Duello mortale - Film (1941)

Duello mortale
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Man Hunt
Anno: 1941
Genere: avventura (bianco e nero)
Regia: Fritz Lang
Note: Soggetto di Geoffrey Household, pubblicato a puntate su "The Atlantic Monthly" e in seguito riunito nel romanzo "Rogue Male" (1937).

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

In un luogo imprecisato della Germania, poco prima della Seconda Guerra Mondiale, un uomo appostato focalizza Hitler nel mirino del suo fucile, preme il grilletto ma... non spara. Sorride, carica un proiettile ma quando sta per far fuoco viene bloccato da una guardia. Portato al cospetto di un militare, spiega di essere un cacciatore: per lui il führer era solo una preda da stanare; una volta trovata, il divertimento finisce. Ovviamente nessuno gli crede e viene condannato per direttissima, ma riesce a fuggire e tornarsene a Londra dove risiede. E' Alan Thorndike (Pidgeon), un aristocratico che dopo l'avventuroso rientro in patria si vede perseguitato pure lì da agenti del Reich: lo cercano perché...Leggi tutto pretendono di fargli firmare una confessione in cui ammetta di aver tentato di uccidere Hitler. Thorndike si lascia intanto aiutare da una ragazza dei sobborghi, Jerry (Bennett), capricciosa ma naturalmente innamorata, con la quale continuerà le sue peripezie. Fritz Lang conduce con mano salda e qualche innocua spiritosaggine un film formalmente apprezzabile (i giochi di luci e ombre rimandano chiaramente alle precedenti esperienze espressioniste del regista) ma non troppo interessante dal punto di vista degli sviluppi, che concedono poche variazioni al semplice tema dell'uomo in fuga. L'insolita ambientazione, che racconta lo scoppio della guerra proprio nei mesi in cui si sta realmente amplificando (con tanto di annuncio dell'invasione della Polonia), potrebbe essere un punto a favore in più, ma in verità poco si percepisce. Quello che più arriva a noi, oltre a una gestione tipicamente “americana” del rapporto tra Alan e Jerry (lui vorrebbe tenerla lontana dai guai, lei s'intestardisce perché gli vuol star vicino, lui le offre soldi per averlo salvato, lei rifiuta sentendosi offesa e chiedendo di regalarle solo una semplice spilla), sono una buona definizione dei personaggi e l'indubbio mestiere di un Fritz Lang che quanto a qualità nella messa in scena ha sempre da insegnare. Eppure il film non decolla mai, prigioniero del suo tempo e di una storia che, nonostante il successo ottenuto a livello letterario (venne pubblicata a puntate sulla rivista "The Atlantic Monthly"), ha poche frecce al suo arco. Forse una sola, quella usata nel finale. Moderatamente spassoso l'intermezzo con Jerry sbarazzina e meravigliata nella ricca casa dei nobili londinesi, inorriditi dal suo contegno. Il passaggio del protagonista da cacciatore a preda, da egli stesso sottolineato durante il primo incontro con la ragazza, si esaurisce nello sviluppo elementare del concetto in un film che colpisce soprattutto per la chiarezza con cui denuncia i metodi dell'allora ascendente regime hitleriano (si vedano le torture fuori campo che restituiscono un Thorndike in fin di vita).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/12/07 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 29/07/19
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Cotola 18/12/07 02:08 - 9043 commenti

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Divertentissimo ed avvincente film fanta-avventuroso in cui si seguono le vicende di un uomo che da abile cacciatore diventa preda di una caccia all'uomo spietata. La regia di Lang è egregia come al solito e non manca, cosa rara per una pellicola così "leggera", qualche bella caratterizzazione dei personaggi. Bravi gli attori. In definitiva non un capolavoro ma comunque un prodotto molto gradevole. Se non si pensa all'inverosimiglianza della trama è difficile non lasciarsi coinvolgere.

Buck ii 20/04/10 11:04 - 55 commenti

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Indimenticabile film di Lang, sottile, pacifista, elegante. La pellicola è interpretata dal bravissimo Walter Pidgeon e dall'indimenticabile figura di Jerry (il dispiacere finale del capitano Thorndike diventa anche il nostro dispiacere, come se non avessimo assistito a una finzione: potere del cinema) interpretata da una stupenda Joan Bennet. Una storia appassionante legata al filo del rasoio con una caccia all'uomo che diventa motore pulsante del film e di contorno la simpatia della protagonista.
MEMORABILE: Jerry presentata in casa del fratello di Thorndike.

Pigro 15/12/10 09:13 - 9666 commenti

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Bello il ribaltamento quasi hitchcockiano per cui l'aspirante killer di Hitler, che crede di stare al sicuro nella sua Londra, si ritrova braccato non solo dai nazisti ma pure dagli inglesi in un crescendo di situazioni-limite. Lang costruisce un film sulla responsabilità individuale, dove la tensione (buono il ritmo) punta alla coscienza dello spettatore: la storia sentimentale che non sboccia e arriva a un epilogo inatteso e sconcertante deve smuovere il pubblico, e il finale è chiaramente un sostegno alla guerra in atto contro la Germania.

Daniela 2/04/16 22:27 - 12662 commenti

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Alla vigilia dello scoppio della guerra, aristocratico inglese deve sfuggire ai nazisti prima in Germania e poi a Londra... Brillante prebellico basato sull'inversione di ruolo da cacciatore a preda per il protagonista, l'impeccabile Pidgeon, che deve affrontare i maggiori pericoli proprio quando crede di essere ormai al sicuro in patria. Cast di lusso, con Sanders sempre convincente in un ruolo odioso, Carradine losco figuro e la vibrante Bennet, mentre la mano di Lang si avverte soprattutto in alcune sequenze in chiave impressionista, fortemente contrastate fra luci ed ombre.
MEMORABILE: L'interrogatorio con l'ombra del prigioniero; la sequenza lungo i binari della metropolitana

Saintgifts 12/04/16 09:27 - 4098 commenti

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Certamente un film contro il nazismo che si appresta a invadere le nazioni europee (per ora, dice il maggiore impersonato da Sanders) ma, come suggerisce il titolo originale, un film sui ruoli di cacciatore e preda e sullo scambio delle parti. Soggetto ricco di trovate: l'incontro con la ragazza dei quartieri poveri (una bella e simpatica Johan Bennett), la scelta della spilla, la "sicura" tana del capitano (Pidgeon). Il romanzo di Geoffrey Household fu definito il primo thriller moderno, sceneggiatura e regia lo hanno ben valorizzato sullo schermo.
MEMORABILE: L'incontro della Bennett con l'aristocrazia londinese; Tutta la scena con Sanders e Pidgeon fuori e dentro la tana rifugio.

Rambo90 1/07/17 16:40 - 7697 commenti

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Solido film d'avventura bellico, dove Lang firma una variante della pericolosa partita in campo ben più allargato e con una forte propensione alla propaganda. La serie di vicissitudini che il protagonista affronta è coinvolgente, anche grazie a un ritmo abbastanza sostenuto e alla convincente interpretazione di Pidgeon. Non manca un po' d'ironia, soprattutto nella contrapposizione tra i nobili parenti di lui e l'adorabile Bennett. Buono.

Von Leppe 14/05/21 14:46 - 1262 commenti

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Inizio col botto con Hitler nel mirino: il sosia del Führer è uno dei più somiglianti mai visti sullo schermo. La trama è zeppa di forzature ma appassiona. Joan Bennett fa un po' troppo la simpatica, mentre George Sanders è sempre ottimo nei ruoli da infido. Bravo John Carradine, che all'epoca era pure un'icona horror e quindi adatto alla parte del nazista. C'è anche Roddy McDowall da bambino. Il finale aperto funziona, se si pensa che il film è stato girato quando Adolf Hitler era ancora in vita, e quasi anticipa il Bastardi senza gloria di Tarantino.

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