Ottimo horror diretto dallo specialista Dan Curtis, che riesce a creare una buona inquietudine (data anche dalla musica), sorretto da un cast di buoni attori (pregevole la Hall, doppiata da Benita Martini) e rinuncia a un finale accomodante. La storia racconta della reincarnazione di una strega che si compie secoli dopo su un gruppo di visitatori di un castello.
Tv movie di genere horror, girato dall'habitué del genere Dan Curtis, di stampo classico, con tanti andirivieni temporali e che nonostante riservi poche sorprese ed un andamento non certo "elettrico" si lascia guardare piacevolmente. Confezione e regia professionali ma qualche guizzo non avrebbe guastato.
Girato con una certa classe e recitato dignitosamente (a parte qualche espressione eccessiva del protagonista posseduto), ha il suo grande tallone d'Achille nel non ritmo e nella sensazione che dà di insistere troppo sullo stesso concetto, andando a parare là dove proprio ci si aspetta che vada. Qualche colpo di scena avrebbe giovato. Mentre qui, nonostante le reazioni psicotiche di lui e la poverina che deve subire, non si ha mai la sensazione che qualcosa possa cogliere lo spettatore di sorpresa (elemento fondamentale in pellicole di questo genere). Vedibile e nulla più.
MEMORABILE: Lui, di solito gentile, all'entrata della torre le dice: "Mi dà la nausea il solo vederti"; Insultata, semiviolentata e affogata (può bastare?).
Probabilmente l'errore che ha fatto il regista (a meno che non sia una cosa voluta) è stato quello di non sfruttare appieno la dimora (inquadrata pochissimo dall'esterno); e con la sua storia e il tragico passato la cosa era d'obbligo. Detto questo trattasi di un piacevole horror che rispecchia in pieno gli stilemi del genere. La stregoneria è appena accennata, ma la pellicola riesce comunque a farsi apprezzare per la messa in scena e le scenografie. Non aspettatevi oscure presenze.
Premonizioni, fantasmi e reincarnazioni si susseguono inquiete nel solito castello maledetto dove dietro a un quadro si nasconde una terribile storia di stregoneria d'altri tempi. La trama è abusata e il format televisivo; solo il finale riscatta appena un racconto già masticato e rimasticato. Fra gli interpreti Kate Jackson, una delle future Charlie's Angels.
Ancora case infestate ed eterni ritorni, ma mentre in Ballata macabra tali fenomeni erano resi più inquietanti poiché attribuibili ad una magione vivente e fagocitante, questa volta rientrano in una ordinaria storia di stregoneria e maledizioni. Il confronto con il suddetto film non regge anche per il mediocre cast (per lo più televisivo), dove là era invece tutto stars del grande schermo. Curtis tuttavia offre qualche buon saggio di tecnica registica con le sinistre inquadrature dei lunghi corridoi del castello e le soggettive da dietro le finestre. Tiglioso e lento.
MEMORABILE: L’incubo con la sanguinosa colluttazione sulle scale del castello.
Curtis dirige un film a metà tra il margheritiano Danza macabra e il suo futuro Ballata macabra. Qui la casa maledetta è frequentata da spettri incarnati negli inconsapevoli nuovi inquilini. Odore di stregoneria in questa tragica love-story spettrale, molto curata sul versante visivo grazie a suggestive immagini decadenti, tipiche del genere gotico. C'è molto di Poe e - soprattutto - delle versioni cormaniane evocate dalle presenze di quadri, arredamenti d'epoca, scalinate, folate di vento, alberi spogli e tramonti lugubri, piovosi, malinconici.
MEMORABILE: L'immagine dell'impiccata, penzolante in lontananza e la bambina alla finestra (Quella villa accanto al cimitero ne riprende l'effetto).
Drammatica love story in salsa spettrale giocata interamente sulla reincarnazione del protagonista. Nonostante alcune belle immagini (l'adultera impiccata, la bambina alla finestra, il quadro), la storia non decolla mai e il ritmo è totalmente assente. Difficile non annoiarsi ed è un peccato, perché Dan Curtis è un maestro. Molto bella la giovanissima Kate Jackson (futura Charlie's angel). Insomma, un'occasione sprecata.
MEMORABILE: La zoppìa del protagonista e la cicatrice sul volto.
Un antico autodafé (l'impiccagione d'una strega) allunga le sue ombre ominose sull'oggi. Reincarnazioni e possessioni, passato e presente che si confondono l'uno nell'altro: la solita zuppa. Curtis gioca le sue scartine con più accortezza che nel disastroso La casa dei vampiri, ma il ritmo è comabondo e la derivazione televisiva di gran parte degli attori (dalla serie Dark shadows) si fa sentire. La migliore è la Jackson, futura Sabrina di Charlie's angels.
Come film è davvero avvincente e si staglia bene nella mente dello spettatore, che non può restare indifferente. Non ci vorrebbe più sangue per creare qualcosa di veramente valido, ma migliori primi piani e sicuramente una migliore fotografia. Le reincarnazioni sono un motivo conduttore che si adattano bene all'alta borghesia, specie se sono sovrapponibili i connotati (anche se il mio personaggio preferito è la cameriera). Il finale a immagine fissa potrebbe mitigare la tensione, ma quando poi si legge la scritta prima dei titoli, allora auguri!
Piccolo ma dignitoso film, poco trascinante sul piano emotivo ma decisamente amplificato su quello visivo. Suoni, luci e ombre e un'unica vera star: la casa. Una dimora fastosa e solitaria, divorata da personaggi fruscianti, dove tutto viene rappresentato alla deriva e dove non sembra esserci alcuna possibilità di salvezza e redenzione. Una ghost story che sente un po' il peso del tempo ma che ancora si può permettere il lusso di regalare qualche sano e sincero brivido. Curtis non si smentisce.
Deludente pellicola diretta dall'altrove bravo Dan Curtis. Se è vero, come sostenuto da più parti, che la versione voluta dal regista sarebbe dovuta essere più lunga di ben 35 minuti, è probabile che parte della sua scarsa riuscita sia dovuta a questo. Comunque la storia non funziona granché e anche gli interpreti non meritano certo l'Oscar, per le loro interpretazioni. L'unica cosa che a tratti convince è la regia di Curtis, che sa cogliere belle inquadrature. Certe atmosfere rimandano al ben più riuscito, e successivo, Ballata macabra (dello stesso regista).
Un pittore si reca nel castello di famiglia nel New England con la propria moglie e comincia ad avere delle allucinazioni. Trama che non sarebbe male, precede in molti momenti film successivi tra cui Shining, ma è troppo diluita durante tutta la durata della pellicola, con evidenti cali di ritmo. Buona la dimora neogotica americana di Collinwood, vera protagonista del film (come nel meglio riuscito predecessore La casa dei vampiri). Riescono affascinanti i rimandi al passato e i dipinti.
Teoricamente sequel de La casa dei vampiri, in realtà c'entra poco, in quanto Jonathan Frid rifiutò di replicare il personaggio. Ci rimangono la casata Collins e la location presso New York della magione in revival gotico. Tra streghe, amori clandestini e reincarnazioni, i ritmi dilatati non creano aspettative tensive, ma annacquano l’attenzione e stimolano la noia. Le atmosfere con perenne filtro notte per amplificare il lugubre (e pure il sonno), sono curatissime nella forma, ma restituiscono una sensazione di controllato manierismo teso a patinare una scarsezza di contenuti.
MEMORABILE: La serra liberty in decadenza; Il ritratto di Angelica (l’autore non ha nemmeno provato a farlo sembrare ottocentesco).
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Buona notizia. Sono però titubante: non mi piace comprare dvd di film che non conosco, però un horror di Dan Curtis mi tenta sempre... Se la qualità del dvd sarà almeno sufficiente un pensierino all'acquisto lo farò certamente.
La MGM obbligò il regista Dan Curtis a tagliare ben 35' dal film finito (che passò quindi da 129' a 94'). Per fare questo nuovo montaggio vennero concesse a Curtis solo 24h di tempo. Nel 1999 furono ritrovate molte delle scene eliminate ma, sfortunatamente, senza sonoro(fonte Wikipedia in inglese).
Qui il link:
https://en.wikipedia.org/wiki/Night_of_Dark_Shadows