che impazzisce per strada minacciando con un coltello il suo uomo che non vuole più saperne di lei.

    Notevole l'uso di Come nasce un'amore di Nico Fidenco (prima canticchiata da Francolicchio, poi messa sul giradischi nella casa con la ragazza più grandicella e le due ragazzine), le facce giuste e popolane tipicamente pasoliniane (e ben poco attraenti , ma comunque carnali e vere, come quello della prostituta uccisa), la verace romanità (o l'italianità dei personaggi, che vanno dal calabrese del soldatino, alla napoletanità verace della Giorgelli, al friulano dell'inquieto Natalino).

    Interessante anche l'aspetto puramente "giallo", dove, fino alla fine, non si sà chi è l'assassino della povera peripatetica, incalzato anche dagli interrogatori serrati di un maresciallo che non vediamo mai.

    Bertolucci stà tra il neoralismo e il cinema di "pancia", in uno degli esordi più fulminanti del nostro cinema dell'epoca (insieme a quello di Damiano Damiani del Rossetto, vieppiù che Bertolucci era poco più di un ragazzetto appena maggiorenne), dove già c'è in essere la sua poetica, il suo inconfondibile stile e il suo occhio, già sicuro, per i virtuosismi.

    Comparsata di Jimmy il fenomeno nella sequenza finale dell'arresto dell'assassino nella piccola balera estiva e attimo gustosamente fetish quando una delle due ragazzette de borgata ( la moretta, la più carina delle due), accompagnate da Pipito e Francolicchio al parchetto, sorpresi dal temporale improvviso, correndo sotto l'acqua,  perde una ballerina (a piedini nudi, senza calze) sotto l'acquazzone.

    Amarissimo e impietoso ritratto antopologico che, ancor oggi, colpisce duro, per la sua aspra veridicità, senza fare sconti.

    Da segnalare Silvio Laurenzi (con le orecchie alla Dumbo) nel ruolo del gay abborda ragazzini, vero deus ex machina del film.


    Ultima modifica: 24/08/20 14:32 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 24/08/20 10:58
    Consigliere - 26006 interventi
    Di ottima qualità la vhs della CHV (collana I grandi classici del cinema italiano. Edizione dicembre 1987) , per la durata effettiva di 1h, 27 e 37s
    Ultima modifica: 24/08/20 11:24 da Buiomega71