Dal punto di vista storico-sportivo l'ennesima pseudo-parodia di Franco e Ciccio è di notevole interesse: tra le molte immagini tratte dalle corse dell'epoca ve ne sono molte risalenti al Gran Premio di Monza del 1970 e precisamente alle prove del sabato. Tra le Formula 1 ai box è riconoscibile anche la Lotus n. 22 di Jochen Rindt, campione mondiale “in pectore” ma che andrà a morire pochi minuti dopo conquistando il primo - e per ora unico - titolo mondiale “alla memoria”. A parte questa curiosità da necrofili, è divertente notare il casco di Graham Hill, identico a quello che userà suo figlio Damon più di vent'anni dopo; e poi le McLaren arancioni (una all’epoca era guidata dal futuro...Leggi tutto commentatore TV Andrea De Adamich) e la March di Chris Amon... Le immagini relative alla “vera” Formula 1 sono comunque in minoranza rispetto a quelle “truccate” per permettere l'inserimento della rossa vettura guidata da Franco. La storia è ancora una volta quella del sosia: il pilota Pepito Gonzales (forse un omaggio all’allora pilota Brm Pedro Rodriguez?) è stato ingaggiato dal patron Umberto D’Orsi per vincere Monza (edizione 1970, come si è detto), ma gli avversari lo temono e lo sequestrano prima del GP. Caso vuole che D’Orsi trovi il sosia di Gonzalo nello spiantato Franco e lo metta alla guida della sua macchina, guidata attraverso un sofisticato telesistema da Ciccio: Franco non tocca nemmeno il volante, ma vincerà. Storia sciocca come sempre, ma le molte riprese dalla pista sono a volte affascinanti e la coppia funziona: Franco strepita e inventa, Ciccio arriva a riparare l'auto divisa in due cucendola letteralmente! Da non perdere un'inattesa sfilata di moda: Ciccio sfoggia un abito assurdo!
Uno dei tanti film girati nel 1971 e certo non uno dei migliori. La sceneggiatura non esiste, la realizzazione è tirata via e il cast non è quello delle migliori occasioni. Gag e battute sono ormai alla frutta e Franco e Ciccio tentano di salvare il salvabile ma anche loro hanno fatto di meglio. Degli altri si salvano D'Orsi, Pigozzi e Dante Cleri. Trascurabile.
Davvero brutto, questo Franco&Ciccio, che parte neanche male con l’ennesima vicenda del sosia, ma poi affonda in maniera inesorabile a causa di una sceneggiatura più fastidiosamente grottesca che banale (qualcuno può spiegare come fa Ciccio a teleguidare Franco facendolo vincere?), ricca di inaccettabili scemenze. Il film va ricordato solo perché ha Marisa Traversi, di solito comprimaria, nel ruolo femminile principale.
Pessimo. La sceneggiatura è inconsistente e non riesce nemmeno a sfruttare completamente l'inedita ambientazione nel mondo delle corse automobilistiche. Franco e Ciccio non sono affatto in forma e non riescono proprio a far ridere. Inoltre la regia di Civirani sembra perdersi nell’inquadrare macchine da corsa lasciando allo sbaraglio Franchi e Ingrassia. L'unico interesse pare sia fare pubblicità a compagnie petrolifere con primi piani di cartelli pubblicitari.
Non un gran film della coppia siciliana. Sembra un'accozzaglia d'immagini composta a caso. Qualche battuta e qualche smorfia ci sono, ma del tutto superflue. Peccato perchè si poteva fare meglio su un tema, quello dei motori, che poteva appassionare. Se non li si conosce, meglio partire con la visione di ben altre pellicole.
Franco e Ciccio sono stati due bravi comici e in quanto tali avrebbero meritato di essere messi nelle migliori condizioni per potersi esprimere al meglio in ogni occasione. Cosa che, purtroppo, nel film in oggetto non avviene a causa di una sceneggiatura che non ha nulla di interessante da dire. La corsa del titolo, per esempio, è di una noia mortale e dura troppo, mentre il ruolo della Traversi è abbastanza patetico e pedante. Si fatica ad arrivare ai titoli di coda e le occasioni per sorridere si contano sulle dita di una mano e con molta fatica.
Osvaldo Civirani, che era un grande fotografo, offre qui una prestazione mediocre da regista dirigendo questa scialbissima farsa basata come al solito su un sosia e arricchita da tantissimo materiale di repertorio. Non si ride mai nonostante gli sforzi di Franco e Ciccio, Memmo Carotenuto pizzardone romano che però dovrebbe operare a Torino e Luciano Pigozzi capo malavitoso da operetta.
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DiscussioneZender • 12/06/13 20:19 Capo scrivano - 47802 interventi
Mac Ronay? Sicuro che Imdb lo chiami così? Anche i nomi in aggiunta devono essere scritti come li scrive Imdb, è molto più importante del fotogramma, mi raccomando Fedemelis... Su Imdb non trovo nessun Mac Roney.
DiscussioneZender • 19/06/13 07:19 Capo scrivano - 47802 interventi
Ah ok. Comunque i cast molto folti non sono mai stati una qualità del davinotti.
CuriositàDusso • 23/01/22 11:26 Archivista in seconda - 1832 interventi
Stelvio Cipriani negli extra del blu ray di La morte cammina con i tacchi alti racconta che una delle rare volte che è stato sul set dei film da lui musicati è accaduto per questa pellicola: Civirani qui girava al mattino e al pomeriggio I due pezzi da 90.