L'evaso - Film (1971)

L'evaso
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: La veuve Couderc
Anno: 1971
Genere: drammatico (colore)
Note: Soggetto tratto dal romanzo di Georges Simenon intitolato "La vedova Couderc" pubblicato nel 1942.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Curiosa la scelta dei distributori italiani, che spostano l'attenzione da Simone Signoret (LA VEUVE COUDERC del titolo originale) ad Alain Delon (L’EVASO). Da qualsiasi parte lo si veda il film è comunque una storia a due, un’insolita liaison tra una vedova di campagna indurita dagli anni e dal lavoro e un evaso di bell'aspetto, condannato per l'omicidio di due politici di prim’ordine. Il set è la provincia francese degli Anni Trenta, placida e silenziosa. L'arrivo di Delon non la stravolge, né la vedova né i pochi altri abitanti. Tutto basato sull’innegabile bravura degli interpreti, il film di Pierre Granier-De Ferre racchiude in...Leggi tutto sé pregi e difetti del cinema francese: un'analisi profonda e mai superficiale dei protagonisti, un'acutezza di fondo non dovuta unicamente alla sorgente letteraria (un Simenon “fuori-tema” lontano dalle inchieste del suo Maigret) ma anche una staticità e una lentezza narrativa sfibranti. Per gran parte del tempo non accade praticamente nulla che esuli dal tran tran della vita contadina; poi d'improvviso momenti di grande intensità (esemplare il lungo finale, che sfrutta benissimo l'ampiezza degli spazi), celati sempre - in ogni caso - all'interno di un contesto misurato, controllato. Uno di quei film che fanno la gioia degli intellettuali ammaliati dal silenzio, affascinati dalla grazia dei paesaggi e dalla recitazione soffusa, dalla semplicità e la genuinità di un cinema formalmente corretto basato quasi unicamente sul disegno dei caratteri e sul fascino della natura. Lunghi silenzi, musiche appena accennate, soavità e leggerezza sparse a piene mani. Al di là di tutto però regna incontrastata una noia mortale, un invito costante all’appisolamento.

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B. Legnani 3/02/07 12:29 - 5523 commenti

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Trama breve, sviluppo lento, immagini dolcissime, nostalgiche. Ottima la Signoret. Solo per chi predilige i film "tranche de vie", nei quali la "vie" è normale, con occasionali, brusche accelerazioni. Ma allora, forse, non serve andare al cinema: basta stare in casa.

Il Dandi 29/09/10 15:07 - 1917 commenti

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Nella gretta provincia degli Anni Trenta, un dramma pieno di morbosità che ben preludono all'ineluttabile tragedia. È funzionale un'ancora acerba Ottavia Piccolo nel ruolo della ragazza madre selvaggia, sempre col bambino in braccio come una gatta terrebbe dei cuccioli tra i denti; ma è strepitosa la Signoret nei panni della matura vedova che pur indurita da una grama vita non può non cedere alla tentazione di un sogno d'amore. Confezione un po' piatta (regia, musiche), ma scorrevole e sceneggiatura salda (da un bel romanzo di Simenon).
MEMORABILE: La vedova Couderc con orgoglio scende al torrente a lavare dei panni maschili, mostrando alle altre allibite lavandaie di avere un uomo in casa.

Il Gobbo 16/10/10 00:00 - 3015 commenti

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Forse il più assiduo traduttore di Simenon al cinema, seguace orgoglioso del cinema de papa e acerrimo critico della nouvelle vague, Granier Deferre non brilla per ritmo e leggerezza, ma è un paladino di un nobile classicismo. Servito qui magistralmente da due interpreti mostruosi (ben doppiati da Turci e Deddi Savagnone), fornisce un'altra prova solida e suggestiva, come il malinconico tema musicale di Sarde.

Giùan 3/10/11 15:20 - 4539 commenti

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Film che passava a ripetizione sul network nord barese di Telenorba-Teledue-Telepuglia: con la reclàme di mezzo me lo ricordo sonnacchioso il giusto, ma ricco di un'atmosfera tipicamente francese come si conviene ad una pellicola tratta da un romanzo "provinciale" di Simenon. Classico film d'attori, anzi di icone, che Granierre Deferre, regista decisamente avulso dal contesto della Nouvelle vague, filma col suo caratteristico stile asciutto, al limite della catatonia. Resta la recitazione "mitica" di Delon e soprattutto di Simone Signoret. Rustico.

Daidae 31/08/12 01:18 - 3169 commenti

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Film un po' noiosetto... Delon e la Piccolo comunque recitano come sempre bene e il resto del cast non sfigura. Magari elevando di più il ritmo il risultato sarebbe stato migliore, anche se nello stile di questo regista è proprio il ritmo a essere tradizionalmente penalizzato. Mediocre.

Rufus68 1/08/17 12:56 - 3825 commenti

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Il regista smarrisce la forza implacabile dell'analisi psicologica di Simenon e la rimpiazza, al solito, con un incedere lento e privo di sussulti che vorrebbe simulare il quietismo della provincia profonda e, invece, non è nient'altro che una resa senza nerbo al divismo dei protagonisti. Per fortuna questi ultimi assolvono al loro compito: Delon accenna (pur malfermi) passi da "uomo segnato e senza scampo"; la Signoret, più solida, riesce a infondere al personaggio una giusta miscela di possessività e grettezza. Musiche dolciastre.

Daniela 26/09/18 12:38 - 12625 commenti

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Francia, anni Trenta: un evaso trova lavoro presso la fattoria di una matura vedova e ne diventa l'amante, accrescendo il malanimo dei cognati di lei, ansiosi di mettere le mani sulla proprietà... Da un bel romanzo di Simenon, un film dal ritmo molto lento, non del tutto riuscito ma reso interessante da alcuni apporti come la malinconica colonna sonora di Sarde e soprattutto dall'interpretazione di Signoret, sfatta nel fisico, in grado di trasmettere attraverso lo sguardo tutte le sfumature di un personaggio chiuso e diffidente che scopre di poter ancora dare/ricevere piacere e forse amare.

Keyser3 5/04/20 17:13 - 444 commenti

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Buon dramma dello specialista Deferre sullo sfondo bucolico della Francia anni '30, in cui il senso di morte e malinconia vanno a braccetto dall'inizio fino al tragico epilogo. L'azione è ridotta ai minimi termini; sono gli sguardi, la psicologia, le piccole, talvolta meschine, azioni dei protagonisti che contano. Citazione d'obbligo per i due volti femminili, così distanti e diversi fra di loro: consunta nel corpo e nello spirito la Signoret, deliziosa nei suoi vent'anni la Piccolo.
MEMORABILE: "Non mi avevi detto di chiamarti Lavigne". "L'avevo dimenticato"..

Silvia75 5/12/23 23:48 - 157 commenti

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Francia 1937: un ragazzo sconosciuto incontra in campagna una vedova sulla cinquantina che ha una fattoria. Lei lo assume nonostante lui non racconti nulla di sé. Nascerà un amore sia con lei sia con una ragazza del luogo ma dei parenti ultra reazionari vogliono impossessarsi della fattoria. La regia, la fotografia e l'ambientazione sono splendide ma la trama è un po' scontata. Brava Simone Signoret, Alain Delon un po' monocorde nella recitazione. Veramente notevole Ottavia Piccolo.

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  • Homevideo Il Gobbo • 16/10/10 00:01
    Segretario - 762 interventi
    Pubblicato in dvd dalla Hobby & Work nella collana da edicola dedicata al "noir" francese
  • Curiosità Zender • 28/04/16 18:25
    Capo scrivano - 47728 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film, che ce la butta lì senza tante menate:

  • Musiche Lucius • 15/05/18 14:03
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale italiano:

    Ultima modifica: 15/05/18 15:16 da Zender
  • Homevideo Digital • 20/10/22 23:26
    Portaborse - 3990 interventi
    Dvd Sinister disponibile dal 07/12/2022.