Twentynine Palms - Film (2003)

Twentynine Palms
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Titolo originale: Twentynine Palms
Anno: 2003
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "29 palms". Presentato al Festival del Cinema di Venezia nel 2003.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/11/07 DAL BENEMERITO REBIS
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Rebis 20/11/07 20:02 - 2337 commenti

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Allunaggio di uomo e di donna sulla superficie inospitale di un modo non noto: vasto e implacato silenzio. Cielo bianco sopra l'amore, il disincanto; sesso graffiato, strappato via, poi immobile. L'occhio fisso sulle cose che non dicono. Dietro l'archetipo, ombre dello stereotipo. Poi l'orrore: lo shock innescato da Dumont è tanto più devastante quanto concepito come risveglio atroce, scoperta insostenibile del Male, caduta dall'Eden di sola andata. L'incenerimento di ogni grazia lascia i frammenti dell'urlo ad assopirsi nella distesa rovente e muta. Radicale.

Redvertigo 28/02/10 02:04 - 78 commenti

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Sono rimasto basito dall'inutilità di questo film. Niente, infatti, della pseudo sceneggiatura abbozzata dal regista riesce a colpire, a interessare, a giustificarne la visione. Non ci si riesce ad affezionare ai due protagonisti (due dementi travestiti da esistenzialisti), ma si prova soltanto molta noia. Dumont infatti riprende e mette in scena il nulla più assoluto e neanche la "furbata" che il regista ha messo nel finale riesce a scioccare, ma rende solamente quest'opera ancora più assurda, inutile e sgangherata. Da evitare con cura!
MEMORABILE: 6 minuti di noiosisime inquadrature fisse dei protagonisti che vanno al supermercato, scelgono un prodotto smacchiante e ritornano indietro, N-O-I-A!

Lucius 18/03/10 01:26 - 3015 commenti

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Il contatto con la natura, anche se apparentemente desertica ed inospitale, le sensazioni che questo ti da quando sei nudo in compagnia della tua donna e ti senti un tutt'uno con il creato. Il film racconta anche queste sensazioni avvertite da un fotografo in cerca di sopralluoghi nel deserto. Il regista prova a mostrare l'amore e l'odio della coppia e soprattutto il pericolo che non è solo dentro questa. Vagamente ispirato a Betty blue.

Luchi78 16/02/12 14:55 - 1521 commenti

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Sembrava porsi come il racconto di un amore di coppia che vive i suoi alti e bassi, in un paesaggio desolato, dove ogni altro estraneo non è il benvenuto. Il sesso li unisce in modo radicale, naturale come l'ambiente in cui si trovano. Si intuisce che il film doveva prendere una svolta netta, altrimenti sarebbe rimasto troppo vuoto di significato, quasi solo descrittivo, ma il finale ultra-violento che rompe tutti gli equilibri rimane un grosso punto interrogativo. Non chiude il film e lascia allibito lo spettatore in senso negativo.

Buiomega71 27/06/12 00:35 - 2910 commenti

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Viaggio nell'eden americano di una coppia, che in realtà è l'antinferno, Adamo ed Eva persi in amplessi sulle rocce come in Zabriskie point, sesso selvaggio, naturale, per nulla voyeuristico. Poi arriva la violenza barbara, insensata, feroce, come e più di Deliverance, per poi mutare in un horror tout-court, inaspettato, fulminante che arriva come un pugno in faccia. Dumont si conferma uno dei più grandi autori in circolazione, non fà sconti, osserva da entomologo e picchia dove fà più male. Uno dei film più devastanti degli ultimi anni. Capolavoro.
MEMORABILE: Decisamente il folle e violentissimo finale nella camera d'albergo; Il feroce stupro nel deserto; Il realismo con cui Dumont segue la sua coppia.

Capannelle 8/08/12 08:54 - 4411 commenti

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Il film presta il fianco a molte critiche e sembra il classico giochino sui giovani che non si trovano, sulla fuga on the road, sul catalogo del sesso. Però tiene nonostante le due ore, le parole scritte su un francobollo, la fotografia scarna ma funzionale: Dumont si muove con efficacia e i due attori se la cavano (lei è particolare) dando un minimo di genuinità a questo rapporto che catalizza tutto il girato (ah, c'è anche il fuoristrada). Almeno fino a quando non calano dal cielo i tre cattivoni. E lui decide che il sesso non fa più per lui.

Mickes2 31/12/12 19:04 - 1670 commenti

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Viaggio spirituale di una coppia di fidanzati (amanti?) tra i vasti deserti californiani - qui visti come paradiso terrestre - tra instabilità comportamentali, catalessi inoltrate, scatti d’ira, riappacificamenti e naturali, selvagge pulsioni sessuali. Ma non si capisce granché dove il regista voglia andare a parare: si galleggia dentro una sorta di gabbia antropologico-esistenziale che rivela una complicità d’amore-odio che poco evoca, risultando per lo più piatto voyeurismo. Folle e spocchioso il sensazionalistico finale.

Fauno 3/02/13 15:53 - 2212 commenti

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Per 128 minuti e 3 secondi si vede una sostanza per preparazioni omeopatiche; poi, per i 20 minuti finali, si forma una sferetta di 1 mm di diametro costituita di soli neutroni e protoni, che è in grado di perforare e trapassare col suo peso l'intero globo terrestre. Mai visto niente di simile! La scena finale in albergo nessuno l'avrebbe potuta fare meglio, specie l'urlo sull'inquadratura di spalle. Lì si capisce il messaggio del film in una frazione di secondo e il pallinaggio aumenta vertiginosamente...
MEMORABILE: "Vorrei che facessimo conversazioni logiche. Dici una cosa e poi il suo contrario. Mi confondi" "Ti amo" E poi un'altra scopata da bestie...

Didda23 9/03/13 18:34 - 2426 commenti

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Dumont per 85 minuti gira il nulla più assoluto (che a confronto i filmetti delle vacanze degli amici dicono molto di più) per poi cercare "lo scandalo" con un finale patetico e fintamente provocatorio che merita una areosa pernacchia. Da odiare la forma, il ritmo oltremodo dilatato e la prova dei due protagonisti (zombie inermi e assonnati). Il film, fasullamente autoriale, entra di diritto nella mia personale black list. Detestabile.

Cotola 8/12/14 11:09 - 9043 commenti

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Non sono il tipo che cerca sempre messaggi e significati chiari nei film (anzi potrebbero anche, meritoriamente, non esserci affatto), ma cosa volesse dire Dumont con questa pellicola è difficile da capire. La crisi della coppia? L'incomunicabilità tra individui nella società? La violenza? Di sicuro ha scelto di farlo attraverso uno stile semplice, minimalista, dai tempi molto dilatati e fatto di pochissimi dialoghi. E allora perché quel finale? Impellente bisogno narrativo o effimera e gratuita ricerca di scandalo? Più di un dubbio resta.

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Daniela 7/11/16 00:02 - 12662 commenti

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Lui e lei vagolano nel deserto, si amano, litigano, assumono pose plastiche nudi fra le rocce, si attraggono e si respingono, in un tiramolla estenuante ovviamente destinato a finir male, anche se poi gli ultimi minuti, con la duplice esplosione di violenza, colgono in effetti di sorpresa per la loro insensatezza. Sembra che il regista, tutto impegnato a rendere manifesta l'incomunicabilità fra i due amanti, abbia loro negato ogni possibilità di suscitare la minima empatia. Scelta certo voluta, ma che rende il film chiuso in se stesso, fastidiosamente compiaciuto, autoreferenziale.
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  • Discussione Raremirko • 6/02/13 21:53
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Fauno ebbe a dire:
    E mi ha molto ricordato la scena finale de L'assassino ti siede accanto, il secondo Venerdì 13, ma è nettamente migliore questa di Dumont. Fra l'altro anche estraniandosi dal contesto del film è attendibilissima: nei postumi di uno schock traumatico è tutt'altro che improbabile avere raptus del genere.
    Il film comincia a crescere di brutto quando prendono la strada che poi sono costretti a interrompere e lui non sa come fare a tornare indietro.
    Di attinenze con Zabriskie Point non ne ho proprio viste...Al limite i mulini a vento all'inizio mi hanno ricordato vaghissimamente More di Schroeder, per quanto siano interessanti anche gli alberi di Joshua. Per il resto fino ad allora il film era stato poverissimo, i dialoghi fra di loro abbastanza vuoti, e soprattutto lei il classico peso morto della situazione. Perfino i sopralluoghi si traducono in un calcolo mentale che porta all'enunciazione di un numero a sei cifre. Per un'ora e mezza avevo aperto le braccia non so quante volte ed ero convinto di confermare il pallino che mentalmente la prima volta avrei voluto dargli. Ma ripeto...gli ultimi 20 minuti sovvertono tutto, ma ad un modo così marcato è stato per me un fatto finora unico.
    Per fare un parallelo potrei prendere Istantanea di un delitto di Imperoli...solo che lì la quotazione era media fino a due minuti dalla fine. FAUNO


    Mentre a me venne in mente La sindrome del terrore, e se proprio Venerdi 13: Capitolo Finale

    Difatti, Dumont, ha preso a modello proprio l'horror americano per quelle ultime, devastanti sequenze.


    Lo ha detto lui stesso?
  • Discussione Didda23 • 9/03/13 18:25
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Se buio prometti di non prendertela ti dico cosa penso del film, altrimenti mi limito a commentare
  • Discussione Buiomega71 • 10/03/13 02:14
    Consigliere - 25998 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Se buio prometti di non prendertela ti dico cosa penso del film, altrimenti mi limito a commentare

    Sapevo che non ti sarebbe piaciuto.

    Me la prendo solo con chi spara a zero senza scriverne le motivazioni, così, solo per "trollare"...

    Per quanto mi riguarda puoi dirne peste e corna, ciò non toglie assolutamente che per me e il più bel film in assoluto degli ultimi 10 anni.
  • Discussione Capannelle • 11/03/13 11:39
    Scrivano - 3512 interventi
    E' arrivò la palla "solitaria"..

    Concordo con Didda sul discorso delle pretese autoriali perchè nelle due ore ce ne sono diverse: silenzi pretestuosi, ammiccamenti strascicati, amplessi non necessari che sembrano messi lì solo per cercare lo scandalo e darsi un tono.

    La scena scandalo? Divertente, inaspettata ma nulla di più. Infatti l'ho commentata con ironia.

    Però.. in parallelo il film qualche motivo di fascino lo contiene, cioè può irritare ma non viene voglia di abbandonarlo e questo a Dumont va riconosciuto.

    Tanto che vorrei vederne qualche altro della sua filmografia, ho visto anche che gira per belgio e dintorni.
    Ultima modifica: 11/03/13 11:42 da Capannelle
  • Discussione Didda23 • 11/03/13 13:33
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Più tardi spiegherò meglio il mio commento.
  • Discussione Rebis • 11/03/13 15:23
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Molto curioso io di sentire le tue spiegazioni :) il film lo vidi molto tempo fa e lo difesi nonostante tutto, ma oggi non so che effetto mi farebbe e per il momento non mi sento spinto a rivederlo...
    Ultima modifica: 11/03/13 15:23 da Rebis
  • Discussione Didda23 • 11/03/13 20:29
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    @ Rebis

    Devo ammettere che vedere un tuo voto più che sufficiente mi ha stupito particolarmente, perchè "conoscendo" un minimo i tuoi gusti ho capito che il fintamente provocatorio di norma ti arreca parecchio fastidio e non comprendo il motivo per il quale in questo caso ha difeso la fasullità di Dumont.
    --------------------------------------------
    Nel commento non ho parlato di tecnica perchè in questo caso non esiste: telecamera fissa che segue i personaggi che non dicono assolutamente nulla (e fanno intuire ancora meno) e la direzione degli attori è pedestre (due zombie lasciati allo sbando). Ribadisco in questa sede che un filmino delle vacanze emoziona di più, perchè i personaggi almeno un qualcosa di sensato da dire.

    Stendiamo un velo pietoso sulle scene di sesso, alquanto patetiche con un frasario ridicolo con frasi solo maschiliste che indugiano sulla "virilità" del protagonista.

    Ha ragione Capannelle il film si fa seguire, ma solo perchè si è curiosi di scoprire con che escamotage Dumont finisca il tutto.

    Di questo tanto decantato finale (a dire il vero mi ricordavo la scena del deserto-raccontata live da Buione-) non ci ho trovato nulla di cinematograficamente rilevante. Sconvolgente? ovviamente non si può affermare il contrario, ma sembra buttato lì giusto per colpire l'ignaro spettatore. L'artefatta provocazione priva di poetica la trovo la cosa che odio di più in un'opera cinematografica. E' per cquesto che non tollero nemmeno quel pallone gonfiato di Von Trier (che con Dumont ha molte cose in comune). Neorealismo da defenestrare.
    Ultima modifica: 11/03/13 20:30 da Didda23
  • Discussione Capannelle • 11/03/13 21:06
    Scrivano - 3512 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    la direzione degli attori è pedestre (due zombie lasciati allo sbando)
    10% d'accordo

    Stendiamo un velo pietoso sulle scene di sesso, alquanto patetiche con un frasario ridicolo con frasi solo maschiliste che indugiano sulla "virilità" del protagonista.
    90% d'accordo

    tanto decantato finale .. buttato lì giusto per colpire l'ignaro spettatore.
    200% d'accordo

    Aggiungo che di scene finto-scioccanti è piena la cinematografia, sarebbe il caso di farci una classifica davinottica.
  • Discussione Buiomega71 • 12/03/13 00:40
    Consigliere - 25998 interventi
    Ognuno scriva ciò che vuole...Per il sottoscritto il CAPOLAVORO ASSOLUTO visto nel 2012, e Dumont piscia in testa a tutti! Il perchè repetita iuvant...
    Ultima modifica: 12/03/13 00:52 da Buiomega71
  • Discussione Rebis • 12/03/13 13:47
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    @ Rebis

    Devo ammettere che vedere un tuo voto più che sufficiente mi ha stupito particolarmente, perchè "conoscendo" un minimo i tuoi gusti ho capito che il fintamente provocatorio di norma ti arreca parecchio fastidio e non comprendo il motivo per il quale in questo caso ha difeso la fasullità di Dumont.

    Già già, Didda, le tue parole in qualche modo fanno centro :) E' andata più o meno così: dopo la visione nacque una discussione piuttosto accesa sul film, in cui tutti erano abbastanza nauseati, mentre io mi sono divertito, diciamo, a fare il bastian contrario. Ben inteso, non rimangio nulla di quanto detto e scritto, difendo lo spirito contestativo che mi ha “posseduto”, almeno fino ad una seconda visione.

    Considera comunque che sono arrivato al film completamente vergine, senza sapere nulla ma proprio nulla di lui e del suo regista - e credo che la cosa abbia un suo peso nella valutazione. Inoltre dieci anni fa i "film-shock" non erano obsoleti come lo sono diventati ora, preservavano - in alcuni casi, certo - una carica eversiva salutare, minando le certezze dello spettatore. Erano più "necessari", posto che una provocazione lo possa essere davvero. Sul confronto Von Trier/Dumont non saprei, perché ho visto moltissimo del primo e poco del secondo (oltre al film in questione, solo Hadewijch che non ho molto gradito...): però, in generale, direi che se Von Trier è artefatto e pomposo, talmente atteso ormai nelle sue scudisciate da far sorridere, Dumont mi sembra almeno più essenziale e impulsivo, ecco.

    Spero di aver risposto alle tue perplessità :)