Stamping ground - Film (1971)

Il valore di un film del genere è soggettivo. Se vi piace la musica Anni Settanta, se avete amato WOODSTOCK be’, questo “documentario musicale” fa per voi. Siamo a Rotterdam in Olanda, il 28 giugno 1970, a uno dei tanti concerti “peace & love” che duravano giorni interi. Gli spettatori erano in gran parte quelli che oggi definiremmo “freakkettoni”: molti completamente nudi, con enormi “cannoni” da cui aspirare erba, più intenti a lasciarsi andare che ad ascoltare la musica. Musica che comincia con i Santana di (ovvio) Carlos Santana (c'è...Leggi tutto anche Gregg Rolie, futuro Journey). Siamo quasi sempre sui cinque minuti per gruppo, con poche eccezioni (Pink Floyd, Jefferson Airplane). Scorrono i titoli e a commento sonoro c'è l’inglese Al Stewart, che vediamo cantare seduto con inseparabile chitarra. Si continua con i celebri Canned Heat e i celebrati T-Rex di Marc Bolan, quindi il primo pezzo dei Jefferson Airplane e degli It's a Beautiful Day (torneranno entrambi). Ecco quindi i Family del “superfatto” Roger Chapman, una voce profondissima e memorabile. I vocalizzi si sprecano, lui ciondola sul palco in trance. Più tranquillo Country Joe, ovvero Joe McDonald. Continua Doctor John the Night Tripper e riappaiono gli It's a Beautiful Day; quindi i dimenticati The Flock, i “dylaniani” The Byrds, di nuovo i Jefferson Airplane (la leader Grace Slick viene intervistata prima di intonare l’inno “White Rabbit”). Successivamente il palco si riempie di luci e fuochi e appaiono i Pink Floyd (periodo “Ummagumma”), che si elevano due spanne sopra gli altri. Suonano l’intro di “Set The Controls For The Heart Of The Sun” e l’outro di “A Saucerful Of Secrets”, ovvero “Celestial Voices”. Magia pura, riprese insolite che finalmente rendono giustizia a un gruppo che dal vivo regalava emozioni a non finire. Chiude Santana. In mezzo qualche intervista, molte riprese del pubblico e qualcuna di Amsterdam.

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