Vivi o preferibilmente morti - Film (1969)

Per incassare l'eredità di un vecchio zio due fratelli che non si vedono da un sacco di tempo dovranno convivere per sei mesi. Non sarà facile... Commedia western su soggetto di Flaiano, che decisamente non merita la cattiva fama di cui gode. Certo Benvenuti è un tronco (e non aiuta la scelta di farlo doppiare da Oreste Lionello), ma la storia è carina e piena di trovate, la regia di Tessari elegante come al solito, e Neno Zamperla orchestra delle ottime scene d'azione. Preferibilmente da vedere.

Dopo i due Ringo, Tessari prosegue il suo processo di smantellamento del western all'italiana, privandolo di ogni elemento feroce e drammatico e spingendolo tutto sulla farsa e la commedia. Niente di che, a parte la curiosa presenza del campione di boxe Benvenuti - il cui volto ha una certa rassomiglianza con il suo "fratello cinematografico" Gemma - , un paio di inquadrature capovolte, un'acrobatica scena di lotta nel fango e lo scontro a colpi di scure tra Benvenuti e Huerta sul treno in corsa. Tutto il resto è barboso e dimenticabile.

Soprattutto nella prima ora il film è molto orientato sul versante comicaròlo ma Tessari è sempre Tessari e qualche zampata alla vecchia maniera ce la regala lo stesso, con il culmine della rapina al treno. Per il resto il film lo fanno Gemma (che va come un orologio svizzero) e Benvenuti, impacciato ma simpatico. Il loro rapporto ricorda un po' l'amore/odio tra Bud e Terence. La pellicola poi, in modo leggero e mai pedante, sottolinea l'importanza del rispetto e della comunione tra fratelli al di là del vil denaro. Da ricordare pure l'"aiutante" Casas.

Western farsesco in cui ci sono gli elementi tradizionali che caratterizzano il filone cercando allo stesso tempo di mantenere basso il livello di pathos. Da un soggetto di Flaiano, Tessari realizza una pellicola non eccelsa che punta anche sull'ironia. Valido Gemma, un po' imbalsamato Benvenuti: d'altronde non è il suo mestiere.

Western comico che ho trovato davvero indigeribile, vuoi per trovate mai davvero divertenti, vuoi per una storia assai scarna e piena di momenti morti. Giuliano Gemma se la cava bene col registro ironico e si sapeva, al contrario Nino Benvenuti è davvero inguardabile e goffo in ogni suo movimento (e il doppiaggio di Lionello non è il più adatto). Pessima la colonna sonora, orribili i caratteristi spagnoli (Huerta non mi è mai piaciuto).

Sempre un gran piacere vedere Gemma nelle sue atletiche scazzottate o mentre si diletta come giocoliere con saponette e sigari, ma questo western non merita la sufficienza neppure grazie alle sue doti. L'idea in partenza non sarebbe neanche male, ma un susseguirsi di situazioni sempre meno verosimili (Benvenuti ingessato da capo a piedi) fa via via scadere il film in burletta e spesso ci si trova a scuotere la testa. Arrivato poco prima del grande successo di "Trinità" avrebbe forse funzionato meglio con la coppia Bud & Terence, ma i western di Clucher erano davvero ben altra cosa.

Forzando la mano sul lato comico, scadendo quasi nella farsa, il film si ritrova a soffrire per queste scelte che ne cancellano quasi totalmente il lato prettamente western cercando di inserire a tutti i costi la risata, con risultati decisamente negativi. Gemma è bravo ma spesso forzato, Benvenuti evidentemente impacciato nel ruolo di attore ma riesce a cavarsela: se non fossero stati costretti a questo grottesco gioco al massacro di dover far ridere sempre, il risultato sarebbe stato migliore, e alcuni segmenti sono li a dimostrarlo (l'assalto al treno).