Cult. L’attore-doppiatore William Conrad veste i panni extra-large del private-eye e buongustaio Frank Cannon, con baffi alla Costanzo e mani pesanti alla Bud Spencer. Con la partecipazione di numerose guest-stars, i variegati plot seguono il classico schema della detective-story all’americana: colpevole – destinato quasi sempre ad una brutta fine - già svelato nel prologo, azione in abbondanza, ironia. I titoli di testa sono letti da una voce narrante e in una puntata nasce il personaggio di Barnaby Jones.
"Cannon" è la dimostrazione che si può fare un serial di culto puntando anche su di un attore di taglia extra-large come il compianto William Conrad (nel ruolo del poliziotto di turno). Frank Cannon è un detective privato, molto bravo e abile, nonostante la mole. Simpatico, sorridente, buongustaio, ma anche astuto e abile con la pistola e il karatè. Attorno a Conrad, la classica posse di grandi attori tv degli anni 70 come ospiti dello show, persino un giovane David Soul pre-Starsky & Hutch.
Serie non molto innovativa ma solida come il suo protagonista, un macigno dal fisico alla Bud Spencer e dal faccione baffuto da pacioso mastino, un "duro" simpatico ed autoironico, amante della buona cucina ma all'occorrenza pronto ad usare le mani o la pistola con inaspettata agilità. Ex poliziotto diventato detective privato, Frank Cannon affronta casi ripetitivi nello schema, movimentati nell'azione e resi interessanti anche dalla presenza di varie guest stars, in particolare da alcuni "saranno famosi".
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Il doppiaggio della serie era curato prima dalla "C.D." e poi dalla "C.D.C", le voci di William Conrad erano quelle di Sergio Fiorentini (per la "C.D.") e di Renato Mori (per la "C.D.C.").