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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The italian machine
Anno: 1976
Genere: corto/mediometraggio (colore)
Regia: David Cronenberg
Note: Fa parte della serie TV "Teleplay". Trasmesso da Rai 3 a "Fuori orario" in versione sottotitolata.
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Scritto diretto da David Cronenberg, un corto uscito già dopo IL DEMONE SOTTO LA PELLE. 25 minuti in cui Cronenberg manifesta l'amore per i motori (lo ritroveremo in VELOCI DI MESTIERE) e per la “macchina da corsa” come oggetto d'arte (discorso che amplierà focalizzandolo meglio in CRASH). E’ la storia di un fanatico di motociclette che viene a sapere della presenza in città di una rarissima Ducati d'epoca. Dopo brevi indagini scoprirà, insieme ai suoi amici, che...Leggi tutto essa è stata acquistata da uno scultore il quale la tiene in salotto come puro oggetto d'arte. La sua missione diventa impadronirsene. Si fingerà giornalista e chiederà un'intervista con lo scultore, entrandogli in casa per ammirare la preziosa motocicletta (l'italian machine del titolo). Scritto amabilmente, ricco di particolari curiosi (in casa dello scrittore vive Ricardo, un giovane cocainomane la cui unica funzione è “fare” l’oggetto d'arte) e con un protagonista che pare davvero un invasato, THE ITALIAN MACHINE dura solo 25 minuti ma riesce ugualmente a colpire per lo stile usato da Cronenberg, freddo come la fotografia che usa. Si rintraccia qui già molto del suo cinema. Non tanto per le tematiche affrontate quanto piuttosto per la forma, per la direzione del cast, per l'asciuttezza dei dialoghi. Il finale giunge inatteso, con i titoli di coda che compaiono senza che vi sia una vera conclusione. In 25 minuti si può dire molto di più di quanto si pensi.
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Chiudi TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/12/07 DAL BENEMERITO CAESARS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 27/10/08
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- Davvero notevole!:
Marcel MJ Davinotti jr. - Non male, dopotutto:
Cotola, Puppigallo - Mediocre, ma con un suo perché:
Caesars, B. Legnani, Rufus68 - Gravemente insufficiente!:
Undying
Meno di mezz'ora di film per raccontarci le peripezie di un gruppo di appassionati motociclisti che decidono di "liberare" una Ducati (la macchina italiana del titolo) posseduta da un ricco che la sfoggia come opera d'arte nel suo salotto. Abbastanza bizzarro (tra le opere d'arte del collezionista figura anche un uomo pagato per vivere in casa sua) ma francamente trascurabile; non ci ho tovato molto del Cronenberg Anni Settanta. Merita comunque una visione per conoscere anche i lavori minori di un regista decisamente interessante.
MEMORABILE: I motociclisti che ascoltano un vinile con la cronaca di un "Tourist Trophy".
Piccolo ma divertente e bizzarro cortometraggio cronenberghiano incentrato sulle peripezie compiute da un gruppo di amanti incalliti delle motociclette che faranno di tutto per appropriarsi della Ducati 900 Desmo (la macchina italiana del titolo). Molto diverso dalle opere "tradizionali" del regista, non è sicuramente nulla di memorabile ma nemmeno una vaccata. Si lascia guardare, vista anche la breve durata (poco più di 20 minuti).
"Pazzo per le moto" è stato coniato per il protagonista di questo cortometraggio. Si tratta di un vero sciroccato che va a letto con un manubrio di motocicletta. La storia in sé è poca cosa, ma la presenza del sopraccitato fuori di testa (e del collezionista di opere d'arte) rende questa breve pellicola meritevole di visione, soprattutto per i dialoghi tra il collezionista e una delle sue opere d'arte (un uomo comprato in un night) e le uscite da squilibrato del barbuto protagonista (gli scambi verbali con l'odiato venditore di moto). Davvero niente male.
MEMORABILE: Per calmare il pazzo motodipendente, i suoi amici gli mettono un disco con l'incisione del rombo delle moto da corsa.
Non indimenticabile. Nonostante qualche buona trovata (il microsolco con funzioni metadoniche...) e la divertente ossessione del barbuto appassionato di moto, promette un po’ più di quanto poi mantiene, risolvendosi con un finale molto leggero che non soddisfa quanto lo ha preceduto.
Modestissimo, quasi anonimo. Certo dimenticabile e (infatti) giustamente dimenticato. L'ossessione per la moto ("la macchina italiana", infatti, è una Ducati) non porta da nessuna parte: salvo a far pronunciare una serie di dialoghi pre-tarantiniani ai modestissimi interpreti, nemmeno loro convinti d'esser davanti ad una telecamera. Anticipazioni di Crash? Suvvia, un modestissimo lavoro televisivo, fortunatamente limitato ad una manciata di minuti (pochi più di venti) e con un finale inatteso, per quanto deludente.
Simpatica incursione nel mondo ossessionante dei collezionisti: d'arte o di motociclette o di uomini non fa differenza. A sua volta il regista si premura di collezionare, con un certo gusto sbarazzino, una serie di caratteri fuori registro, anch'essi divertenti. Purtroppo l'esiguità della durata non permette di svolgere tali promettenti premesse e il tutto si risolve in una curiosa bizzarria a latere della grande produzione di Cronenberg.
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